Laura Boldrini e la Cap Anamur

Scritto dasu 20 Marzo 2013

Era il 20 giugno del 2004. Al largo di Lampedusa la nave tedesca gestita dall’organizzazione umanitaria Cap Anamur raccoglie 37 profughi sudanesi da una carretta che stava affondando. Qualche giorno più tardi pescherà una ventina di profughi somali al largo di Malta.
Era l’epoca dei pescatori perseguiti per immigrazione clandestina se portavano a riva qualche naufrago.
Alla Cap Anamur viene impedito di sbarcare e viene lasciata in rada per settimane.
Il movimento antirazzista siciliano apre un fronte di lotta per sostenere i profughi.
Dopo tre settimane viene raggiunto un accordo giudicato soddisfacente dall’allora rappresentate dell’Alto Commissariato per rifugiati Laura Boldrini.
Ai profughi non verrà permesso di fare richiesta di asilo: verranno condotti nei CPT (oggi CIE) dell’isola e deportati. Il comandante della Cap Anamur, Elias Biedel e altri due membri dell’equipaggio verranno arrestati e processati per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Quest’episodio ormai quasi dimenticato ci consente di dare il giusto profilo alla neopresidente della camera dei deputati.

Ne abbiamo parlato con Alberto, un compagno della oggi disciolta Rete antirazzista siciliana. Ne è scaturita una discussione a tutto campo, che ha investito il ruolo delle organizzazioni “umanitarie” dell’ONU, l’organizzazione fatta dagli stessi Stati che promuovono le guerre e promulgano leggi contro la libera circolazione degli individui

Ascolta l’intervista

Boldrini

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