Una riflessione sulla mobilitazione antifascista a San Salvario

Scritto dasu 26 Giugno 2014

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Ieri nel quartiere di San Salvario a Torino una mobilitazione antifascista (vedi foto) ha impedito che un “presidio contro il degrado” sostenuto da Casapound si muovesse per le vie del quartiere.

Prendendo spunto da un volantino distribuito abbiamo sentito una compagna, Francesca, a proposito di come le “marce contro il degrado” che periodicamente vengono organizzate da sedicenti “comitati spontanei” di residenti siano funzionali al processo di gentrificazione in atto a Torino, di trasformazione delle vecchie zone proletarie e industriali in quartieri “moderni”, attraenti, teatro di eventi e nuovi investimenti economici. Questo processo comporta l’espulsione da questi quartieri delle categorie sociali meno abbienti, e per fare ciò torna utile il ricorso alla logica razzista o del capro espiatorio (in quest’ultimo caso i pusher).

Se quindi la politica di Casapound è funzionale a quella del Comune e dei grandi gruppi imprenditoriali che governano la città, dall’altra parte l’antifascismo non è solo scendere in strada quando ci sono i fascisti ma anche opporsi quotidianamente agli sfratti, alle retate, alle speculazioni edilizie.

Ascolta l’intervista:

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