Quattro vedute dal monte misterioso

Spiritismo.
Ultimamente ho letto Breece Pancake, Faulkner, Flannery O’Connor, Hemingway, David Ohle, Piliph Dick, Witold Gombrowicz.
Avvolto da lunghe radici sottterranee. L’ho fatto studiando le farfalle, dipingendo e andando a pescare.
Mi ha fatto riflettere sulla vita che rotola in posti improbabili, vinto dalla umidità invitante di piante che respirano. Dimenticate città, lavori, miserie. Fatevi aria: quello che brulica al di là della percezione è un microcosmo che risponde all’unisono in un modo totalmente casuale, ora rotolando a valle, ora rompendo gli argini. fluttuate.

Filosofia arborea e genius loci
Nella musica di Mount Eerie non c’è nulla di collegato con un unico principio ordinatore. Non è un sacerdote di qualche oscuro culto psichico prestato alla nuova corrente degli “psichedelic lumberjacks” americani. Non è musica primitiva nè composta sotto effetto stono. La fede di Elverum è un panteismo animista figlio del caos originale. L’uomo non può che contemplare o provare meraviglia mentre una nebbia azzurrognola sale lentamente sullo sfondo di un cielo torvo, tra le imponenti foreste ad Est, superando cascate e strade. Siamo di nuovo nella penisola di Anacortes, stato di Washington, imbevuti nella meraviglia scioccante del paesaggio. Genius Loci, appunto.

Sturm un drang.
Phil Elverum ai comandi della sua psiche solitaria, abbandonata tra boschi e cascate, ci regala con tempismo immane, un riassunto fotografico dei suoi sogni, sul quale godere e riflettere. Il fatto che si tratti di un live del 2011, per di più registrato a Bloomington è pura formalità burocratica. Sono molecole, schegge, particelle, frammenti, fiocchi, gocce e spiriti fumanti. Scintillanti sui fiumi impetuosi rimbalzano nell’autunno e si cristallizzano nell’inverno. Montagne e onde, foreste gelate e antri ascosi, così per migliaia di anni.
C’è qualcosa di sotterraneo e pagano nella storia di questo piccolo uomo che lo ha ancorato al centro della terra con radici profonde, come un albero secolare immobile nel tempo, così minimo da farsi persino portatore dell’essenza d’infinito.
Chi vive avulso dal contatto con la madre della terra e percepisce la natura come un composto stabile da modellare a proprio piacere dovrà dedicare un lungo tempo di meditazione per giungere alla radura dove tutto è ammasso casuale e gassoso di atomi portati a valle dal tempo. Dovrà decifrare la lingua cosmica e un po’ naif degli abitanti di questi spazi. Che sono fantasmi sprazzi di luce impressionante, rombi d’acqua e antri silenziosi. Questa è musica stimmatica, impressionista, umorale, dolce e feroce come può essere soo la natura selvaggia.

Mount Eerie, il monte minaccioso.
Abbinate la riscoperta di ELverum con il suo album di foto, come si abbina una birra scura con la carne secca di cervo.
un augurio per un ottimo autunno, prima di scioglierci il cervello in un pastiche di americana deforme, weird folk lamentoso e vomit-rock dal 4 cerchio di Quasar e ritornare alle nostre normali occupazioni, appena turbati da qualcosa vissuto come in sogno. al quale ritorneremo ogni volta che vogliamo scappare, aprendo a caso un disco di Elverum.




Radio Blackout 105.25

One station against the nation

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