Mercato dell’arte degenerato?

Scritto dasu 7 Novembre 2013

entartetekunstLa vicenda è intricata: intanto il motivo del tempo trascorso dalla scoperta all’esplosione del caso si collega alla questione della restituzione delle opere di valore inestimabile, sia nel vero senso della parola, sia per quello che sarà la conseguenza nella cognizione della storia dell’arte, sia per quella che sarebbe auspicabile fosse la fruizione pubblica dell’arte, soprattutto trattandosi di autori della levatura che è trapelata. Infatti altro scandalo è il fatto che non esiste ancora una lista completa dei capolavori di “arte degenerata” e non (indiscrezioni parlano addirittura di un Durer tra le opere ritrovate) che facevano parte di questa collezione a disposizione di Cornelius Gurlitt, che aveva ereditato dal padre Hildebrand (collaboratore di Goebells, nonostante le origini semite) un autentico museo, di cui non è ancora chiara la provenienza. E poi, anche prescindendo dalle questioni morali,  va a sapere di chi sono realmente queste opere, qualora si dimostri che non sono dello strano collezionista, quali appartengono alla cosidetta arte degenerata (che sarebbe dovuta andare distrutta nelle intenzioni dei gerarchi nazisti) e soprattutto quali cause milionarie per i legali, visto l’unico precedente che riguarda un dipinto del 1907, sequestrato nel 1938 dai nazi e la cui causa si restituzione si è conclusa nel 2006… queste ed altre considerazioni ci vengono esposte da Franco Fanelli, esperto d’arte, redattore de Il Giornale dell’Arte e incisore che prova a sognare: sarebbe bello organizzare una sorta di esposizione temporanea presso un qualche museo tedesco e repertoriare dovutamente le opere così rocambolescamente ritrovate, ma il mercato dell’arte per sua stessa natura è soggetto a coni d’ombra inauditi e questo rimane un sogno degenerato.

 

2013.11.07-fanelli


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