Il processo virtuale: negati i diritti della difesa

Scritto dasu 28 Aprile 2020

Venerdì 24 aprile 2020, quando la Camera dei deputati ha esteso a tutti i processi la possibilità disporre l’udienza da remoto sono stati demoliti i caposaldi su cui si basa la possibilità di garantire una buona difesa.
I pilastri di un qualsiasi processo sono tre: oralità, immediatezza, contraddittorio.
Scrivono sul blog “Giustiziami” gli avvocati Mauro Straini ed Eugenio Losco:
“Ognuno a casa propria, la voce filtrata da un microfono, miseramente ridotto nelle due dimensioni dello schermo. Un piccolo ammasso di pixel. Ci saranno processi virtuali a persone reali.
E difendere nel processo, ciò che ieri, in aula e con la toga sulle spalle, era difficile ma possibile, diventerà, semplicemente, impossibile. Provateci voi, se ci riuscite, ridotti nel riquadro di una web-cam. Il nostro processo, questa splendida esperienza un po’ teatrale, un po’ liturgica, è stata cancellata con un colpo di Amuchina.
Dicono che è stato fatto per consentire alla giustizia di ripartire subito. Sbagliato: non era necessario, perché la giustizia penale non produce beni di consumo, ma condanne. (…)
Dicono che la riforma ha un termine e poi si ricomincerà come prima. Che il governo si è già impegnato a fare sostanziosi passi indietro. Quel che è certo è che intanto l’hanno fatta, ed ora è legge; poi si vedrà.
Non bastava la quarantena, col suo infinito strascico di drammi individuali e sociali, ci hanno tolto anche il processo.”

Ne abbiamo parlato con l’avvocato Mauro Straini

Ascolta la diretta:

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