Egitto

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5, dicembre 2012. Non si attenuano in Egitto, le proteste contro il decreto con il quale il presidente Morsi si è assegnato poteri eccezionali. Ieri in strada migliaia di persone, al Cairo hanno tentato di scavalcare le barriere di filo spinato del palazzo residenziale, sfondando il cordone della polizia e respinti solo dai lacrimogeni. Il […]

Sabato e domenica si è svolto in Egitto il ballottaggio tra Mursi – candidato dei Fratelli Musulmani – e Shafik, ex primo ministro di Mubarak, uomo che promette la continuità laica con il regime precedente.
Il risultato definitivo della consultazione verrà reso noto solo giovedì: ne frattempo le due opposte fazioni si attribuscono entrambe la vittoria.
Questa consultazione si è svolta a parlamento sciolto dalla Corte Costituzionale, i cui membri sono stati designati dal precedente esecutivo: siamo di fronte ad un evidente scontro di poteri, tra vecchi e nuovi padroni dell’Egitto, tra ultraliberisti confessionali e conservatori laici ed autoritari.
Di piazza Tarhir, della lotta che ha visto protagonista una nuova generazione di egiziani, resta ben poco.
Anzi. Il nuovo Egitto ha dichiarato illegali le organizzazioni sindacali, che in precedenza, pur sotto il tallone della repressione, erano riconosciute dal regime.

Ne abbiamo parlato con Paolo Gribaudo, corrispondente dal Cairo del quotidiano il Manifesto.

Si sono svolte il 28 e il 29 novembre le prime elezioni parlamentari nell’Egitto post-Mubarak:il risultato è la sostanziale vittoria di Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, partito islamista.

Ne parliamo con Stefano Capello, esperto di Medioriente.

In questi giorni piazza Tahir, come tante altre piazze egiziane è tornata e riempirsi. Questa volta nel mirino è quello stesso esercito, invocato come liberatore durante la rivolta contro Mubarak.
Dopo la strage di due giorni fa, il governo si è dimesso, ma il potere resta saldo nelle mani dei militari.
Ieri ed oggi ci sono stati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, costati la vita ad almeno quattro persone, tra cui un neonato.
El Baradei, uno dei possibili papabili per la poltrona di primo ministro, denuncia le stragi e dichiara che accetterà l’incarico solo se gli sarà garantita la non ingerenza dell’esercito.

Stefano Capello analizza la situazione politica e sociale, che, nonostante la scarsa attenzione di tanti media, vede un crescente attivismo dei lavoratori, protagonisti di scioperi e lotte molto importanti.


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