L’acciaieria Arvedi: quando il profitto è a scapito della salute dei cittadini

Scritto dasu 20 Giugno 2012

La fabbrica Arvedi (Cremona), come tutte le altre, funziona per fare profitto con lo sfruttamento dei lavoratori e costituisce un problema per l’ambiente.
La questione dell’emissione di diossina, micropolveri e microparticelle nella fabbrica del sig.Arvedi ha avuto, fra gli altri risultati, quello di far sorgere una sorta di pensiero unico e totalitario in difesa del titolare dell’azienda. Questo pseudo-pensiero criminalizza tutti quelli che, anche timidamente, vogliono far emergere le problematiche negative conseguenti l’emissione di diossina e altro, anche se dentro i limiti di legge, e la questione dell’inquinamento acustico. Temi questi più volte sollevati dai cittadini delle aree limitrofe e oggetto di un esposto da parte di alcune associazioni ambientaliste e mai presi in considerazione né dall’azienda, né tanto meno dal Comune e dalla Provincia di Cremona e neppure da CGIL (FIOM sempre più subordinata e silente), CISL E UIL che si preoccupano più dell’immagine della ditta che non della salute degli operai e dei cittadini. Si è creata una sorta di timore riverenziale attorno al ruolo di Arvedi, titolare dell’acciaieria, ma anche con interessi nella stampa locale, finanziatore del museo del violino, proprietario di una squadra di calcio e sponsor di parecchie iniziative. Insomma attorno all’acciaieria Arvedi si respira un clima insopportabile di paternalismo apparentemente bonario, ma sostanzialmente autoritario e ricattatorio. Ascolta la diretta con Giorgio[audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/giorgio-riboldi.mp3|titles=giorgio riboldi] Scarica file


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