Alluvioni, mutamento climatico, dissesto idrogeologico

Scritto dasu 6 Ottobre 2020

Le recenti alluvioni in Piemonte e in Liguria, dove in un paio di giorni è scesa la stessa acqua di un anno, sono la prevedibile conseguenza dell’accelerazione catastrofica di diversi elementi concomitanti.
Il mutamento climatico, il consumo di suolo, la cementificazione dei corsi d’acqua, il moltiplicarsi dissennato di edifici nelle aree di esondazione di fiumi e torrenti.

Premessa necessaria.
C’è una importante differenza tra la meteorologia e la climatologia.
La prima si occupa di fare previsioni a breve termine: analizza i fenomeni fisici giornalieri e si avvale di satelliti, radar e modelli matematici, che permettono di stilare una previsione affidabile a breve scadenza su una specifica area geografica.

La climatologia studia le variazioni climatiche sul lungo periodo. Provare a fare una media, basandosi su quantità variabili, è molto più difficile, anche se alcuni elementi macroscopici appaiono ormai innegabili. Tra questi c’è il riscaldamento globale dovuto principalmente e due elementi: la crescita di immissioni di CO2 nell’atmosfera e la deforestazione. Questa crescita negli ultimi anni è stata esponenziale, tale da essere incomparabile con fenomeni analoghi avvenuti in passato. In questo caso è la velocità del mutamento a fare la differenza e a rendere sempre più difficile correre ai ripari.
Se teniamo conto dell’effetto feedback, la situazione appare inquietante. L’aumento delle temperature produce lo scioglimento dei ghiacci e, quindi, aumentano ancora le temperature. Il riscaldamento dei mari aumenta l’evaporazione, quindi aumentano le piogge.
Oggi subiamo le conseguenze delle scelte fatte 20 o 30 fa. Domani, anche se all’improvviso vi fosse un’inversione di tendenza globale, avremmo comunque un ulteriore innalzamento delle temperature.
Impossibile fermare una valanga che precipita: possiamo però creare le condizioni che arginino altre valanghe.
Ma attenzione. Sisifo, nella sua fatica ripetuta in eterno, spinge sempre lo stesso pesantissimo masso. A noi invece, ogni anno che passa, tocca spingere un masso più grande e più greve, rischiando di esserne schiacciati.
Fuor di metafora. Il tempo di agire era ieri, ma se non invertiamo rotta i fenomeni innescati potrebbero diventare sempre più distruttivi ed inarrestabili.
Ma. Le catastrofi rendono. La logica capitalista, che sempre più bada al profitto immediato, senza badare alle conseguenze, accelera anziché frenare di fronte al mutamento climatico, alle conseguenze del consumo di suolo e dell’antropizzazione senza limiti.
Attenzione. C’è chi parla di “vendetta della natura”. Non esiste una natura stabile e capace di autoregolarsi in base a meccanismi di conservazione del sistema nel suo insieme. La “natura” muta e non vi vendica: la responsabilità della crescita esponenziale delle temperature e, quindi, delle catastrofi, è interamente umana.

Ne abbiamo parlato con Guido, meteorologo.

Ascolta la diretta:

2020 10 06 clima guido


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