","Pensioni a 5 Stelle?","post",1537288978,[64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/5-stelle/","http://radioblackout.org/tag/fornero/","http://radioblackout.org/tag/lega/","http://radioblackout.org/tag/pensioni/","http://radioblackout.org/tag/pensioni-basse/","http://radioblackout.org/tag/quota-cento/","http://radioblackout.org/tag/salvini/",[18,72,35,73,74,75,76],"fornero","pensioni","pensioni basse","quota cento","salvini",{"post_content":78,"post_title":84,"tags":88},{"matched_tokens":79,"snippet":82,"value":83},[80,81],"5","stelle","sarà comunque una pensione a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>, perché chi esce prima prenderà","La Lega ha giocato la propria campagna elettorale sulla promessa di cancellazione della riforma Fornero sulle pensioni.\r\nIl mantra è la quota cento, sommando età e anni di contributi versati.\r\nIl governo sta provando ad inventare un modo per pagare il meno possibile le promesse fatte in campagna elettorale, nella consapevolezza che è già partita la nuova corsa all’appuntamento con le europee.\r\nI conti sono chiari. I soldi non ci sono. Quindi si fa il gioco delle tre carte: li si prende dal fondo per la cassa integrazione e li si butta per quota cento.\r\nMa non sarà comunque una pensione a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>, perché chi esce prima prenderà una pensione molto più bassa.\r\nChi andasse in pensione con 62 anni di età prenderebbe una pensione del 45% più bassa del suo ultimo stipendio.\r\n\r\nCi si libera dal lavoro, ma non gratis. 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Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all'ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.\r\n\r\nSull'angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un cacerolazo rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l'aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”\r\n\r\nDa un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d'acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l'opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.\r\n\r\nUna chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 20 emilio l\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:\r\n\r\n \r\n\r\n“Una Barriera antifascista e antirazzista\r\n\r\nTira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.\r\nLa maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova. \r\n\r\nOgni giorno all'alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell'immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie - ma nessuno affitta loro una casa. \r\nOgni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola. \r\n\r\nI fascisti di Casa Pound, sotto l'esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.\r\n\r\nNel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.\r\n\r\nIn questa zona ci sono fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli. \r\n\r\nI poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.\r\n\r\nSappiamo bene che quei fumi danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L'inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti tossici e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. Ma sceglie il business. \r\n\r\nLa salute dei torinesi non interessa né al governo cittadino né a quello regionale, che da anni fa tagli alla spesa sanitaria. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti soffiano sul fuoco per scatenare la guerra tra poveri, perché chi fatica a vivere nelle nostre periferie non trasformi il disagio in guerra sociale, in lotta contro lo sfruttamento, l'oppressione, il dominio. Contro i padroni che ci rubano la vita e la salute ogni giorno della nostra vita. \r\n\r\nSabato scorso i fascisti hanno provato a scendere in via Germagnano. La gente delle baracche e gli anarchici li hanno fermati. La polizia ha spintonato e minacciato le famiglie, i bambini, dando copertura ai fascisti. \r\n\r\nLa violenza razzista era evidente. La gente non ha mollato. “Vergogna! Vergogna!” gridavano tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti di Forza Nuova martedì 6 giugno, protetti dalla polizia hanno lanciato fiaccole sulle baracche del campo di strada dell’Aeroporto, facendo scoppiare incendi e seminando il panico tra le famiglie della baraccopoli, fuggite nella notte in mezzo ai rovi. Una bambina di tre anni è stata trovata solo dopo tre ore di affannose ricerche tra il buio e le urla razziste.\r\n\r\nIl comitato “Torino ai torinesi” sta facendo leva sulla famiglia di Oreste Gianotto, morto lo scorso anno in un incidente in cui era coinvolta una ragazza del campo. Una vicenda dolorosa che, ad un anno di distanza, viene usata per invocare la pulizia etnica. La ragazza dopo un’ora dall’incidente si costituì alla polizia.\r\n\r\nAi fascisti non basta. Per loro la responsabilità è collettiva, perché gli abitanti del campo sono considerati “naturalmente criminali”. I triangoli neri erano messi sulle giacche dei rom e dei sinti mandati a morire nei lager razzisti. 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Ogni due o tre settimane scattano retate improvvise, con fogli di via e deportazioni dei senza documenti: le baracche degli esiliati vengono abbattute. \r\n\r\nAgli altri raccontano la favola che se non protestano verranno risparmiati. In questi giorni Appendino ha nominato assessore “all’ambiente” Unia, uomo dei “Comitati”, per gettare in strada uomini, donne e bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nI rom sono nostri vicini di casa, gente della Barriera. Sono più poveri di tanti altri ma come tutti vorrebbero una casa e una vita migliore. Non hanno scelto le baracche e i bidoni dell’immondizia. I fascisti vogliono i roghi, vogliono la pulizia etnica. \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo la guerra ai poveri, ai rom, agli immigrati! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo i comitati razzisti! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo lo sgombero a Cinque Stelle!”","20 Giugno 2017","2017-06-23 12:07:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cacerolazo contro la guerra ai poveri, i comitati razzisti, gli sgomberi a 5 Stelle",1497979840,[64,136,137,138,139,140,141,142,143,144,145],"http://radioblackout.org/tag/alberto-unia/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli-rom/","http://radioblackout.org/tag/cacerolazo-antifascista/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/pogrom/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/strada-dellaeroporto/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[18,147,148,149,150,151,152,153,154,155,37],"alberto unia","baraccopoli rom","cacerolazo antifascista","casa pound","forza nuova","pogrom","razzismo","rom","strada dell'aeroporto",{"post_content":157,"post_title":161,"tags":164},{"matched_tokens":158,"snippet":159,"value":160},[86],"Nord, vicino al Movimento Cinque \u003Cmark>Stelle\u003C/mark>, il comitato del nuovo assessore","Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno lanciato l'offensiva contro le baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno i fascisti e i comitati si erano dati apppuntamento di fronte al comune per chiedere lo sgombero dei campi rom.\r\n\r\nIn prima fila Forza Italia e Casa Pound con i loro alias, “Noi di Barriera” e “Torino ai torinesi”. 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In due grandi paesi come la Francia e l’Italia hanno invece avuto una significativa affermazione.\r\nIl Rassemblement National di Marine Le Pen è arrivato primo alle elezioni europee con il 23,43% dei voti, precedendo La République en marche del presidente Emmanuel Macron, che, con il Movimento Democratico, ha ricevuto il 22,31%. L'Unione di centrodestra: i conservatori Les Républicains e Les Centristes, ha ottenuto l'8,2% dei voti, precedendo Parti socialiste e Place publique al 6.43%, la sinistra radicale La France insoumise si è fermata al 6,3%.\r\nIn Francia è aumentato il numero dei votanti, ma comunque il 50% degli aventi diritto non si sono recati alle urne. Se a questo dato si aggiungono un milione di schede bianche o nulle, il numero effettivo degli astenuti è sale ulteriormente.\r\nMacron, nonostante le difficoltà che il movimento dei Gilets Jaunes gli ha creato, che avrebbero suggerito un atteggiamento più defilato, ha deciso di trasformare questa tornata elettorale europea in un referendum su se stesso. Un grosso errore, che non avrà ripercussioni sul governo, ma lo ha indebolito. Le Pen evidentemente è riuscita ad intercettare una parte dei voti dei Gilets Jaunes che, a duro prezzo, hanno bloccato strade, occupato rotonde, costruito assemblee per lunghi mesi senza arrendersi, nonostante la repressione poliziesca e giudiziaria.\r\n\r\nMacron ha perso il referendum su se stesso, nonostante il suo partito abbia fagocitato i gollisti, Salvini ha invece sbancato gli alleati a 5 stelle, invertendo i rapporti di forza all’interno della maggioranza di governo giallo verde.\r\n\r\nL’Italia è in controtendenza con la Francia e il resto d’Europa, perché l’astensionismo è ancora cresciuto, nonostante l’abbinamento con alcune elezioni locali, come le regionali in Piemonte e le comunali in diverse città e paesi. La percentuale di astensione è del 44%, le bianche e le nulle sono circa un milione.\r\nUn calcolo più preciso, fatto sugli aventi diritto e non sui votanti effettivi, ci offre un quadro ben diverso: l’astensione si conferma la scelta maggioritaria assestandosi al 44%, due punti e mezzo in meno rispetto alla scorsa tornata elettorale, la Lega è al 19%, il PD al 13%, i 5 Stelle al 9,5, Forza Italia al 5%, Fratelli d’Italia a poco meno del 4%.\r\n\r\nUn’analisi dei voto nei due paesi che tenga conto delle questioni sociali ci consegna una mappa dei territori dove si sono affermati i sovranisti, che ci narra della grande paura sociale che sta scuotendo l’Europa e che trova sbocco nel mito dell’identità nazionale, religiosa, che individua “l’altro” come nemico interno su cui riversare il proprio disagio sociale.\r\nIn Francia Macron ha ceduto consensi nell’ovest atlantico, dove più forte è stato il movimento dei Gilets Jaunes. In generale la France en marche tiene a Parigi e nei grandi centri, come il PD in Italia che si afferma nelle grandi città, ma cede il passo alla Lega in Provincia.\r\nLa Lega a Torino vince in tutta la periferia nord della città, quella dove è concentrata la maggior parte della popolazione immigrata nel capoluogo subalpino. Nei quartieri dove la lotta di classe ha, almeno in parte, ceduto il passo alla guerra all’immigrazione.\r\nLa debacle dei 5 Stelle che hanno visto dimezzare i propri consensi in poco più di un anno è tutta nell’ambiguità costitutiva di un movimento che nasce dall’invettiva grillina, ma non riesce a costruire, a mantenere i legami con i movimenti che ne avevano garantito parte del successo. I pentastellati pagano il prezzo di essere una sorta di peronismo in salsa italiana, né di destra, né di sinistra, un populismo anomalo alle nostre latitudini, che un partito nettamente di destra come la Lega ha azzannato alla gola. Non basterà certo un cambio di leadership a frenare la loro rovinosa discesa.\r\nNel DNA dei 5 Stelle ci sono tanti elementi diversi, che non vanno in rotta di collisione finché non vengono cucinati insieme. L’afflato giustizialista, la chiusura verso i migranti sono soddisfatti meglio dalla Lega, verso la quale si sono traghettati armi e bagagli tanti sostenitori del movimento della Casaleggio e soci. Il treno “verde”, che ha attraversava l’Europa, grazie al vento dei Friday’s for future, il grillini lo hanno perso a Taranto, a San Foca, nei luoghi delle trivellazioni, tra Alessandria e Genova dove si scavano i tunnel per il Tav nell’amianto, e ovunque i movimenti di difesa del territorio e contro le grandi opere inutili si sono scontrati con i continui voltafaccia a 5 Stelle.\r\nTravaglio, sul Fatto Quotidiano, auspica una caduta del governo e un lungo periodo di opposizione che consenta ai 5 Stelle che riacquistare la verginità politica. Un’operazione che a occhio appare un po’ ardita. La Lega è invece ora alla prova del suo successo. Non le sarà facile mantenere le promesse, anche se il 19% di cittadini italiani, che l’ha premiata con il voto, non ha alcuna remora morale di fronte ai naufraghi lasciati morire, ai lager libici, alla galera per chi dissente, alla messa sotto assedio dell’intera società. Mentre in ogni angolo della penisola ci sono persone che muoiono di lavoro, precarietà, assenza di prevenzione e cura delle malattie, mancata tutela dell’ambiente e messa in sicurezza del territorio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza di radio Paris Plurielle dove conduce “Vive la sociale!” e con Massimo Varengo delle edizioni ZiC.\r\n\r\nAscolta le dirette:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-28-elez-fr-carrozza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-28-elez-ita-varengo.mp3\"][/audio]","28 Maggio 2019","2019-05-28 17:19:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura-768x509.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura-1024x678.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/paura.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia e Francia: nelle urne vince la paura, ma i più non votano",1559062678,[64,213,214,215,216,66,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/le-pen/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/sovranisti/",[18,221,222,223,224,35,225,33,226],"elezioni europee","francia","italia","le pen","macron","sovranisti",{"post_content":228,"tags":232},{"matched_tokens":229,"snippet":230,"value":231},[80,81],"invece sbancato gli alleati a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>, invertendo i rapporti di forza","I sovranisti sono avanzati ma non hanno sfondato in Europa. In due grandi paesi come la Francia e l’Italia hanno invece avuto una significativa affermazione.\r\nIl Rassemblement National di Marine Le Pen è arrivato primo alle elezioni europee con il 23,43% dei voti, precedendo La République en marche del presidente Emmanuel Macron, che, con il Movimento Democratico, ha ricevuto il 22,31%. L'Unione di centrodestra: i conservatori Les Républicains e Les Centristes, ha ottenuto l'8,2% dei voti, precedendo Parti socialiste e Place publique al 6.43%, la sinistra radicale La France insoumise si è fermata al 6,3%.\r\nIn Francia è aumentato il numero dei votanti, ma comunque il 50% degli aventi diritto non si sono recati alle urne. Se a questo dato si aggiungono un milione di schede bianche o nulle, il numero effettivo degli astenuti è sale ulteriormente.\r\nMacron, nonostante le difficoltà che il movimento dei Gilets Jaunes gli ha creato, che avrebbero suggerito un atteggiamento più defilato, ha deciso di trasformare questa tornata elettorale europea in un referendum su se stesso. Un grosso errore, che non avrà ripercussioni sul governo, ma lo ha indebolito. Le Pen evidentemente è riuscita ad intercettare una parte dei voti dei Gilets Jaunes che, a duro prezzo, hanno bloccato strade, occupato rotonde, costruito assemblee per lunghi mesi senza arrendersi, nonostante la repressione poliziesca e giudiziaria.\r\n\r\nMacron ha perso il referendum su se stesso, nonostante il suo partito abbia fagocitato i gollisti, Salvini ha invece sbancato gli alleati a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>, invertendo i rapporti di forza all’interno della maggioranza di governo giallo verde.\r\n\r\nL’Italia è in controtendenza con la Francia e il resto d’Europa, perché l’astensionismo è ancora cresciuto, nonostante l’abbinamento con alcune elezioni locali, come le regionali in Piemonte e le comunali in diverse città e paesi. La percentuale di astensione è del 44%, le bianche e le nulle sono circa un milione.\r\nUn calcolo più preciso, fatto sugli aventi diritto e non sui votanti effettivi, ci offre un quadro ben diverso: l’astensione si conferma la scelta maggioritaria assestandosi al 44%, due punti e mezzo in meno rispetto alla scorsa tornata elettorale, la Lega è al 19%, il PD al 13%, i \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>Stelle\u003C/mark> al 9,5, Forza Italia al \u003Cmark>5\u003C/mark>%, Fratelli d’Italia a poco meno del 4%.\r\n\r\nUn’analisi dei voto nei due paesi che tenga conto delle questioni sociali ci consegna una mappa dei territori dove si sono affermati i sovranisti, che ci narra della grande paura sociale che sta scuotendo l’Europa e che trova sbocco nel mito dell’identità nazionale, religiosa, che individua “l’altro” come nemico interno su cui riversare il proprio disagio sociale.\r\nIn Francia Macron ha ceduto consensi nell’ovest atlantico, dove più forte è stato il movimento dei Gilets Jaunes. In generale la France en marche tiene a Parigi e nei grandi centri, come il PD in Italia che si afferma nelle grandi città, ma cede il passo alla Lega in Provincia.\r\nLa Lega a Torino vince in tutta la periferia nord della città, quella dove è concentrata la maggior parte della popolazione immigrata nel capoluogo subalpino. Nei quartieri dove la lotta di classe ha, almeno in parte, ceduto il passo alla guerra all’immigrazione.\r\nLa debacle dei \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>Stelle\u003C/mark> che hanno visto dimezzare i propri consensi in poco più di un anno è tutta nell’ambiguità costitutiva di un movimento che nasce dall’invettiva grillina, ma non riesce a costruire, a mantenere i legami con i movimenti che ne avevano garantito parte del successo. I pentastellati pagano il prezzo di essere una sorta di peronismo in salsa italiana, né di destra, né di sinistra, un populismo anomalo alle nostre latitudini, che un partito nettamente di destra come la Lega ha azzannato alla gola. 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Il treno “verde”, che ha attraversava l’Europa, grazie al vento dei Friday’s for future, il grillini lo hanno perso a Taranto, a San Foca, nei luoghi delle trivellazioni, tra Alessandria e Genova dove si scavano i tunnel per il Tav nell’amianto, e ovunque i movimenti di difesa del territorio e contro le grandi opere inutili si sono scontrati con i continui voltafaccia a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>Stelle\u003C/mark>.\r\nTravaglio, sul Fatto Quotidiano, auspica una caduta del governo e un lungo periodo di opposizione che consenta ai \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>Stelle\u003C/mark> che riacquistare la verginità politica. Un’operazione che a occhio appare un po’ ardita. La Lega è invece ora alla prova del suo successo. 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Dopo cinque giorni dall’annuncio dell’accordo raggiunto dal governo, il testo non è ancora disponibile. Qualcuno sospetta che il deficit sarà ben più ampio del 2,4% annunciato trionfalmente per la “finanziaria del popolo”.\r\nIl 26 settembre quando si sono affacciati da un balcone i ministri pentastellati hanno rilasciato roboanti dichiarazioni: “aboliremo la povertà”, “faremo la manovra del popolo”.\r\nIl governo aveva appena approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza in cui portava il rapporto deficit/PIL dall’1,6% al 2,4%.\r\nVediamo di che cosa si tratta.\r\nOgni anno, entro il 10 aprile, il governo deve presentare il Documento di Economia e Finanza che indica quali saranno, negli anni a venire, gli andamenti economici del paese e della finanza pubblica. Lì sono indicate le previsioni per la crescita del PIL (che è quanto produce un paese), quale sarà l’inflazione, quali i tassi d’interesse e a quanto ammonterà il deficit pubblico ossia la differenza tra le entrate e le spese dello stato.\r\nSiccome si tratta di previsioni soggette a variazioni ogni anno, entro il 27 settembre, queste previsioni vengano aggiornate in base a quello che è stato l’andamento reale dell’economia.\r\n\r\nIl governo Gentiloni aveva presentato il DEF ad aprile scorso prevedendo alcuni valori per tutti questi indicatori. Tra questi c’è quello che prevedeva, per il 2019, un rapporto deficit/PIL all’1,6%. Il consiglio dei ministri del governo Conte ha deciso che sarà del 2,4%.\r\n\r\nTanto per inquadrare la “storicità” del momento il 2,4% previsto nel 2019 va paragonato con il 2,5% che c’è stato nel 2016 e il 2,3% del 2017. 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Su una cosa però sono tutti d’accordo: non verranno modificati i coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione effettiva. Questo significa che ci sarà una forte penalizzazione per chi andrà in pensione prima dei 67 anni.\r\nTanto per capirci, lo stipendio su cui si calcola la pensione non è quello realmente percepito: vanno escluse una serie di indennità, i turni, le reperibilità, gli straordinari, le gratifiche, i buoni mensa, ecc. per cui, anche se uno avesse diritto ad una pensione pari al 100% dello stipendio prenderebbe comunque dei soldi in meno (pochi o tanti dipendono dal tipo di lavoro).\r\n\r\nChi va in pensione adesso, a 67 anni con 40 anni di contributi (“quota 107”), grosso modo prende come pensione il 74% dello stipendio depurato dalle poste dette sopra. Chi andrà in pensione con “quota 100” prenderà circa il 60% dello stipendio (cioè, tutto compreso, il 50% dello stipendio che prende ogni mese). E, per disincentivare ulteriormente, vogliono introdurre anche delle ulteriori penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 67 anni. Salvo casi particolari (lavoratori che hanno iniziato da giovani ed hanno lavorato 40 anni senza interruzioni) è evidente che alla maggior parte delle persone converrà continuare a lavorare per altri 3/4 anni per avere una pensione che non sia pari alla metà dell’ultimo stipendio. C’è anche da verificare cosa succederà a chi fa un lavoro “usurante” (come gli ex-esposti all’amianto) che già oggi vanno in pensione prima e che potrebbero essere coinvolti nella nuova disciplina rimanendo penalizzati.\r\nÈ ancora più inconsistente il “reddito di cittadinanza” proposto dai 5 stelle. In campagna elettorale era stato presentato come un reddito mensile che avrebbe percepito chiunque cercasse un lavoro senza trovarlo. Nelle versioni successive era destinato ai 9 milioni e 368 mila poveri “relativi”. Poi è diventato appannaggio solo dei 5 milioni e 58 mila poveri “assoluti”. Poi solo dei 3 milioni e mezzo di poveri assoluti “italiani”: infatti, indipendentemente dalla propaganda leghista sulla “pacchia” in cui vivono gli immigrati, in Italia un milione e mezzo di immigrati vive in condizione di povertà assoluta. Il fatto, poi, di perderlo dopo tre lavori rifiutati fa pensare che verranno fatte proposte di lavoro senza tener conto delle capacità personali o della residenza degli individui: verosimilmente verranno offerti lavori precari, dequalificati e sottopagati in regioni diverse per ottenere dei rifiuti e diminuire la platea degli aventi diritto.\r\nDato il quotidiano stillicidio degli annunci, dovremo necessariamente aspettare i prossimi mesi per vedere i requisiti effettivi per ottenere il reddito di cittadinanza: per adesso non c’è nulla, tranne il razzismo di cui ammantano questo nulla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 02 def fricche\r\n\r\nAggiornamento al 9 ottobre\r\n\r\nVenerdì scorso ad una settimana esatta dall’annuncio della “Finanziaria del popolo” il governo ha fatto davvero uscire il testo della Nota di aggiornamento al Def.\r\nNe abbiamo riparlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 09 def franc","9 Ottobre 2018","2018-10-10 21:47:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","DEF. 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Anni appena trascorsi in cui non abbiamo memoria di abbondanza e ricchezza diffusa.\r\n\r\nScopo dello spettacolo messo in scena la volontà di smarcarsi da un governo che, finora, ha avuto solo una caratterizzazione razzista e la povertà l’ha combattuta arrestando i poveri o sfrattandoli perché non potevano pagare l’affitto.\r\nUn modo un po’ abborracciato di dare una parvenza “sociale” al governo.\r\nI soldi disponibili saranno quasi sicuramente meno di quelli attesi.\r\nUna parte delle minori risorse è dovuta al fatto che il PIL sarà inferiore alle previsioni per la minor crescita del PIL reale e dell’inflazione: invece del 3,3% sarà del 2,7 %.\r\nLa grossa parte delle minori disponibilità deriva invece dal fatto che nel 2019 si spenderà di più per gli interessi del debito pubblico. Nell’ultimo anno i tassi d’interesse sono saliti di un punto e mezzo (adesso sono al 3%) mentre, nella precedente versione del DEF, ci si aspettava una diminuzione della spesa.\r\nIn più nel 2019 è attesa la fine degli acquisti di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea con ulteriore rialzo dello spread ed una maggiore sensibilità ai giudizi delle agenzie di rating. Per questo motivo il ministro del Tesoro ed alcuni tecnici del MEF (poi accusati sulla stampa di “remare contro”) consideravano opportuno oltre che il rispetto dei parametri di Maastricht (che prevedono un rapporto deficit/PIL inferiore al 3%), anche l’avvicinamento ai parametri previsti da fiscal compact (rapporto deficit/PIL dello 0,5%).\r\nIn ogni caso entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare all’Unione Europea il Documento Programmatico di Bilancio e vedremo come avranno deciso di giocarsi la partita dei conti. O metteranno dei dati realistici per le varie poste e si accorgeranno che non ci sono abbastanza soldi per mantenere le promesse fatte o faranno finta di nulla, accusando i “poteri forti” di volerli boicottare.\r\nPoi faranno, nella migliore tradizione democristiana, una manovra aggiuntiva nel corso del 2019.\r\nQuale che sia la scelta propagandistica che utilizzeranno, i provvedimenti che saranno adottati nella legge di bilancio serviranno solo a far finta di aver mantenuto le promesse elettorali cambiando poco e nulla della situazione reale.\r\n\r\nL’attesa riforma delle pensioni con “quota 100” viene presentata in modo diverso a seconda dell’esponente politico intervistato. L’intenzione pubblicitaria è di porre pari a 100 la somma degli anni dei contributi versati e dell’età anagrafica per andare in pensione. Già sul numero minimo di anni di contribuzione le opinioni divergono: c’è chi dice che ci vorranno almeno 38 anni di contributi, chi dice che ne basteranno 36. Su una cosa però sono tutti d’accordo: non verranno modificati i coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione effettiva. Questo significa che ci sarà una forte penalizzazione per chi andrà in pensione prima dei 67 anni.\r\nTanto per capirci, lo stipendio su cui si calcola la pensione non è quello realmente percepito: vanno escluse una serie di indennità, i turni, le reperibilità, gli straordinari, le gratifiche, i buoni mensa, ecc. per cui, anche se uno avesse diritto ad una pensione pari al 100% dello stipendio prenderebbe comunque dei soldi in meno (pochi o tanti dipendono dal tipo di lavoro).\r\n\r\nChi va in pensione adesso, a 67 anni con 40 anni di contributi (“quota 107”), grosso modo prende come pensione il 74% dello stipendio depurato dalle poste dette sopra. Chi andrà in pensione con “quota 100” prenderà circa il 60% dello stipendio (cioè, tutto compreso, il 50% dello stipendio che prende ogni mese). E, per disincentivare ulteriormente, vogliono introdurre anche delle ulteriori penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 67 anni. Salvo casi particolari (lavoratori che hanno iniziato da giovani ed hanno lavorato 40 anni senza interruzioni) è evidente che alla maggior parte delle persone converrà continuare a lavorare per altri 3/4 anni per avere una pensione che non sia pari alla metà dell’ultimo stipendio. C’è anche da verificare cosa succederà a chi fa un lavoro “usurante” (come gli ex-esposti all’amianto) che già oggi vanno in pensione prima e che potrebbero essere coinvolti nella nuova disciplina rimanendo penalizzati.\r\nÈ ancora più inconsistente il “reddito di cittadinanza” proposto dai \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>. In campagna elettorale era stato presentato come un reddito mensile che avrebbe percepito chiunque cercasse un lavoro senza trovarlo. Nelle versioni successive era destinato ai 9 milioni e 368 mila poveri “relativi”. Poi è diventato appannaggio solo dei \u003Cmark>5\u003C/mark> milioni e 58 mila poveri “assoluti”. Poi solo dei 3 milioni e mezzo di poveri assoluti “italiani”: infatti, indipendentemente dalla propaganda leghista sulla “pacchia” in cui vivono gli immigrati, in Italia un milione e mezzo di immigrati vive in condizione di povertà assoluta. Il fatto, poi, di perderlo dopo tre lavori rifiutati fa pensare che verranno fatte proposte di lavoro senza tener conto delle capacità personali o della residenza degli individui: verosimilmente verranno offerti lavori precari, dequalificati e sottopagati in regioni diverse per ottenere dei rifiuti e diminuire la platea degli aventi diritto.\r\nDato il quotidiano stillicidio degli annunci, dovremo necessariamente aspettare i prossimi mesi per vedere i requisiti effettivi per ottenere il reddito di cittadinanza: per adesso non c’è nulla, tranne il razzismo di cui ammantano questo nulla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 02 def fricche\r\n\r\nAggiornamento al 9 ottobre\r\n\r\nVenerdì scorso ad una settimana esatta dall’annuncio della “Finanziaria del popolo” il governo ha fatto davvero uscire il testo della Nota di aggiornamento al Def.\r\nNe abbiamo riparlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 09 def franc",[294,296,298,300,302,304,306,308,310],{"matched_tokens":295,"snippet":91},[80,81],{"matched_tokens":297,"snippet":282},[],{"matched_tokens":299,"snippet":283},[],{"matched_tokens":301,"snippet":284},[],{"matched_tokens":303,"snippet":73},[],{"matched_tokens":305,"snippet":285},[],{"matched_tokens":307,"snippet":153},[],{"matched_tokens":309,"snippet":286},[],{"matched_tokens":311,"snippet":287},[],[313,318],{"field":38,"indices":314,"matched_tokens":315,"snippets":317},[50],[316],[80,81],[91],{"field":114,"matched_tokens":319,"snippet":291,"value":292},[80,81],{"best_field_score":118,"best_field_weight":119,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":50,"score":260,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":50},{"document":322,"highlight":344,"highlights":362,"text_match":116,"text_match_info":370},{"cat_link":323,"category":324,"comment_count":50,"id":325,"is_sticky":50,"permalink":326,"post_author":53,"post_content":327,"post_date":328,"post_excerpt":56,"post_id":325,"post_modified":329,"post_thumbnail":330,"post_thumbnail_html":331,"post_title":332,"post_type":61,"sort_by_date":333,"tag_links":334,"tags":339},[47],[49],"49115","http://radioblackout.org/2018/10/stato-etico-lavoro-coatto-carta-a-punti-controllo-sui-consumi/","La Cina è vicina? Le suggestioni di Loretta Napoleoni, una degli economisti di riferimento dal Movimento 5 Stelle, trovano puntuale riscontro nelle dichiarazioni della vice ministro dell’economia Laura Castelli sul reddito di cittadinanza. Carta a punti, controllo sui consumi, premi a chi si dimostra virtuoso, lavoro coatto.\r\nIl viceministro dell’economia Laura Castelli ha annunciato un nuovo coordinamento tra le banche dati di Inps, centri per l’impiego, comuni e centri di formazione, realizzato dall’ex numero due di Amazon, Diego Piacentini, oggi commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale. Niente di eccepire: chi viene da Amazon sa bene come costruire una gabbia di controllo elettronica.\r\nIl «reddito di cittadinanza» sarà senza denaro contante. Sarà erogato attraverso un bancomat o una «App» con borsellino elettronico sui quali sarà accreditata la cifra risultato della differenza tra il tetto di 780 euro (il massimale del 60% del reddito mediano pro capite) e i limiti patrimoniali e reddituali stabiliti dall’Isee. La media a testa potrebbe essere almeno la metà della cifra e sarà scalata in base agli acquisti effettuati in circuiti predefiniti dal governo.\r\n\r\nSono le coordinate che seguirà il governo digitale di almeno 3,6 milioni italiani «poveri», ma attivi e in età di lavoro. Almeno 1,6 milioni di stranieri residenti, anch’essi contabilizzati tra i «poveri assoluti», saranno esclusi da questa misura. Dovrebbero essere ammessi solo i residenti da 10 anni in Italia.\r\nNello schema del governo Cinque Stelle-Lega la sorveglianza sarà finalizzata al controllo morale del «povero» il quale dovrà rispettare i seguenti requisiti: lavorare otto ore gratis per lo Stato, accettare una proposta su tre di lavoro dai centri per l’impiego, partecipare a corsi di formazione o reinserimento professionale per dimostrare la propria «disponibilità» ad «attivarsi» per un periodo che potrebbe arrivare anche fino ai tre anni.\r\nSi prefigura un percorso premio-punitivo: se il «cittadino» rispetterà le ingiunzioni, potrà eseguire gli acquisti con la sua carta di credito; se non lo farà riceverà un punteggio negativo. Nella «manovra del popolo» la cittadinanza è intesa come una patente a punti. Il cittadino sarà valutato in base a una scala di reputazione, o ranking, sincronizzato con l’importo accreditato in maniera digitale. Si tratta di un sistema di accreditamento sociale che verificherà, in tempo reale, la «moralità» dei poveri, la loro condizione lavorativa e sociale, la volontà di rispondere ai comandi del governo con il quale ha stretto un «patto» di buona condotta.\r\nQuesto sistema di sorveglianza ricorda il «sistema di credito sociale» attualmente sperimentato in Cina.\r\n\r\nQuesto meccanismo, ben lungi dal produrre la liberazione dalla povertà, produce invece un sistema di controllo capillare degli esclusi, di chi non lavora e non lavorerà mai, se non in nero, precariamente, in modo informale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 10 02 cina e reddito citt rob","2 Ottobre 2018","2018-10-06 10:09:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza-768x433.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza-1024x578.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/punteggio_cittadinanza.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stato etico. 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Sotto la maschera compita e sorridente della buona educazione, del buonsenso, dell’ordine c’è il cipiglio severo di chi si è autonominato “persona per bene” e lo sguardo paranoico di chi, dall’alto del suo privilegio, continua a condurre la lotta di classe contro i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile questa volta sviscera il libro La buona educazione degli oppressi di Wolf Bukowski e si presenta nei duplici panni della punkastorie e della guida turistica alla città decorosa.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. 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Nel frattempo il taser, sperimentato da Salvini, viene introdotto da Lamorgese.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, collaboratore di Umanità Nova\r\n\r\nMigranti-schiavi.\r\nA Torino impacchettavano pennarelli di marchi famosi in condizioni massacranti in un capannone senza riscaldamento di San Mauro Torinese. Dalle 8 alle 18 tutti i giorni, sette giorni su sette, una pausa di pochi minuti per pranzo, sorvegliati a vista. Chi non aveva nulla da mangiare beveva l'acqua del bagno e basta. Ogni giorno dovevano confezionare almeno mille scatole per prendere un compenso giornaliero di 18 euro. L'elenco delle buste paga è un pugno nello stomaco: 150 euro, 400 euro, 58 euro, 300euro.\r\nNe parliamo con Simone Bisacca, l’avvocato che rappresenta tre lavoratori che sono stati licenziati per aver chiesto un aumento\r\n\r\nSigonella. Capitale dei droni-spia\r\n\r\nAbusivi in divisa\r\n\r\nTelecamere, droni spia, retate, militari per le strade... 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Sotto la maschera compita e sorridente della buona educazione, del buonsenso, dell’ordine c’è il cipiglio severo di chi si è autonominato “persona per bene” e lo sguardo paranoico di chi, dall’alto del suo privilegio, continua a condurre la lotta di classe contro i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile questa volta sviscera il libro La buona educazione degli oppressi di Wolf Bukowski e si presenta nei duplici panni della punkastorie e della guida turistica alla città decorosa.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. 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Si giustificano dicendo che c’è bisogno di lavoro. Ma se, come abbiamo sempre detto, c’è lavoro e lavoro, e non tutto è giustificabile, noi aggiungiamo: ma a cosa serve un lavoro se poi, comunque non basta per vivere, come in Francia stanno dicendo i gilè gialli?\r\n\r\nE a chi lavora, non suona strano che di colpo tutti i padroni, seduti nei loro begli uffici, si preoccupino di noi?\r\nApprovazione del decreto Salvini\r\nNiente paura, cari no tav, adesso il blocco stradale sarà duramente represso, ma, ve lo assicuriamo, la prossima volta staremo noi 5 stelle davanti le barricate. Grazie per averci votato, noi sì che facciamo i vostri interessi, ricordatevene la prossima volta!\r\nIntellettuali\r\nSiamo in Italia, dove lo status di intellettuale mette al riparo da ogni cosa. Ce ne stiamo qui, nel nostro limbo, senza prendere parte a queste quisquilie che agitano il popolino. Noi abbiamo editori, tv e giornali a cui rendere conto… il tav non è affar nostro… Al massimo verremo a qualche festival!\r\nDonne no tav\r\nOggi conferenza stampa delle donne no tav, per lanciare il corteo dell’8 ma anche per rispondere a chi, pattinando nella sinistra istituzionale in cerca di voti, ha incontrato le sinistre padrone “sì tav”. Non basta essere donne se ce la si fa con padroni e i loro interessi. In tempi di quote rosa ricordiamo che non basta essere donna per distinguersi dal sistema patriarcale…\r\n\r\nredazione@radionotav.info\r\n\r\nhttp://www.radionotav.info/8-dicembre-pacchetto-sicurezza/","4 Dicembre 2018","2018-12-04 10:18:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/8dicnotav-200x110.jpg","lavoro, pacchetto sicurezza, 5 stelle... no tav oltre il Movimento",1543918739,[520],"http://radioblackout.org/tag/radio-no-tav/",[463],{"post_content":523,"post_title":527},{"matched_tokens":524,"snippet":525,"value":526},[80,81],"la prossima volta staremo noi \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark> davanti le barricate. 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Perché stupirsene?\r\n\r\nprossime iniziative:\r\n\r\nSabato \u003Cmark>5\u003C/mark> febbraio\r\nore 16\r\npresidio in piazza Castello a fianco della popolazione di Afrin, contro la visita in Italia e Stato del Vaticano di Erdogan\r\n\r\nSabato 10 febbraio\r\nore 10\r\nal Balon\r\nDistruggiamo le frontiere!\r\npunto info e raccolta abiti, scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.\r\nVin brulé, cibo e altre leccornie benefit lotte contro le frontiere\r\nLa raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.\r\n\r\nSabato 10 febbraio \r\ncorteo contro ogni fascismo alle Vallette\r\nAppuntamento ore 15 in corso Cincinnato angolo via Valdellatorre\r\n\r\nDomenica 11 febbraio\r\ncorteo Defend Afrin\r\nore 14 piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 23 febbraio\r\nNotizie dal fronte.\r\nI militari italiani partono per il Niger, la Libia, la Tunisia…\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nInterverrà Massimo Varengo\r\nA cura dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nNon scegliere la tua gabbia! Diserta il circo elettorale!\r\nore 10,30 / 13,30 al Balon\r\nPunto info astensionista\r\nPizzette e vin brulé benefit lotte contro stati e frontiere\r\n\r\nDomenica 4 marzo\r\nNon votare, vieni al cinema!\r\nore 16\r\nfilm e merenda sinoira\r\nalla Fat, in corso Palermo 46\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese \r\nriunioni ogni giovedì alle 21\r\ncorso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":627,"snippet":628,"value":629},[80,81],"urbano, sgomberi e ipocrisia a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>. Un anno di daspo urbano...","Anarres del 2 febbraio. Ursula Le Guin, anarchica e femminista. Amazon. Braccialetto elettronico per operai/macchina. Senzatetto a Torino: decoro urbano, sgomberi e ipocrisia a \u003Cmark>5\u003C/mark> \u003Cmark>stelle\u003C/mark>. 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Tante brave persone impegnate nei movimenti e stanche di dover subire scelte che arricchiscono pochi ed avvelenano, uccidono, derubano tutti gli altri diedero fiducia al Movimento 5 Stelle e gli delegarono la lotta contro l’inceneritore.\r\nIl prossimo marzo, pochi giorni dopo la consultazione elettorale nella quale alla gente viene chiesta ancora una volta un delega in bianco sul proprio futuro, il nuovo inceneritore di Parma sarà inaugurato.\r\nSul fronte delle politiche abitative a Parma, dopo una ventata di speranza, i senza casa, gli sfrattati hanno scoperto che nulla era cambiato. La resistenza agli sfratti e il moltiplicarsi delle occupazioni abitative, che ha Parma ha una storia ultradecennale, era ed è ancora la sola prospettiva possibile per chi fatica ad arrivare a fine mese.\r\nLa giunta Pizzarotti ha fatto quello che l’amministrazione di centrodestra finita nel mirino della magistratura non era riuscita a fare. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/2019-01-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nCesare Battisti. Il passato che non passa e l'emergenza securitaria. Un articolo di Massimo Varengo \r\n\r\nSocialmente pericolosi. La sorveglianza speciale, un’arma di guerra dello Stato contro l’opposizione politica e sociale.\r\n\r\nAtomiche, bombardieri e guerra\r\n\r\nA proposito di sovranismo. C’è gente che vorrebbe iscriversi a sinistra, ossia porsi dalla parte del lavoro nel conflitto capitale/lavoro, oramai da quasi due decenni è finita a fare da sponda alle borghesie nazionali in nome del sovranismo. Etichetta multiforme che mette insieme tutti quelli che rimpiangono i bei tempi quando gli stati nazionali erano forti e garantivano, generalmente sulle spalle dei territori colonizzati – ma questo lo si tace – alcune briciole della torta ai lavoratori. Ne parliamo con Lorenzo Coniglione, che a questi temi ha dedicato un articolo uscito su Umanità Nova.\r\n\r\nIl seme dell'odio. L'inganno del Leviatano, la scommessa dell'anarchia\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 23 gennaio\r\npresidio in tribunale \r\nin solidarietà con i cinque volontari contro l'Isis in Siria per i quali è stata chiesta la sorveglianza speciale, perché \"socialmente pericolosi\"\r\n\r\nVenerdì 1 febbraio\r\nTaser, galera e pistoleros\r\nDispositivi securitari e leggi di guerra\r\nLa pistola Taser è arrivata in Italia da poco. Negli Stati Uniti in vent'anni ha ammazzato oltre mille persone. 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