La Perla di Labuan – 31gennaio 2018 – Storie di zingari

“Per voi noi si nasce con il fagotto in mano, e due sole strade: il furto o il violino. Il fatto che ci possano essere rom onesti o rom stonati, a voi non passa neanche per il cervello.” Sono sempre stati tra noi e ancora non li capiamo, oscillando tra.gli stereotipi opposti dello zingaro sporco e cattivo, che ruba i bambini, e quello del “figli del vento”, il popolo felice e libero che ama viaggiare. Faremo conoscenza della zingara laureata in medicina e specializzata in neurologia, i molti zingari che fanno i fornai e gli infermieri. Nella delirante antropologia nazista gli zingari erano ariani, ma affetti dal pericoloso gene del nomadismo “scoperto” dal dottor Robert Ritter e dalla sua assistente Eva Justin, e cominciò il “porrajmos” (divoramento” in lingua romanes) a cui l’Italia fascista diede il suo contributo. Mezzo milione salirono sui treni blindati e scomparvero negli Zigeuner Lager. Solo negli anni 60 il genocidio degli zingari é stato riconosciuto come tale, ovvero i i nazisti avano firmato la loro condanna a morte come popolo, indipendentemente da cosa pensavano o facevano. Ma i nazisti non furono i primi. Nel 1912 in Svizzera la fondazione Pro Juventute varò il progetto “Bambini di strada” che rapiva i bambini Jenisch (gli zingari svizzeri), li affidava a famiglie gagè (non zingari), ne cancellava i nomi e le storie, le bambine venivano sterilizzate. Nel 1972 in seguito a un’inchiesta giornalistica scoppiò lo scandalo, e la Pro Juventute chiuse il progetto “Bambini di strada”. Ma solo nel 1998 la Pro Juventute chiese pubblicamente scusa al popolo Jenisch. “C’é chi dice che veniamo dall’India, ma sono solo teorie, il fatto é che viviamo tutti su questo pianeta”. Buon ascolto.
Per chi vuole saperne di più:
Pino Petruzzelli (a cura di) “Non chiamarmi zingaro – Perseguitati e diversi da sempre, a loro la parola” ed. Chiarelettere
Erberto Petoja (a cura di) “Miti e leggende degli zingari” ed. Franco Muzzio

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