Tra “idealismo” e “liberalismo”: ordine pubblico, ordine di Stato

Scritto dasu 25 Novembre 2016

tumblr_n3aqse84oq1rfd7lko1_400“(…) se la concezione ideale è considerata propria di uno stato “etico”, ossia di un regime politico che si fa portatore di specifici valori e princìpi a discapito di altri orientamenti normativi (…), la concezione materiale è ricondotta invece a uno stato “liberale”, vale a dire a un sistema, neutrale e laico sul piano dei valori, in cui le autorità pubbliche si fanno semplicemente garanti di proteggere la sfera personale dei singoli da interferenze concrete, e dove quindi l’esercizio della libertà di associazione e manifestazione è condizionato al rispetto di altri diritti. Ufficialmente, la polizia, oggi, aderisce a una visione materiale dell’ordine pubblico, attribuendo a questa nozione il significato di una condizione di pace, tranquillità, incolumità e sicurezza fisica.” (E. Gargiulo, Mantenere l’ordine: feticci liberali e princìpi etici nella gestione della sicurezza pubblica, 2016)

 

Su quali saperi, categorie concettuali e dunque immaginari si fonda, dal dopoguerra ad oggi, l’azione della Polizia rispetto alla questione dell’ordine pubblico, nel contesto di uno Stato suppostamente liberal-democratico? Quali tensioni e contraddizioni emergono nelle pratiche poliziesche formalmente legittimate da una nozione materiale dell’ordine, tanto sul piano del rapporto con soggettività politicamente scomode, quanto su quello della gerarchia tra diritti?

 

Dopo le analisi sul ruolo della polizia al tempo della crisi negli USA e in Francia, questa mattina abbiamo parlato dei saperi di polizia in relazione alla questione dell’ordine pubblico in Italia.
Ascolta la diretta con Enrico Gargiulo, ricercatore precario dell’Università del Piemonte Orientale:

saperidipolizia

 


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