Cacerolazo contro la guerra ai poveri, i comitati razzisti, gli sgomberi a 5 Stelle

Scritto dasu 20 Giugno 2017

Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno lanciato l’offensiva contro le baraccopoli di via Germagnano e strada dell’Aeroporto
Lunedì 19 giugno i fascisti e i comitati si erano dati apppuntamento di fronte al comune per chiedere lo sgombero dei campi rom.

In prima fila Forza Italia e Casa Pound con i loro alias, “Noi di Barriera” e “Torino ai torinesi”. Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all’ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.

Sull’angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un cacerolazo rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l’aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”

Da un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d’acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.

Ne abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l’opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.

Una chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.

 

Ascolta la diretta:

 

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Di seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:

 

Una Barriera antifascista e antirazzista

Tira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.
La maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova.

Ogni giorno all’alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell’immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie – ma nessuno affitta loro una casa.
Ogni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola.

I fascisti di Casa Pound, sotto l’esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.

Nel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.

In questa zona ci sono fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli.

I poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.

Sappiamo bene che quei fumi danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L’inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti tossici e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. Ma sceglie il business.

La salute dei torinesi non interessa né al governo cittadino né a quello regionale, che da anni fa tagli alla spesa sanitaria.

 

I fascisti soffiano sul fuoco per scatenare la guerra tra poveri, perché chi fatica a vivere nelle nostre periferie non trasformi il disagio in guerra sociale, in lotta contro lo sfruttamento, l’oppressione, il dominio. Contro i padroni che ci rubano la vita e la salute ogni giorno della nostra vita.

Sabato scorso i fascisti hanno provato a scendere in via Germagnano. La gente delle baracche e gli anarchici li hanno fermati. La polizia ha spintonato e minacciato le famiglie, i bambini, dando copertura ai fascisti.

La violenza razzista era evidente. La gente non ha mollato. “Vergogna! Vergogna!” gridavano tutti.

 

I fascisti di Forza Nuova martedì 6 giugno, protetti dalla polizia hanno lanciato fiaccole sulle baracche del campo di strada dell’Aeroporto, facendo scoppiare incendi e seminando il panico tra le famiglie della baraccopoli, fuggite nella notte in mezzo ai rovi. Una bambina di tre anni è stata trovata solo dopo tre ore di affannose ricerche tra il buio e le urla razziste.

Il comitato “Torino ai torinesi” sta facendo leva sulla famiglia di Oreste Gianotto, morto lo scorso anno in un incidente in cui era coinvolta una ragazza del campo. Una vicenda dolorosa che, ad un anno di distanza, viene usata per invocare la pulizia etnica. La ragazza dopo un’ora dall’incidente si costituì alla polizia.

Ai fascisti non basta. Per loro la responsabilità è collettiva, perché gli abitanti del campo sono considerati “naturalmente criminali”. I triangoli neri erano messi sulle giacche dei rom e dei sinti mandati a morire nei lager razzisti. La logica è la stessa. I fascisti vogliono il pogrom, le fiamme, come alla Continassa e in via Vistrorio anni fa.

Appendino non ha – ancora – trovato i soldi per imitare Fassino, che sgomberò il campo di lungo Stura Lazio, spendendo cinque milioni di euro per la sua famelica corte di associazioni e cooperative del “sociale”.

 

I fascisti puntano il dito sulla giunta pentastellata, colpevole di non aver mantenuto la promessa di sgomberare le baraccopoli rom della città.
In realtà, da diversi mesi, è in corso uno sgombero strisciante dell’area, posta sotto sequestro dalla magistratura, perche dopo decenni di discariche legali ed abusive, la responsabilità dell’inquinamento viene rovesciata sugli ultimi arrivati, i rom immigrati dalla Romania.
Appendino gioca sul ricatto, la divisione, la paura. Ogni due o tre settimane scattano retate improvvise, con fogli di via e deportazioni dei senza documenti: le baracche degli esiliati vengono abbattute.

Agli altri raccontano la favola che se non protestano verranno risparmiati. In questi giorni Appendino ha nominato assessore “all’ambiente” Unia, uomo dei “Comitati”, per gettare in strada uomini, donne e bambini.

 

I rom sono nostri vicini di casa, gente della Barriera. Sono più poveri di tanti altri ma come tutti vorrebbero una casa e una vita migliore. Non hanno scelto le baracche e i bidoni dell’immondizia. I fascisti vogliono i roghi, vogliono la pulizia etnica.

 

Fermiamo la guerra ai poveri, ai rom, agli immigrati!

 

Fermiamo i comitati razzisti!

 

Fermiamo lo sgombero a Cinque Stelle!”


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