","Sgomberato lo spazio 20092 a Cinisello Balsamo","post",1677371395,[56,57,58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/20092/","http://radioblackout.org/tag/aler/","http://radioblackout.org/tag/cinisello-balsamo/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/","http://radioblackout.org/tag/spazio-20092/",[17,15,27,19,21],{"post_content":63,"post_title":67,"tags":70},{"matched_tokens":64,"snippet":65,"value":66},[17],"lo spazio sociale e abitativo \u003Cmark>20092\u003C/mark> in via Cremona 10, a","Martedì 21 febbraio è stato sgomberato lo spazio sociale e abitativo \u003Cmark>20092\u003C/mark> in via Cremona 10, a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano. L'edificio era occupato da otto anni. Ci vivevano venti persone, tra cui famiglie e minori. Era uno spazio nato per dare un tetto a chi non se lo poteva permettere, per creare unità in un momento di grande crisi abitativa in tutta Italia. Si parla di più di 200 persone che hanno trovato riparo al \u003Cmark>20092\u003C/mark> in otto anni di vita dello spazio. Ora rimane solo un edificio vuoto in più tra i tanti.\r\n\r\nOltre allo sgombero la beffa, poiché si era arrivati ad un accordo per il trasferimento degli abitanti dell'occupazione in alloggi per persone in emergenza abitativa, ma questi appartamenti messi a disposizione da Aler, Azienda Lombarda Edilia Residenziale, si sono rivelati degradati e invivibili.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno del Collettivo \u003Cmark>20092\u003C/mark>:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/20092-24022023.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":68,"snippet":69,"value":69},[17],"Sgomberato lo spazio \u003Cmark>20092\u003C/mark> a Cinisello Balsamo",[71,74,76,78,80],{"matched_tokens":72,"snippet":73},[17],"\u003Cmark>20092\u003C/mark>",{"matched_tokens":75,"snippet":15},[],{"matched_tokens":77,"snippet":27},[],{"matched_tokens":79,"snippet":19},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[17],"spazio \u003Cmark>20092\u003C/mark>",[84,90,93],{"field":30,"indices":85,"matched_tokens":86,"snippets":89},[42,34],[87,88],[17],[17],[73,82],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":69,"value":69},"post_title",[17],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":65,"value":66},"post_content",[17],578730123365712000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":42,"score":101,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":42},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":103,"highlight":121,"highlights":127,"text_match":130,"text_match_info":131},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":42,"id":106,"is_sticky":42,"permalink":107,"post_author":45,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":110,"post_id":106,"post_modified":111,"post_thumbnail":112,"post_thumbnail_html":113,"post_title":114,"post_type":53,"sort_by_date":115,"tag_links":116,"tags":120},[39],[41],"87870","http://radioblackout.org/2024/03/i-profitti-aziendali-volano-ma-finiscono-nei-paradisi-fiscali/","Uno studio appena pubblicato dal centro di ricerca congiunto (Jrc) dell’unione europa che condensa i dati su quasi 2,28 milioni di bilanci societari depositati tra il 2009 e il 2020, analizza gli effetti causati dal dumping fiscale in oltre 100 paesi. Nel periodo in esame, l'analisi ha calcolato una “transumanza fiscale” pari a oltre 13.500 miliardi di dollari di utili societari trasferiti all’estero su un totale di 37.500, pari al 36% del totale dei profitti esaminati. Lo studio dimostra che gli azionisti italiani sono quelli più impegnati nel mondo a sottrarre al fisco i profitti delle loro aziende. Su oltre 789 mila dati relativi ai paesi di residenza dei beneficiari finali delle imprese che hanno trasferito utili nei paradisi fiscali durante il periodo 2009-2020, nella Penisola si sono contati 72.385 casi, pari al 9,2% del totale globale.\r\nDallo studio emerge poi che le multinazionali sono campioni del trasferimento dei profitti su larga scala dato che mantengono filiali in paesi a bassa tassazione e paradisi fiscali a tassazione zero con il solo scopo di trasferire profitti in modo da beneficiare del minor carico erariale.\r\nSoldi i che sarebbero serviti per realizzare scuole, ospedali, infrastrutture, garantire welfare, pensioni e assistenza ai lavoratori e ai poveri. Il tutto ovviamente non avviene senza la collaborazione delle grandi società di consulenza mondiale, di fiscalisti, commercialisti e soprattutto delle banche che fanno transitare i fondi.\r\nNe parliamo con Renato Strumia del Sallca cub.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/INFO-11021024-STRUMIA.mp3\"][/audio]","11 Marzo 2024","OFFSHORE 13.500 MLD $ SVANITI: IL 36% DEL TOTALE DEI PROFITTI AZIENDALI DAL 2009 AL 2020.","2024-03-11 14:28:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO-1024x538.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO-768x403.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/PROFITTI-ALLESTERO.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I PROFITTI AZIENDALI VOLANO MA FINISCONO NEI PARADISI FISCALI.",1710167339,[117,118,119],"http://radioblackout.org/tag/evasione-elusione/","http://radioblackout.org/tag/paradisi-fiscali/","http://radioblackout.org/tag/profitti-imprese/",[29,25,23],{"post_content":122},{"matched_tokens":123,"snippet":125,"value":126},[124],"2009-2","paradisi fiscali durante il periodo \u003Cmark>2009-2\u003C/mark>020, nella Penisola si sono contati","Uno studio appena pubblicato dal centro di ricerca congiunto (Jrc) dell’unione europa che condensa i dati su quasi 2,28 milioni di bilanci societari depositati tra il 2009 e il 2020, analizza gli effetti causati dal dumping fiscale in oltre 100 paesi. 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A nostra memoria era dal 1 gennaio 2012 che non c'era un'evasione dal centro di Torino, nel quale i lavori di ristrutturazione purtroppo proseguono a dispetto di mozioni comunali e regionali che ne chiedono la chiusura.\r\nIntanto i reclusi tra le varie proteste hanno anche scioperato contro la qualità del cibo condito con vermi servito dalla ditta barese Ladisa Ristorazione, colosso del settore con una filiale a Torino e un appalto per le mense scolastiche della circoscrizione 4. Per denunciare la complicità di Ladisa nella gestione del CIE c'è già stata la diffusione di un volantino davanti ad alcune scuole torinesi, come accadde nel 2009-2010 quando il ristoratore era Camst. La mobilitazione si appresta a continuare, mentre quanto prima verrà promosso un presidio sotto il CIE.\r\nAscolta la diretta di stamattina con Andrea di Macerie:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","24 Settembre 2015","2015-09-30 15:24:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/img-20150909-wa0001-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/img-20150909-wa0001-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/img-20150909-wa0001-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/img-20150909-wa0001-768x1024.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/img-20150909-wa0001.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Le fughe dal CIE e i vermi di Ladisa Ristorazione",1443101714,[],[],{"post_content":151},{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":154},[124],"scuole torinesi, come accadde nel \u003Cmark>2009-2\u003C/mark>010 quando il ristoratore era Camst.","Domenica scorsa nel pomeriggio un gruppetto di reclusi dopo aver scavalcato le recinzioni ha tentato di scappare dal CIE di corso Brunelleschi a Torino; qualcuno è stato ripreso ma due sono riusciti a farla franca. 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Ma nonostante ciò, la riduzione drastica delle 46 (!) modalità contrattuali “atipiche” esistenti, assicurata inizialmente dal Ministro Fornero, è stata poi incredibilmente è accantonata, per intervenire solo su alcune specifiche tipologie contrattuali sia applicando nuove pratiche amministrative disincentivanti -anche se per certi aspetti carenti-, sia stabilendo nuovi oneri contributivi, che però rischiano di andare a detrimento anziché a vantaggio dei precari, come vedremo.\r\nCONTRATTI A TERMINE (O A TEMPO DETERMINATO)\r\na) Si tenta lo scoraggiamento di questo tipo di contratti attraverso una penalizzazione, un contributo aggiuntivo dell'1,4%, ma c’è il rischio, per non dire la certezza, che molti (im)prenditori ne scarichino il costo sulle spalle dei lavoratori. Per evitare questo pericolo il governo avrebbe dovuto accompagnare il contributo con un tetto minimo salariale, in modo che i lavoratori non potessero percepire meno di una certa cifra. Nel documento finale della Ministra Fornero, invece, il tetto minimo non c'è.\r\nb) il contributo aggiuntivo dell'1,4% potrebbe avere come conseguenza quella di far ingrossare le fila delle 4 milioni di partite Iva, che diventerebbero per gli imprenditori più convenienti.\r\nc) il contributo aggiuntivo dell'1,4% non si applicherà né ai contratti stipulati per ragioni di carattere sostitutivo (ad es. a chi è assente per maternità) né ai contratti a termine stagionali, né agli apprendisti: in pratica non si applicherà alla stragrande maggioranza dei contratti a termine!\r\nd) Suona come un paradosso beffardo il fatto che il contributo aggiuntivo dell'1,4% vada a finanziare proprio ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma), da cui molte tipologie di lavoro precario sono invece tagliate fuori (ne sono esclusi co.co.pro., co.co.co, collaborazioni occasionali, a chiamata, finte partite IVA, associati in partecipazione, ecc..)\r\ne) è grave che al primo contratto a termine di durata non superiore a sei mesi sia stata tolta la causale, che era stata finora il deterrente per l'abuso di questo tipo di contratto. Il lavoratore potrà così essere sciolto anche senza bisogno di indicare il motivo preciso del licenziamento (di carattere tecnico, produttivo, organizzativo). In questo modo la precarietà complessiva viene notevolmente aumentata e resa lecita, permettendo l’abuso del contratto a termine, reiterabile senza limiti per lo stesso lavoratore, in un’altra mansione o con un'altra impresa. La conseguenza potrà anche essere che un datore di lavoro potrà avere forza lavoro di basso livello anche tutta composta di contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca previa una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti, usufruendo pure dei “50 giorni” di sforamento concessi per il passaggio delle consegne. L'assenza di causale per il primo contratto a termine è quindi antitetica alle finalità dell’attuale disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nf) La Ministra Fornero illude che allungando l’intervallo tra la stesura di un contratto a termine e l’altro con lo stesso soggetto si possa evitare che centinaia di migliaia di lavoratori continuino a essere precari. Evidentemente alla Fornero sfugge che la vigente normativa consente ai datori di lavoro di reiterare il ricorso al tempo determinato - non necessariamente con gli stessi soggetti - grazie a “causali” di tipo generico. Inoltre allungando il periodo minimo che deve intercorrere fra la scadenza di un contratto ed il suo rinnovo, si costringe di fatto il lavoratore a rimanere disoccupato per un periodo temporale più lungo.\r\ng) Per sanzionare l’utilizzo improprio di contratti a termine, si continua a privilegiare il canale dell’indennizzo giudiziario con un minimo di 2,5 mensilità, davvero modesto, anziché la forma più logica della conversione del contratto a tempo indeterminato\r\nh) È ridotto il periodo entro il quale si deve depositare il ricorso in Tribunale\r\ni) i contratti a termine vengono ulteriormente penalizzati a causa dell’introduzione del trattamento speciale riservato ai lavoratori «svantaggiati» affittati dalle agenzie interinali alle aziende con uno sconto del 20% sulle tabelle contrattuali.\r\nl) Dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato il governo consente di far scattare l'assunzione definitiva, ma questo avveniva anche ora (d. lgs. n. 368 del 2001).\r\nm) per i contratti a termine manca una copertura contributiva nei periodi di non lavoro, cosicchè i precari si ritroveranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nI CONTRATTI A PROGETTO (GIÀ CO.CO.CO)\r\nQuesta forma contrattuale non viene abolita, come promesso inizialmente dal Ministro Fornero\r\na) Occorre prevedere che i compensi non possano mai essere inferiori a quanto previsto, per professionalità analoghe dai CCNL applicati dal committente; questo per scongiurare una concorrenza sleale fra forme di lavoro\r\nb) Per questo tipo di contratto c’è una limitazione a mansioni non solo esecutive o ripetitive. Il progetto non potrà limitarsi a riproporre, come spesso avviene, l'oggetto sociale dell'azienda. Se il progetto manca, il contratto diventa a tempo indeterminato. Se l'attività del lavoratore a progetto finisce per essere sostanzialmente simile, per orario o per compiti svolti, a quella del dipendente, scatta la presunzione del carattere subordinato della prestazione. Viene eliminata la facoltà di introdurre clausole individuali che consentano il recesso del datore di lavoro prima della scadenza del termine o comunque del completamento del progetto, anche in mancanza di una giusta causa, fermo l'obbligo di dare comunque il preavviso al collaboratore\r\nc) Per i collaboratori l'aliquota contributiva previdenziale aumenta di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33%: dunque anche per i contratti a progetto, come per quelli a termine, l’aumento del carico contributivo rischia di rappresentare una beffa, poiché non e' prevista nessuna salvaguardia sui salari minimi di compenso. Così sarà facile per certi (im)prenditori caricare sui lavoratori l’aumento di costo riducendo il compenso netto in busta paga, come già purtroppo avviene con le clausole inserite in alcuni nuovi contratti dei collaboratori.\r\nd) gli aumenti di contributi sociali a favore della gestione separata dell'Inps da parte dei collaboratori a progetto avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali, poiché i collaboratori sono esclusi dall’ASPI.\r\n\r\ne) i sindacati confederali avanzavano la necessità di individuare da parte della contrattazione collettiva una soglia di reddito al di sotto della quale non sia possibile accendere a rapporti di lavoro autonomo.\r\nf) per distinguere il vero dal falso lavoro autonomo, non è stata nemmeno oggetto di discussione la possibilità di indicare come criterio identificativo del lavoro dipendente la cosiddetta “doppia alienità”: dei mezzi di produzione e del risultato utile della prestazione. Dunque queste tipologie di lavoro continueranno ad essere utilizzate per coprire la realtà di rapporti di lavoro subordinato\r\ng) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro, così si andrà in pensione con quasi nulla.\r\nh) grazie ai sindacati c’è un impegno a rendere strutturale l'una tantum riservata ai co. co. pro, un paracadute per il disoccupato che ha bisogno di un sostegno al reddito. Oggi l'una tantum è pari al 30% del reddito dell'anno precedente, con un tetto di 4 mila euro. Ma i requisiti sono più restrittivi di prima, quando di fatto già l'83% dei fondi stanziati per il triennio 2009-2011 non è stato utilizzato (35 milioni su 200), con il 69% di domande respinte (28.674 su 42.550). Senza una revisione, questa salvaguardia continuerà ad essere inutile, oltre che limitato.\r\n\r\nCOLLABORAZIONI O CONSULENZE CON PARTITA IVA\r\nSolo nel 2011 ne sono state aperte ben 535 mila, di cui quasi la metà da parte di giovani, e spesso nascondono veri e propri abusi. Chi è costretto ad aprire una partita Iva, si deve accollare totalmente il costo dei contributi, che altrimenti sarebbe ripartito con la committenza. È dunque un sistema per le imprese per risparmiare sul costo del lavoro, dal momento che si guadagna in media la miseria di 8mila euro l'anno.\r\na) Le partite IVA smascherate non vengono riconosciute come lavoro subordinato ma c’è la loro trasformazione a rapporto di collaborazione coordinato e continuativo e solo poi, eventualmente, in subordinato se ricorrono 2 di questi 3 requisiti: una collaborazione che dura più di sei mesi nell'arco dell'anno, che determina più del 75% dei ricavi del lavoratore, e che ha la postazione del lavoro presso una delle sedi del committente. Ma nessun datore di lavoro è così stupido, se utilizza una falsa partita Iva, da fargli un incarico continuativo di più di 6 mesi o da dargli addirittura una scrivania ed un computer, quindi il 90% delle casistiche di false partite Iva non saranno per niente coinvolte. Inoltre questa norma si applicherà non subito, ma dopo un anno dall'entrata in vigore della legge\r\nb) la stretta dei requisiti sopra descritta non vale per i professionisti che hanno un albo e un ordine professionale, quindi per giornalisti, ingegneri, architetti, avvocati, che sono quelli per i quali abitualmente ci si avvale delle false partire Iva.\r\nc) i pesanti aumenti dei contributi sociali nei confronti delle partite IVA avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali (ASpI e mini-AspI, una sorta di indennità di disoccupazione), da cui essi sono tagliati fuori.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro, quindi andranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nCONTRATO DI APPRENDISTATO\r\nNelle intenzioni del governo l'apprendistato deve diventare il canale privilegiato di accesso dei giovani -ma fino ai 29 anni- al mondo del lavoro, e può durare al massimo fino ai 34 anni, mentre ben più elevata e sopra i 40 anni è l’età che possono raggiungere i lavoratori precari. In realtà questa forma di contratto è senza alcuna garanzia dell'assunzione a tempo indeterminato alla fine del triennio di apprendistato e assomiglia ai tanti altri lavori precari già esistenti.\r\na) l’apprendistato in realtà ha come unico obiettivo quello di abbassare il costo del lavoro, di diminuire le tutele, di poter licenziare senza copertura dell'art. 18 solo con un modesto rimborso economico. Sono dunque 3 anni di apprendistato nel corso del quale il giovane lavoratore senza ammalarsi, fare figli, scioperare o avanzare rivendicazioni di sorta, è perennemente sotto ricatto occupazionale. I vantaggi per gli imprenditori saranno un’aliquota contributiva ridotta al 10%, o addirittura pari a zero per i primi 3 anni di contratto di apprendistato, come previsto in base alle nuove norme per le imprese fino a 9 dipendenti; rispetto al contratto a tempo determinato le aziende risparmieranno fino al 25% del costo del lavoro, e, rispetto al lavoro somministrato, anche il 10-15% di ricarico per le agenzie intermediarie; e poi c’è la possibilità di “sotto-nquadramento”, con 2 livelli in meno rispetto ai lavoratori ordinari che svolgono le stesse mansioni, come afferma il Sole 24 ore; infine c’è la riduzione dei contributi previdenziali che porterà alla riduzione dell’ammontare futuro delle pensioni.\r\n\r\nb) la percentuale di apprendisti stabilizzati per poter procedere a nuove assunzioni, e' stata ridotta per il primo triennio al 30 per cento ed e' una percentuale troppo bassa che, combinata con la possibilità per le imprese di assumere 3 apprendisti ogni 2 lavoratori regolari (mentre prima era 1 ogni 1), può portare ad un utilizzo prevalente di queste forme di lavoro, che è a costi più bassi. Aspetto dunque totalmente contraddittorio con gli obiettivi della presente riforma, che all’art. 1 ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nc) Nel testo presentato alle Camere è stata inserita arbitrariamente dal governo la possibilità di utilizzo della somministrazione a tempo determinato per gli apprendisti, che va soppressa.\r\nd) va evitato il rischio di svuotamento del ruolo di contratto formativo dell'apprendistato attraverso la successione di più contratti, con la totale deresponsabilizzazione dell'utilizzatore in ordine al percorso di apprendistato.\r\ne) c’è un allungamento spropositato e del tutto ingiustificato da un punto di vista professionale dei tempi di prova: 3 anni sono un periodo insensatamente lungo, dato che l’80% dei lavori ha un contenuto professionale molto limitato, che nella maggior parte dei casi si impara in qualche settimana.\r\nf) se il lavoratore fosse licenziato e trovasse occupazione presso un’altra azienda, il suo apprendistato precedente verrebbe azzerato, e questo meccanismo potrebbe protrarsi per sempre.\r\ng) è una tipologia di lavoro che ha il difetto di poter servire a diminuire progressivamente il numero dei lavoratori a tempo indeterminato provvisti di tutele.\r\nh) la durata minima è di 6 mesi ma resta purtroppo la scappatoia di poter essere licenziati poco prima dei 3 anni\r\nIL LAVORO INTERMITTENTE O A CHIAMATA\r\nNegli ultimi tempi ha fatto registrare una forte crescita, ma anche molti abusi, diventando un surrogato del contratto subordinato. CGIL-CISL-UIL avevano segnalato la necessità di sopprimere questo istituto, ma è stato inutile.\r\na) non c’è la volontà di contrastare realmente gli abusi, perché, per evitare che il contratto a chiamata possa coprire forme di utilizzo in nero, nel disegno di legge viene previsto l'obbligo di effettuare una comunicazione amministrativa, che è una prassi troppo snella e inefficace dal momento che basterebbe una semplice telefonata in occasione di ogni chiamata del lavoro. E poi chi volesse utilizzare il lavoro a chiamata per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà bene dall’obbligo di fare la comunicazione amministrativa.\r\nb) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro precario, così i lavoratori andranno in pensione con quasi nulla.\r\nCONTRATTI A TEMPO PARZIALE\r\na) Per evitare che il contratto a tempo parziale possa coprire forme elusive di utilizzo in nero della manodopera, si prevede un inefficace obbligo di comunicazione amministrativa da parte del datore di lavoro, da dare in caso di modifica dell’orario di lavoro. Ovviamente chi volesse utilizzare tali strumenti per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà dall’adempiere all’obbligo di fare la comunicazione amministrativa, e questo testimonia come non vi sia, da parte del governo, la volontà di contrastare realmente gli abusi commessi dai datori di lavoro.\r\nb) è necessario che, come vorrebbero i sindacati, alla luce della riforma previdenziale, venga rafforzata la possibilità di utilizzare il part-time in uscita negli ultimi 5 anni di attività lavorativa, prevedendo il riconoscimento della contribuzione figurativa per le ore settimanali non lavorate.\r\nc) Nel part time, a certe condizioni, il lavoratore potrà chiedere l'eliminazione delle clausole elastiche sull'orario d'impiego\r\n\r\nLAVORO IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALE)\r\n\r\na) sono accendibili in assenza di qualsivoglia “esigenza di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” purché di durata non superiore a “sei mesi” (che però, in assenza di proroga, possono proseguire per altri 50 giorni senza dar luogo a conversione). Ciò significa che un datore di lavoro potrà avere anche tutta la propria forza lavoro con contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca, utilizzando anche i 50 giorni di sforamento concessi per il passaggio delle consegne e una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti. Tutto questo in contrasto con le finalità del disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro\r\nb) in tutti i casi in cui vengano assunti con contratto di somministrazione una platea amplissima di soggetti (lavoratori cosiddetti svantaggi, ultracinquantenni, i privi di diploma superiore, adulti soli con una o più persone a carico ecc), vengono eliminati sia l’obbligo di fornire i motivi del ricorso al lavoro interinale (causali) sia i tetti quantitativi previsti dai contratti, facendolo diventare così l'alternativa o lo sbocco dei contratti a termine e lo sbocco per gli espulsi dai processi produttivi.\r\nc) Non c’è nessuna norma simile a quella prevista per l’apprendistato, che all’art. 5 impone che l’assunzione di nuovi precari dallo stesso datore di lavoro sia possibile solo se almeno il 50 per cento di essi prosegue il rapporto di lavoro al termine del periodo. Mancando dunque una norma di salvaguardia di questo tipo, i lavoratori assunti con questa tipologia di contratto saranno continuamente “usa e getta”.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro dei precari, così chi usufruisce di questo tipo di lavoro andrà in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE:\r\na) Il testo presentato alle Camere contraddice il contenuto del confronto svolto con le organizzazioni sindacali, che limitava l'attivazione dei rapporti di associazione in partecipazione ai soli familiari entro il 1° grado o coniugi. Ora l’associazione in partecipazione viene nuovamente estesa a tre associati, più coloro che sono legati da rapporto coniugale, di parentela entro il terzo grado e affinità entro il secondo. Questo consente di utilizzare questa tipologia al posto del lavoro dipendente ad esempio in esercizi commerciali anche di una certa dimensione, come già avviene: i 52mila associati guadagnano in media la miseria di 9mila euro l'anno e alle commesse viene chiesto di sottoscrivere questa modalità contrattuale per condividere i frutti dell'impresa, con la conseguenza che in alcuni casi hanno dovuto pagare pure le perdite.\r\nb) gli associati in partecipazione non usufruiscono di ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma).\r\nSTAGE E TIROCINI\r\nSono rinviati a una delega. Nella delega deve essere confermata la possibilità di svolgimento unicamente nel percorso formativo.\r\n\r\nLAVORO ACCESSORIO\r\na) Nel testo presentato alle Camere va ripristinato il riferimento al valore orario del voucher, previsto nel confronto svolto con le parti sociali (Documento varato dal CdM del 23 marzo).\r\nb) si assiste ad un'estensione della possibilità di utilizzo del voucher all'intera attività agricola stagionale: questo significa portare tutti i lavoratori agricoli nella soglia dei senza diritti, destrutturare il lavoro agricolo, renderlo più illegale, accessorio, eliminando i vincoli contrattuali per le imprese nel nome della semplificazione. Ricordiamo che in questo campo siamo in presenza di forme diffuse di lavoro nero, anche fra i lavoratori iscritti negli elenchi regolari, in prevalenza immigrati, molti dei quali sono senza diritti, quindi senza pensioni, malattia e disoccupazione.\r\nCONCLUSIONE LAVORO PRECARIO ED ATIPICO\r\nCome si può notare, dunque, il disegno di legge presenta numerose carenze anche per quanto riguarda la parte del lavoro atipico e precario. Sarebbe opportuno quindi che in sede parlamentare se ne prendesse atto, decidendo di intervenire per porvi rimedio. Ci si sarebbe aspettato molto di più da un governo che si proclama “di tecnici” ma che, del resto, ci ha già sorpreso in negativo per le semplicistiche quanto crudeli -verso i meno abbienti- decisioni adottate nella prima manovra economica di dicembre 2011 su Irpef, ICI, benzina e IVA, usando le pensioni come Bancomat pur essendo il sistema in equilibrio fino al 2050, provocando centinaia di migliaia di esodati rimasti senza lavoro e senza pensione e producendo come risultato la perdita di 800mila nuovi posti di lavoro per i giovani a causa dell’allungamento dell’età pensionabile. E oggi che 3 nuovi “consulenti” tecnici vengono chiamati di fatto a sostituire nelle competenze il governo, vediamo con chiarezza la conferma della manifesta incapacità di questa compagine governativa, che si mostra in grado più di raccontarla che di fare.\r\nRiguardo alla “riforma” del lavoro precario, si può constatare come non solo non aumenti i posti di lavoro, ma lasci anche del tutto inevasa la necessaria riduzione delle numerose, infernali tipologie contrattuali precarie ed atipiche esistenti: uno strano modo davvero di rispondere alla crisi! Monti e Fonero non hanno voluto puntare sulla valorizzazione del lavoro proseguendo e peggiorando una tendenza sbagliata che fa leva sulla riduzione dei costi fondata sul lavoro “usa e getta”, anziché adoperarsi per incentivare la ricerca, l'innovazione tecnologica e di prodotto. Ma, come ha detto giustamente Monsignor Bregantini, “il lavoratore non è una merce, non lo si può trattare come un prodotto da dimettere”, e dunque la bussola dovrebbe tornare ad essere un neo-umanesimo laburista, che restituisca serenità e dignità alla persona che lavora.\r\n\r\napprofondimento a cura di\r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n1 Maggio 2012","7 Maggio 2012","2012-05-18 18:53:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/lavoro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/lavoro.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","LAVORATORI PRECARI NELLA RIFORMA MONTI – FORNERO",1336403758,[],[],{"post_content":175},{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":178},[124],"fondi stanziati per il triennio \u003Cmark>2009-2\u003C/mark>011 non è stato utilizzato (35","Qui di seguito pubblichiamo un contributo arrivato alla mail informazione@radioblackout.org\r\n\r\nLAVORATORI PRECARI NELLA RIFORMA MONTI – FORNERO\r\n\r\nIl lavoro precario, che ormai riguarda l'80% delle nuove assunzioni, e circa 7 milioni di persone (dati Isfol), rappresenta una vera e propria emergenza nazionale, una realtà contrattuale senza tutele e diritti. Ma nonostante ciò, la riduzione drastica delle 46 (!) modalità contrattuali “atipiche” esistenti, assicurata inizialmente dal Ministro Fornero, è stata poi incredibilmente è accantonata, per intervenire solo su alcune specifiche tipologie contrattuali sia applicando nuove pratiche amministrative disincentivanti -anche se per certi aspetti carenti-, sia stabilendo nuovi oneri contributivi, che però rischiano di andare a detrimento anziché a vantaggio dei precari, come vedremo.\r\nCONTRATTI A TERMINE (O A TEMPO DETERMINATO)\r\na) Si tenta lo scoraggiamento di questo tipo di contratti attraverso una penalizzazione, un contributo aggiuntivo dell'1,4%, ma c’è il rischio, per non dire la certezza, che molti (im)prenditori ne scarichino il costo sulle spalle dei lavoratori. Per evitare questo pericolo il governo avrebbe dovuto accompagnare il contributo con un tetto minimo salariale, in modo che i lavoratori non potessero percepire meno di una certa cifra. Nel documento finale della Ministra Fornero, invece, il tetto minimo non c'è.\r\nb) il contributo aggiuntivo dell'1,4% potrebbe avere come conseguenza quella di far ingrossare le fila delle 4 milioni di partite Iva, che diventerebbero per gli imprenditori più convenienti.\r\nc) il contributo aggiuntivo dell'1,4% non si applicherà né ai contratti stipulati per ragioni di carattere sostitutivo (ad es. a chi è assente per maternità) né ai contratti a termine stagionali, né agli apprendisti: in pratica non si applicherà alla stragrande maggioranza dei contratti a termine!\r\nd) Suona come un paradosso beffardo il fatto che il contributo aggiuntivo dell'1,4% vada a finanziare proprio ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma), da cui molte tipologie di lavoro precario sono invece tagliate fuori (ne sono esclusi co.co.pro., co.co.co, collaborazioni occasionali, a chiamata, finte partite IVA, associati in partecipazione, ecc..)\r\ne) è grave che al primo contratto a termine di durata non superiore a sei mesi sia stata tolta la causale, che era stata finora il deterrente per l'abuso di questo tipo di contratto. Il lavoratore potrà così essere sciolto anche senza bisogno di indicare il motivo preciso del licenziamento (di carattere tecnico, produttivo, organizzativo). In questo modo la precarietà complessiva viene notevolmente aumentata e resa lecita, permettendo l’abuso del contratto a termine, reiterabile senza limiti per lo stesso lavoratore, in un’altra mansione o con un'altra impresa. La conseguenza potrà anche essere che un datore di lavoro potrà avere forza lavoro di basso livello anche tutta composta di contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca previa una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti, usufruendo pure dei “50 giorni” di sforamento concessi per il passaggio delle consegne. L'assenza di causale per il primo contratto a termine è quindi antitetica alle finalità dell’attuale disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nf) La Ministra Fornero illude che allungando l’intervallo tra la stesura di un contratto a termine e l’altro con lo stesso soggetto si possa evitare che centinaia di migliaia di lavoratori continuino a essere precari. Evidentemente alla Fornero sfugge che la vigente normativa consente ai datori di lavoro di reiterare il ricorso al tempo determinato - non necessariamente con gli stessi soggetti - grazie a “causali” di tipo generico. Inoltre allungando il periodo minimo che deve intercorrere fra la scadenza di un contratto ed il suo rinnovo, si costringe di fatto il lavoratore a rimanere disoccupato per un periodo temporale più lungo.\r\ng) Per sanzionare l’utilizzo improprio di contratti a termine, si continua a privilegiare il canale dell’indennizzo giudiziario con un minimo di 2,5 mensilità, davvero modesto, anziché la forma più logica della conversione del contratto a tempo indeterminato\r\nh) È ridotto il periodo entro il quale si deve depositare il ricorso in Tribunale\r\ni) i contratti a termine vengono ulteriormente penalizzati a causa dell’introduzione del trattamento speciale riservato ai lavoratori «svantaggiati» affittati dalle agenzie interinali alle aziende con uno sconto del 20% sulle tabelle contrattuali.\r\nl) Dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato il governo consente di far scattare l'assunzione definitiva, ma questo avveniva anche ora (d. lgs. n. 368 del 2001).\r\nm) per i contratti a termine manca una copertura contributiva nei periodi di non lavoro, cosicchè i precari si ritroveranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nI CONTRATTI A PROGETTO (GIÀ CO.CO.CO)\r\nQuesta forma contrattuale non viene abolita, come promesso inizialmente dal Ministro Fornero\r\na) Occorre prevedere che i compensi non possano mai essere inferiori a quanto previsto, per professionalità analoghe dai CCNL applicati dal committente; questo per scongiurare una concorrenza sleale fra forme di lavoro\r\nb) Per questo tipo di contratto c’è una limitazione a mansioni non solo esecutive o ripetitive. Il progetto non potrà limitarsi a riproporre, come spesso avviene, l'oggetto sociale dell'azienda. Se il progetto manca, il contratto diventa a tempo indeterminato. Se l'attività del lavoratore a progetto finisce per essere sostanzialmente simile, per orario o per compiti svolti, a quella del dipendente, scatta la presunzione del carattere subordinato della prestazione. Viene eliminata la facoltà di introdurre clausole individuali che consentano il recesso del datore di lavoro prima della scadenza del termine o comunque del completamento del progetto, anche in mancanza di una giusta causa, fermo l'obbligo di dare comunque il preavviso al collaboratore\r\nc) Per i collaboratori l'aliquota contributiva previdenziale aumenta di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33%: dunque anche per i contratti a progetto, come per quelli a termine, l’aumento del carico contributivo rischia di rappresentare una beffa, poiché non e' prevista nessuna salvaguardia sui salari minimi di compenso. Così sarà facile per certi (im)prenditori caricare sui lavoratori l’aumento di costo riducendo il compenso netto in busta paga, come già purtroppo avviene con le clausole inserite in alcuni nuovi contratti dei collaboratori.\r\nd) gli aumenti di contributi sociali a favore della gestione separata dell'Inps da parte dei collaboratori a progetto avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali, poiché i collaboratori sono esclusi dall’ASPI.\r\n\r\ne) i sindacati confederali avanzavano la necessità di individuare da parte della contrattazione collettiva una soglia di reddito al di sotto della quale non sia possibile accendere a rapporti di lavoro autonomo.\r\nf) per distinguere il vero dal falso lavoro autonomo, non è stata nemmeno oggetto di discussione la possibilità di indicare come criterio identificativo del lavoro dipendente la cosiddetta “doppia alienità”: dei mezzi di produzione e del risultato utile della prestazione. Dunque queste tipologie di lavoro continueranno ad essere utilizzate per coprire la realtà di rapporti di lavoro subordinato\r\ng) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro, così si andrà in pensione con quasi nulla.\r\nh) grazie ai sindacati c’è un impegno a rendere strutturale l'una tantum riservata ai co. co. pro, un paracadute per il disoccupato che ha bisogno di un sostegno al reddito. Oggi l'una tantum è pari al 30% del reddito dell'anno precedente, con un tetto di 4 mila euro. Ma i requisiti sono più restrittivi di prima, quando di fatto già l'83% dei fondi stanziati per il triennio \u003Cmark>2009-2\u003C/mark>011 non è stato utilizzato (35 milioni su 200), con il 69% di domande respinte (28.674 su 42.550). Senza una revisione, questa salvaguardia continuerà ad essere inutile, oltre che limitato.\r\n\r\nCOLLABORAZIONI O CONSULENZE CON PARTITA IVA\r\nSolo nel 2011 ne sono state aperte ben 535 mila, di cui quasi la metà da parte di giovani, e spesso nascondono veri e propri abusi. Chi è costretto ad aprire una partita Iva, si deve accollare totalmente il costo dei contributi, che altrimenti sarebbe ripartito con la committenza. È dunque un sistema per le imprese per risparmiare sul costo del lavoro, dal momento che si guadagna in media la miseria di 8mila euro l'anno.\r\na) Le partite IVA smascherate non vengono riconosciute come lavoro subordinato ma c’è la loro trasformazione a rapporto di collaborazione coordinato e continuativo e solo poi, eventualmente, in subordinato se ricorrono 2 di questi 3 requisiti: una collaborazione che dura più di sei mesi nell'arco dell'anno, che determina più del 75% dei ricavi del lavoratore, e che ha la postazione del lavoro presso una delle sedi del committente. Ma nessun datore di lavoro è così stupido, se utilizza una falsa partita Iva, da fargli un incarico continuativo di più di 6 mesi o da dargli addirittura una scrivania ed un computer, quindi il 90% delle casistiche di false partite Iva non saranno per niente coinvolte. Inoltre questa norma si applicherà non subito, ma dopo un anno dall'entrata in vigore della legge\r\nb) la stretta dei requisiti sopra descritta non vale per i professionisti che hanno un albo e un ordine professionale, quindi per giornalisti, ingegneri, architetti, avvocati, che sono quelli per i quali abitualmente ci si avvale delle false partire Iva.\r\nc) i pesanti aumenti dei contributi sociali nei confronti delle partite IVA avvengono a fronte di nessuna estensione degli ammortizzatori sociali (ASpI e mini-AspI, una sorta di indennità di disoccupazione), da cui essi sono tagliati fuori.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro, quindi andranno in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nCONTRATO DI APPRENDISTATO\r\nNelle intenzioni del governo l'apprendistato deve diventare il canale privilegiato di accesso dei giovani -ma fino ai 29 anni- al mondo del lavoro, e può durare al massimo fino ai 34 anni, mentre ben più elevata e sopra i 40 anni è l’età che possono raggiungere i lavoratori precari. In realtà questa forma di contratto è senza alcuna garanzia dell'assunzione a tempo indeterminato alla fine del triennio di apprendistato e assomiglia ai tanti altri lavori precari già esistenti.\r\na) l’apprendistato in realtà ha come unico obiettivo quello di abbassare il costo del lavoro, di diminuire le tutele, di poter licenziare senza copertura dell'art. 18 solo con un modesto rimborso economico. Sono dunque 3 anni di apprendistato nel corso del quale il giovane lavoratore senza ammalarsi, fare figli, scioperare o avanzare rivendicazioni di sorta, è perennemente sotto ricatto occupazionale. I vantaggi per gli imprenditori saranno un’aliquota contributiva ridotta al 10%, o addirittura pari a zero per i primi 3 anni di contratto di apprendistato, come previsto in base alle nuove norme per le imprese fino a 9 dipendenti; rispetto al contratto a tempo determinato le aziende risparmieranno fino al 25% del costo del lavoro, e, rispetto al lavoro somministrato, anche il 10-15% di ricarico per le agenzie intermediarie; e poi c’è la possibilità di “sotto-nquadramento”, con 2 livelli in meno rispetto ai lavoratori ordinari che svolgono le stesse mansioni, come afferma il Sole 24 ore; infine c’è la riduzione dei contributi previdenziali che porterà alla riduzione dell’ammontare futuro delle pensioni.\r\n\r\nb) la percentuale di apprendisti stabilizzati per poter procedere a nuove assunzioni, e' stata ridotta per il primo triennio al 30 per cento ed e' una percentuale troppo bassa che, combinata con la possibilità per le imprese di assumere 3 apprendisti ogni 2 lavoratori regolari (mentre prima era 1 ogni 1), può portare ad un utilizzo prevalente di queste forme di lavoro, che è a costi più bassi. Aspetto dunque totalmente contraddittorio con gli obiettivi della presente riforma, che all’art. 1 ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro.\r\nc) Nel testo presentato alle Camere è stata inserita arbitrariamente dal governo la possibilità di utilizzo della somministrazione a tempo determinato per gli apprendisti, che va soppressa.\r\nd) va evitato il rischio di svuotamento del ruolo di contratto formativo dell'apprendistato attraverso la successione di più contratti, con la totale deresponsabilizzazione dell'utilizzatore in ordine al percorso di apprendistato.\r\ne) c’è un allungamento spropositato e del tutto ingiustificato da un punto di vista professionale dei tempi di prova: 3 anni sono un periodo insensatamente lungo, dato che l’80% dei lavori ha un contenuto professionale molto limitato, che nella maggior parte dei casi si impara in qualche settimana.\r\nf) se il lavoratore fosse licenziato e trovasse occupazione presso un’altra azienda, il suo apprendistato precedente verrebbe azzerato, e questo meccanismo potrebbe protrarsi per sempre.\r\ng) è una tipologia di lavoro che ha il difetto di poter servire a diminuire progressivamente il numero dei lavoratori a tempo indeterminato provvisti di tutele.\r\nh) la durata minima è di 6 mesi ma resta purtroppo la scappatoia di poter essere licenziati poco prima dei 3 anni\r\nIL LAVORO INTERMITTENTE O A CHIAMATA\r\nNegli ultimi tempi ha fatto registrare una forte crescita, ma anche molti abusi, diventando un surrogato del contratto subordinato. CGIL-CISL-UIL avevano segnalato la necessità di sopprimere questo istituto, ma è stato inutile.\r\na) non c’è la volontà di contrastare realmente gli abusi, perché, per evitare che il contratto a chiamata possa coprire forme di utilizzo in nero, nel disegno di legge viene previsto l'obbligo di effettuare una comunicazione amministrativa, che è una prassi troppo snella e inefficace dal momento che basterebbe una semplice telefonata in occasione di ogni chiamata del lavoro. E poi chi volesse utilizzare il lavoro a chiamata per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà bene dall’obbligo di fare la comunicazione amministrativa.\r\nb) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro di questa tipologia di lavoro precario, così i lavoratori andranno in pensione con quasi nulla.\r\nCONTRATTI A TEMPO PARZIALE\r\na) Per evitare che il contratto a tempo parziale possa coprire forme elusive di utilizzo in nero della manodopera, si prevede un inefficace obbligo di comunicazione amministrativa da parte del datore di lavoro, da dare in caso di modifica dell’orario di lavoro. Ovviamente chi volesse utilizzare tali strumenti per coprire forme illegali di utilizzo di manodopera, se ne guarderà dall’adempiere all’obbligo di fare la comunicazione amministrativa, e questo testimonia come non vi sia, da parte del governo, la volontà di contrastare realmente gli abusi commessi dai datori di lavoro.\r\nb) è necessario che, come vorrebbero i sindacati, alla luce della riforma previdenziale, venga rafforzata la possibilità di utilizzare il part-time in uscita negli ultimi 5 anni di attività lavorativa, prevedendo il riconoscimento della contribuzione figurativa per le ore settimanali non lavorate.\r\nc) Nel part time, a certe condizioni, il lavoratore potrà chiedere l'eliminazione delle clausole elastiche sull'orario d'impiego\r\n\r\nLAVORO IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALE)\r\n\r\na) sono accendibili in assenza di qualsivoglia “esigenza di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” purché di durata non superiore a “sei mesi” (che però, in assenza di proroga, possono proseguire per altri 50 giorni senza dar luogo a conversione). Ciò significa che un datore di lavoro potrà avere anche tutta la propria forza lavoro con contratti precari, purché ogni sei mesi li sostituisca, utilizzando anche i 50 giorni di sforamento concessi per il passaggio delle consegne e una breve formazione che gli uscenti dovranno fornire agli entranti. Tutto questo in contrasto con le finalità del disegno di legge (art.1) che ribadisce essere il lavoro subordinato a tempo indeterminato la forma comune di rapporto di lavoro\r\nb) in tutti i casi in cui vengano assunti con contratto di somministrazione una platea amplissima di soggetti (lavoratori cosiddetti svantaggi, ultracinquantenni, i privi di diploma superiore, adulti soli con una o più persone a carico ecc), vengono eliminati sia l’obbligo di fornire i motivi del ricorso al lavoro interinale (causali) sia i tetti quantitativi previsti dai contratti, facendolo diventare così l'alternativa o lo sbocco dei contratti a termine e lo sbocco per gli espulsi dai processi produttivi.\r\nc) Non c’è nessuna norma simile a quella prevista per l’apprendistato, che all’art. 5 impone che l’assunzione di nuovi precari dallo stesso datore di lavoro sia possibile solo se almeno il 50 per cento di essi prosegue il rapporto di lavoro al termine del periodo. Mancando dunque una norma di salvaguardia di questo tipo, i lavoratori assunti con questa tipologia di contratto saranno continuamente “usa e getta”.\r\nd) manca una copertura contributiva per i periodi di non lavoro dei precari, così chi usufruisce di questo tipo di lavoro andrà in pensione con quasi nulla.\r\n\r\nASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE:\r\na) Il testo presentato alle Camere contraddice il contenuto del confronto svolto con le organizzazioni sindacali, che limitava l'attivazione dei rapporti di associazione in partecipazione ai soli familiari entro il 1° grado o coniugi. Ora l’associazione in partecipazione viene nuovamente estesa a tre associati, più coloro che sono legati da rapporto coniugale, di parentela entro il terzo grado e affinità entro il secondo. Questo consente di utilizzare questa tipologia al posto del lavoro dipendente ad esempio in esercizi commerciali anche di una certa dimensione, come già avviene: i 52mila associati guadagnano in media la miseria di 9mila euro l'anno e alle commesse viene chiesto di sottoscrivere questa modalità contrattuale per condividere i frutti dell'impresa, con la conseguenza che in alcuni casi hanno dovuto pagare pure le perdite.\r\nb) gli associati in partecipazione non usufruiscono di ASpI e mini-ASpI (una sorta di indennità di disoccupazione introdotte con questa riforma).\r\nSTAGE E TIROCINI\r\nSono rinviati a una delega. Nella delega deve essere confermata la possibilità di svolgimento unicamente nel percorso formativo.\r\n\r\nLAVORO ACCESSORIO\r\na) Nel testo presentato alle Camere va ripristinato il riferimento al valore orario del voucher, previsto nel confronto svolto con le parti sociali (Documento varato dal CdM del 23 marzo).\r\nb) si assiste ad un'estensione della possibilità di utilizzo del voucher all'intera attività agricola stagionale: questo significa portare tutti i lavoratori agricoli nella soglia dei senza diritti, destrutturare il lavoro agricolo, renderlo più illegale, accessorio, eliminando i vincoli contrattuali per le imprese nel nome della semplificazione. Ricordiamo che in questo campo siamo in presenza di forme diffuse di lavoro nero, anche fra i lavoratori iscritti negli elenchi regolari, in prevalenza immigrati, molti dei quali sono senza diritti, quindi senza pensioni, malattia e disoccupazione.\r\nCONCLUSIONE LAVORO PRECARIO ED ATIPICO\r\nCome si può notare, dunque, il disegno di legge presenta numerose carenze anche per quanto riguarda la parte del lavoro atipico e precario. Sarebbe opportuno quindi che in sede parlamentare se ne prendesse atto, decidendo di intervenire per porvi rimedio. Ci si sarebbe aspettato molto di più da un governo che si proclama “di tecnici” ma che, del resto, ci ha già sorpreso in negativo per le semplicistiche quanto crudeli -verso i meno abbienti- decisioni adottate nella prima manovra economica di dicembre 2011 su Irpef, ICI, benzina e IVA, usando le pensioni come Bancomat pur essendo il sistema in equilibrio fino al 2050, provocando centinaia di migliaia di esodati rimasti senza lavoro e senza pensione e producendo come risultato la perdita di 800mila nuovi posti di lavoro per i giovani a causa dell’allungamento dell’età pensionabile. E oggi che 3 nuovi “consulenti” tecnici vengono chiamati di fatto a sostituire nelle competenze il governo, vediamo con chiarezza la conferma della manifesta incapacità di questa compagine governativa, che si mostra in grado più di raccontarla che di fare.\r\nRiguardo alla “riforma” del lavoro precario, si può constatare come non solo non aumenti i posti di lavoro, ma lasci anche del tutto inevasa la necessaria riduzione delle numerose, infernali tipologie contrattuali precarie ed atipiche esistenti: uno strano modo davvero di rispondere alla crisi! Monti e Fonero non hanno voluto puntare sulla valorizzazione del lavoro proseguendo e peggiorando una tendenza sbagliata che fa leva sulla riduzione dei costi fondata sul lavoro “usa e getta”, anziché adoperarsi per incentivare la ricerca, l'innovazione tecnologica e di prodotto. Ma, come ha detto giustamente Monsignor Bregantini, “il lavoratore non è una merce, non lo si può trattare come un prodotto da dimettere”, e dunque la bussola dovrebbe tornare ad essere un neo-umanesimo laburista, che restituisca serenità e dignità alla persona che lavora.\r\n\r\napprofondimento a cura di\r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n1 Maggio 2012",[180],{"field":94,"matched_tokens":181,"snippet":177,"value":178},[124],{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},6646,{"collection_name":53,"first_q":17,"per_page":185,"q":17},6,{"facet_counts":187,"found":212,"hits":238,"out_of":393,"page":14,"request_params":394,"search_cutoff":31,"search_time_ms":14},[188,213],{"counts":189,"field_name":210,"sampled":31,"stats":211},[190,192,194,196,198,200,202,204,206,208],{"count":14,"highlighted":191,"value":191},"radiokebab",{"count":14,"highlighted":193,"value":193},"metix flow",{"count":14,"highlighted":195,"value":195},"ponte radio",{"count":14,"highlighted":197,"value":197},"FROM INSIDE",{"count":14,"highlighted":199,"value":199},"congiunzioni",{"count":14,"highlighted":201,"value":201},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":203,"value":203},"RADIO KALAKUTA",{"count":14,"highlighted":205,"value":205},"jene nella notte",{"count":14,"highlighted":207,"value":207},"musick to play in the dark",{"count":14,"highlighted":209,"value":209},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":212},10,{"counts":214,"field_name":30,"sampled":31,"stats":236},[215,218,220,222,224,226,228,230,232,234],{"count":216,"highlighted":217,"value":217},2,"litio",{"count":216,"highlighted":219,"value":219},"Promo",{"count":216,"highlighted":221,"value":221},"tratta",{"count":216,"highlighted":223,"value":223},"serbia",{"count":216,"highlighted":225,"value":225},"Romania",{"count":216,"highlighted":227,"value":227},"open balcan",{"count":216,"highlighted":229,"value":229},"rotta balcanica",{"count":216,"highlighted":231,"value":231},"musica balcanica",{"count":216,"highlighted":233,"value":233},"politiche europee trasporti",{"count":216,"highlighted":235,"value":235},"politiche europee immigrazione",{"total_values":237},184,[239,273,298,320,346,370],{"document":240,"highlight":256,"highlights":265,"text_match":130,"text_match_info":270},{"comment_count":42,"id":241,"is_sticky":42,"permalink":242,"podcastfilter":243,"post_author":244,"post_content":245,"post_date":246,"post_excerpt":48,"post_id":241,"post_modified":247,"post_thumbnail":248,"post_title":249,"post_type":250,"sort_by_date":251,"tag_links":252,"tags":254},"77146","http://radioblackout.org/podcast/musick-to-play-in-the-dark-puntata-del-20-09-2022-speciale-n-o-i-a-records/",[207],"riot on sunset strip","Musick To Play In The Dark - Puntata del 20/09/2022 (speciale N.O.I.A. 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Gerstein, Noisebrigade, Dr. Cancer, etc. che va in onda su Radio Blackout 105.250 il martedì dalle 23 fino a mezzanotte.\r\nPer un’ora verrete condotti attraverso un percorso trasversale fatto da sonorità che non si fermano ad un genere: si può passare dall’industrial alla wave, facendo una fermata nel punk, nel death metal, nell’electro oppure anche nel math rock.\r\nSeguiremo le storie di chi ha fatto dei suoni non convenzionali l’espressione della propria persona con ascolti ed alle volte con interviste.\r\nCi sarà uno spazio per le novità e per improvvisazioni varie.\r\nSpegnete la luce, la musica inizia…\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/MusickToPlayInTheDark2022_09_20.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPLAYLIST\r\n\r\n \tN.O.I.A. \"The rule to survive (looking for love)\" da \"The rule to survive (looking for love)\" 7\"\r\n \tKlein & MBO \"Dirty Talk\" da \"Dirty Talk\" 12\r\n \tN.O.I.A. \"Atomkraft\" da \"Unreleased Classics '78-'82\" 2LP/CD/DIG\r\n \tN.O.I.A. \"We wanna glow\" da \"Unreleased Classics '78-'82\" 2LP/CD/DIG\r\n \tRebels Without A Cause \"Goddam boys\" da \"Why Don't You Die\" LP\r\n \tHoly Hole \"Raga\" da \"Unreleased Globale 93-94\" DIG\r\n \tTenGrams \"Devious\" da \"Space Lab\" 12\"/DIG\r\n \tTenGrams \"Mindprints\" da \"Cult Of Ignorance\" LP/DIG\r\n \tMonoHan \"Contact light\" da \"Below The Waves\" DIG\r\n\r\nhttps://noiarecords.bandcamp.com/","21 Settembre 2022","2022-09-21 07:31:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/MusickToPlayInTheDark-1-200x110.jpg","Musick To Play In The Dark - Puntata del 20/09/2022 (speciale N.O.I.A. 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Ne abbiamo parlato con Luca Sterchele autore del libro \"Il Carcere Invisibile\" (Meltemi, 2021) e con Luigi Romano (NapoliMonitor).\r\n\r\nA seguire abbiamo parlato con Marina di senzanumero, collettivo antipsichiatrico romano, a partire dal loro contributo \"psichiatria in carcere\" sull'opuscolo collettivo STRAPPI e rilanciando il presidio del 13 Ottobre fuori dal \"World Mental Health Forum\" (https://brughiere.noblogs.org/post/2022/09/12/roma-il-capitalismo-nuoce-gravemente-alla-salute/)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/cong.20Sett22.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload cong.20Sett22\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","20 Settembre 2022","2022-09-20 23:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/153403-md-e1663710884617-200x110.jpg","CARCERI INVISIBILI DEL 20/09/22",1663718186,[333,334],"http://radioblackout.org/tag/antipsichiatria/","http://radioblackout.org/tag/carcere/",[336,337],"antipsichiatria","carcere",{"post_title":339},{"matched_tokens":340,"snippet":341,"value":341},[259],"CARCERI INVISIBILI DEL \u003Cmark>20/09/2\u003C/mark>2",[343],{"field":91,"matched_tokens":344,"snippet":341,"value":341},[259],{"best_field_score":132,"best_field_weight":271,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":297,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},{"document":347,"highlight":362,"highlights":366,"text_match":130,"text_match_info":369},{"comment_count":42,"id":348,"is_sticky":42,"permalink":349,"podcastfilter":350,"post_author":351,"post_content":352,"post_date":353,"post_excerpt":48,"post_id":348,"post_modified":354,"post_thumbnail":355,"post_title":356,"post_type":250,"sort_by_date":357,"tag_links":358,"tags":360},"70881","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-20-09-2021/",[203],"radiokalakuta","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/radio-kalakuta-20092021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata esplora i suoni tuareg del Niger con Bombino nuova stella della musica nigerina ,le chitarre rocciose di Mdou Moctar,i Tinariwen che lasciarono i kalashnikov per le chitarre ,i Temerik da Marsiglia,per poi ascoltarci Malouma la voce della dignità che viene dalla Mauritania,l'omaggio a Eshete il James Brown etiopico,il jazz di Asmara ,il reggae della combattente Faytinga e molto altro...\r\n\r\n ","22 Settembre 2021","2021-09-22 21:49:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/Tuareg_Tradition_Dance-200x110.jpg","Radio Kalakuta 20/09/2021",1632347380,[359],"http://radioblackout.org/tag/radiokalakuta/",[361],"RADIOKALAKUTA",{"post_title":363},{"matched_tokens":364,"snippet":365,"value":365},[259],"Radio Kalakuta \u003Cmark>20/09/2\u003C/mark>021",[367],{"field":91,"matched_tokens":368,"snippet":365,"value":365},[259],{"best_field_score":132,"best_field_weight":271,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":297,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},{"document":371,"highlight":384,"highlights":389,"text_match":130,"text_match_info":392},{"comment_count":42,"id":372,"is_sticky":42,"permalink":373,"podcastfilter":374,"post_author":375,"post_content":376,"post_date":377,"post_excerpt":48,"post_id":372,"post_modified":378,"post_thumbnail":379,"post_title":380,"post_type":250,"sort_by_date":381,"tag_links":382,"tags":383},"63588","http://radioblackout.org/podcast/quel-che-resta-della-notte-20-09-2020/",[205],"jenenellanotte","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/qcrdn-podcast-2020_09_20.mp3\"][/audio]\r\n\r\nEstado unido feat. 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