Aquarius. Il vite migranti nel racconto di Margherita

Scritto dasu 25 Settembre 2018

L’Aquarius è l’ultima nave rimasta nel Mediterraneo per soccorrere la gente in viaggio. L’ultima che può raccontare la guerra ai migranti.
Batteva bandiera di Gibilterra. Quando il ministro dell’interno italiano le intimò di portarvi i migranti raccolti in mare, Gibilterra le tolse la bandiera.
Tornata in mare con le insegne di Panama, la Aquarius è di nuovo senza bandiera. Chi non ha l’imprimatur di uno Stato non può navigare e tanto meno salvare dal mare chi sta affogando.
Mentre scriviamo la Aquarius sta facendo rotta su Marsiglia, dove spera di poter sbarcare i 58 profughi che ha a bordo.
L’ultimo capitolo della guerra dei governi italiani a chi non accetta di lasciar morire le persone.

Margherita Colarullo di “Medici senza Frontiere” è stata volontaria in tanti paesi sconvolti dalla guerra e dalle epidemie. In Iraq, Repubblica Centrafricana, Congo, Sud Sudan e a Lampedusa.
Lo scorso anno era sull’Aquarius.
Le abbiamo chiesto di raccontarci le persone che ha incontrato, quelle cui il viaggio ha macinato la vita, quelle che nonostante tutto, ce la faranno.
Piccole storie, simili e insieme diverse, che ci restituiscono uomini, donne, ragazzi e ragazze in carne ed ossa, ciascuno con i propri percorsi, aspirazioni, paure, desideri, sguardi sul mondo.
I ragazzi con segni di vecchie ferite da arma da fuoco al piede, una punizione diffusa, nei campi libici, la ragazzina rimasta per due anni prigioniera in Libia, senza più voce per i continui stupri subiti, i somali e gli eritrei ridotti a scheletri senza forze, il chirurgo siriano e il ragazzo del Darfur, unico sopravvissuto ad un massacro.

Ascolta la diretta con Margherita Colarullo:

2018 09 25 Margherita Aquarius


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