Macerie su Macerie – 16 giugno. È un rogo di classe

Le fiamme che avevano scosso i sobborghi inglesi nelle rivolte del 2011 ripiegano oramai sullo sfondo mentre una luce più intensa e tremenda si fa strada con prepotenza, riduce all’ombra i fuochi di rivolta, strappando la vita di numerosi proletari e sottoproletari, lasciando in bocca il sapore di una sentenza già scritta. È il rogo della Grenfell Tower, un grattacielo di alloggi popolari che impenna tra i quartieri ricchi londinesi, centoventi appartamenti, circa seicento abitanti, quarantatre morti, settantotto dispersi e sessantanove feriti. Una strage voluta dai padroni: il KCTMO che decide di avviare i lavori di abbellimento della facciata del grattacielo, per non sfigurare davanti ai ricchi vicini di casa col suo grigiore scrostato, il tutto con materiali altamente infiammabili; il consiglio di zona che approva il progetto; infine i numerosi padroni che plasmano una città dove il costo della vita e degli affitti restano alti, dove migliaia di famiglie povere sono costrette a un esodo costante verso posti meno costosi oppure restare ma nel rischio di venire arsi vivi. Una città che cresce e si arricchisce su profonde disparità sociali, dove la lotta di classe piomba dall’alto e costringe all’asfissia.

 




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