Referendum leghisti in Lombardia e Veneto

Scritto dasu 24 Ottobre 2017

Si sono chiusi domenica 22 ottobre 2017, alle ore 23, i seggi in Lombardia e Veneto per il voto sul referendum consultivo sulla richiesta di maggiore autonomia economica.

I Lombardia l’affluenza è stata del 38,5 per cento, pari a 3.010.434. Scontata la vittoria del si, al 95%, contro quasi il 4% del no. La provincia in cui si è votato di più è stata Bergamo con il 47,37%, sul fronte opposto si attesta la città metropolitana di Milano con il 31,20%. A Milano città i votanti sono stati poco più del 26%.

Presidente lombardo Maroni si presenta trionfante alle telecamere ma glissa sull’affluenza a chi gli chiede un commento sui numeri decisamente impietosi. Anche PD ai 5Stelle provano a salire sul carro del vincitore. Forti le polemiche sui costi, che hanno oltrepassato i 50 milioni di euro, per una consultazione dal puro valore simbolico.

É andata molto meglio a presidente veneto Zaia, che con un 98% di sì e una partecipazione oltre al 60% è il vero vincitore di questa consultazione, simbolica ma di grande peso politico.

Il segretario leghista Salvini, che qualcuno voleva preoccupato di questo “ritorno alle origini” delle due grandi regioni del Nord, ne esce brillantemente, consolidando il consenso leghista tra l’elettorato più moderato, pur mantenendo l’attuale proiezione nazionale del partito del “Nord”.

Zaia ha già aperto la sua campagna invocando la possibilità per il Veneto di avocare a se dallo Stato tutte le 23 materie e i nove decimi delle tasse.

L’istituto Cattaneo di Bologna ha confrontato gli spostamenti di voto tra domenica e le politiche del 2013. Unanime il sì degli elettori leghisti, al voto in massa, al pari dei Cinque Stelle: su Forza Italia, invece, quote di elettori che vanno dal 20% di Treviso al 70% di Venezia ha disertato le urne. Nel Pd il non voto invece è sopra il 60%, al pari dei centristi.

La partita che si è aperta domenica scorsa nelle urne si compirà con le prossime elezioni generali e regionali. Evidente lo scontro tra Maroni, uomo della vecchia guardia leghista, ma potente governatore lombardo e il segretario Salvini, che sta provando a conquistare consensi su scala nazionale.

Sul piano dell’immaginario questo referendum ha raggrumato le tentazioni sovraniste, elitarie, interclassiste che si esprimono nel voto le leghista, ma anche in altre formazioni, che stanno giocando di rimessa. Con maggiore agilità i pentastellati, in modo più ingessato e con grandi divisioni interne, i dem.

 

Ne abbiamo parlato con Max, un compagno di Milano

Ascolta la diretta:

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