Tanto peggio, tanto meglio: la strategia della jihad in Tunisia

Scritto dasu 30 Giugno 2015

Dopo la strage di Sousse costata la vita a 39 turisti europei per lo più di nazionalità britannica, abbiamo parlato con Karim Metref blogger e insegnante di origine cabila, per cercare di chiarire quali sono le dinamiche degli attentati che, dal Bardo a Sousse, stanno scuotendo in questi mesi il paese nordafricano.

E’ evidente che la tipologia degli atti terroristici e la scelta delle vittime abbia come obiettivo quello di colpire la principale industria della Tunisia: quella turistica.

E’ evidente che in un paese come la Tunisia, con un’agricoltura ai limiti della sussistenza e un’industria in via di sviluppo, che vive per lo più di commesse estere scarsamente stabili, il colpo dato all’immagine del paese e alla sua capacità di garantire la sicurezza dei turisti si concretizza come una mazzata formidabile alla possibilità del paese di garantirsi stabili introiti in valuta pregiata e di creare posti di lavoro.

La disoccupazione in Tunisia si trova stabilmente a livelli molto alti e riguarda una popolazione molto giovane, in crescita e con un buon livello di scolarizzazione. L’industria turistica in questi anni è stata la più valida alternativa all’emigrazione per quei giovani tunisini che quattro anni fa hanno dato vita alla “Rivoluzione dei gelsomini” che li ha sicuramente resi un po’ più liberi ma non ha certamente risolto i problemi della struttura economica del paese e, conseguentemente, non ha garantito loro né lavoro né reddito.

In questo quadro va inserita l’azione dell’attentatore jihadista sulla spiaggia di Sousse, e soprattutto la strategia che si delinea nella scelta degli obiettivi da parte della galassia islamista tunisina e dei suoi alleati nel mondo arabo, in primis Ansar el Sharia radicato in Libia.

Si tratta di minare le fondamenta economiche del paese e spingere la gioventù tunisina verso la ricerca di una soluzione autoritaria di tipo islamico per risolvere la difficile situazione. In altre parole si tratta di aggravare una situazione in modo da porsi come unici possibili solutori della stessa.

Niente di nuovo sotto il sole e nei giochi di potere.

Ascolta la diretta con Karim:

2015 06 30 karim tunisia


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