","Mattarella al Quirinale: un commento fuori dal coro","post",1422880737,[56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/angelo-dorsi/","http://radioblackout.org/tag/democrazia-cristiana/","http://radioblackout.org/tag/mattarella/","http://radioblackout.org/tag/quirinale/",[23,29,21,19],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"Angelo","D'Orsi","Abbiamo sentito stamattina il professor \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> \u003Cmark>D'Orsi\u003C/mark>, che ha pubblicato sabato su","La nomina del nuovo Presidente della Repubblica è stata accolta, almeno formalmente, con entusiasmo da parte dei più.\r\n\r\nSui giornali e sul web i commenti che si ripetono sottolineano l'onestà e il rispetto delle istituzioni di Sergio Mattarella, leggiamo della sua partecipazione alla messa, vediamo le sue foto con la famiglia e con le suore, ma su nessuno dei media mainstream si analizza il ritorno di fiamma nei palazzi del potere per la Democrazia Cristiana.\r\n\r\nAbbiamo sentito stamattina il professor \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> \u003Cmark>D'Orsi\u003C/mark>, che ha pubblicato sabato su MicroMega un'analisi, decisamente meno entusiasta e sicuramente più critica, dell'attuale situazione politica italiana.\r\n\r\n\" \"Moriremo democristiani\", è lo sconfortato commento circolato fin dai primi minuti successivi al pietoso rito elettorale, dove l’esteriorità pomposa non riusciva a nascondere che il potere invisibile – il grande ostacolo alla democrazia – aveva deciso già tutto. Forse l'Italia non ha mai smesso di essere democristiana, come non ha mai smesso di essere fascista, e prima, liberale (ma solo di comodo; è sempre toccata alla sinistra, in Italia, fare la parte dei liberali). È proprio il trasformismo la chiave di volta della nostra storia, o quanto meno una chiave esplicativa fondamentale\"\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\n\u003Cmark>d'orsi\u003C/mark>\r\n\r\n ",[69,72,74,76],{"matched_tokens":70,"snippet":71},[64,65],"\u003Cmark>Angelo\u003C/mark> \u003Cmark>D'Orsi\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":29},[],{"matched_tokens":75,"snippet":21},[],{"matched_tokens":77,"snippet":19},[],[79,84],{"field":30,"indices":80,"matched_tokens":81,"snippets":83},[42],[82],[64,65],[71],{"field":85,"matched_tokens":86,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,65],1157451471441625000,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":42,"score":91,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":42},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":93,"highlight":111,"highlights":117,"text_match":120,"text_match_info":121},{"cat_link":94,"category":95,"comment_count":42,"id":96,"is_sticky":42,"permalink":97,"post_author":45,"post_content":98,"post_date":99,"post_excerpt":48,"post_id":96,"post_modified":100,"post_thumbnail":101,"post_thumbnail_html":102,"post_title":103,"post_type":53,"sort_by_date":104,"tag_links":105,"tags":110},[39],[41],"36674","http://radioblackout.org/2016/06/populismo-il-nuovo-spettro-che-si-aggira-per-leuropa/","Una riflessione ampia, attraverso due dirette- la prima con Angelo D'orsi, ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l'Università di Torino, la seconda con Roberto Castaldi associato in Filosofia Politica presso l'università eCampus ed editorialista de L'Espresso- che ha spaziato dalla vittoria ai ballottaggi del M5S ( con specifico riferimento alla Città di Torino) a quella del \"Leave\" al referendum che ha interessato il Regno Unito giovedì scorso.\r\n\r\nLa lettura dei risultati elettorali in Europa utilizza sempre più spesso un concetto che appare abusato, ambiguo ed interessato da continui spostamenti semantici, quello di \"populismo\". Il populismo diventa così, nelle parole dei molti commentatori italiani ed internazionali, il nuovo spettro che minaccia i sempre più precari meccanismi istituzionali nazionali ed europei, risultando spesso una chiave di lettura riduzionistica incapace di cogliere contraddizioni, prospettive e tendenze implicite nell'elettorato che si affida, attraverso il voto, a partiti e movimenti definiti appunto populisti,. Da notare come, nei discorsi più mainstream e convintamente pro-sistema, sotto il comune cappello del populismo si facciano rientrare movimenti di estrema destra, che sarebbe invece opportuno nominare esplicitamente per ciò che sono e altri di sinistra \"radicale\".\r\n\r\nD'Orsi in particolare, autore, pochi giorni prima del voto per il ballottaggio, di un articolo dal titolo \"Contro il sistema Torino. Contro il sistema Italia\" assume la crisi, di portata europea se non mondiale, del sistema della rappresentanza, nei confronti della quale, restando in quadro sistemico, il populismo appare in ogni caso come una risposta, sebbene parziale e spesso fuori fuoco. Tuttavia, le sfocature non debbono riguardare la consapevolezza del fatto che in particolare a Torino l'elite piddina, insieme ai poteri finanziari e alla lobby del cemento ( vedi DeGiuli and co.), ha lavorato negli ultimi 23 anni per arricchire i già ricchi ed espellere i subalterni, anche dal punto di vista urbanistico, dal cuore della città.\r\n\r\nAscolta la diretta con Angelo D'orsi\r\n\r\npopulismi\r\n\r\nR. Castaldi invece, sottolinea il rischio rappresentato dai motivi nazionalistici, espliciti in UK prima e dopo la Brexit, per rivelare poi la convinzione ottimista e \"naturalizzante\" sulle potenzialità dell'UE e del mercato unico.\r\n\r\nbrexit e nazionalismi","27 Giugno 2016","2016-06-28 14:30:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"243\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo-300x243.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo-300x243.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo-768x622.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo-1024x829.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/populismo.jpg 1365w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Populismo: il nuovo spettro che si aggira per l'Europa??",1467030401,[106,107,108,109],"http://radioblackout.org/tag/brexit/","http://radioblackout.org/tag/populismo/","http://radioblackout.org/tag/rappresentanza/","http://radioblackout.org/tag/sistema-torino/",[15,17,27,25],{"post_content":112},{"matched_tokens":113,"snippet":115,"value":116},[64,114],"D'orsi","due dirette- la prima con \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> \u003Cmark>D'orsi\u003C/mark>, ordinario di Storia delle dottrine","Una riflessione ampia, attraverso due dirette- la prima con \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> \u003Cmark>D'orsi\u003C/mark>, ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l'Università di Torino, la seconda con Roberto Castaldi associato in Filosofia Politica presso l'università eCampus ed editorialista de L'Espresso- che ha spaziato dalla vittoria ai ballottaggi del M5S ( con specifico riferimento alla Città di Torino) a quella del \"Leave\" al referendum che ha interessato il Regno Unito giovedì scorso.\r\n\r\nLa lettura dei risultati elettorali in Europa utilizza sempre più spesso un concetto che appare abusato, ambiguo ed interessato da continui spostamenti semantici, quello di \"populismo\". 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-12-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa scuola va alla guerra\r\nLa ginnastica militare sta approdando, passo dopo passo, nelle scuole italiane. Si viene a sapere perché ovunque nel paese sono scattate proteste contro quest’ennesima forma di militarizzazione delle scuole.\r\nNon solo. Si moltiplicano i corsi di formazione per l’avvio al lavoro diretti agli studenti dell’ultimo anno gestiti esclusivamente di militari ed esponenti delle forze dell’ordine. L’ultimo caso è quello dell’istituto Prever di Pinerolo.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nGrosseto. Insegnanti poliziotti?\r\nNe avevamo già parlato in relazione ad un articolo di Francesco Migliaccio comparso su Monitor lo scorso luglio. In questo testo, dedicato a scenari di controllo all’interno delle scuole di Torino e provincia, Migliaccio riferiva di un corso di formazione per insegnanti promosso dall’Ufficio scolastico regionale. Il titolo era “Per una didattica di prevenzione di ogni forma di radicalizzazione violenta”, durava più di venti ore ed era tenuto da una cooperativa sociale con sede a Udine. Il fine del corso era di “conoscere il fenomeno della radicalizzazione violenta e sviluppare competenze base per organizzare attività preventive”.\r\nLa conclusione dell’articolo era che lo scenario da insegnanti poliziotti prefigurato dal corso non fosse di facile ed immediata realizzazione.\r\nLe notizie che arrivano da Grosseto indicano che, sebbene non sia possibile applicare, per mancanza di una normativa specifica, gli strumenti prefigurati dal corso di formazione, tuttavia la Digos, con l’attiva collaborazione dei dirigenti scolastici di Grosseto, ha fatto esplicita richiesta affinché gli insegnanti si attivassero per controllare forme di radicalizzazione violenta, che, ci tiene a precisare la Digos stessa, non sono esclusivamente rivolte a spiare gli studenti che si suppone siano di religione islamica ma che “l’incontro al quale hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici della provincia aveva l’obiettivo di condividere in maniera riservata gli indirizzi di prevenzione di possibili fenomeni di radicalizzazione degli adolescenti, non riferiti esclusivamente all’ambito delle appartenenze religiose. Ma estese a fenomeni come bullismo, pedopornografia, violenza di matrice politica, sportiva o legata al consumo di sostanze.”\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Migliaccio\r\n\r\nStato di polizia\r\nIeri è stata approvata in maniera definitiva la legge – scritta su misura per gli attivisti climatici che spruzzano vernice (innocua e lavabile) su monumenti, fontane, opere d’arte.\r\nRestano le già pesanti pene detentive – da sei mesi a cinque anni – ma vengono innalzate le sanzioni amministrative. Da 20 a 60 mila euro se si deturpa o distrugge, da 10 a 40 mila euro se si sporca in modo reversibile.\r\nUn altro tema che si aggiunge ai tanti su cui ci ci siamo confrontati nell’incontro del 19 gennaio con l’avvocato Gianluca Vitale.\r\nQui il video per chi se lo fosse perso:\r\n\r\nhttps://www.anarresinfo.org/stato-di-polizia-le-leggi-speciali-dei-fascisti-del-terzo-millennio-2/\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e polizia!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. 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Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza...\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Gennaio 2024","2024-01-26 07:45:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-22-manif-fat-malatesta-color-200x110.jpg","Anarres del 19 gennaio. 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Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nManifestazione antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutti i nazionalismi, contro tutte le frontiere\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza...\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[165],{"field":85,"matched_tokens":166,"snippet":162,"value":163},[161],1155199603042156500,{"best_field_score":169,"best_field_weight":123,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":170,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":34},"1112352751616","1155199603042156657",{"document":172,"highlight":184,"highlights":189,"text_match":192,"text_match_info":193},{"comment_count":42,"id":173,"is_sticky":42,"permalink":174,"podcastfilter":175,"post_author":45,"post_content":176,"post_date":177,"post_excerpt":48,"post_id":173,"post_modified":178,"post_thumbnail":48,"post_title":179,"post_type":154,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":183},"64565","http://radioblackout.org/podcast/i-bastioni-di-macalle-dietro-la-resa-dei-conti-tra-tribu-etiopi-un-cambio-di-sistema/",[135],"I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. Ha fatto daportavoce di un gruppo di emigrati dal Corno d'Africa a Toriino. Scegliendo deliberatamente questo approccio sapevamo che ne sarebbe scaturita una visione parziale e divisiva che è componente essenziale del dissidio secolare tra le tribù che popolano quell'area: amhara, oromo, tigrini, borana, mursi, karo, hamar...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-10_fatti_narrazione-etiope_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nll primo tassello da cui partire per descrivere la situazione è l'ancora forte percezione di sé della minoranza tigrina di fronte alla spinta all'integrazione nazionale impressa da Ahmed e dalla sua esigenza di rilanciare l'economia anche con le ingenti risorse del Nord del paese, sia dopo questi ultimi decenni, successivi al crollo del regime del Derg, le innumerevoli guerre con Eritrea e Somalia, sia con la costante centralità della regione del Tigré con la sua gestione del potere nell'ultimo ventennio da parte della minoranza tigrina (6 per cento della popolazione etiope), oppressione di cui si avverte l'eco nelle parole risentite del nostro interlocutore africano, che legittimava l'intervento di Addis Abeba contro i ricchi secessionisti tigrini (cristiani), vieppiù separatisti e fomentatori delle divisioni etniche dopo aver perso il controllo del potere centrale e dell'esercito.\r\n\r\nNe abbiamo quindi discusso con Angelo Ferrari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Etiopia-Chi-sta-sabotando-la-convivenza-e-lintegrazione-etnica_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa crisi del Tigray nasce dallo scontro politico con il Tpfl, che è stato a lungo il partito egemone in seno all'Ersdf. Il Fronte tigrino si è sentito più volte preso di mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso di tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia di SarsCov2 e il Tpfl è stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro è diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento di una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo di integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega è stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione di stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo di superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma di nazionalismo etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma è divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri e i moti di piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora di più; la penetrazione di militari nazionali nella regione settentrionale è quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi di Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo di unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. Intanto sono già 15.000 gli sfollati e innumerevoli i morti (si parla di 500 solo nel massacro del 10 novembre a Mai-Kadra, in Tigray).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Nazionalismo-e-svolta-liberista-di-Ahmed_03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel 2019 il Conte1 aveva stipulato con la ministra Trenta accordi militari con il presidente-nobel_per_la_pace_Ahmed: «difesa e sicurezza, formazione e addestramento, assistenza tecnica, operazioni di supporto alla pace... trasferimento di struttura d'arma e apparecchiatura bellica... è auspicata la promozione di iniziative finalizzate a razionalizzare il controllo sui prodotti a uso militare»; come i precedenti governi, soprattutto di centrosinistra, avevano appoggiato la parte eritrea, ora già coinvolta con esplosioni all'Asmara, perché gli ahmara si sono schierati subito con Addis Abeba. L'Italia sta cercando di tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... e quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari di tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette di un territorio che controlla traffici, merci, risorse. Una vera operazione neocoloniale nascosta sotto la cooperazione allo sviluppo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Etiopia-meta-del-complesso-militar-industriale-italiano_04.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLe nazioni sono al soldo di potenze straniere per ridisegnare la geopolitica internazionale come avvenne nel periodo coloniale classico: tutte le potenze sono intente a controllare il passaggio del Mar Rosso da Aden a Suez (infatti a Gibuti, snodo essenziale del Belt Road Initiative, sono presenti tutti i contingenti militari) e ogni mossa è un riposizionamento strategico.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Angelo si è anche parlato di Costa d’Avorio e altre nazioni africane, come l'emblematico Congo (una volta Zaire) per la sua particolare interpretazione del concetto occidentale di democrazia, e alcune hanno affrontato elezioni che sono normalmente truffe, perché l’accaparramento delel risorse e la loro svendita è sicuramente colonialismo e spartizione, ma anche esportazione di uno schema che già non funziona in Occidente e con l’Africa non c’entra nulla e impone sistemi economici di sfruttamento e ora anche di contesa con la penetrazione cinese, senza passare attraverso l’humus attraverso il quale si sono formate le comunità africane.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_concetto-di-democrazia-importato-in-Africa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE poi una chiosa africana sulla pirateria e il pattugliamento italiano del Golfo di Guinea (per ordine di Descalzi? mah!)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/pirateria-e-pattugliamento-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNell’ultimo quarto d’ora si è parlato di tagliagole processati all’Aja da presidenti (Ngbagbo, come Thaci dell’Uck kosovaro); poi a tamburo battente breakin’ news del 10 novembre... ma probabilmente sono notizie in evoluzione con dossier che finiremo con il riprendere in mano.\r\n\r\nScioperi in emergenza Covid madrilena – lo sciopero pandemico, poi lo sgombero di Guernica, Argenitna; uragano Eta nei Caraibi, infatti non c’entra con l’Euskadi. Poi la Bolivia di Arce e Morales in piena esaltazione retorica di ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine di Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Novembre 2020","2023-04-19 15:08:16","I Bastioni di Macallè: dietro la resa dei conti tra tribù etiopi un cambio di sistema",1605484755,[182],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[141],{"post_content":185},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[64],"Ne abbiamo quindi discusso con \u003Cmark>Angelo\u003C/mark> Ferrari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Etiopia-Chi-sta-sabotando-la-convivenza-e-lintegrazione-etnica_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa crisi","I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. 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