Maccartismo contro chi critica l’apartheid di Netanyahu

Scritto dasu 15 Febbraio 2021

In Italia non se n’è accorto nessuno ma è stato deciso che la Corte penale internazionale ha competenza a giudicare i crimini di guerra commessi da chiunque – compreso Tzahal – in Palestina; Israele rifiutava questa scelta perché non esiste lo stato di Palestina, ma invece è stata respinta l’istanza di Tel Aviv perché ha accettato di sottomettersi ai termini dello Statuto di Roma e quindi esiste eccome… Questo è uno degli episodi di prevaricazione da parte dell’occupante, che conta sulla complicità dei paesi occidentali, per mantenere la propria impunità e negare l’illegittimità del regime di apartheid che regola lo stato di Israele, come denunciato da B’Tselem. Uno dei sistemi più in uso per difendere l’indifendibile è l’accusa di antisemitismo inastata non appena qualcuno osi criticare.

A partire da un articolo pubblicato su “The Guardian” a firma Brian Eno, che denuncia boicottaggi, pressioni, liste di proscrizione e minacce a suoi colleghi che denunciavano le malefatte di Tel Aviv in particolare in Germania; parliamo con Carlo Tagliacozzo della Bds torinese di questi episodi di presunto “antisemitismo”, perseguiti dalla Ihra, un’organizzazione nata tra stati per perseguire episodi di antisemitismo e che coglie quest’accusa infamante a pretesto per soffocare ogni critica al razzismo del governo israeliano, agendo in modo tanto generico da essersi attirata notevoli critiche dal mondo accademico. In particolare 135 docenti britannici israeliani respingono quel tipo di definizioni viziate di antisemitismo e volte esclusivamente a un uso strumentale, dando al governo israeliano argomenti capziosi per bloccare proteste legittime e fondate.


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST