Livorno. Corteo contro il governo

Scritto dasu 22 Febbraio 2017

Lo scorso sabato si è svolta a Livorno una manifestazione contro il governo.
Il corteo era stato indetto dall’Assemblea verso il 18 febbraio, cui hanno partecipato la Federazione Anarchica Livornese, il Collettivo Anarchico Libertario, l’Assemblea Autonoma Livornese, l’Asia-USB, il Centro Politico 1921, la Communia Livorno, l’Ex Caserma Occupata, l’Unicobas e l’Unione Inquilini.

La manifestazione, diverse centinaia i partecipanti, ha attraversato il centro cittadino in modo forte e determinato.

Ne abbiamo parlato con un Tiziano, un compagno di Livorno.

Ascolta la diretta:
2017 02 21 tiziano corteo liv

 

Di seguito l’appello unitario per la manifestazione:
“Disoccupazione, licenziamenti, precarietà, emergenza abitativa, un generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, questa è la situazione in cui viviamo a Livorno come in molte altre città. Negli ultimi anni i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto che ripetere che per uscire dalla crisi erano necessari dei sacrifici, che i soldi non ci sono. Ma i soldi ci sono sempre per gli industriali, per le banche, per le spese militari, mentre per la scuola, per la sanità, per la casa ci sono solo tagli su tagli. Le spese militari quest’anno ammonteranno a 23,4 miliardi, 64 milioni al giorno, il 10% in più rispetto allo scorso anno, mentre altri miliardi sono pronti per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Per gli ammortizzatori sociali invece i soldi sembrano non esserci mai, chi riesce ad accedervi non può sperare in più di qualche centinaio di euro mensili per pochissimi mesi. Lo sappiamo bene pure nel nostro territorio, infatti tra Livorno e Piombino sono molti i lavoratori che perderanno entro l’anno anche queste minime briciole. Questo aggraverà ulteriormente la situazione sociale in città, segnata da una profonda crisi occupazionale e da un’emergenza abitativa che l’amministrazione locale tende ad aggravare.
Il nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, che si è formato dopo le dimissioni dell’ex presidente del consiglio Renzi in seguito all’affermazione del No al referendum costituzionale, si pone in continuità con i governi che lo hanno preceduto. Molti ministeri chiave, in particolare quelli legati alle politiche economiche e sociali, sono guidati dagli stessi personaggi: la conferma di Poletti, Lorenzin, Padoan e Pinotti significa una conferma delle politiche di sfruttamento selvaggio sul lavoro, di tagli e privatizzazione dei servizi dal sociale alla sanità, delle politiche di guerra, riarmo e spese militari. Il nuovo ministro dell’interno Minniti, rispolvera le politiche razziste del governo Berlusconi, annunciando l’apertura di nuovi CIE, veri e propri lager per persone che non hanno i documenti in regola. Anche questo nuovo governo, come quello che lo ha preceduto, è formato sull’accordo centrodestra/centrosinistra, una conferma dell’unità dei diversi schieramenti politici nel portare avanti politiche antipopolari. L’opposizione fatta dai partiti che siedono in parlamento è rappresentata in gran parte da forze politiche che quando hanno avuto modo di governare hanno portato avanti le stesse politiche di rapina e sfruttamento che caratterizzano l’attuale governo.
Proprio i partiti responsabili del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro vogliono poi far credere che la colpa della disoccupazione o dell’emergenza abitativa sia degli immigrati.
Molti partiti e partitini infatti trovano sponda nella politica razzista del governo e, utilizzando una propaganda populista, autoritaria e razzista, se non apertamente fascista, strumentalizzano e deviano il malcontento sociale per guadagnare consensi alle elezioni, dividere i lavoratori e sostenere le politiche di sfruttamento e di oppressione.

In ogni caso è evidente che nessuna di queste forze politiche può segnare un reale cambiamento delle condizioni in cui ci troviamo a vivere, perché la stabilità di qualsiasi governo sarà legata alla difesa degli interessi, dei privilegi e dei profitti della classe dirigente.

Contro l’arroganza di questo “nuovo” governo pronto ad imporre le vecchie politiche di sfruttamento c’è quindi bisogno di dare una risposta forte da subito.
Per questo e per rafforzare un tessuto di lotta e solidarietà abbiamo organizzato un corteo a Livorno il 18 febbraio, l’appuntamento è alle ore 15 di fronte alla Prefettura, in Piazza Unità d’Italia.

Assemblea verso il 18 febbraio”

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