","Corteo antimilitarista e contestazione alla Turkish Airlines","post",1458062511,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/12-marzo/","http://radioblackout.org/tag/caselle-torinese/","http://radioblackout.org/tag/contestazione-turkish-airlines/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antimilitarista/",[32,36,68,69],"contestazione turkish airlines","corteo antimilitarista",{"post_content":71,"tags":77},{"matched_tokens":72,"snippet":75,"value":76},[73,74],"12","marzo","Sabato \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> si è tenuta a Caselle","Sabato \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> si è tenuta a Caselle Torinese una giornata di lotta antimilitarista con assemblea, teatro di strada, corteo, e contestazione all'ufficio delle Turkish airlines all'aeroporto.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, dell'Assemblea Antimilitarista.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n2016-03-15-antimili-emilio\r\n\r\nDi seguito un comunicato/resoconto dell'iniziativa diffuso in rete\r\n“Il \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> centinaia di antimilitaristi si sono dati appuntamento in piazza Boschiassi a Caselle Torinese. \r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\n\r\nBanchetti informativi, assemblea e teatro di strada hanno aperto la giornata di lotta.\r\nInterventi di esponenti del Movimento No F35, dei No Border, dei No Basi in Sardegna, dell’assemblea antimilitarista di Torino e di antimilitaristi alessandrini si sono succeduti durante l’assemblea. \r\nCentrale, per tutti, l’azione diretta contro le fabbriche d’armi, basi, poligoni di tiro, frontiere, nella consapevolezza che le basi di guerra sono a due passi dalle nostre case, che mettersi in mezzo è possibile. \r\nOpporsi alle guerre senza opporsi al militarismo, è mera testimonianza, mero esercizio retorico. Gli Stati avocano a se il monopolio della violenza legittima, della facoltà di esercitarla contro ogni forma di insorgenza sociale o di concorrenza nel controllo di territori e risorse. Le guerre “giuste”, le guerre “umanitarie” fatte di bombe, torture, stupri e campi di concentramento si fondano sulla convinzione diffusa della legittimità delle frontiere, degli Stati. \r\nNegare a fatti ed a parole ogni legittimità agli Stati, agli eserciti, alle frontiere è necessario per inceppare le guerre, per mandare in soffitta la logica militarista.\r\nOpporre la guerra al terrorismo serve a costruire l’immagine del nemico, a legittimare attacchi indiscriminati contro intere popolazioni. Non c’è differenza tra guerra e terrorismo, sono due nomi per pratiche identiche, il resto è solo propaganda. \r\n\r\nDall’assemblea è emerso un quadro di lotte diffuse sul territorio, che mirano ad inceppare la macchina militare. Nell’ultimo anno in Sardegna sono state interrotte in più occasioni le esercitazioni militari, a Caselle è stato bloccato l’accesso all’Alenia, i No Border in ogni dove lottano contro il blocco delle frontiere e per la libera circolazione, a Niscemi sono state sabotate le antenne assassine, a Novara continua la lotta contro gli F35. \r\n\r\nLa “prima” di “Gira la ruota gira”, piece teatrale di Gianni Milano, ha tenuto incollata una piazza dove, oltre agli antimilitaristi, c’erano numerosi casellesi, che hanno assistito e plaudito i sette antimilitaristi, che hanno dato vita ad una performance di grande impatto emotivo e politico. \r\nInteramente autogestita la “messa in scena”, con costumi autoprodotti ed elaborazione collettiva dei testi. \r\n\r\nPoi un corteo che ha attraversato il centro di Caselle per raggiungere piazza Ceccotti, dove c’è una rotonda con una freccia tricolore. \r\nIl corteo era aperto dallo striscione “spezziamo le ali al militarismo”. Tra gli altri striscioni quello No F35, uno contro le frontiere, contro gli F35 e “No a tutti gli eserciti. Numerosi gli interventi e gli slogan lungo il percorso. \r\nAll’arrivo, dopo un breve fronteggiamento con la polizia che circondava l’aereo militare per impedire agli antimilitaristi di avvicinarsi, l’antisommossa si è ritirata e la rotonda è stata occupata dai manifestanti che hanno dato vita ad una scena di guerra. \r\nSotto l’aereo sono stati gettati manichini insanguinati, scarpe rotte, un passeggino ribaltato, abiti laceri, mentre l’aria si riempiva del fumo denso dei fumogeni e suoni di bombardamenti laceravano l’aria. Un modo per dare corpo ad una verità cruda ma banale. Le guerre sono combattute con armi costruite a due passi dalle nostre case. \r\nI bambini morti sulle spiagge, le famiglie di profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, ci riguardano direttamente, perché spetta a noi chiuderle e trasformarle in luoghi che servano alla vita e non alla morte. \r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nDopo il corteo un folto gruppo di manifestanti ha fatto una visita a sorpresa all’aeroporto di Caselle, affollato di turisti. Uno striscione con la scritta “Erdogan terrorista”è stato aperto davanti all’ufficio delle Turkish Airlines. Tanti gli slogan e gli interventi in appoggio alle popolazioni del Bakur e del Rojava che hanno dato vita ad esperienze di autogoverno e autonomia che il governo turco cerca di stroncare nel sangue. Tra chi ascoltava gli interventi, anche in inglese, qualcuno ha dato segno di solidarietà. \r\nI tre agenti della polizia presenti, presi completamente alla sprovvista, non hanno potuto far altro che assistere alla protesta durata una mezz’ora, finché i manifestanti, gridando “Erdogan terrorista”, si sono allontanati in corteo. \r\nIn serata la polizia ha diffuso una velina, prontamente ripresa da Repubblica, su un respingimento in forze da parte degli uomini in divisa. \r\nIn nottata, davanti alla sede di Repubblica in via Viotti, è comparsa una scritta “Carlotta Rocci bugiarda”. Rocci è l'autrice della breve sull'azione alla Turkish Airlines. Riteniamo probabile che qualche anonimo antimilitarista non abbia gradito le veline di questura pubblicate da questa “giornalista”. \r\nRepubblica, come tanta parte dei media main stream, ha avvolto in un assordante silenzio quanto avviene da mesi in Bakur, dove carri armati e artiglieria pesante hanno ridotto in macerie quartieri e villaggi.\r\nIl governo turco sta massacrando la popolazione delle città che hanno proclamato l'autonomia dopo l'imposizione del coprifuoco. Hanno abbattuto le case con l'artiglieria e bruciato gli abitanti, hanno lasciato morire dissanguati i feriti, impedendo alle ambulanze di avvicinarsi. Hanno ammazzato centinaia di persone che si erano rifugiate nelle cantine.\r\nSui social media hanno pubblicato le foto di donne curde denudate, orrendamente torturate e infine uccise.\r\nQueste donne sono il simbolo della lotta di libertà delle città che a luglio hanno proclamato l'autonomia dopo i\r\nprimi attacchi dell'esercito turco.\r\nLe Comuni del Bakur e del Rojava rappresentano un'esperienza di autogoverno che non vuole farsi Stato, perché aspira ad un mondo senza frontiere.\r\nUn affronto che Erdogan non può tollerare. Un affronto che nessun governo, nessuno Stato può tollerare.\r\nIl silenzio dell'Europa, il silenzio del governo italiano è complicità.\r\nErdogan sarà il gendarme che impedirà ai profughi di continuare il loro viaggio verso l'Europa.\r\nIn cambio riceve soldi e appoggio ai massacri in Bakur.\r\nFinmeccanica, il colosso armiero italiano di cui fa parte anche l'Alenia, fa buoni affari con l'esercito turco. Di\r\nrecente elicotteri da combattimento della consociata Agusta Westland sono stati venduti al governo di Ankara.\r\nSe tra trenta o cinquant'anni qualcuno si chiederà perché la Turchia ha massacrato le Comuni di Cizir e Sur nel silenzio complice di chi avrebbe potuto parlare ed agire, noi vorremmo poter dire che qualcosa abbiamo fatto, che abbiamo provato a metterci di mezzo.\r\nSe la marea salisse, se l'indignazione di tanti diventasse azione, se il silenzio fosse rotto dalle grida di chi non ci\r\nsta, potremmo far sì che la storia di questi giorni cambi di segno.\r\nIn Bakur, in Rojava ma non solo.\r\nLa guerra è in mezzo alle nostre case. Da anni gli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. 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La Russia controlla il 25% delle esportazioni mondiali di armi; i suoi migliori clienti sono India, Cina, Vietnam. Seguono, a grande distanza, altri Stati grandi e piccoli. La Cina sta al terzo posto in questa graduatoria: la sua quota di mercato è del 5,9% e i suoi clienti più importanti sono Pakistan, Bangladesh, Myanmar. Segue la Francia con il 5,6% rivolto per lo più in direzione del Marocco, della Cina e dell'Egitto. Poi la Germania (pur in calo, come la Francia) con il 4.7%, in direzione soprattutto di USA, Israele e Grecia. Segue il Regno Unito con il 4,5% e una sceltissima clientela: l'Arabia Saudita (in quantità nettamente preponderante), l'India e l'Indonesia tra gli altri. Poi arriva la Spagna con il 3,5% e finalmente (in un'ottima ottava posizione) l'Italia, con il 2,7% del mercato. Il nostro Paese vende soprattutto a Emirati Arabi Uniti, India (nonostante le marachelle della magistratura indiana riguardo ai famosi marò), Turchia (grande paese democraticissimo e rispettosissimo delle minoranze entro i suoi confini). In nona posizione l'Ucraina con il 2,6% e in decima posizione i Paesi Bassi con il 2%.\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci di uno dei volantini che verranno distribuiti in piazza il 12 marzo.\r\n\r\nLe industrie belliche costruiscono le armi con le quali si controlla, si bombarda, si uccide in ogni dove. Le università che orientano la ricerca verso il settore bellico sono complici dei massacri.\r\nL’industria bellica italiana fa affari con chiunque, il made in Italy va alla grande.\r\nRenzi è appena stato in Nigeria, accompagnato da uno stuolo di imprenditori italiani, primo tra tutti Descalzi, l’AD di ENI, responsabile dell’inquinamento del Delta del Niger, delle malattie e dell’impoverimento delle popolazioni locali, le cui proteste sono represse nel sangue dal governo nigeriano.\r\nl governo italiano e l’UE appoggiano la Turchia, che ha mandato l’esercito per cancellare le esperienze di autogoverno nel Bakur, il Kurdistan turco. In queste settimane è in corso un massacro di cui i principali media italiani non parlano. Il silenzio – oltre ad un bel mucchio di soldi - è il prezzo imposto da Erdogan per blindare le frontiere e chiudere nei campi i profughi di guerra in fuga da Siria, Iraq, Afganistan.\r\nIl governo italiano protesta sommessamente per un giovane ricercatore friulano torturato a morte dalla polizia egiziana, ma fa buoni affari con la feroce dittatura militare che ogni giorno imprigiona, tortura e uccide.\r\n\r\nL’Italia è pronta ad un nuovo intervento militare in Libia a sostegno di chi garantisca meglio gli interessi delle ditte italiane e il controllo delle coste.\r\nL’Italia stessa è una portaerei gettata sul Mediterraneo, costellata di aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. Le stesse basi da cui sono partite le missioni dirette in Libia, Iraq, Afganistan, Serbia, Somalia, Libano…\r\n(…)\r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\nUn business milionario. Un business di morte.","8 Marzo 2016","2016-03-11 12:18:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-724x1024.jpg 724w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Caselle. 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Infatti la corte aveva ricchiesto dei documenti all'Ungheria che attestassero la garanzia di condizioni di carcere che non andassero a violare i diritti fondamentali di base e a garanzia dell'incolumita fisica di Abazaj, considerata a rischio per via delle sue opinioni politiche. Queste documentazioni sono arrivate solo in una piccola parte e per di più il giorno prima dell'udienza.\r\nLa condizione di carcere inumano in Ungheria è già stata attestata in tutte le altre estradizioni in Ungheria deglia altri imputati come Ilaria Salis e Maja e restituuiscono un quadro di evidente malfunzionamento dell’unione europea del parlamento e del consiglio d’europa, sulla cui voce in capitolo rischiano di primeggiare gli interessi della Real Politik Ungherese.\r\n\r\nGià molte volte, infatti, l’ungheria è stata sanzionata per la violazione di elementi dello stato di diritto, come la presunzione d’innocenza. Molte di queste infrazioni sono state poi però ritirate per via delle contrattazioni di palazzo legati agli interessi della real politik europea, come nel caso dell’approvazione dello sblocco dei fondi per l’ucraina.\r\n\r\nRicordiamo il Corteo che si terrà a Milano il 1 marzo \"Free All Antifas\" in solidarietà a Gino, Maja e tutt* le antifa che subiscono persecuzione e carcerazione.\r\n\r\nNe parliao con l'avvocato di Ilaria Salis e Gabriele Marchesi, anch'essi imputati per il processo di Budapest, Eugenio Losco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/GinoAbazajUdienza12Febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer mantenersi informati sul processo e lo stato di Gino: free_gino_libero ","14 Febbraio 2025","2025-02-15 17:01:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"126\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44-300x126.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44-300x126.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44-1024x430.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44-768x323.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-14-02-25-20.44.jpg 1237w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Free Gino: Rinviata l'udienza del 12 Febbraio",1739565924,[171,172,173,174,175],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/free-all-antifas/","http://radioblackout.org/tag/free-gino/","http://radioblackout.org/tag/giornata-dellonore/","http://radioblackout.org/tag/processo-agli-antifascisti/",[177,178,179,180,181],"antifascismo","Free All Antifas","Free Gino","giornata dell'onore","processo agli antifascisti",{"post_content":183,"post_title":188},{"matched_tokens":184,"snippet":186,"value":187},[73,185],"Marzo","e in un rinvio al \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>Marzo\u003C/mark>. 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Una diretta dal presidio antisfratto per il diritto alla casa di Peppe, inquilino di via Capriolo 53, in zona San Paolo. Il presidio è stato caricato all'alba delle 7 del mattino da cinque camionette di polizia in assetto antisommossa, che hanno manganellato e ferito tre persone. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/29marzo_sfratto1.mp3\"] Scarica il file\n\n\t29/03/2011 Una diretta da Lampedusa per aggiornare sulla situazione dell'isola, che è diventata in questi giorni una prigione a cielo aperto sia per i migranti - che attendono all'addiaccio il trasferimento verso nuove destinazioni - sia per gli stessi abitanti. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/29marzo_lampedusa.mp3\"] Scarica il file\n\t29/03/2011 Un commento di Massimo Zucchetti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Torino, sulla notizia diffusa da Greenpeace che rivela che già dal 23 marzo 2011 l'incidente alla centrale di Fukushima in Giappone aveva rilasciato abbastanza radioattività da essere classificato di livello 7, ovvero il livello massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo durante l'incidente a Cernobyl del 1986. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/29marzo_zucchetti.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t25/03/2011 Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di indagare sulle gravi denunce di torture, compreso l'obbligo a sottoporsi a \"test di verginità\", inflitte dai militari alle donne che hanno preso parte alle manifestazioni al Cairo. La corrispondenza con Riccardo Noury portavoce della sezione italiana di A.I. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/riccardo_amnesty_donne_egitto.mp3\"] Scarica file\n\t24/03/2011 Diretta con Fabrizio Casari di altrenotizie sull'intervento in Libia [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/libia-altrenotizie.mp3\"] Scarica il file\n\t22/03/2011 Torino. Diretta con un recluso dei Cie di corso Brunelleschi dopo la rivolta di domenica notte. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/22_cie_burn.mp3\"] Scarica il file\n\t22/03/2011 Lampedusa. Alì dall'interno del centro per migranti e richiedenti asilo, mentre sull'isola soffia il vento dell'odio identitario italiano. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/22_alì_lampedusa_clipgr1.mp3\"] Scarica il file\n\t18/03/2011La borsa o la vita: domani alla Consultoria Autogestita di Milano un'assemblea sui consultori, la privatizzazione dei servizi pubblici e della salute delle donne, tra Lombardia, Piemonte e Lazio. La diretta con Sandra [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/sandra_consultoriautogestita_milano.mp3\"] Scarica file\n\t17/03/2011 Il disastro nucleare in Giappone e le chiacchere sul nucleare in Italia: ne discutiamo con Paolo Godio, Legambiente [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/17marzo_nucleare_legambiente.mp3\"] Scarica il file\n\t17/03/2011 150 anni dell'Unità d'Italia: una riflessione critica con Claudio Venza, docente di Storia della Spagna Contemporanea, Università di Trieste [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/17marzo_claudio_venza_150.mp3\"] Scarica il file\n\t16/03/2011 Intervento di Anna Simone, in relazione al seminario di ieri all'università: \"I corpi del reato, Sessualità e sicurezza nella società del rischio\" [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/annaSimone.mp3\"] Scarica il files\n\t16/03/2011 Collegamento con Lorenzo, in occasione dell'infausto anniversario della morte di Davide \"Dax\" Cesare, breve cronistoria e mobilitazioni della settimana a Milano (15 min) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/dax-cesari-16-marzo.mp3\"] Scarica file\n\t11/03/2011 Uno speciale sulla Conferenza mondiale delle donne di base di Caracas con una compagna di MeDeA appena tornata dal Venezuela. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/speciale-caracas.mp3\"] Scarica file\n\t10/03/2011 300 migranti pongono fine allo sciopero della fame in Grecia per ottenere la legalizzazione: diretta con Pati, compagno di Lecce [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/10marzo_pati_grecia.mp3\"] Scarica File\n\t09/03/2011 Libia: un'analisi sugli sviluppi della rivolta che attraversa il paese, a cura di Manlio Dinucci, giornalista e geografo, ex direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/9marzo_libia.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t09/03/2011 Tunisia: il racconto dello scrittore Santiago Alba, nel giorno in cui giunge la notizia dell'insediamento di un governo di transizione nel Paese. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/9marzo_tunisia.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t09/03/2011 Egitto: Isabella da El Cairo sulla manifestazione delle donne del giorno precedente, attaccata da squadre governative. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/9marzo_egitto.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t08/03/2011 Nel giorno della festa delle donne, una riflessione di Nicoletta Poidimani di Noinonsiamocomplici sugli ultimi casi di violenza sessuale ad opera di uomini e donne in divisa, e più in generale sulla violenza all'interno dei rapporti di genere. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/8marzo_poidimani.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t08/03/2011 Torino: Chiara del Collettivo MeDea presenta la manifestazione del pomeriggio per un 8 marzo di lotta e rivendicazione dei diritti e dell'autodeterminazione delle donne. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/8marzo_presidio_medea.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t08/03/2011 Daniele, redattore di Radio Black Out, alla vigilia di un viaggio in Kurdistan, legge un comunicato del Pkk che annuncia la rottura della tregua unilaterale con lo stato turco, notizia pressoché totalmente sottaciuta dalla stampa italiana. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/8marzo_kurdistan.mp3\"] Scarica il file\n\n\n\t04/03/2011 In collegamento Fabio del comitato antirazzista milanese sul corteo di questo pomeriggio in via Padova a Milano in solidarietà ai popoli nordafricani in un quartiere teatro di sperimentazioni repressive. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/corteo-milano-solidarieta-africa.mp3\"] Scarica File\n\n\n\t04/03/2011 Ieri sono uscite le motivazioni della sentenza di assoluzione per Vittorio Addesso, l'ispettore di polizia che violentò Joy nel Cie di Via Corelli a Milano. Di stamattina la notizia di una ragazza stuprata in una caserma dei carabinieri a Roma. Ne abbiamo parlato con Nicoletta di Noi Non Siamo Complici [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/nicoletta_motivazsentenzajoy.mp3\"] Scarica file\n\t04/03/2011 In programma per il prossimo 12 marzo una mobilitazione nocie a Roma fuori da Ponte Galeria. La corrispondenza con Sonia di Radio Onda Rossa [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/sonia_ror_nocie.mp3\"] Scarica file\n\t03/03/2011 Il possibile intervento delle forze internazionali nel conflitto libico: ne parliamo con Marco della Pina, direttore del Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace, Università di Pisa. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/3marzo_marcodellapina.mp3\"] Scarica il file","3 Marzo 2011","2025-09-24 22:01:18","Marzo 2011",1299153707,[214,215,216,217],"http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/",[52,219,28,30],"linformazione-di-blackout",{"post_content":221,"post_title":225},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[73,74],"In programma per il prossimo \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> una mobilitazione nocie a Roma","31/03/2011Aggiornamenti sulla situazione in Libia con Fabrizio Casari, altrenotizie.org [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/31marzo_casari_libia.mp3\"] Scarica il file\n\t29/03/2011 Torino. Una diretta dal presidio antisfratto per il diritto alla casa di Peppe, inquilino di via Capriolo 53, in zona San Paolo. 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Di stamattina la notizia di una ragazza stuprata in una caserma dei carabinieri a Roma. Ne abbiamo parlato con Nicoletta di Noi Non Siamo Complici [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/nicoletta_motivazsentenzajoy.mp3\"] Scarica file\n\t04/03/2011 In programma per il prossimo \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> una mobilitazione nocie a Roma fuori da Ponte Galeria. La corrispondenza con Sonia di Radio Onda Rossa [audio mp3=\"http://radioblackout.org/files/2011/03/sonia_ror_nocie.mp3\"] Scarica file\n\t03/03/2011 Il possibile intervento delle forze internazionali nel conflitto libico: ne parliamo con Marco della Pina, direttore del Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace, Università di Pisa. 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Degli imprenditori appaltano le cateratte, le circondano di barriere di legno per impedire ai viaggiatori non paganti di contemplare il tumulto delle acque, poi a forza di pubblicità trasformano in bella moneta sonante la luce che gioca sulle goccioline in sospensione e il soffio del vento che dispiega bande evanescenti di vapori\". L'uomo stesso, che Réclus definisce \"natura che prende coscienza di sè\" è preso in questo ingraggio di espropriazione fondata sulla proprietà.\r\n\r\nParlando di beni comuni, la prima questione in gioco è che i termini utilizzati nel dibattito contemporaneo, che nei fatti è sostanzialmente accademico e istituzionale, sono molteplici. Il significante \"bene comune\" è vacuo. Per non perdersi nei meandri di un'astrazione slegata dall'agire quotidiano, proviamo quindi a rimanere rasenti alla materialità dei beni comuni, mantenendo chiara una premessa: che se si parla di regolamenti e delibere su di un \"bene\", il campo del discorso è tutto interno alla razionalità giuridica ed economica. Sono infatti beni in senso giuridico solo le categorie suscettibili di una valutazione economica.\r\n\r\nA Torino, sulla scia di esperienze già implementate altrove, Roma, Napoli e Bologna in primis, il benecomunismo sta entrando a gamba tesa anche nei mondi dell'autogestione. Attuale è il caso dell'ex-Askatasuna in corso Regina 47, occupazione che si è autosgomberata e rispetto a cui, con delibera del 30 gennaio scorso, l’amministrazione comunale ha avviato un percorso di co-progettazione per il governo condiviso di alcuni spazi. In data 12 marzo è stato approvato un patto di collaborazione tra la Città di Torino e un gruppo informale di \"garanti\", sulla base del quale la settimana scorsa si è tenuta una assemblea in Vanchiglia, aperta agli abitanti del quartiere con la presenza di consiglieri comunali del PD e di Sinistra Ecologista, in cui gli ex occupanti hanno dichiarato l'intenzione di andare avanti con il governo condiviso con le istituzioni.\r\n\r\nE' l'occasione per tornare a parlare di \"beni comuni\" con uno sguardo parziale e critico, avendo come ospite in studio Francesco Migliaccio, che ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo \"I beni comuni come nuove recinzioni. Esplorazioni lungo la Dora a Torino\".\r\n\r\nDa questa chiacchierata emerge chiaramente come i beni comuni, a Torino, non rappresentino un superamento, bensì una riaffermazione della proprietà, una proprietà che viene messa a valore grazie a un'articolata rete di potere pubblico-privato fatta dai soliti noti: fondazioni bancarie, industria del terzo settore, imprenditoria e partiti politici. E' una classe sociale dai contorni definiti. In questo quadro, la \"partecipazione attiva\" dei cittadini si rivela funzionale a processi di sorveglianza e controllo territoriale, così come riempimento dei vuoti lasciati da un sistema welfaristico al collasso. Si tratta in ogni caso di partecipazione oligarchica, laddove i beni comuni creano nuove gerarchie dell'esclusione/inclusione: solo una ristretta parte degli abitanti della città possono essere riconosciuti dall'autorità come cittadini di serie A, portatori delle caratteristiche richieste o legittimati da \"garanti\" tutelari per la gestione del bene comune.\r\n\r\nSulla scia della \"Città collaborativa\" o CO-CITY promossa a livello europeo, si configura quindi l'ennesimo paradigma di governance urbana fondato sulla guerra a ciò che è illegale, informale, gratuito, autonomo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/benicomuni.mp3\"][/audio]","18 Marzo 2024","2024-07-10 16:53:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-1024x731.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-768x548.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-1536x1097.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-2048x1462.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Beni comuni come nuove recinzioni",1710774653,[250,251,252,253],"http://radioblackout.org/tag/beni-comuni/","http://radioblackout.org/tag/citta-collaborativa/","http://radioblackout.org/tag/governance-urbana/","http://radioblackout.org/tag/recinzioni/",[255,256,257,258],"beni comuni","città collaborativa","governance urbana","recinzioni",{"post_content":260},{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":263},[73,74],"condiviso di alcuni spazi. 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Di fatti il 12 Marzo Ariel Henry ha comunicato, da Puerto Rico dov'è stanziato nell'impossibilità di rientrare nel paese, le dimissioni non appena verrà instaurato un consiglio presidenziale di transizione.\r\n\r\nLa situazione attuale è il risultato dell'investimento statunitense nell'ascesa al potere di un'elité produttiva (Juvenel Moise ex presidente assassinato nel 2021 era uno dei maggiori industriali dell'isola) incaricata di gestire gli investimenti dei programmi di aiuto americani HELP e HOPE post terremoto e continuamente rinnovati. Elezioni fortemente contestate dalle organizzazioni sociali e dalla popolazione (in parte con forme di organizzazione autonome, in parte invece vincolate a competitors politici di Moise), che già accusavano il governo presieduto da Moise, assassinato poi nel 2021, di inadeguatezza di fronte alla crisi del paese.\r\n\r\nAbbiamo indagato il ruolo ambivalente delle gang, prevalentemente capeggiate da ex-polizziotti e storicamente legate a varie branche delle elites di potere, tra cui spicca il golpista Jimmy Chèrizier e narcotrafficante a capo della G9 an fanmi (e famiglia) e ora a capo della coalizione che riunisce anche la gang G-pep, Vivre Ensemble, che sembra nascondersi dietro a ideali rivoluzionari per non abbandonare il potere ottenuto.\r\n\r\nDall'altra parte vi è la risoluzione, datata 3 ottobre, delle Nazioni Unite che ha approvato l'intervento nell'area di un contingente di caschi blu, guidato dai militari Kenyoti. Cosa potrebbe cusare l'arrivo dei poliziotti internazionali? Quali le reali prospettive rispetto all'insediamento di un nuovo governo ad interim sulla styabilità del paese?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Roberto Codazzi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/HaitiCodazzi.mp3\"][/audio]","15 Marzo 2024","2024-03-17 16:06:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Haiti contesa",1710515098,[284,285,286,287],"http://radioblackout.org/tag/decolonizzazione/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/paramilitari/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[289,290,291,292],"decolonizzazione","Kenya","paramilitari","Stati Uniti",{"post_content":294},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[73,185],"dell'attuale governo. 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DinamoPress va all’attacco della scuola pubblica non statale, tacciandola di neoliberismo ed equiparandola alle scuole confessionali. DP mescola educazione parentale con paccottiglia primitivista, per creare confusione e negare il lento ma importante affermarsi di esperienze pedagogiche libere ed autogestite.\r\nCe ne ha parlato Francesco Codello, della rete dell’educazione libertaria\r\n\r\nCarceri. Ad un anno dalla strage\r\nTra l’8 e il 9 \u003Cmark>marzo\u003C/mark> 2021 nelle carceri italiane scoppia la rivolta. Ovunque repressa duramente. La situazione peggiore è a Modena, dove 13 prigionieri perdono la vita. Ufficialmente la questione viene liquidata come overdose di farmaci rubati, quando le guardie hanno perso il controllo della prigione. Nessuno è stato visitato seriamente, mentre alcuni, frettolosamente trasferiti, sono morti all’arrivo nelle nuove prigioni.\r\nOggi la Procura sembra intenzionata ad archiviare tutto o quasi. 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Il cambiamento è tanto forte sul piano quantitativo da divenire qualitativamente rilevante.\r\nPer Lyon, la pervasività e la reciprocità della sorveglianza contemporanea si traducono in una vera e propria “cultura della sorveglianza”. Questo concetto può essere compreso solo superando i modelli che per decenni hanno riempito gli immaginari e gli studi sul tema, ovvero il panopticon di Bentham e il Grande Fratello di Orwell. Se questi modelli prevedevano una minoranza di sorveglianti e una moltitudine di sorvegliati, oggi le pratiche di sorveglianza vengono esercitate dalla grande maggioranza dei cittadini, trasformando questi atteggiamenti in una vera e propria pratica quotidiana: dal cercare la destinazione di un viaggio con Google Maps al contare i passi mentre si va a camminare con l’app apposita, fino alle conversazioni con gli amici e al riconoscimento facciale nei filtri di Instagram. In questo modo la sorveglianza penetra in profondità negli «usi, costumi, abitudini e modalità di lettura e interpretazione del mondo» andando a costruire una società in cui ognuno è, più o meno consciamente, sia controllato che controllore.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, anarchico, docente di filosofia politica all’università di Palermo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nMercoledì 16 marzo\r\nPresidio contro il carovita\r\nore 18 in piazza Palazzo di Città\r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea antimilitarista\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. \r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro il militarismo e contro la guerra.\r\nMentre il governo proclama lo stato di emergenza per la guerra imperialista per il controllo dell’Ucraina, fermare la produzione e lo smercio d’armi è l’unico modo per inceppare la macchina che alimenta le guerre.\r\nPer fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. 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Un’economia di morte.\r\n\r\nGender Strike!\r\nUn’occasione, in vista dell’8 \u003Cmark>marzo\u003C/mark>, di proporre lo sciopero dai generi come pratica costitutivamente destabilizzante il machismo eteropatriarcale.\r\nLe identità erranti, fluide, in transito, eccedenti la rigidezza dei generi rompono il binarismo e dissolvono la gerarchia basata sui ruoli di genere imposti. 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Il cambiamento è tanto forte sul piano quantitativo da divenire qualitativamente rilevante.\r\nPer Lyon, la pervasività e la reciprocità della sorveglianza contemporanea si traducono in una vera e propria “cultura della sorveglianza”. Questo concetto può essere compreso solo superando i modelli che per decenni hanno riempito gli immaginari e gli studi sul tema, ovvero il panopticon di Bentham e il Grande Fratello di Orwell. Se questi modelli prevedevano una minoranza di sorveglianti e una moltitudine di sorvegliati, oggi le pratiche di sorveglianza vengono esercitate dalla grande maggioranza dei cittadini, trasformando questi atteggiamenti in una vera e propria pratica quotidiana: dal cercare la destinazione di un viaggio con Google Maps al contare i passi mentre si va a camminare con l’app apposita, fino alle conversazioni con gli amici e al riconoscimento facciale nei filtri di Instagram. In questo modo la sorveglianza penetra in profondità negli «usi, costumi, abitudini e modalità di lettura e interpretazione del mondo» andando a costruire una società in cui ognuno è, più o meno consciamente, sia controllato che controllore.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, anarchico, docente di filosofia politica all’università di Palermo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nMercoledì 16 \u003Cmark>marzo\u003C/mark>\r\nPresidio contro il carovita\r\nore 18 in piazza Palazzo di Città\r\n\r\nGiovedì 17 \u003Cmark>marzo\u003C/mark>\r\nAssemblea antimilitarista\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. \r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro il militarismo e contro la guerra.\r\nMentre il governo proclama lo stato di emergenza per la guerra imperialista per il controllo dell’Ucraina, fermare la produzione e lo smercio d’armi è l’unico modo per inceppare la macchina che alimenta le guerre.\r\nPer fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.\r\nL’assemblea Antimilitarista promuove un’assemblea cittadina che lanci una campagna di informazione e lotta per bloccare l’industria di guerra e la NATO a Torino.\r\nInterventi sulla Città dell’Aerospazio, sul ruolo della NATO in Italia, testimonianze delle lotte contro l’ampliamento della base di Camp Derby a Livorno\r\nAlla tettoia dei contadini dalle ore 18.\r\n\r\nSabato \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>marzo\u003C/mark> ore 11\r\nCacerolazo contro le guerre al Balon\r\n\r\nSabato 19 \u003Cmark>marzo\u003C/mark>\r\nGuerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa\r\nIncontro/convegno antimilitarista a Milano\r\nal Kasciavit, via san Faustino 64\r\nInizio ore 10,30\r\nIntroduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista\r\nInterventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":489,"snippet":490,"value":490},[74],"Anarres del 4 \u003Cmark>marzo\u003C/mark>. Guerra: la Sicilia in prima linea. La Nato sbarca a Torino? Gender Strike! 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Interventi in diretta e contributi audio intervallano le selezioni odierne, che partono super pop con Jacko, artista che è sempre riuscito a inserire nelle sue hit messaggi di denuncia sociale. Prima della sigla c'è il nuovo singolo di Volta Blues, il progetto che mensilmente sta rilasciando tracce dotate di una caratterizzazione unica e sensazionale. E poi parte la scaletta con Black Slate, The Jamaicans, Ronnie Davis, Mad Professor, Sister Aisha, Aleighcia Scott, Micah Shemaiah, doppietta per Reemah con due brani militanti, e ancora le denunce in musica di Manu Chao con Linton Kwesi Johnson e Dennis Bovell. Un paio di riddim di sottofondo alle chiamate dal presidio, Prison Break e Sensimillionaire con le voci di Mark Wonder, Shabu, Michael Rose e Million Stylez. General Levy sempre in pista con Joe Ariwa e Pupajim introducono il finale di programma con le tracce di Orlando La Montagna.\r\n\r\nBusiness of war!","13 Marzo 2024","2024-03-13 09:44:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/IMG_1587-200x110.jpeg","Overjoy 182",1710323094,[511,512,513],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[515,516,517],"dub","reggae","roots",{"post_content":519},{"matched_tokens":520,"snippet":521,"value":522},[73,185],"audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024.03.12-16.30.00-OJ182-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>Marzo\u003C/mark> 2024, Overjoy182 [S16E11]\r\n\r\nOggi la","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024.03.12-16.30.00-OJ182-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì \u003Cmark>12\u003C/mark> \u003Cmark>Marzo\u003C/mark> 2024, Overjoy182 [S16E11]\r\n\r\nOggi la puntata è caratterizzata dalla contemporaneità con il presidio sotto le mura del carcere Lorusso e Cotugno di Torino per la libertà delle donne incarcerate. 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