L’amianto uccide anche in cassazione

Scritto dasu 20 Novembre 2014

Un nuovo atto della commedia della Giustizia dei padroni ha calato il sipario in modo brutale e offensivo sulla vicenda giudiziaria dell’Eternit, sancendo l’impunità dei padroni e declassificando le morti bianche a episodi prescritti, anche se magari non ancora avvenuti o solo annunciati.

Iacoviello è un procuratore generale tristemente noto per i suoi tentativi di salvare i potenti, da Dell’Utri ad Andreotti, da Squillante a Mannino, fino a De Gennaro: era quasi impossibile che data la creazione di un precedente utilizzabile nelle cause di morti bianche e il valore anche internazionale della senrtenza che condannava Schmidheiny, il padrone svizzero consapevole di uccidere con le sue fabbriche d’amianto, avrebbe trovato un cavillo per ribaltare il giudizio che aveva inferto 18 anni di reclusione al responsabile di 2200 morti e 800 malati. Stavolta Iacoviello ha superato se stesso, però ha dovuto ammettere che la legge non è uguale per tutti, o meglio che il Diritto (dei padroni) non coincide con la Giustizia e la magistratura, dovendo scegliere, sta con quel Diritto, ovviamente e per propria costituzione. Quindi non ci resta che la lotta nelle piazze e la sollevazione sociale, soprattutto quando persino la stampa mainstream si scopre indignata e riempie di retorica le prime pagine, ma si guarda bene dallo scoperchiare questa semplice verità: nelle aule difficilmente si ottiene giustizia.

 

Ne abbiamo parlato con Michele Michelino del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, che era presente ieri in Corte di Cassazione

 

 

2014.11.20-amianto


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