Quel che resta della notte – 09/05/2021 “Noi Chiamammo Libertà”
A mix by Andrea Penso
“Noi Chiamammo Libertà”
nuova compagnia canto popolare – jesce sole
antonio infantino e i tarantolati – mattone su mattone
toni esposito rosso napoletano – rosso napoletano
nuova compagnia canto popolare – sia maledetta ll’acqua
musicanova – ballo cantato per mandoloncello, violino e percussioni
musicanova – montanara
gruppo operaio ‘e zezi di pomigliano d’arco – tammurriata dell’alfasud
antonio infantino e i tarantolati – Iatrana
canzoniere del lazio – nu gatto come nu lione
gianni nebbiosi – ti ricordi nina
gualtiero bertelli – nina
In Italia Lomax e l’etnomusicologo Diego Carpitella girano per mesi in lungo e in largo, registrando su nastro magnetico la musica tradizionale della penisola, una musica a quel tempo ancora viva, reale. Lomax affermò che la musica popolare italiana era “la meno contaminata, la più vigorosa e la più varia di tutta l’europa occidentale”.
Verso la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, una serie di intellettuali comunisti creano diversi “canzonieri”, dei gruppi che presentano un repertorio tra la musica popolare di protesta e i canti di lotta socialisti (onestamente ad ascoltarli oggi, niente di più noioso).
Negli anni ’70 giovani musicisti riscoprono i documenti sonori di Carpitella e Lomax, prendono tutta la tensione primordiale di quelle musiche e in un certo senso la innestano nella canzone di protesta degli ormai vecchi “canzonieri”. Alcuni si spingono oltre, in una fusione selvaggia con le nuove musiche psichedeliche e il free jazz più molesto, altri rimangono più rigorosi nelle loro interpretazioni. In ogni caso, che si tratti di una ballata intima e disperata o una delirante cavalcata dove si incontrano tammurriata, free jazz e psichedelia, il risultato è sempre una musica emotivamente furiosa e dirompente.
Il mix si chiude con una ballata di Gualtiero Bertelli, uno spaccato emotivo su una famiglia condannata all’ansia di vivere, un ansia causata dai soliti nemici…chiesa, lavoro, padroni di ogni sorta, famiglia patriarcale. Nemici che oggi, dopo mezzo secolo, ci si sente quasi in imbarazzo a nominare ancora con gli stessi nomi, tanto è rimasta costante e attuale la loro pressione inibitoria verso la libertà
questa è la traduzione dal dialetto veneto della ballata di Gualtiero Bertelli :
Nina, ti ricordi
quanto ci abbiamo messo
ad andare su ‘sto pezzo di letto
insieme a fare all’amore
Sei anni a fare i morosi,
a tirarla lira su lira,
e io che ero stanco
ma non ti volevo toccare
Tua madre che brontolava,
quand’è che ci sposiamo
e il prete che raccomandava
che non dovevamo peccare
E dopo ci siamo sposati
che quasi non ci credevamo
ti giuro che mi sembrava
persino che fosse un peccato
Adesso aspetti un figlio
e oggi la vita è dura,
a volte mi prende paura
di aver dopo tanto sbagliato
Amarsi non è, no, un peccato
ma oggi è un lusso di pochi
e intanto tu Nina aspetti un figlio
e io sono disoccupato.
brani extra
Heroin in Tahiti – Casilina Tapes 2010-2017 LP (Boring Machines, 2018)
Alvin Curran – canti e vedute del giardino magnetico (1975) /Fiori Chiari, Fiori Oscuri (1976)
Michèle Bokanowski – La Plage (1992)
https://invisibilia.bandcamp.com/music