Carovita e crisi energetica: la lotta degli agricoltori in Sicilia.

Scritto dasu 13 Ottobre 2022

In queste settimane il tema degli aumenti dei prezzi, del carovita e della crisi energetica è centrale, in Sicilia si aggiunge un aspetto alla questione. La protesta da parte di chi non ha più la possibilità di pagare si estende anche agli agricoltori e olivicoltori della Val Mazara che si sono riuniti in assemblee nei paesi in cui la produzione di olio è alla base dell’economia, da Burgio a Sciacca, e hanno deciso di non raccogliere le olive finché non ci sarà la fissazione del prezzo del grano e dell’olio.

Ritorna alla mente la protesta dei pastori sardi che, nell’inverno del 2019, avevano espresso rabbia e decisione per lo stesso motivo, rovesciando litri di latte per le strade : la ricontrattazione del prezzo sul latte. Un prodotto, come le olive, rivenduto a grossisti e aziende quasi monopolistiche che lo rivendono sotto forma di prodotto finito guadagnando la totalità dei profitti su quella merce. Un elemento in più oggi è dato dalla crisi energetica generalizzata, perciò alle vecchie condizioni si somma l’aumento spropositato dei prezzi sul carburante, sull’elettricità e sull’energia utilizzata da chi lavora la terra per produrre una materia prima come le olive.

Come veniva scritto nel libro “Non si ruba sul latte versato” (un approfondimento qui)  l’elemento cardine che scatenò la presa di coscienza fu proprio la “sproporzione di guadagni tra pochi industriali e pochissimi pastori che ha scatenato la rabbia. Vedere il guadagno altrui sul proprio lavoro. Realizzare di esserne spossessati. Ricostruire a ritroso la filiera: dalla merce al segreto laboratorio della sua produzione, al lavoro non pagato neanche il tanto di potersi riprodurre come lavoro.” 

In Sicilia oggi alcuni accordi sono stati trovati ma sicuramente non sufficienti per far sì che gli olivicoltori tornino a raccogliere le olive, anche alcuni sindaci dei paesi coinvolti hanno scritto un appello per sostenere gli agricoltori. Come scrivono nella nota comunale “I produttori di olio in questa stagione, oltre ai soliti blocchi sul prezzo, praticato dai commercianti all’ingrosso, si ritrovano aumentato il costo della molitura da parte dei frantoiani del 50% e in alcuni casi anche del 70%, a causa dell’aumento dell’energia elettrica.”

Insieme a Giovanni, olivicoltore di Burgio, abbiamo approfondito le ragioni della protesta, la questione del prezzo e della merce che lungo la filiera produttiva diventa “oro verde” per chi non produce ma semplicemente rivende quel prodotto e le rivendicazioni in questo senso.

Più in generale, in Sicilia si sta tentando di costruire un ponte tra i vari ambiti in cui la crisi economico e sociale si sta abbattendo, dall’agricoltura alla scuola alle utenze familiari. Questo sabato ci sarà una manifestazione che raccoglierà tutti questi temi ma, elemento ancor più interessante, è da settimane che in moltissimi paesi e piccole città si stanno dando manifestazioni, proteste e assemblee.

Tiziana, ci racconta il quadro della situazione e i prossimi passi di questa lotta.

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