L’importanza di chiamarsi Ernst

L’ennesimo caso di fuga dei cervelli. Più da un angusto immaginario che da un vero e proprio luogo fisico.
Ernst Reijseger apre il suo sito internet con l’immagine di uno dei suoi 5th string cello bruciato nel camino, più utile forse per il gelido inverno olandese che per una celebrazione feticista della musica. Troppe volte negli anni la classica e l’avanguardia si sono rivelati territori scivolosi, madri matrigne per i figli che hanno tentato di avvicinarne i segreti negli anelli più lontani dal centro. Spesso e volentieri il musicista in grisaglia non è saputo transitare fuori dal playground serioso per una scarsa attitudine alla pratica della multiformità. Ci voleva un piccolo olandese dal sorriso svelto per farci capire in che direzione possono andare le musiche “colte” e come possono aprirsi ad un audience sempre più vasto non perdendo neanche un grammo della loro “costruzione intellettuale”. Mi ha sempre affascinato il rapporto tra l’ascoltatore e la ascoltabilità. Con Reijseger potresti ascoltarti un ora di violoncello maltrattato senza patirlo, tale e tanta è la contaminazione, tale l’altalena emozionale.
Ernst Reijseger è un violoncellisa ed improvvisatore nato nella classica, transitato per il cinema e l’avantgarde e poi precipitato nel gorgo delle contaminazioni jazzistiche.
Con la sua musica ha prestato i suoni per i più toccanti documentari di Werner Herzog. Dopo tanti anni di bellissimi incontri sul palcoscenico (Dave Liebman, Simon Nabatov, Franco D’Andrea, Mola Silla, i Tenore E Cuncordu De Orosei, Mario Schiano, Paul Lovens, Peter Kowald, Louis Sclavis, Gunter Sommer, Paul Rutherford solo per dire quelli che mi ricordo a memoria) sembra non volersi fermare più. Nel 2013 due capolavori, infilati come in uno spiedino uno dopo l’altro, prima con il cantante e musicista ghanese Mola Sylla ed il giovanissimo pianista di formazione cageana Harmen Fraanje, poi con le voci del Madagascar a capofitto nella memoria.
Dischi da portarsi in vacanza e consumare. Dischi dove trasuda una capacità artistica fuori dal comune, dove il cello può adattarsi come materia plastica a qualunque contaminazione, dall’afrocentrismo iterativo che lo fa assomigliare ad un cordofono “esotico” fin dentro a qualuinque narrazione richieda pathos e trasporto, grazie all’uso dell’arco.
Ernst Reijseger è così, non si pone troppe domande. D’altronde non lo avete mai sentito nominare dai “critici”. Vive nascosto, che poi era il motto degli stoici. Crede fortemente nella necessità di mettersi comodi.
I dischi di Reijseger sono stupendi e rigogliosi. Accattatevill’

Una tripletta:

Ernst Reijseger Harmen Fraanje Mola Sylla – Down Deep (winter&winter 2013) ; autres cordès, direbbe qualcuno. Emozionante e polveroso, è una seduta di psicoanalisi su totem e tabù di bianchi e neri. Una meditazione sul cappuccino, un incontro speciale. Il piano di Fraanje, mai invadente lascia ampi spazi alla voce incantata di Sylla, che salta quà e là attraverso la tradizione guidata dal cello di Reijseger che sembra un consumato griot. Poesia pura non allungata.

Ernst Reijseger – Crystal Palace (winter&winter 2014): cello solo, questo è per esperti. Ma se trovate la chiave, entrate di certo in un altro mondo. Le variazioni su quel legno le ho trovate sempre particolarmente noiose. Con il cellista olandese sono parole senza senso. Dall’uso creativo alla ricerca microtonale e al drone di matrice minimalista, Reijseger sa trasformare uno strumento in uno specchio riflettente dell’anima. Toccante.

Liebman – Reijseger – Grawe – Hallberg – de Joode – Soyka  – Fluchtigkeiten (pan tau x 2012): ecco appunto avantgarde. Un minuto momentum dove nella terra di nessuno zompano questi amici nordici dal talento indiscutibile. Con i loro strumenti si mettono a chiacchierare del free radicale senza mai alzare la voce. Oltre ad essere musicisti incredibilmente sensibili dall’orecchio estremamente sviluppato, questi signori sanno incantare. Il tema è riempire la tavola del silenzio senza saturare mai la percezione. Questa è pittura senza spartiti. Un volo libero. Incantevole. ancora. davvero.




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