Approfondimento sulla lotta dei pastori sardi

Scritto dasu 14 Febbraio 2019

Da più di una settimana la Sardegna è scossa da un’enorme protesta innescata dai pastori che reclamano un prezzo congruo per il latte da loro prodotto. Protesta che ha trovato il suo simbolo, potente, nel gesto del versare il latte a terra, dai cavalcavia, nelle piazze. Meglio buttarlo che venderlo sotto-costo agli industriali. Una lotta che sta uscendo dai recinti corporativi per andare ad impattare su una delle verità del nostro tempo: l’uomo è solo davanti al mercato. Saltati gli intermediari delle associazioni di categoria e di una clientela che non ha più niente da offrire, si arriva direttamente al nodo veramente politico, quello del potere degli industriali sul lavoro. Sono loro che catalizzano la rabbia dei manifestanti. Con la loro capacità di sfruttare il mercato unico per abbassare il costo del lavoro e per fare entrare merci a basso costo. Coi loro contatti con la politica e con la polizia che gli permettono di eludere i controlli.

È una nuova generazione di pastori quella che si sta muovendo. Senza più accesso al credito e ai benefici fiscali del passato. Senza più illusioni sulla propria indipendenza davanti a un mercato che detta tempi, ritmi e costo del lavoro. Una grande fabbrica. In cui però si realizza di non essere soli. È questa la scoperta della lotta, accanto ai pastori, comunità intere si stanno muovendo a partire dall’insopportabilità di una condizione di vita. Tra loro una forte componente studentesca che sta spostando la lotta dei pastori dalla campagna alla città.

Abbiamo inquadrato la vicenda generale e parlato dei blocchi ai porti e sulle strade provinciali con Martino, redattore del portale  Infoaut.org

Con Mauro abbiamo invece parlato delle proteste studentesche e dell’impatto sul movimento nella città di Cagliari


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