Amburgo. Gentrification, lotte e repressione

E’ durata nove giorni. Tre quartieri di Amburgo sono stati trasformati in una gigantesca zona rossa, chiusi dalla polizia che controllava tutti, con modalità che nel Belpaese sono “normali”, ma in Germania rappresentano una frantumazione di diritti del tutto nuova, che ha mosso l’indignazione di una più vasta opinione pubblica, sfociando in una manifestazione di protesta oceanica.
Cosa è successo nel più grande porto della Germania? Nei quartieri della resistenza operaia, delle occupazioni, della vita culturale più viva e libera?
Perché nelle ultime settimane Amburgo è stata teatro di scontri durissimi, che non si sono interrotti nemmeno quando la polizia ha cinto in una morsa di ferro un’area grande come i tre quartieri di Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglia a Torino? Anzi. L’incrudirsi della repressione, gli arresti di massa, il coprifuoco, il divieto di ogni manifestazione, hanno innescato una reazione durissima.
Gli ingredienti sono tre. La gentrification che sta mutando di segno alla città, espellendo gli abitanti più poveri, che non sono più in grado di pagare i fitti delle case, la lotta dei posti occupati sotto minaccia di sgombero, la nascita di un movimento di rifugiati provenienti da Lampedusa, che rifiuta le regole di Schengen, le soluzioni individuali, battendosi per la libertà di tutti di rimanere in Germania, senza rischiare la deportazione in Italia.

Ma cos’è la gentrification? Qual’è la posta in gioco di processi che già hanno cambiato il volto delle nostre città e continueranno a farlo? La gentrification è realizzazione di un nuovo spazio di potere che si incastona in una rete mondiale di città. Questo spazio conquistato dalle grandi aziende del cemento e del tondino è uno spazio strategico. Ci sono nuovi edifici costruiti o ristrutturati con gusto, appartamenti, uffici, ristoranti, locali, altri servizi, etc. dove tutto è più costoso e prende il posto prima occupato da imprese dal profitto più basso e da famiglie con un reddito più modesto. Dietro la realizzazione di questo spazio di potere, si nascondono la privatizzazione e la deurbanizzazione di gran parte dei centri cittadini e di altre importanti aree storiche di grande pregio. Questo non significa solo lo sfratto di imprese e famiglie, ma anche, in molti casi, la crescita dei senza casa.
Ad Amburgo la gentrification colpisce le aree dove sono la maggior parte dei posti occupati, della cultura underground, della cultura, luoghi che offrono la possibilità di vivere in modo più vivace ed interessante che nei quartieri residenziali, dove la sera la gente sta a casa ed il sabato frequenta i centri commerciali.
Paradossalmente le aree della città più a rischio di gentrificazione ad Amburgo, ma la stessa cosa avviene a Berlino, sono quelle dove maggiormente si sono sviluppate esperienze di vita e cultura fuori dai canoni del mercato. Queste zone attraggono giovani benestanti, che le preferiscono a quartieri più noiosi, contribuendo così all’aumento dei prezzi ed all’espulsione della popolazione più povera.
In Germania, pur senza riuscire ad invertire la tendenza, sono nate esperienze di resistenza importanti. Molti abitanti, specie quelli di origine turca si sono raccolti in assemblee e resistono allo spestamento forzato in zone lontane anche 15 chilometri, dove non hanno relazioni e dove le abitudini consolidate e i legami familiari e di comunità vengono spazzati.
La minaccia di sgombero del più importante centro sociale di Amburgo, Rote Flora, la resistenza alla gentrificazione si sono saldate con le lotte degli africani del coordinamento “Lampedusa-Amburgo”, creando un mix sociale micidiale che ha messo in difficoltà per settimane la polizia, sfociando in scontri durissimi e nei nove giorni di zona rossa e coprifuoco.

Anarres ne ha parlato con Ricke, una compagna che da anni risiede in Germania, per capire meglio cosa sta scuotendo il cuore finanziario ed economico dell’Europa.

Ascolta la diretta:

2014 01 17 amburgo ricke




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