Sull’ossessione anti-sfratti della procura torinese

Scritto dasu 16 Dicembre 2016

padalino_1994Abbiamo scoperto ieri che, in realtà, per trascorrere due settimane in carcere o essere bandito dalla propria città non è sufficiente il fatto che una persona stia difendendo il bisogno della casa, spiegando ad un ufficiale giudiziario che sta commettendo un abuso: siamo tranquillizzati da quella scoperta, perché anche a noi sembrava assurdo. Quello però è il  pretesto a cui un pm si appiglia costruendo un teorema che poi necessita solo della complicità di un gip accondiscendente per ridurre 13 persone alla mercé dell’Ego spropositato di magistrati assimilabili a computer nell’applicazione di cavilli e garbugli legali, se non ci fosse la loro premeditazione a ordire trappole.

 

Dalla viva voce di Silvia, redattrice di radio blackout, un* de* compagn* ricollocati ai domiciliari, dopo il passaggio presso le patrie galere, abbiamo ricostruito l’udienza di ieri, per l’impedimento dello sfratto del 2 maggio, cogliendo l’infausta occasione per una sintetica panoramica sulle condizioni di detenzione e sull’umanità dolente che popola le prigioni.

 

Mentre compilavamo questo podcast è giunto l’esito del riesame di ieri: TUTTI LIBERI, TUTTE LIBERE!

(Padalino, non pensa che sia venuto il momento di appendere la toga al chiodo e finalmente fare qualcosa di utile?)

Unknown


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