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lunedì 16 luglio 2012

Anche l’Europa frena sulla Torino-Lione

Dopo la sortita del ministro del bilancio francese, Jerome Cahuzac, rilanciata il giorno prima da “Le Figaro”: troppi progetti faraonici di dubbia utilità, ormai proibitivi in tempi di crisi. In cima alla lista nera di Parigi c’è proprio la Torino-Lione: solo a fine anno, ha annunciato il ministro, una speciale commissione parlamentare appositamente costituita valuterà se ha davvero senso che la Francia si indebiti fino al collo per spendere i 12 miliardi di euro previsti per la tratta transalpina dell’alta velocità italo-francese. E se le diplomazie tentano di spegnere la polemica (nessun problema con Parigi, dice il ministro Passera: la Torino-Lione si farà) il secondo round della doccia fredda arriva da Bruxelles: Francia e Italia non sperino che l’Europa finanzi la Torino-Lione. Il commissario europeo Siim Kallas è esplicito: «La Commissione Europea ha un ruolo limitato, la Tav è un progetto di Italia e Francia e da questi due Paesi devono venire i finanziamenti principali». Il tabù che ha tormentato per vent’anni la valle di Susa sta perdendo i pezzi: l’Europa fa sapere che non è certo Bruxelles a premere sulla “grande opera inutile”, mentre Parigi annuncia che il piano vagheggiato da Sarkozy – 260 miliardi di euro per 2000 chilometri di alta velocità distribuiti in 14 progetti da qui al 2020 – è ormai destinato ad andare in soffitta. Torino-Lione, Nizza-Marsiglia e Rennes-Brest sono i primi tre tagli praticamente sicuri, anche se non ancora ufficiali.

Intanto continua il campeggio resistente a Chiomonte e quella che si prospetta è un’estate ricca di appuntamenti a partire da quello di questa sera alle ore 21 con una Assemblea popolare per  confrontarsi sulle prossime iniziative.

 

Ascolta la diretta con Lele del Comitato di lotta popolare di Bussoleno

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