","Migliaia di persone in fuga dalla battaglia di Aleppo","post",1454953511,[62,63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/accordi-turchia-unione-europea/","http://radioblackout.org/tag/aleppo/","http://radioblackout.org/tag/angela-merkel/","http://radioblackout.org/tag/bombardamenti/","http://radioblackout.org/tag/campo-profughi/","http://radioblackout.org/tag/confine/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[72,73,74,75,76,77,24,78,22],"accordi Turchia-Unione Europea","Aleppo","Angela Merkel","bombardamenti","campo profughi","confine","Siria",{"post_content":80,"tags":86},{"matched_tokens":81,"snippet":84,"value":85},[82,83],"Angela","Merkel","e sabato scorso. Proprio oggi \u003Cmark>Angela\u003C/mark> \u003Cmark>Merkel\u003C/mark> è volata in Turchia per","Da giorni sono migliaia le persone in fuga dalla battaglia di Aleppo che si ammassano al confine con la Turchia. 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Quali saranno le conseguenze nella gestione dell'Eurocrisi? 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E loro no?\".\r\n\r\nIl presidente della Commissione in riunione plenaria ha sottolineato di non volere che \"si affermasse l'idea di negoziati segreti a porte chiuse\" con i rappresentanti di Londra tanto che, sottolinea, \"ho vietato ai commissari di discutere con i rappresentanti del governo britannico\". \"No notification, no negotiation\" ha scandito. \"Non è ammissibile che ora il governo britannico cerchi di avere contatti informali\" con la Commissione, questo è \"inammissibile\" . \"Dobbiamo costruire un nuovo rapporto con la Gran Bretagna, ma siamo noi a dettare l'agenda, non chi vuole uscire\".\r\n\r\n\"Prendiamo atto che la Gran Bretagna non ha ancora presentato richiesta formale di uscita, ma la Gran Bretagna prenda atto che nessun colloquio informale potrà partire prima\". 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Il governo turco voleva 3 miliardi all’anno. L’Unione europea aveva proposto che una simile cifra coprisse un biennio. L’accordo raggiunto a Bruxelles non contiene indicazioni temporali, ma vincola i pagamenti a verifiche progressive sui risultati raggiunti nel contenimento dei flussi migratori.\r\nL'UE paga solo alla “mancata” consegna della merce. Una merce umana per cui i capi di stato e di governo dell’Unione europea hanno mostrato commozione e sdegno, ma rischia di mettere in difficoltà gli attuali governanti alle prossime consultazioni elettorali.\r\nCome spesso è capitato negli ultimi anni nazionalisti di ogni dove, protoleghisti e neonazisti, incassano il risultato senza muovere un passo.\r\nNel testo delle conclusioni del vertice, però, viene chiarito che “la destinazione e la natura di questi fondi saranno riviste alla luce dello sviluppo della situazione”. In altre parole non si sa come questi fondi saranno investiti, al di là di un consenso già raggiunto nelle settimane scorse sull’impegno della Turchia a organizzare il rimpatrio dei migranti a cui non viene riconosciuto il diritto all’asilo nell’Unione europea, a promuovere l’integrazione e l’occupazione dei profughi siriani presenti nel paese e a lottare contro la criminalità.\r\nDeportazione, campi profughi stabili, persecuzione dei passeur. Forse l'impegno turco lo si potrebbe riassumere così.\r\n\r\nEspulsioni facili e campi di concentramento\r\n\r\nLa realizzazione pratica di questi obiettivi è ancora nebulosa. Ankara vorrebbe che i fondi siano investiti in “zone sicure” (safe zones) dove sarebbero confinati fino a cinque milioni di profughi, mentre l'UE punta sugli “hot spot” con la costruzione di sei nuovi campi per migranti. Per i migranti a cui non viene riconosciuta la protezione internazionale, c'è un generico impegno a collaborare per “prevenire i viaggi in Turchia e nell’Unione europea, assicurando l’applicazione dei piani di riammissione bilaterale stabiliti e rimpatriandoli velocemente”.\r\n\r\nChi paga il pacco?\r\nNon c'è accordo sui contributi nazionali tra paesi dell’Ue. Diversi capi di governo hanno infatti avanzato riserve sull’opportunità di finanziare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che è accusato di non rispettare i diritti fondamentali dei cittadini (a partire dalla libertà di stampa) e di violente repressioni contro la minoranza curda. La Commissione europea ha suggerito di mettere insieme 500 milioni dai fondi comuni e che i 28 paesi membri provvedano a pagare il resto, in base alle loro possibilità. Si sta discutendo della possibilità che le istituzioni europee considerino queste risorse fuori dal patto di stabilità.\r\n\r\nI paesi più ricchi, tra cui Germania e Francia, vorrebbero che l’intera cifra fosse stanziata da Bruxelles, anche se ciò significa intaccare il bilancio già approvato fino al 2020. Questo potrebbe evitare ai governi di affrontare il passaggio parlamentare previsto dalle costituzioni nazionali, con il rischio che l'accordo salti, per la prevedibile opposizione di alcuni governi. Altri paesi, soprattutto quelli dell’est destinatari di fondi strutturali, sono preoccupati da questa prospettiva.\r\n\r\nL'accordo con la Turchia è voluto soprattutto dalla Germania. Negli ultimi mesi, la cancelliere Angela Merkel ha insistito sul fatto che la collaborazione con Ankara nel controllo delle frontiere esterne dell’Unione è indispensabile per migliorare la gestione dei flussi migratori.\r\n\r\nRiparte il processo di adesione all'UE della Turchia\r\n\r\nLa Turchia si è candidata per entrare nell’Unione europea dal 1999 e sta negoziando l’accesso dal 2005. In tutto, i capitoli che i paesi candidati devono portare a termine prima dell’adesione sono 35. Ieri è stato stabilito che un nuovo capitolo dei negoziati per l’adesione, il diciassettesimo, sarà aperto a metà dicembre. Ciò significa che cominceranno formalmente le trattative sugli standard economici e finanziari richiesti alla Turchia per adeguarsi a quelli europei.\r\n\r\nLa liberalizzazione dei visti\r\nUnione europea e Turchia avevano già sottoscritto nel 2013 un accordo che vincolava la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi al rispetto di un’intesa per la riammissione entro le frontiere turche di tutti i cittadini, anche di paesi terzi, che raggiungono il territorio dell’Unione europea dalla Turchia e non hanno diritto alla protezione internazionale. La Turchia dovrebbe anche rafforzare i controlli su afgani, pachistani e altri migranti asiatici in transito nel paese, che aspirano a raggiungere l’Europa.\r\n\r\nIn base all’intesa raggiunta il 29 novembre, la Commissione europea si è impegnata a presentare una relazione entro l’inizio di marzo del 2016 e le due parti auspicano di mettere a punto il processo di liberalizzazione dei visti entro ottobre dell’anno prossimo, a patto che siano rispettati i precedenti accordi. In ogni caso, è possibile che beneficino della liberalizzazione solo alcune categorie, come uomini d’affari e studenti.\r\nSi apre uno spiraglio per l'apertura di nuovi flussi migratori di cittadini turchi verso l'UE.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, con cui abbiamo anche discusso dell'assassinio di Tahir Elci copresidente degli avvocati di Dyarbakir, cui Murat ha dedicato un ricordo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-12-01-murat-turchia-ue","1 Dicembre 2015","2015-12-04 12:22:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/turchia-profughi-ue-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/turchia-profughi-ue-300x171.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/turchia-profughi-ue-300x171.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/turchia-profughi-ue.jpg 499w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'UE paga, la Turchia serra le frontiere",1448987096,[267,268,269,68,70,270],"http://radioblackout.org/tag/accordo-29-novembre/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/hot-spot/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/",[272,273,274,24,22,275],"accordo 29 novembre","frontiere","hot spot","Unione Europea",{"post_content":277},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[82,83],"Negli ultimi mesi, la cancelliere \u003Cmark>Angela\u003C/mark> \u003Cmark>Merkel\u003C/mark> ha insistito sul fatto che","Al vertice del 29 novembre L'UE ha ottenuto dal premier turco Ahmet Davutoğlu l’impegno a trattenere in Turchia la maggior parte dei profughi in fuga dalle guerre in Siria e in Iraq, in cambio di tre miliardi di euro in “aiuti iniziali”, di una liberalizzazione del regime dei visti e del rilancio del processo di adesione di Ankara all’Ue.\r\n\r\nL’Unione europea stanzierà tre miliardi di aiuti “iniziali” perché la Turchia “migliori” le condizioni di vita dei circa 2,2 milioni di profughi siriani che si trovano nel paese. Il governo turco voleva 3 miliardi all’anno. L’Unione europea aveva proposto che una simile cifra coprisse un biennio. L’accordo raggiunto a Bruxelles non contiene indicazioni temporali, ma vincola i pagamenti a verifiche progressive sui risultati raggiunti nel contenimento dei flussi migratori.\r\nL'UE paga solo alla “mancata” consegna della merce. Una merce umana per cui i capi di stato e di governo dell’Unione europea hanno mostrato commozione e sdegno, ma rischia di mettere in difficoltà gli attuali governanti alle prossime consultazioni elettorali.\r\nCome spesso è capitato negli ultimi anni nazionalisti di ogni dove, protoleghisti e neonazisti, incassano il risultato senza muovere un passo.\r\nNel testo delle conclusioni del vertice, però, viene chiarito che “la destinazione e la natura di questi fondi saranno riviste alla luce dello sviluppo della situazione”. In altre parole non si sa come questi fondi saranno investiti, al di là di un consenso già raggiunto nelle settimane scorse sull’impegno della Turchia a organizzare il rimpatrio dei migranti a cui non viene riconosciuto il diritto all’asilo nell’Unione europea, a promuovere l’integrazione e l’occupazione dei profughi siriani presenti nel paese e a lottare contro la criminalità.\r\nDeportazione, campi profughi stabili, persecuzione dei passeur. Forse l'impegno turco lo si potrebbe riassumere così.\r\n\r\nEspulsioni facili e campi di concentramento\r\n\r\nLa realizzazione pratica di questi obiettivi è ancora nebulosa. Ankara vorrebbe che i fondi siano investiti in “zone sicure” (safe zones) dove sarebbero confinati fino a cinque milioni di profughi, mentre l'UE punta sugli “hot spot” con la costruzione di sei nuovi campi per migranti. Per i migranti a cui non viene riconosciuta la protezione internazionale, c'è un generico impegno a collaborare per “prevenire i viaggi in Turchia e nell’Unione europea, assicurando l’applicazione dei piani di riammissione bilaterale stabiliti e rimpatriandoli velocemente”.\r\n\r\nChi paga il pacco?\r\nNon c'è accordo sui contributi nazionali tra paesi dell’Ue. Diversi capi di governo hanno infatti avanzato riserve sull’opportunità di finanziare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che è accusato di non rispettare i diritti fondamentali dei cittadini (a partire dalla libertà di stampa) e di violente repressioni contro la minoranza curda. La Commissione europea ha suggerito di mettere insieme 500 milioni dai fondi comuni e che i 28 paesi membri provvedano a pagare il resto, in base alle loro possibilità. Si sta discutendo della possibilità che le istituzioni europee considerino queste risorse fuori dal patto di stabilità.\r\n\r\nI paesi più ricchi, tra cui Germania e Francia, vorrebbero che l’intera cifra fosse stanziata da Bruxelles, anche se ciò significa intaccare il bilancio già approvato fino al 2020. Questo potrebbe evitare ai governi di affrontare il passaggio parlamentare previsto dalle costituzioni nazionali, con il rischio che l'accordo salti, per la prevedibile opposizione di alcuni governi. Altri paesi, soprattutto quelli dell’est destinatari di fondi strutturali, sono preoccupati da questa prospettiva.\r\n\r\nL'accordo con la Turchia è voluto soprattutto dalla Germania. 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Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.4_14.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 16 - Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici 12/4/2024 46 minuti [Radio Neanderthal]: Puntata sull'evoluzione del concetto dei gast arbeiter nato durante la germania nazista e poi normalizzato nel corso dei decenni, o forse sempre esistito e fondativo dell'Europa stessa? 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Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.1_28.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 ore 8,30 - Voci dagli agricoltori in protesta pt.2 26 minuti [Radio Blackout]: Il 5 febbraio 2024 è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.2_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 8,30 - Ponte Radio - Balkanika 20/09/2024 97 minuti [Ponte Radio, Radio Wombat]: In questo ponte radio in quota Radio Wombat abbiamo parlato di Europa ma da punti di vista esterni e asimettrici.\r\n\r\nGli investimenti dell’Eu sulla rete ferroviaria, che si concentrano sull’alta velocità. Il dilagare dello sfruttamento lavorativo nei Balcani occidentali che si approfitta del passaggio di migranti e di lavoratori autoctoni impoveriti dal capitalismo. Breve analisi del nuovo commissario all’immigrazione dell’EU. Uno sguardo a come vivono i migranti della rotta balcanica in Bosnia, la quale si appresta a prendere più responsabilità nell’accoglienza per ingraziarsi l’Europa. L’operazione Open Balkan fallita che mostra l’inutilità di calare soluzioni dall’alto come fa L’EU ma anche che i grandi leader Balcanici lavorano solo per la propria politica interna. Aggiornamento sulla Serbia e la contestata miniera di Litio dove il presidente della repubblica ha mostrato il suo doppio volto. Leva obbligatoria, probabile ritorno in Serbia, come funziona. Infine la mossa della Romania nell’acquisto del porto fluviale Moldavo di Giurgiulesti tra Banche europee e ricerca di maggior potere nella regione.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ponte-radio-Balkanika-20.9.2024.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 20 - Free and easy 08/09/2024 77 minuti [Ouest Track Radio, Patryck Albert]: \"Free& Easy\" épisode 172 Dimanche 08/09/24 Patryck Albert present : intro....Who , Sir Bald & los Hairies , Mings , Beatles , Keefmen , Isaaac Rother & the Phantoms , Primitives , Pat Todd & the Rankoutsiders , Doors , J .Prozac , Grip Weeds , Flamin' Groovies , Hipbone Slim & the Kneejerks , Dirtbombs, Barrence Whitfield & his Savages , Modern Lovers , Troggs , Cynics , Miracle Workers , Alice Cooper , Dee Rangers , Flamin' Sideburns , Boeing Duvven Beautiful Soup , Paul Messis , Roson Hang up ..... Dig it or pass your way ....Dudes & Chickies !\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Free-and-easy-8.9.2024.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 23:30 - Lama Tematica - Abominio 2004, Promo 2002 19 minuti [Lama Tematica, Radio Blackout]: Dalle ceneri dei Pankarre’, nasce Lamatematica band che aveva gia’ dimostrato di volersi dedicare con passione alla musica manifestando chiari atteggiamenti demenziali in piena contrapposizione con la “serieta’” e le inutili lotte che una fantomatica “scena” si convince di dover affrontare. I Lama Tematica portano all’estremo questo pensiero (gia’ espresso con vigore da alcune tra le band HC piu’ interessanti di Torino – e quindi d’Italia – degli anni 90), concentrando i temi esterni alla musica (liriche, grafiche, concerti) verso una dimensione ancora meno equivocabile. L’abbinamento di temi “cattivi” ad atteggiamenti assolutamente stupidi (nel senso piu’ inutile del termine) sono la maschera che il gruppo pretende gli ascoltatori superino senza fasrsi domande.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Lama-Tematica-Abominio-2004-Promo-2002_20.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 10 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]: Questa è la storia di Maria Occhipinti raccontata attraverso le voci di chi l’ha conosciuta, studiata e amata. Autrice del libro autobiografico Una donna di Ragusa, pubblicato nel 1957 con la casa editrice Landi e successivamente con altre edizioni.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 13,30 - Markadè un punk a New York 41 minuti [Radio Blackout] : 1972-1982. Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Markad%C3%A8-un-punk-a-New-York_25-1.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","27 Ottobre 2024","2024-11-04 19:29:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 28 Ottobre al 3 Novembre 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del rating dell’Italia e quello – annunciato ma non fatto – della Francia hanno animato la scorsa settimana. Ne abbiamo parlato con Francesco Carlizza, che ci ha aiutato a districarci nella giungla di anglicismi e cifre che decide il destino di miliardi di esseri umani.\r\nLe agenzie di rating – quelle importanti – sono solo tre. In tre controllano il 96% del mercato. La prima è Standard’s&Poor che ne controlla circa il 40%, Moody’s che arriva al 39% e Fitch che si aggiudica il 16%. Queste tre agenzie sono diventate importanti nel 1975, quando la società per la borsa statunitense decise che i debiti delle società quotate dovessero essere certificati da una delle tre. La conseguenza è stata che in tre si sono accaparrate tutto il mercato. Queste agenzie di rating non sono certo organismi neutrali: i proprietari sono fondi di investimento, hanno forti interessi all’interno del mercato finanziario, non sono arbitri di una partita giocata da altri. Il solo fatto di effettuare delle previsioni o comunque delle analisi, fa sì che queste diventino vere. Se un’agenzia considerata credibile asserisce che una certa società va male, ne conseguirà inevitabilmente che vada male davvero, perché chi investe vende per non correre rischi e contribuisce così ad accelerare (a volte anche ad innescare) la crisi. È un meccanismo decisamente perverso.\r\nProviamo a capire cosa è successo nell’ultima settimana. I dati sul declassamento di Italia, Francia e altri dieci paesi europei sono stati forniti il venerdì sera, quando i mercati sono chiusi, ma le voci di retrocessione circolavano già nel pomeriggio. Fitch, la terza società di rating, che è di proprietà di un miliardario francese, si è subito affrettata a dire che confermava la tripla A della Francia.\r\nQuest’estate Standard & Poor’s aveva retrocesso gli Stati Uniti dalla tripla A ad AA+. Due mesi dopo la visita dell’FBI e alcune class action per alcune valutazioni errate la società ha pensato bene di sostituire il direttore generale con un altro che non infastidisse gli Stati Uniti.\r\nLe motivazioni della retrocessioni di dieci paesi europei erano già contenute nella previsione, fatta da tempo, che l’Europa stesse entrando in una fase recessiva. Nei fatti la retrocessione di S&P è una bocciatura della politica monetaria di Angela Merkel, che ha scelto di non far crescere l’inflazione, riducendo però i costi sociali, stampando moneta. Merkel mira ad un euro forte, capace di sostituire il dollaro.\r\n\r\nAscolta l’intervista con Francesco Carlizza [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-15-Francesco-Carlizza-abbassamento-del-rating.mp3|titles=2012 01 15 Francesco Carlizza abbassamento del rating]\r\n\r\nScarica il file","17 Gennaio 2012","L’abbassamento del rating dell’Italia e quello – annunciato ma non fatto – della Francia hanno animato la scorsa settimana. Ne abbiamo parlato con Francesco Carlizza, che ci ha aiutato a districarci nella giungla di anglicismi e cifre che decide il destino di miliardi di esseri umani.\r\nLe agenzie di rating – quelle importanti – sono solo tre. In tre controllano il 96% del mercato. La prima è Standard’s&Poor che ne controlla circa il 40%, Moody’s che arriva al 39% e Fitch che si aggiudica il 16%.","2018-10-17 22:11:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/stndard_and_poors-200x110.jpg","Il perverso gioco del rating",1326840292,[843,844,845,846],"http://radioblackout.org/tag/dollaro/","http://radioblackout.org/tag/euro/","http://radioblackout.org/tag/rating/","http://radioblackout.org/tag/speculazione/",[312,300,308,314],{"post_content":849},{"matched_tokens":850,"snippet":851,"value":852},[82,83],"bocciatura della politica monetaria di \u003Cmark>Angela\u003C/mark> \u003Cmark>Merkel\u003C/mark>, che ha scelto di non","L’abbassamento del rating dell’Italia e quello – annunciato ma non fatto – della Francia hanno animato la scorsa settimana. Ne abbiamo parlato con Francesco Carlizza, che ci ha aiutato a districarci nella giungla di anglicismi e cifre che decide il destino di miliardi di esseri umani.\r\nLe agenzie di rating – quelle importanti – sono solo tre. In tre controllano il 96% del mercato. La prima è Standard’s&Poor che ne controlla circa il 40%, Moody’s che arriva al 39% e Fitch che si aggiudica il 16%. Queste tre agenzie sono diventate importanti nel 1975, quando la società per la borsa statunitense decise che i debiti delle società quotate dovessero essere certificati da una delle tre. La conseguenza è stata che in tre si sono accaparrate tutto il mercato. Queste agenzie di rating non sono certo organismi neutrali: i proprietari sono fondi di investimento, hanno forti interessi all’interno del mercato finanziario, non sono arbitri di una partita giocata da altri. Il solo fatto di effettuare delle previsioni o comunque delle analisi, fa sì che queste diventino vere. Se un’agenzia considerata credibile asserisce che una certa società va male, ne conseguirà inevitabilmente che vada male davvero, perché chi investe vende per non correre rischi e contribuisce così ad accelerare (a volte anche ad innescare) la crisi. È un meccanismo decisamente perverso.\r\nProviamo a capire cosa è successo nell’ultima settimana. I dati sul declassamento di Italia, Francia e altri dieci paesi europei sono stati forniti il venerdì sera, quando i mercati sono chiusi, ma le voci di retrocessione circolavano già nel pomeriggio. Fitch, la terza società di rating, che è di proprietà di un miliardario francese, si è subito affrettata a dire che confermava la tripla A della Francia.\r\nQuest’estate Standard & Poor’s aveva retrocesso gli Stati Uniti dalla tripla A ad AA+. Due mesi dopo la visita dell’FBI e alcune class action per alcune valutazioni errate la società ha pensato bene di sostituire il direttore generale con un altro che non infastidisse gli Stati Uniti.\r\nLe motivazioni della retrocessioni di dieci paesi europei erano già contenute nella previsione, fatta da tempo, che l’Europa stesse entrando in una fase recessiva. Nei fatti la retrocessione di S&P è una bocciatura della politica monetaria di \u003Cmark>Angela\u003C/mark> \u003Cmark>Merkel\u003C/mark>, che ha scelto di non far crescere l’inflazione, riducendo però i costi sociali, stampando moneta. \u003Cmark>Merkel\u003C/mark> mira ad un euro forte, capace di sostituire il dollaro.\r\n\r\nAscolta l’intervista con Francesco Carlizza [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-15-Francesco-Carlizza-abbassamento-del-rating.mp3|titles=2012 01 15 Francesco Carlizza abbassamento del rating]\r\n\r\nScarica il file",[854],{"field":113,"matched_tokens":855,"snippet":851,"value":852},[82,83],{"best_field_score":169,"best_field_weight":170,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":228,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":333,"first_q":74,"per_page":287,"q":74},4,["Reactive",861],{},["Set"],["ShallowReactive",864],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fOupp6mRAu4Zg39oEd4L3dcS3cyk5GD889Ys9nERAzvA":-1},true,"/search?query=Angela+Merkel"]