DDL e Family day. Un commento dopo la giornata del 30 gennaio.

Scritto dasu 1 Febbraio 2016

Continua il dibattito intorno al DDL Cirinnà: Stepchild adoption e diritti/doveri delle unioni civili, è in questi due punti, disciplinati rispettivamente dall’art. 5 e dall’art. 3 del testo, che si annidano le due maggiori criticità del ddl Cirinnà. E se la stepchild è ormai da settimane il nodo centrale che il Pd non riesce ancora a sciogliere per trovare un punto di caduta, i Cattodem hanno posto un’altra questione come dirimente: quella di emendare l’articolo 3 che, a loro parere, autorizzerebbe, di fatto (superando anche la stepchild), l’adozione del figlio del partner.

In piazza sono scesi oppositori e favorevoli al DDL Cirinnà. Sono state 40 le città mobilitate per scendere in piazza il 23 gennaio con il discutibile slogan “svegliati Italia!” per manifestare la necessità dell’approvazione del DDL Cirinnà.

Dall’altro fronte sabato scorso (30 gennaio) non hanno esitato a scendere in piazza Cattofascisti e omofobi vari per partecipare al Family Day, ennesima occasione per portare avanti un’insensata e profonda discriminazione fondata sulle preferenze sessuali.

Al di là dell’ossessione per i numeri, insana da entrambe le parti, in merito alla giornata del Family day e per approfondire luci e ombre del tanto discusso DDL Cirinnà abbiamo sentito ai microfoni Maurizio del circolo lgbtqi MAURICE

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