","Torine-Si Tav. Una piazza di classe","post",1542117496,[64,65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/10-novembre/","http://radioblackout.org/tag/5stelle/","http://radioblackout.org/tag/giovanni-semi/","http://radioblackout.org/tag/lega/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/piazza-castello/","http://radioblackout.org/tag/si-tav/",[73,74,75,76,26,77,78,79],"10 novembre","5stelle","giovanni semi","Lega","pd","piazza castello","si tav",{"post_content":81,"tags":87},{"matched_tokens":82,"snippet":85,"value":86},[83,84],"10","novembre","La piazza Si Tav del \u003Cmark>10\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> a Torino, a saperla osservare,","La piazza Si Tav del \u003Cmark>10\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> a Torino, a saperla osservare, ci racconta della persistenza di un mito, quello del progresso e della velocità. Il motore dello sviluppo, del benessere, e del saldo ancoraggio al treno del primo mondo. Il paragone con la marcia dei 40.000 colletti bianchi della Fiat al termine dell'ultimo braccio di ferro tra la classe operaia torinese e i padroni della città appare tuttavia del tutto incongruo. In questi ultimi 40 anni tanta acqua è passata sotto i ponti della città dei tre fiumi.\r\nNe parliamo con Giovanni Semi, professore associato dell'Università di Torino, che ha attraversato con curiosità piazza Castello ed ha provato a narrarla e a capirla.\r\nUna piazza la cui principale novità è il suo stesso esserci, la scelta discendere in campo e di rendere visibile un aggregato sociale, che usualmente è restio a farlo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-13-semi-torineSI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito la nota pubblicata a caldo da Giovanni Semi:\r\n\r\n\"Quelli che benpensano a Torino.\r\n‘Ciao Alberto! Anche tu rivoluzionario?’ e tra qualche risata e pacca sulla spalla, la folla che ha riempito Piazza Castello ha innervato le vie del centro e si è dileguata con garbo.\r\n\r\nIl garbo, la gentilezza, le maniere civili, sono state le parole d’ordine di questa riemersione della borghesia torinese dalla propria proverbiale riservatezza e aristocratico distacco. Oggi in piazza erano visibili diversi gruppi sociali che la compongono e, per contrasto, si vedeva ancora meglio chi non c’era.\r\n\r\nIniziamo dai presenti. Signori e signore perbene, dall’età media attorno ai Cinquanta, ogni tanto con i figli grandi e più spesso con amici e colleghi. Si sono rivisti in massa i Barbour, e le signore avevano dei cappotti da boutique, talvolta arancioni come da richiesta delle organizzatrici della matinée. Si tratta di una stima ‘ad occhio’, ma se erano molti anche gli anziani ben vestiti, mancavano quasi completamente i 20-30enni. Le classi sociali visibili non erano molte, c’era sicuramente diversa borghesia professionale, e un po’ di ceto medio tradizionale, commercianti e artigiani. Ad occhio non erano tantissime le partite IVA ai minimi, non c’erano operai (ma si è letto in rete che ormai non esistono più perché sarebbero diventati tutti classe media), sicuramente il livello di istruzione medio in piazza era molto elevato e per nulla rappresentativo della città. Si è detto delle fasce mediane assenti e dei giovani in generale, ma quello che saltava all’occhio fin da subito era la totale assenza di popolazione straniera, sia povera che ricca (anche se si favoleggiava dell’esistenza di un contingente francese giunto in città per sostenere la lotta). La folla oggi riunita era molto torinese, anche se i richiami al Piemonte, all’Italia e all’Europa sono stati tanti. Una massa bianca, matura se non anziana, benestante, istruita e gioiosa ha occupato per circa due ore la principale piazza della città. Ha cantato con commozione l’inno di Mameli (ma senza fare il cafone poropò poropò poropopopopopò), ha ascoltato con trasporto i numerosi riferimenti a Cavour, al canale di Suez, ai miti fondativi sabaudi, a quel misto di elitismo bonario e superbo che è la torinesità. Sono state ringraziate le forze dell’ordine, ci si è definiti a più riprese la società civile e si è richiesto sviluppo economico magicamente legato alla TAV.\r\n\r\nL’assenza di bandiere partitiche, semmai solo di bandiere europee, e la grande diffusione di cartelli pro TAV, spille del SI e qualche cartello più artigianale, fa pensare a un magma in cerca di rappresentanza ma molto instabile. Certamente il PD cattura molti di questi voti, ma non tutti. Altri vanno in direzione ancora più moderata e chissà quanti, magari inconfessabilmente, sono ormai saldi nelle mani della Lega. Certamente questo non è il popolo dei M5S, dove invece il piccolo ceto medio, partite iva, terziario vario e anche frammenti di classi popolari sono più forti.\r\n\r\nOggi abbiamo rivisto la borghesia in piazza, contenta di vedersi, contarsi, abbracciarsi quasi. Non era la prima al teatro Regio, non un evento culturale al Circolo dei Lettori, ma il pubblico era quello. Grandi numeri per un evento singolo, non enormi sul piano elettorale ma significativi in termini di messaggio: la città che conta, quella proprietaria, ha sfiduciato la giunta e la Sindaca.\r\n\r\nAl momento sono tutti uniti da questo afflato sabaudo verso lo sviluppo economico e la lotta al declino. Non si vedono segni di riflessione profonda e men che meno di autocritica in quanto classe dominante. Non è infatti chiaro che idea di sviluppo abbiano, ammesso ne abbiano una. TAV, eventi, turismo e creatività sono il mantra. Forse funzionano nell’odiata Milano, incomparabile per taglia, mercati e settori economici, centralità e storia, ma è lecito dubitare possano trainare uno sviluppo torinese. Cosa farà questa borghesia tra qualche mese, alle prese con regionali ed europee? Cosa farà quando tra un paio d’anni, salvo svolte giudiziarie o politiche, dovrà scegliere il successore di Appendino? Ma soprattutto, cosa farà quando non potrà più affidarsi al mantra del declino che verrebbe imposto dagli altri? Riporteranno i soldi in città, dopo quarant’anni di esportazione di capitali, delocalizzazioni e richieste di protezionismo? Ricominceranno a fare impresa, come nell’Ottocento cui tanto si ispirano? Oppure si affideranno a uomini forti, come fecero negli anni Trenta? Diceva qualche anno fa un noto sociologo torinese che il ceto medio è una costruzione politica ed è alla ricerca costante di un contratto che lo protegga. 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L'idea è di raccogliere opere grafiche, disegni, manifesti, illustrazioni di ogni tipo che abbiano al centro il Rojava, in vista della costruzione di materiali da diffondere a sostegno del'apertura immediata di un corridoio umanitario verso Kobane.\r\n\r\nI contributi (o comunque l'indirizzo per fare riferimento a questa preparazione dela giornata) vanno inviati a reconstructkobane@gmail.com\r\n\r\nma ascoltate dalla voce di Amadeo che fa il punto sulla attuale situazione delal lotta in particolare all'interno delal Turchia ed espone più diffusamente la preparazione della giornata:\r\n\r\nUnknown","16 Ottobre 2015","2015-10-23 11:02:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_16-artweapon-175x110.jpg","\u003Cimg width=\"175\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_16-artweapon.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","1° novembre kurdo: Art as a Weapon",1444996707,[134,135,136,137],"http://radioblackout.org/tag/art-as-a-weapon/","http://radioblackout.org/tag/kobane/","http://radioblackout.org/tag/kurdistan/","http://radioblackout.org/tag/rojava/",[139,140,141,24],"art as a weapon","kobane","Kurdistan",{"post_content":143,"post_title":148},{"matched_tokens":144,"snippet":146,"value":147},[145,84],"1°","Il \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> è la giornata di mobilitazione","Il \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> è la giornata di mobilitazione internazionale per Kobane e le molte iniziative ci hanno offerto il destro di parlare della resistenza kurda con Amadeo, tra gli organizzatori di questa iniziativa volta a usare l'arte come arma di solidarietà contro la guerra che intende distruggere non solo i villaggi assediati in territorio turco e siriano, non solo annientare i difensori del territorio delle comunità kurde, ma finanche cancellare le tradizioni, la cultura e l'esistenza del popolo kurdo. 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Le manifestazioni erano iniziate dopo il crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, una città a circa 60 chilometri da Belgrado, lo scorso 1° novembre che aveva causato 15 morti. Le proteste guidate dagli studenti sono diventate sempre più numerose coinvolgendo altri strati della società serba contro la corruzione e il regime di Vucic . Sabato secondo fonti del ministero dell’Interno i manifestanti erano circa 107 mila, arrivati da tutta la Serbia: secondo altre fonti il numero dei presenti potrebbe essere stato anche tre volte superiore e si sono svolte in modo pacifico, nonostante le provocazioni delle autorità. Le proteste hanno portato alle dimissioni del governo e coinvolgono la Serbia profonda e rurale che finora aveva sostenuto il nazionalista Vucic che continua ad accusare i manifestanti di essere guidati da non ben definite forze esterne. Durante la manifestazione di sabato ,la più grande dalla caduta di Milosevic, le forze di sicurezza serbe hanno usato illegalmente un'arma sonica di tipo militare per spaventare e disperdere la folla , alcuni filmati pubblicati sui social media mostrano la gente in piedi durante i 15 minuti di silenzio in memoria delle vittime del disastro alla stazione ferroviaria Novi Sad quando improvvisamente, si vede la folla aprirsi in preda al panico e scappare. Secondo gli esperti militari, chi è esposto a questo tipo di arma prova un forte dolore all'orecchio, disorientamento e panico. Un'esposizione prolungata può causare la rottura dei timpani e danni irreversibili all'udito.\r\n\r\nNe parliamo con Tatiana Djordjevic giornalista serba .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-TATIANA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Marzo 2025","Il movimento degli studenti serbi scende in piazza a Belgrado contro Vucic ","2025-03-18 12:55:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-17032025-SERBIA.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA SERBIA IN PIAZZA CONTRO VUCIC",1742302536,[177,178,179,180],"http://radioblackout.org/tag/belgrado/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/movimento-studenti/","http://radioblackout.org/tag/vucic/",[182,183,184,185],"belgrado","manifestazione","movimento studenti","Vucic",{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[145,84],"chilometri da Belgrado, lo scorso \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> che aveva causato 15 morti.","Sabato a Belgrado, oltre centomila persone hanno partecipato alla più grande manifestazione contro il presidente Aleksandar Vučić dalle proteste iniziate oltre quattro mesi fa . 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Il movimento studentesco serbo si è aggiunto alle proteste, occupando tutte le facoltà del paese e dato vita alle più grandi proteste in Serbia dai tempi di Slobodan Milošević del 96-97.\r\n\r\nSi è scritto che quella tettoia è la metafora della Serbia: già da prima della mobilitazione studentesca vi era un forte malcontento popolare nei confronti del governo serbo, represso in quanto non si esprimeva in maniera così massificata. Una massiccia sfiducia dei giovani nei confronti dei partiti di governo, un paese in cui le condizioni di lavoro sono pessime e la precarietà e la disoccupazione sono alle stelle sono tra le cause alla base di questa ondata di proteste, ma il crollo della pensilina - sintomo dello stato in cui versano le infrastrutture del paese - è diventato la metafora di un governo corrotto ed incapace di ascoltare le richieste dei propri cittadini. Adesso che la mobilitazione ha un protagonismo spiccatamente giovanile sembra ben più difficile da silenziare: il governo ha tentato di farlo impiegando, oltre alla repressione di piazza, bande di picchiatori per cercare di intimorire il movimento studentesco e convincerlo a desistere, ma (anche a seguito dell'indignazione seguita ad uno di questi raid) martedì il primo ministro Miloš Vučević si è dovuto dimettere dalla sua carica, dichiarando che lo stesso è il destino di tutto l'esecutivo. Quali sono le richieste dei giovani serbi, come si organizzano e da quale storia di opposizione al governo conservatore prende slancio il massiccio movimento di protesta che adesso è riuscito a rovesciare il governo? Quali possibilità per il futuro della Serbia?\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Siragusa, vicedirettore di Meridiano 13:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/MARCOSIRAGUSAinfo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui alcuni riferimenti per seguire l'attualità delle proteste in Serbia: Meridiano 13 / Osservatorio Balcani-Caucaso / Valigia blu / Balkan Insight / in serbo: Masina / kreni.promeni.ns / moj_beo_grad","31 Gennaio 2025","2025-01-31 14:59:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević",1738334813,[212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/balcani/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/serbia/",[216,28,217],"Balcani","serbia",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[145,84],"Il \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> scorso una pensilina della stazione","Il \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone. “Siamo tutti sotto la pensilina“ è una frase che non ha cessato di risuonare dal \u003Cmark>1°\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>, data di inizio di massicce proteste da parte di cittadini serbi che ogni venerdì alle 11:52 bloccano le strade e fermano la circolazione per 15 minuti. 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Quali possibilità per il futuro della Serbia?\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Siragusa, vicedirettore di Meridiano 13:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/MARCOSIRAGUSAinfo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui alcuni riferimenti per seguire l'attualità delle proteste in Serbia: Meridiano 13 / Osservatorio Balcani-Caucaso / Valigia blu / Balkan Insight / in serbo: Masina / kreni.promeni.ns / moj_beo_grad",[224],{"field":112,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[145,84],{"best_field_score":159,"best_field_weight":195,"fields_matched":196,"num_tokens_dropped":50,"score":197,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},{"document":228,"highlight":250,"highlights":255,"text_match":157,"text_match_info":258},{"cat_link":229,"category":230,"comment_count":50,"id":231,"is_sticky":50,"permalink":232,"post_author":125,"post_content":233,"post_date":234,"post_excerpt":56,"post_id":231,"post_modified":235,"post_thumbnail":236,"post_thumbnail_html":237,"post_title":238,"post_type":61,"sort_by_date":239,"tag_links":240,"tags":245},[47],[49],"84875","http://radioblackout.org/2023/11/genova-fermare-la-logistica-di-guerra/","Venerdì 10 novembre i lavoratori del porto di Genova hanno lanciato un blocco della logistica di guerra. I porti sono uno snodo fondamentale della circolazione delle armi impiegate in ogni dove.\r\nA Genova è stato osservato un carico di pannelli per pagode militari che verrà destinato ad una delle navi della compagnia saudita Bahri.\r\nDal terminal dei traghetti nelle scorse settimane sono stati caricati camion militari dell’Iveco destinati alla Tunisia, con ogni probabilità destinati alla repressione dei migranti.\r\nLe organizzazioni operaie palestinesi hanno fatto appello alla solidarietà internazionalista, alla lotta degli sfruttati contro tutti i padroni a partire da quelli direttamente coinvolti nel conflitto.\r\nNel porto di Genova opera una compagnia merci, l’israeliana ZIM, che il 10 novembre gli antimilitaristi puntano a bloccare.\r\nInceppare il meccanismo è un obiettivo concreto che salda l’opposizione alla guerra con la lotta alla produzione e circolazione delle armi.\r\nL’appuntamento per il presidio/picchetto è alle 6 del mattino al varco San Benigno.\r\nNe abbiamo parlato con Christian, un lavoratore del porto dell’assemblea contro la guerra e la repressione\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-07-genova-christian.mp3\"][/audio]","7 Novembre 2023","2023-11-07 17:07:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"214\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2-214x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2-214x300.jpeg 214w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2-729x1024.jpeg 729w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2-768x1079.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/genova-2.jpeg 911w\" sizes=\"auto, (max-width: 214px) 100vw, 214px\" />","Genova. 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Il 7 dicembre un corteo antimilitarista, vivace, plurale ha attraversato il popolare quartiere di Sestri Ponente a Genova.\r\nCirca trecento persone hanno partecipato ad una manifestazione, che rappresenta una tappa della lotta alle radici della guerra, che sono in mezzo a noi, tra fabbriche d'armi, caserme, porti dove attraccano navi che le trasportano.\r\nNei prossimi giorni una nave della compagnia saudita Bahri, già contestata nel porto spagnolo di Sagunto, potrebbe attraccare a Genova.Errico, uno degli autori dell'opuscolo “Nessun approdo per la guerra”, ci ha fatto una cronaca del corteo e delle prospettive di lotta dei prossimi mesi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Errico:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.10-09.00.genova-errico.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui le dirette della scorsa settimana:\r\n\r\nIl prossimo sabato “L’assemblea contro la guerra” di Genova ha lanciato una manifestazione contro Leonardo, il colosso della produzione armiera in Italia.\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa:\r\n\r\n“La guerra è sempre più considerata una tragedia che non ci riguarda e lontana dalle nostre vite. Libia, Yemen, Siria, Afganistan, Iraq sono lì a dimostrare il contrario, con anni di conflitti disastrosi innescati per i profitti dei capitalisti americani, europei e di casa nostra.\r\n\r\nLe cause e gli effetti della guerra sono sempre le stesse: colonizzazione, furto delle risorse, milioni di profughi in fuga, creazione di manodopera a basso costo, incremento dell'industria bellica.\r\n\r\nLeonardo (ex Finmeccanica) produce e vende missili, siluri, droni, aerei ed elicotteri da combattimento, tecnologie per il controllo dei confini e delle rotte migratorie. Sono di Leonardo le armi con cui l’esercito saudita spara in Yemen, gli elicotteri e gli aerei con cui l’esercito turco bombarda il Rojava. Ecco cosa produce questa \"eccellenza nazionale\". Chi vive di guerra non può farne a meno.\r\n\r\nCome ci insegna la lotta dei portuali contro i traffici di armi nel porto e la compagnia saudita Bahri, gli ingranaggi della guerra si possono inceppare.\r\nCome ci indica la migliore tradizione del movimento operaio, il nemico è in casa nostra.”\r\n\r\nCorteo 7 dicembre ore 15,30 da piazza Baracca a Sestri Ponente”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cristian, lavoratore portuale, che in questi mesi ha partecipato alle lotte contro l’approdo a Genova delle navi della Bahri, la compagnia saudita che trasporta armi, utilizzate nel massacro in Yemen.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.03-09.00.genova-cristian.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSu Leonardo e i traffici d’armi dell’Arabia Saudita è stato realizzato un opuscolo “Nessun approdo per la guerra”.\r\nNe abbiamo parlato con Errico, uno dei curatori del testo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.03-09.00.genova-errico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Dicembre 2019","2019-12-10 12:46:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"164\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o-300x164.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o-300x164.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o-768x420.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/79123895_3824254867592079_6749195893372616704_o.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Genova. 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Così scriveva Carl Schmitt – controverso giurista tedesco prima riverito, poi messo ai margini dal regime nazionalsocialista – in un libercolo del 1942 : Land und Meer, ovvero: Terra e mare. […] Ma l’opposizione fondamentale fra potenze terrestri e potenze marittime cominciò ad essere teorizzata già alla fine del XIX secolo, da un certo Alfred Mahan, un americano, professore di storia all’Accademia militare di West Point. Secondo Mahan, il primo scontro moderno a rientrare in quest’opposizione si svolse fra la Inghilterra da un lato, potenza marittima per eccellenza, e la Francia dall’altro, in una serie di guerre che scandiscono il periodo che va dal 1660 al gli anni ’80 del secolo successivo.”\r\n\r\n[…]”Con la guerra navale del 1778-1783, la Francia sembrava aver infine ottenuto la sua tanto agognata vittoria sull’Inghilterra, e aver abbandonato lo statuto di potenza terrestre in favore di quello di potenza marittima, suggellato dal consolidamento dei suoi possedimenti coloniali. 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Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 7 ore 8,30 - Vogliamo tutto 30 minuti [Radio Blackout]: Presentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e social\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 7 ore 8,30 - Il percorso di Ocalan 26 minuti [Radio Alpi Libere]: Tratto dal video/documentario “Ocalan’s journey to peace”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Il-percorso-di-Ocalan-radio-alpi-libere_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 9 - Pasque piemontesi 61 minuti [Penny-Kella, Radio Blackout]: Il 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 20 - Magma Vol.1 56 minuti [Radio Blackout]: Dall'hard rock, al protometal, al doom sporcato di punk... dagli anni Sessanta in poi, da tutto il mondo!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/MAGMA-puntata1_46.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 23:30 - La Piramide Di Sangue - Tebe 38 minuti [La Piramide Di Sangue, Radio Blackout]: La Piramide di Sangue is a mosaic of meditative and restless sounds with no sonic boundaries which embrace spores of psychedelic rock of all ages, mediterranean cultures and wah-wah explosions.\r\nThe record has been recorded live at Blue Record Studio in Turin in one take.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/La-Piramide-Di-Sangue-Tebe_38.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 9 ore 10 - Presentazione Libro In Cammino Con Gli Ultimi 66 minuti [Radio Blackout]: Durante questa puntata speciale presentiamo il libro: “In cammino con gli ultimi. Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d’amore, vissuto e morto povero e curioso.”(curato da Senzaconfine. Edizioni Red Star Press, 2023 – 358 pagine). Con in studio: Alessia Montuori (dell’associazione Senzaconfine) e Aldo Canestrari. Con in diretta telefonica: Ashraf Haj Yahya (della comunità Palestinese che ha conosciuto Dino) e Yilmaz Orkan dell’associazione Uiki (della comunità Curda che ha conosciuto Dino). Curato e condotto da: Lo staff della trasmissione in onda su Radio Blackout Frittura Mista alias Radio Fabbrica.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale-presentazione-del-libro-In-cammino-con-gli-ultimi.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 13,30 - Fratelli di Soledad. Lettere dal carcere di George Jackson. 13 minuti [Porfido] : Alcuni estratti dal libro “Fratelli di Soledad, lettere dal carcere di George Jackson”. Pubblicato nel 1970, contiene l’autobiografia e lettere dal raggio O, e lettere 1964-70. L’autore, George Jackson, è stato un rivoluzionario statunitense. Fra i principali militanti del Black Panther Party (BPP), movimento rivoluzionario afroamericano, fu ucciso da un secondino di San Quentin il 21 agosto del 1971, una settimana dopo che il suo pamphlet intitolato “Col sangue agli occhi” riuscì a varcare clandestinamente le porte del penitenziario.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Fratelli-di-Soledad_14.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","7 Novembre 2024","2024-11-10 20:02:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 4 al 10 Novembre 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Cèline.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Bardamu_5.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 6 ore 8,30 - Perno Originario #5 16 minuti [Porfido]: La storia del mondo è storia di lotta di potenze marinare contro potenze di terra e di potenze di terra contro potenze marinare». Così scriveva Carl Schmitt – controverso giurista tedesco prima riverito, poi messo ai margini dal regime nazionalsocialista – in un libercolo del 1942 : Land und Meer, ovvero: Terra e mare. […] Ma l’opposizione fondamentale fra potenze terrestri e potenze marittime cominciò ad essere teorizzata già alla fine del XIX secolo, da un certo Alfred Mahan, un americano, professore di storia all’Accademia militare di West Point. Secondo Mahan, il primo scontro moderno a rientrare in quest’opposizione si svolse fra la Inghilterra da un lato, potenza marittima per eccellenza, e la Francia dall’altro, in una serie di guerre che scandiscono il periodo che va dal 1660 al gli anni ’80 del secolo successivo.”\r\n\r\n[…]”Con la guerra navale del 1778-1783, la Francia sembrava aver infine ottenuto la sua tanto agognata vittoria sull’Inghilterra, e aver abbandonato lo statuto di potenza terrestre in favore di quello di potenza marittima, suggellato dal consolidamento dei suoi possedimenti coloniali. Ma lo sforzo militare francese per ottenere quella vittoria, e ad una distanza così grande dall’Esagono, era costato carissimo. Ne seguì una crisi politica e delle finanze pubbliche che sboccò, nel giro di qualche anno, nella Grande Rivoluzione del 1789. Non senza ironia, la svolta della rivoluzione borghese rinvia con forza la Francia al suo statuto di potenza terrestre. La coalizione delle monarchie europee contro la neonata Repubblica francese spingerà al centro della scena un giovane capitano dell’esercito nato in Corsica, tale Napoleone Bonaparte, che non si limiterà a fare della Francia un impero, ma sconvolgerà l’arte militare, rivoluzionando la guerra di manovra e inaugurando quella che Clausewitz chiamerà la «forma assoluta di guerra», la cosiddetta guerra totale\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.5_16.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 6 ore 16 - Quaresima in quarantena 48 minuti [Nessun rimborso]: QUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 7 ore 8,30 - Vogliamo tutto 30 minuti [Radio Blackout]: Presentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e social\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 7 ore 8,30 - Il percorso di Ocalan 26 minuti [Radio Alpi Libere]: Tratto dal video/documentario “Ocalan’s journey to peace”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Il-percorso-di-Ocalan-radio-alpi-libere_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 9 - Pasque piemontesi 61 minuti [Penny-Kella, Radio Blackout]: Il 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 20 - Magma Vol.1 56 minuti [Radio Blackout]: Dall'hard rock, al protometal, al doom sporcato di punk... dagli anni Sessanta in poi, da tutto il mondo!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/MAGMA-puntata1_46.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 ore 23:30 - La Piramide Di Sangue - Tebe 38 minuti [La Piramide Di Sangue, Radio Blackout]: La Piramide di Sangue is a mosaic of meditative and restless sounds with no sonic boundaries which embrace spores of psychedelic rock of all ages, mediterranean cultures and wah-wah explosions.\r\nThe record has been recorded live at Blue Record Studio in Turin in one take.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/La-Piramide-Di-Sangue-Tebe_38.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 9 ore \u003Cmark>10\u003C/mark> - Presentazione Libro In Cammino Con Gli Ultimi 66 minuti [Radio Blackout]: Durante questa puntata speciale presentiamo il libro: “In cammino con gli ultimi. Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d’amore, vissuto e morto povero e curioso.”(curato da Senzaconfine. Edizioni Red Star Press, 2023 – 358 pagine). Con in studio: Alessia Montuori (dell’associazione Senzaconfine) e Aldo Canestrari. Con in diretta telefonica: Ashraf Haj Yahya (della comunità Palestinese che ha conosciuto Dino) e Yilmaz Orkan dell’associazione Uiki (della comunità Curda che ha conosciuto Dino). Curato e condotto da: Lo staff della trasmissione in onda su Radio Blackout Frittura Mista alias Radio Fabbrica.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale-presentazione-del-libro-In-cammino-con-gli-ultimi.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 13,30 - Fratelli di Soledad. Lettere dal carcere di George Jackson. 13 minuti [Porfido] : Alcuni estratti dal libro “Fratelli di Soledad, lettere dal carcere di George Jackson”. Pubblicato nel 1970, contiene l’autobiografia e lettere dal raggio O, e lettere 1964-70. L’autore, George Jackson, è stato un rivoluzionario statunitense. Fra i principali militanti del Black Panther Party (BPP), movimento rivoluzionario afroamericano, fu ucciso da un secondino di San Quentin il 21 agosto del 1971, una settimana dopo che il suo pamphlet intitolato “Col sangue agli occhi” riuscì a varcare clandestinamente le porte del penitenziario.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Fratelli-di-Soledad_14.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":533,"snippet":535,"value":535},[83,534],"Novembre","Black holes dal 4 al \u003Cmark>10\u003C/mark> \u003Cmark>Novembre\u003C/mark> 2024",[537,539],{"field":153,"matched_tokens":538,"snippet":535,"value":535},[83,534],{"field":112,"matched_tokens":540,"snippet":530,"value":531},[83],{"best_field_score":159,"best_field_weight":160,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":161,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},{"document":543,"highlight":555,"highlights":563,"text_match":157,"text_match_info":568},{"comment_count":50,"id":544,"is_sticky":50,"permalink":545,"podcastfilter":546,"post_author":300,"post_content":547,"post_date":548,"post_excerpt":56,"post_id":544,"post_modified":549,"post_thumbnail":550,"post_title":551,"post_type":355,"sort_by_date":552,"tag_links":553,"tags":554},"85002","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-novembre-corteo-antimilitarista-economia-di-guerra-rocker-e-lanarchismo-tedesco-dalla-resistenza-al-nazismo-al-dopoguerra/",[300],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nRudolf Rocker / Il dopoguerra\r\nL’anarchismo tedesco è ancora oggi poco noto alle nostre latitudini. Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e, in parallelo, dell’anarchismo tedesco. In questa, quarta e ultima puntata, abbiamo ripercorso il dopoguerra sino al 68.\r\n\r\nSabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nGuerra ed economia di guerra\r\nL’economia di guerra, quella in cui siamo tutti forzati a vivere, comporta un ulteriore, secco spostamento delle risorse pubbliche dalla spesa sociale alla spesa militare. Non dimentichiamo che i soldi che lo Stato usa per rinforzare l’apparato militare e condurre campagne di guerra all’estero, ci vengono estorti tramite una tassazione che favorisce i grandi capitali e depreda i lavoratori e lavoratrici, soprattutto dipendenti.\r\nL’economia di guerra è anche l’indicatore di un’instabilità globale molto pericolosa in un quadro geopolitico multipolare ed a geografia variabile. Il rischio che deflagri in un conflitto globale è molto concreto e rischia di cancellare definitivamente l’illusione tutta occidentale che la guerra sia sempre altrove, lontana dalle nostre case, lontana dalle nostre vite. Nel frattempo l’aumento della spesa militare attuato dai governi del nostro paese è in se un atto di guerra alle vite di noi tutt*.\r\nUn motivo in più per partecipare al corteo antimilitarista del 18 novembre a Torino\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Novembre 2023","2023-11-14 08:26:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/ussf_marsawaits-cur-color-viola-200x110.jpg","Anarres del 10 novembre. Corteo antimilitarista. 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Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e, in parallelo, dell’anarchismo tedesco. In questa, quarta e ultima puntata, abbiamo ripercorso il dopoguerra sino al 68.\r\n\r\nSabato 18 \u003Cmark>novembre\u003C/mark> si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nGuerra ed economia di guerra\r\nL’economia di guerra, quella in cui siamo tutti forzati a vivere, comporta un ulteriore, secco spostamento delle risorse pubbliche dalla spesa sociale alla spesa militare. Non dimentichiamo che i soldi che lo Stato usa per rinforzare l’apparato militare e condurre campagne di guerra all’estero, ci vengono estorti tramite una tassazione che favorisce i grandi capitali e depreda i lavoratori e lavoratrici, soprattutto dipendenti.\r\nL’economia di guerra è anche l’indicatore di un’instabilità globale molto pericolosa in un quadro geopolitico multipolare ed a geografia variabile. Il rischio che deflagri in un conflitto globale è molto concreto e rischia di cancellare definitivamente l’illusione tutta occidentale che la guerra sia sempre altrove, lontana dalle nostre case, lontana dalle nostre vite. 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Una fabbrica autogestita a Salonicco\r\nInterverrà Massimiliano Barbone di Isola\r\nDistribuzione di saponi, detersivi autoprodotti nella Vio.Me occupata\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 11 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nLa psichiatria uccide\r\nore \u003Cmark>10\u003C/mark> via andreis angolo via borgodora\r\nPasseggiata antipsichiatrica per il Balon\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nCorteo e cacerolata contro la violenza patriarcale\r\nore 21 piazza Castello\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 29 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nore 17\r\nVia Po 16\r\npresidio contro il mercato delle armi all’Oval Lingotto\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 dicembre\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nFemministe e anarchiche\r\nLa storia, i percorsi, le pratiche e la riflessione odierna\r\nSiamo quell* che guardano il mondo e lottano per modificarlo sapendo che nostra rivoluzione sarà anche una festa.\r\nSiamo quell* che sanno che la rivoluzione potrà spezzare ogni gerarchia se saprà frantumare l’immaginario patriarcale. \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 dicembre\r\nore 20 corso Palermo 46\r\nCena antinatalizia con esposizione spettacolare di pres-empio autogestito\r\n\r\n \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":634,"snippet":635,"value":635},[83,84,84],"Anarres del \u003Cmark>10\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>. 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