Lacrime di coccodrillo e venti di guerra

Scritto dasu 21 Aprile 2015

Oltre il cordoglio, cosa? Oltre alle parole di dolore, oltre alle lacrime, ai soliti politici inginocchiati e raccolti in preghiera, quali sono le reazioni sostanziali all’annegamento di oltre 900 persone? Gli xenofobi, i razzisti d’ogni tipo, oltre al lutto di circostanza, invocano blocchi navali per impedire la partenza di barconi pieni di migranti. Se il problema è l’annegamento in mare, impedirgli di arrivare al mare permetterebbe a Salvini e Co. di lavarsi la coscienza e lasciare migliaia di persone in pasto alle guerre e alle epidemie da cui cercano di scappare. I democratici, invece, dichiarando guerra agli scafisti, tentano di schivare le responsabilità della politica e di addensarle in capo a chi organizza questi viaggi-odissee attraverso il Mediterraneo. Ci provò già Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell’agenzia Frontex, con la storiella inventata delle cosiddette “navi fantasma” per attribuire ogni colpa agli scafisti. Ci riprova, oggi, Renzi.

E’ di oggi l’intervista al Capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano su La Stampa, in cui smonta, invece, l’ipotesi di blocchi navali, dal momento che “bisogna tenere presente il fatto che un eventuale blocco navale aumenterebbe la possibilità per gli scafisti di poter approfittare della massiccia presenza di navi militari, obbligandole ad intervenire in soccorso dei naufraghi”.

Oggi l’Italia non può più contare sugli accordi siglati dal governo italiano con l’allora Capo di Stato libico Gheddafi, vista la guerra civile in Libia. Accordi, formalmente ancora in vigore, che consentivano all’Italia di respingere i migranti verso le coste nord africane dove le autorità libiche garantivano galere per immigrati, luoghi di tortura, stupro e compra vendita di ostaggi umani.

E allora tra le ipotesi sul piatto, un intervento militare: “saranno impegnati anche droni per individuare i porticcioli, le insenature, le spiagge dove arrivano le imbarcazioni che vengono riempite di immigrati. E poi interverranno i raid aerei, per distruggere il naviglio degli schiavisti del XXI secolo”, sempre per citare La Stampa. Insomma un’operazione sul modello “Atalanta”, ovvero quella condotta da forze europee contro la pirateria, soprattutto somala, nell’Oceano Indiano.

Di questi scenari ne abbiamo parlato con Marco Rovelli, autore di numerosi testi sull’immigrazione.

Ascolta la diretta:

 

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