Macerie su Macerie -1/3/21- Un anno di rivolte carcerarie, per quanto voi vi crediate assolti

Nel marzo del 2020, un anno fa, il governo risponde all’emergenza pandemica innalzando ancora di più i muri del contenimento carcerario. Nonostante il contagio all’interno delle patrie galere sia inoculato dagli stessi agenti di sicurezza e stia montando, per i detenuti vengono bloccati i colloqui con amici e parenti e interrotta la consegna dei pacchi. La tutela dal Covid-19 è normata attraverso protocolli di fantasia e il Ministro di Giustizia in carica (Bonafede) afferma beffardamente che le strutture carcerarie sono per eccellenza il posto più sicuro.

La risposta dei detenuti nelle carceri di mezza Italia è l’unica possibile.

Radicale come estreme sono le condizioni in cui si trovano.


Si rivoltano, danneggiando e incendiando parti consistenti delle strutture e danno vita a varie forme di proteste, dagli scioperi alle battiture. In alcuni casi riescono persino a riconquistare, fuggendo, la libertà. Il bene da sempre più prezioso per chi si trova rinchiuso e che acquisisce, se possibile, ancora più importanza in questo frangente perché risulta essere l’unico modo per tentar di salvaguardare la propria salute.
Il prezzo per ristabilire l’ordine nelle prigioni è altissimo: 14 detenuti pagano con la vita l’aver avuto il coraggio di sfidare la ragion di Stato.

A Macerie su Macerie il racconto di alcune delle rivolte che hanno caratterizzato l’ultimo anno, soprattutto quello di Modena del 6 marzo 2020 attraverso la voce della madre di uno dei detenuti che ha denunciato con un esposto le torture subìte dagli agenti.

Quattro di loro sono ancora in carcere sotto le angherie e le violenze dei secondini, per scrivere loro:

Cipriani Claudio – C.C. Parma, Strada Burla 57, 43122 Parma

Mattia Palloni – C.C. Ancona Montacuto, Via Montecavallo 73, 60100 Ancona

D’Angelo Francesco – C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara

Belmonte Cavazza – C.C. Piacenza, Strada delle Novate 65, 29122 Piacenza

 




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