L’ennesimo schiaffo della giustizia alla famiglia Cucchi

Scritto dasu 4 Novembre 2014

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La giornata di ieri si è conclusa ancora con l’indignazione di Ilaria di fronte alle dichiarazioni del procuratore capo di Roma, che poche ore dopo aver garantito che si sarebbero svolte nuove indagini per fare luce sulle responsabilità non indagate, ha voluto ringraziare i pm titolari dell’inchiesta per l’ottimo lavoro svolto, quando invece la famiglia ha sempre ritenuto loro i primi responsabili di una situazione compromessa fin dalle prime battute delle indagini.

Ora non resta che la cassazione o la corte europea dei diritti ma siamo sicuri che né Ilaria, né i suoi, né il combattivo avvocato Anselmo hanno la minima intenzione di arrendersi.

Intanto sul web fioccano le prese di posizione dei più o meno famosi ma soprattutto una campagna virale via social di foto come quella che abbiamo riportato in alto, una presa di posizione virtuale ma significativa di quale sia la percezione delle tante, troppe morti, che ancora in questo paese possono avvenire quando si è indifesi, socialmente deboli e in balia dello stato.

Non ci indignano noi di fronte a queste ingiustizie tremende, perché abbiamo imparato a guardarle con gli occhi di chi guarda un meccanismo ben congegnato, certo maneggiato da uomini in carne e ossa, ma ampiamente intercambiabili e quasi mai indispensabili al funzionamento complessivo. Con gli stessi occhi, ci sembra, questa famiglia coraggiosa ha imparato a guardare alla propria tragedia come a tutte le altre mai dissimili, consci che quella che si affronta è una battaglia durissima e che lo stato i processi preferisce farli agli altri, tanto che Ilaria, Stefano, i suoi genitori, son sembrati a più riprese gli imputati piuttosto che gli accusatori.

Dall’altra parte della barricata restano l’arroganza dei sindacati di categoria (Sappe, Sap), la tracotanza di chi non solo si sente intoccabile ma si permette anche di offendere la memoria di chi è stato brutalmente assassinato, il dolore di chi ha patito una perdita irreparabile, l’ignavia di giudici che forse non avranno le armi affilatissime ma sono largamente abituati a voli logici anche pindarici quando l’urgenza sociale e politica della condanna si fa pressante.

Abbiamo ospitato ai nostri microfoni Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.

Ilaria


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