Iran: tra fine sanzioni e lotta per l’egemonia

Scritto dasu 20 Gennaio 2016

Due vicende tra loro collegate hanno recentemente riportato in primo piano sulla scena internazionale l’Iran. In primo luogo la provocazione dell’Arabia saudita che ha giustiziato uno dei principali esponenti dell’opposizione locale, lo sceicco Nimr, di confessione sciita. Una personalità più vicina a un leader socialista che a quella di un chierico e che ha cercato sempre di slegarsi dall’ingombrante influenza iraniana. Una sentenza che è stata comunque vissuta come una vera e propria provocazione da una larga parte del mondo sunnita scatenando proprio in Iran delle violente proteste, condannate dall’ONU.

Un episodio che bisogna leggere nella più ampia lotta per allargare le proprie sfere d’influenza sul medio-oriente che ha visto l’Iran guadagnare sempre più terreno riuscendo a fare dell’Iraq una sorta di protettorato ed estendendo le proprie alleanze fino al Libano. In questo contesto s’inserisce l’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare che prevede la fine delle sanzioni statunitensi configurando una sorta di sdoganamento, almeno parziale, della Repubblica islamica da parte americana.

Un avvicinamento che non rimette però in discussione le alleanze organiche del campo atlantista nella regione contribuendo invece a rinforzare l’asse d’intesa tra paesi sunniti (Turchia e Arabia Saudita in testa) e Israele.

Per vederci più chiaro abbiamo interpellato Lorenzo, analista freelance di relazioni internazionali:

lorenzo_Iran


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST