Los Angeles. Rivolta contro le deportazioni


È cominciata venerdì scorso la ribellione contro le deportazioni di massa volute dall’amministrazione Trump.
I militari hanno effettuato rastrellamenti nelle strade, nei supermercati e nelle fabbriche della metropoli più ispanica degli States. La risposta poliziesca alle proteste è stata molto violenta con impiego massiccio di proiettili di gomma e lacrimogeni.
Almeno 56 persone sono state arrestate.
500 marines sono pronti ad essere dispiegati a Los Angeles su indicazione del segretario alla Difesa americano Pete Hegseth.
Trump minaccia di far arrestare anche il governatore della California Gavin Newsom e la sindaca di Los Angeles, per le loro posizioni contro le deportazioni. É in corso un durissimo scontro istituzionale le cui conseguenze sono imprevedibili, ma che già ora rappresentano un ulteriore scivolamento autoritario dell’amministrazione statunitense. Trump non per caso affonda l’attacco nel cuore delle metropoli multietniche controllate dai Democratici. In questo caso il tycoon di New York, fattosi paladino dell’America conservatrice e profonda, cerca di recuperare consensi dopo il fallimentare avvio del suo secondo mandato alla Casa Bianca, tra dazi e la mediazione fallita sull’Ucraina.
Ne abbiamo parlato con Martino Mazzonis, giornalista, americanista ed autore di due libri sugli States
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