Torino, contro le REMS e la psichiatria

Scritto dasu 8 Aprile 2016

In netta contrapposizione rispetto al convegno “Chiudere gli opg per davvero”, organizzato oggi presso l’Università di Torino, all’interno del Campus Einaudi si è svolto un presidio per dire “NO ai manicomi! NO alla psichiatria!” organizzato dal Collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”, in concomitanza del quale il Barocchio Squat ha tenuto un banchetto informativo.

Il convegno universitario in questione – promosso da Comitato StopOPG Piemonte, Antigone Piemonte, Comitato per la salute mentale Piemonte, Coordinamento Psicologi Psicoterapeuti Piemontesi, Cgil e FpCgil Piemonte, FpCgil Torino, Forum Salute Mentale, Forum Piemonte per il diritto alla salute dei detenuti, Psichiatria Democratica e Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino – ha infatti visto la partecipazione di differenti soggetti istituzionali e associativi chiamati a discutere in senso più o meno elogiativo gli effetti della Legge 81/2014, secondo la quale sarebbero dovuti essere chiusi i 6 OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari), per essere sostituiti con le REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). In realtà gli OPG sono tutt’ora aperti e molti degli attuali 97 reclusi al loro interno hanno effettuato ricorso per detenzione illegittima.

Come ricorda il volantino distribuito in occasione del presidio contro-informativo, «In molti vedono nella legge n. 81/2014 un grande passo in avanti, poiché si è riconosciuto il diritto alla cura di individui segregati e torturati per anni ingiustificatamente. (…) [In realtà] come in passato non si è riusciti a superare la pratica dell’internamento, oggi non si è minimamente intaccato il concetto di pericolosità sociale, l’associazione lombrosiana tra reato e malattia secondo cui il “folle reo” infrange la legge non per propria libera scelta ma perché “incapace di intendere e di volere”, perché la sua malattia agisce al posto del suo libero arbitrio, motivo per cui, come se fosse una macchina da aggiustare, la psichiatria si prodigherà non più per isolarlo e rinchiuderlo a vita, ma per “curarlo”».

Inoltre, analizzando il funzionamento delle REMS fin’ora aperte – 25 in totale – esse appaiono come analoghe strutture detentive, «in cui i dispositivi custodialistici prevalgono su quelli terapeutici-riabilitativi» e anche una volta fuori dalle REMS, i pazienti psichiatrici rimarranno oggetto di controllo e repressione attraverso i PTRI (Percorsi riabilitativi individuali).

Per un’analisi critica rispetto alla legge 81/2014, all’apertura delle REMS, come nel caso di Grugliasco (TO) dove si vorrebbe sgomberare il barocchio squat, abbiamo parlato questa mattina con Raffaella del Collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”, in diretta dal presidio fuori dall’Università:

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