riforma sanitaria

In un articolo apparso sul Manifesto Edoardo Turi, medico, dirigente Asl e attivista di Medicina Democratica, fa un’attenta analisi sullo stanziamento dei fondi del Pnrr per quanto riguarda l’ambito sanitario. Si legge una tendenza molto chiara e allo stesso tempo inquietante: si va verso la privatizzazione dei servizi con priorità data alla medicina di alta […]

Il 15 gennaio sono state inviate le lettere della Regione Lombardia che informano i pazienti cronici lombardi circa il nuovo modello di presa in carico a loro rivolto previsto nella riforma regionale della sanità, basato sulla figura di un tutor chiamato “gestore”. La riforma che trasforma il medico in “gestore” e l’ospedale in “erogatore di […]

Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sanità. Il cuore del provvedimento saranno ancora i tagli alla spesa e, quindi, al servizio sanitario. Per gettare un po’ di fumo negli occhi norme sui videopoker, il latte crudo e i succhi di frutta. Del tutto indeterminata la parte del provvedimento che promette, grazie all’accorpamento di più professionisti nello stesso studio, la copertura sanitaria 24 su 24. L’eventuale attuazione di questa norma spetta alle Regioni. Difficile immaginare che, con la secca riduzione delle risorse prevista dal decreto, questa misura possa essere applicata in modo da migliorare il servizio. La scelta di accentrare e tagliare che ha chiuso e chiuderà molte piccole strutture ospedaliere diffuse sul territorio, suggerisce l’ipotesi che questa norma, che dovrebbe sgravare la pressione intollerabile sui pronto soccorso, finisca con il restare un semplice rigo sulla carta. Sempre che non venga stravolta e l’accorpamento non sia che una modo per concentrare e ridurre le prestazioni fornite
Completamente esclusi da questa riforma restano i malati, che sempre più sono considerati oggetti e non soggetti nelle scelte che li riguardano.

Ne abbiamo parlato con Giordano, infermiere, che ben conosce le poste in gioco in un decreto che si guarda bene dal toccare gli interessi delle multinazionali del farmaco, delle baronie universitarie, delle lobby politiche che governano le carriere dirigenziali, la cui nomina è sottratta alla lottizzazione regionale per venire decisa nei palazzi del governo.


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