","Intervista a Pasquale Abatangelo, rivoluzionario combattente","post",1509698085,[65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/abatangelo/","http://radioblackout.org/tag/br/","http://radioblackout.org/tag/carcere-speciale/","http://radioblackout.org/tag/lotta-armata/","http://radioblackout.org/tag/nap/","http://radioblackout.org/tag/piazza-alberti/",[72,73,74,75,76,77],"abatangelo","BR","carcere speciale","lotta armata","nap","piazza alberti",{"post_content":79,"tags":83},{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":82},[73],"lotta armata, i NAP, le \u003Cmark>BR\u003C/mark>, le rivolte carcerarie, il carcere","In occasione della presentazione del libro biografico \"Correvo pensando ad Anna\" abbiamo avuto ospite in studio Pasquale Abatangelo, tra i fondatori dei NAP, ribelle di lunga durata, comunista combattente, indomito, mai pentito nè dissociato. Ripercorriamo con lui la sua storia, privata e collettiva, le rapine, la lotta armata, i NAP, le \u003Cmark>BR\u003C/mark>, le rivolte carcerarie, il carcere duro, e l'amore di una vita, Anna.\r\n\r\nAscolta l'intervista\r\n\r\npasquale",[84,86,89,91,93,95],{"matched_tokens":85,"snippet":72},[],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[73],"\u003Cmark>BR\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":74},[],{"matched_tokens":92,"snippet":75},[],{"matched_tokens":94,"snippet":76},[],{"matched_tokens":96,"snippet":77},[],[98,104],{"field":40,"indices":99,"matched_tokens":101,"snippets":103},[100],1,[102],[73],[88],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":81,"value":82},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":109,"best_field_weight":35,"fields_matched":110,"num_tokens_dropped":52,"score":111,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",2,"578730123365711978",{"document":113,"highlight":131,"highlights":139,"text_match":107,"text_match_info":145},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":52,"id":116,"is_sticky":52,"permalink":117,"post_author":28,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":120,"post_id":116,"post_modified":121,"post_thumbnail":122,"post_thumbnail_html":123,"post_title":124,"post_type":62,"sort_by_date":125,"tag_links":126,"tags":129},[49],[51],"9596","http://radioblackout.org/2012/07/g8-capri-espiatori/","I ragazzi condannati in Cassazione per il G8 di Genova rappresentano l'ennesimo capro espiatorio della storia giudiziaria italiana. In mancanza di una elaborazione corretta e infine di una narrazione complessa di quelle giornate di luglio 2011, lo stato preferisce individuare dieci ragazzi scelti, è il caso di dirlo, praticamente a casaccio e sacrificarli sull'altare del ripristino dell'integrità offesa delle istituzioni. E' una modalità che ritorna e ritorna mietendo sempre nuove vittime. E'una storia iniziata nel dopoguerra, proseguita con la generazione ribelle degli anni settanta e che non sembra vedere una fine, tutt'altro. Il penale infatti, in un'invasività crescente, affina ogni giorno di più le armi che consentono questo eterno ritorno. Ne parliamo con Vincenzo Guagliardo in occasione della nuova edizione del suo libro: \"Di sconfitta in sconfitta. Considerazioni sull'esperienza brigatista alla luce di una critica del rito del capro espiatorio\" (Colibrì 2012).\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/07/2012-07-17-guagliardo.mp3\"]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\n ","17 Luglio 2012","I ragazzi condannati in Cassazione per il G8 di Genova rappresentano l'ennesimo capro espiatorio della storia giudiziaria italiana. In mancanza di una elaborazione corretta e infine di una narrazione complessa di quelle giornate di luglio 2011, lo stato preferisce individuare dieci ragazzi scelti, è il caso di dirlo, praticamente a casaccio e sacrificarli sull'altare del ripristino dell'integrità offesa delle istituzioni. E' una modalità che ritorna e ritorna mietendo sempre nuove vittime. E'una storia iniziata nel dopoguerra, proseguita con la generazione ribelle degli anni settanta e che non sembra vedere una fine, tutt'altro. 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Capri espiatori",1342540567,[66,127,128],"http://radioblackout.org/tag/g8/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[73,130,39],"G8",{"tags":132},[133,135,137],{"matched_tokens":134,"snippet":88},[73],{"matched_tokens":136,"snippet":130},[],{"matched_tokens":138,"snippet":39},[],[140],{"field":40,"indices":141,"matched_tokens":142,"snippets":144},[52],[143],[73],[88],{"best_field_score":109,"best_field_weight":35,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":52,"score":146,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":52},"578730123365711977",{"document":148,"highlight":168,"highlights":172,"text_match":176,"text_match_info":177},{"cat_link":149,"category":150,"comment_count":52,"id":151,"is_sticky":52,"permalink":152,"post_author":28,"post_content":153,"post_date":154,"post_excerpt":57,"post_id":151,"post_modified":155,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":156,"post_type":62,"sort_by_date":157,"tag_links":158,"tags":163},[49],[51],"22154","http://radioblackout.org/2014/03/chi-cera-dietro-le-br-tanti-tanti-proletari/","Rieccoci. Non che parlare degli anni settanta ci dispiaccia. Ripercorrere quegli avvenimenti, interrogarne i protagonisti e ricostruire su linee nuove una narrazione che ci restituisca qualche tratto di verità è senz'altro un esercizio meritevole. Peccato che tutte le volte che i media mainstream tirano fuori qualche pezzo di quelle storie è sempre all'insegna del mistero, della dietrologia delle trame occulte. Che palle! Possibile che a quelle altezze (o bassezze forse) nessuno si interroghi su qualcosa che ne valga la fatica?\r\n\r\nLa vicenda recente è semplice: quattro anni fa un misterioso individuo che affermava di esser stato a bordo della famosa “moto Honda di via Fani” scrive una lettera anonima a La Stampa, in cui afferma di esser stato lì come “agente dei servizi segreti”, agli ordini del “colonnello Guglielmi” del Sismi, con l'incarico di “proteggere le Brigate Rosse” impegnate contro la scorta del presidente della Democrazia Cristiana. Naturalmente è in fin di vita e vuole, così sembra, scaricare la coscienza. Ma in realtà, anomalia tra le anomalie, non lo fa affatto. Suggerisce, allude, invita a scavare, da qualche flebile indizio... nessuna rivelazione però. Nessuna confessione. Un rebus sgangherato piuttosto. \r\n\r\nCui prodest? Ai giornali di sicuro. A chi sui misteri costruisce carriere. Alle commissioni parlamentari strapagate con i soldi pubblici. L'effetto però è più nefasto. E' di più ampia portata. Ha a che fare con la costruzione di un discorso schizofrenico ma molto pericoloso su cui convergono interessi e impostazioni ideologiche differenti, dal PC di allora al PD di oggi, dalle destre ai populismi.\r\n\r\nSimili ordini di discorso attecchiscono ovviamente su un terreno malsano e incerto, dove i proletari non possono neanche immaginare di organizzare simili tiri contro lo stato, in cui le rivoluzioni sono inutili se non infide, sempre e comunque manovrate dai poteri forti, in cui c'è sempre un grande vecchio che non si trova e una verità data in pasto agli imbecilli per celarne un'altra.\r\n\r\nSradicare quegli eventi dall'ordine del possibile. Negarne non solo la verità ma anche una ragionevole ipoteticità. Vincere sui morti dopo aver vinto sui vivi, questo il senso più profondo che cogliamo. Sicuramente in Italia stiamo peggio che altrove. Appare confermata una certa diffusa tendenza ai capri espiatori, alle spiegazioni monocausali, alle semplificazioni. Troppo complicato domandarsi come i brigatisti potessero sopravvivere nelle fabbriche dove molti operai sapevano, durare anni e anni in clandestinità, magari aiutati in una fuga all'estero. Qual'era il contesto sociale che li proteggeva, che, con tutti i limiti di una simile prospettiva, faceva il tifo per loro? Perché dopo il sequestro e l'assassinio dell'on. Moro le Brigate Rosse videro un'esplosione di ingressi nell'organizzazione? Perché, ancora, ci vollero leggi speciali, torture e assassini più o meno mirati per indebolirli? Poi c'è chi ci marcia come dicevamo più sopra ma è ancora un'altra storia.\r\n\r\nAbbiamo fatto qualche riflessione con Marco Clementi, compagno e storico dell'Università di Cosenza, autore del bel libro \"Storia delle Brigate Rosse\".\r\n\r\nClementi\r\n\r\nCi ha poi raggiunto telefonicamente negli studios di Blackout un compagno, amico e collaboratore, Paolo Persichetti, che anche su questi temi scrive e studia da giornalista e da blogger con il suo Insorgenze.\r\n\r\nPersichetti","25 Marzo 2014","2014-03-31 12:17:09","Chi c'era dietro le BR? Tanti, tanti proletari.",1395786241,[159,160,161,162],"http://radioblackout.org/tag/brigate-rosse/","http://radioblackout.org/tag/dietrologismi/","http://radioblackout.org/tag/movimenti/","http://radioblackout.org/tag/settantasette/",[164,165,166,167],"Brigate Rosse","dietrologismi","movimenti","Settantasette",{"post_title":169},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":171},[73],"Chi c'era dietro le \u003Cmark>BR\u003C/mark>? 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Per il sequestro Costa del 1977 e per banda armata, pur non avendo fatti di sangue a suo carico, è stato condannato in contumacia a 27 anni di galera, ma è riuscito a riparare in Sudamerica. Dopo 45 anni, di cui 20 passati in Argentina come rifugiato politico, il governo Milei ha deciso di arrestarlo: due settimane fa i giudici hanno detto sì alla sua estradizione dall’Argentina dopo la garanzia della magistratura italiana che in Italia venga ripetuto il processo (promessa non mantenibile, ovviamente). Ieri un magistrato ha invece confermato il suo status di rifugiato politico, sospeso ad agosto. Negli stessi giorni, in Italia, viene riaperto dalla procura antiterrorismo di Torino guidata dal solerte PM Emilio Gatti il processo per la sparatoria alla cascina Spiotta del 1975, con cui terminò il sequestro dell'industriale Gancia da parte delle BR e durante la quale morirono Mara Cagol ed un brigadiere dei Carabinieri. Imputati per omicidio Curcio, Moretti ed Azzolini, tre militanti ormai ultra-ottantenni della lotta armata italiana che hanno cumulativamente già fatto più di cent'anni di galera, nel tentativo di individuare quale di loro tre abbia la responsabilità dell'omicidio del brigadiere dei CC, mentre sulla morte di Mara Cagol, molto probabilmente giustiziata dai Carabinieri dopo che si era arresa, la giustizia italiana non ha intenzione di riaprire proprio un bel niente.\r\n\r\nAncora una volta, dopo l'estradizione di Cesare Battisti ed il processo Ombre Rosse (con cui si era tentato di ottenere la consegna di dieci vecchi militanti, rifugiati politici a Parigi da oltre 40 anni) lo Stato e la giustizia italiana cercano in tutti i modi di perpetuare la vendetta contro gli uomini e le donne protagonisti/e della potente stagione di lotte degli anni 70. Che si tratti di membri di Lotta Continua o delle organizzazioni armate fa poca differenza, sono tutti ricercati a vita per un governo intenzionato a vendicarsi contro chi, a suo tempo, rese la vita parecchio difficile all'MSI e per una giustizia che vuole assolutamente dimostrare che non c'è prescrizione né latitanza possibile per chi tentò di sovvertire l'ordine sociale capitalista. In un paese il cui potere politico e giudiziario è così incapace di fare i conti con la propria Storia, sta ai movimenti sociali dimostrare solidarietà a chi a distanza di 50 anni subisce ancora la vendetta dello Stato: in questo senso, qualche settimana fa è stato prodotto l'appello \"Rompiamo un Tabú\", per l'amnistia nei confronti dei prigionieri politici italiani - molti/e ancora in regime di isolamento, alcuni/e al 41 bis.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Mario di Vito, giornalista de Il Manifesto:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/mariodivito.mp3\"][/audio]","22 Marzo 2025","2025-03-22 15:36:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/fineestate-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"184\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/fineestate-300x184.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/fineestate-300x184.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/fineestate.png 500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lo Stato contro i militanti della lotta armata - cinquant'anni dopo",1742657662,[195,159,68],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/",[197,164,75],"41 bis",{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[73],"irregolare della colonna genovese delle \u003Cmark>BR\u003C/mark>. 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Da allora presenza attiva sul territorio genovese, militante anarchica, animatrice della Biblioteca libertaria Francisco Ferrer, alla fine degli anni ’90 prenderà parte al ciclo di lotte contro le nocività (OGM, TAV, nanotecnologie) e in parallelo animerà l’esperienza, tuttora in corso, di Ca’ Favale nell’entroterra di Chiavari.\r\n\r\nUn ricordo lungo il filo delle letture (tratte dalla sua autobiografia, “Sarà un filo di seta nero”; dal libro di interviste di Rosella Simone, “Donne oltre le armi”; da un’intervista tratta dal n°42 di Nunatak), e con l’intervento telefonico di Vania e di Francois.\r\nDurata 1h54m\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/ricordo-di-enza-siccardi.ogg","25 Agosto 2020","2020-08-25 15:14:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/libertà-per-Enza-SIccardi-e1598361124365-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"200\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/libertà-per-Enza-SIccardi-e1598361124365-200x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/libertà-per-Enza-SIccardi-e1598361124365-200x300.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/libertà-per-Enza-SIccardi-e1598361124365.jpg 315w\" sizes=\"auto, (max-width: 200px) 100vw, 200px\" />","UN FILO DI SETA NERO - In ricordo di Enza Siccardi",1598355551,[],[],{"post_content":226},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[73],"genovese, tra i fondatori delle \u003Cmark>BR\u003C/mark> e poi dalle stesse espulso,","Compagna ligure (Imperia, 6 giugno 1943 / Genova, 7 agosto 2020) figlia del comandante partigiano Nino Siccardi (“U Curtu”), da giovane si trasferisce con la famiglia a Genova dove aderisce al PCI; dopo una breve parentesi con le femministe, nel ’68 la restituzione della tessera, gli anni della contestazione giovanile prima dell’incontro folgorante e decisivo con i “luddisti” di Balbiquattro, dove conosce tra gli altri Gianfranco Faina (figura chiave del movimento genovese, tra i fondatori delle \u003Cmark>BR\u003C/mark> e poi dalle stesse espulso, prima di contribuire a dar vita ad Azione Rivoluzionaria) che sarà anche padre del suo unico figlio, Vania Siccardi.\r\n\r\nNel 1976 inizia la sua storia carceraria, che si protrarrà fino all’ultimo arresto del 1984, in seguito alle false dichiarazioni di un pentito. 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La promozione di Domenico “Marco” Minniti da sottosegretario con delega ai Servizi segreti a ministro dell’Interno suggerisce di no. Il cambio al Viminale coincide con l’avvio di nuovi programmi di contrasto delle migrazioni “irregolari”, di gestione dell’ordine pubblico e repressione del dissenso. Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle Br a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la prescrizione per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. Già consulente del senatore ultraconservatore John MacCain e vicedirettore dell’allora Segretario generale della NATO George Robertson (1998-2001), Volker ha ricoperto l’incarico di consulente del Dipartimento di Stato in preparazione dei summit Nato di Praga (2002) e Istanbul (2004).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un profilo di Minniti, uscito su Left.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 17 minniti mazzeo","17 Gennaio 2017","2017-01-20 16:11:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Minniti. 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Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle \u003Cmark>Br\u003C/mark> a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la prescrizione per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. Già consulente del senatore ultraconservatore John MacCain e vicedirettore dell’allora Segretario generale della NATO George Robertson (1998-2001), Volker ha ricoperto l’incarico di consulente del Dipartimento di Stato in preparazione dei summit Nato di Praga (2002) e Istanbul (2004).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un profilo di Minniti, uscito su Left.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 17 minniti mazzeo",[266],{"field":105,"matched_tokens":267,"snippet":263,"value":264},[262],{"best_field_score":178,"best_field_weight":30,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":52,"score":207,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":52},6646,{"collection_name":62,"first_q":73,"per_page":271,"q":73},6,{"facet_counts":273,"found":328,"hits":329,"out_of":516,"page":100,"request_params":517,"search_cutoff":41,"search_time_ms":518},[274,303],{"counts":275,"field_name":300,"sampled":41,"stats":301},[276,279,281,284,286,288,291,293,295,298],{"count":277,"highlighted":278,"value":278},27,"OverJoy",{"count":30,"highlighted":280,"value":280},"anarres",{"count":282,"highlighted":283,"value":283},10,"ACAB",{"count":282,"highlighted":285,"value":285},"Harraga",{"count":282,"highlighted":287,"value":287},"I Bastioni di Orione",{"count":289,"highlighted":290,"value":290},9,"Macerie su macerie",{"count":271,"highlighted":292,"value":292},"reset-club",{"count":271,"highlighted":294,"value":294},"Bello come una prigione che brucia",{"count":296,"highlighted":297,"value":297},4,"la perla di labuan",{"count":296,"highlighted":299,"value":299},"Healing frequencies","podcastfilter",{"total_values":302},55,{"counts":304,"field_name":40,"sampled":41,"stats":326},[305,308,310,312,313,315,317,319,322,324],{"count":306,"highlighted":307,"value":307},28,"dub",{"count":306,"highlighted":309,"value":309},"reggae",{"count":277,"highlighted":311,"value":311},"roots",{"count":282,"highlighted":21,"value":21},{"count":282,"highlighted":314,"value":314},"Bastioni di Orione",{"count":289,"highlighted":316,"value":316},"a.c.a.b",{"count":271,"highlighted":318,"value":318},"carcere",{"count":320,"highlighted":321,"value":321},5,"resetclub",{"count":296,"highlighted":323,"value":323},"brescia",{"count":296,"highlighted":325,"value":325},"radio cane",{"total_values":327},464,157,[330,365,391,421,449,482],{"document":331,"highlight":348,"highlights":356,"text_match":361,"text_match_info":362},{"comment_count":52,"id":332,"is_sticky":52,"permalink":333,"podcastfilter":334,"post_author":336,"post_content":337,"post_date":338,"post_excerpt":57,"post_id":332,"post_modified":339,"post_thumbnail":340,"post_title":341,"post_type":342,"sort_by_date":343,"tag_links":344,"tags":346},"99766","http://radioblackout.org/podcast/28-the-bronx-11-agosto-1973-la-nascita-dellhip-hop-pt-2/",[335],"Rolling in the deep","stefano.r"," \r\n\r\nThe Bronx, 11 Agosto 1973: l’inizio di una nuova storia, l’inizio di una rivoluzione musicale che ha cambiato tutto. La poetica di strada prende il largo e la cultura musicale occidentale non sarà mai più come prima.\r\n\r\nSe nella scorsa puntata abbiamo parlato di New York nel suo complesso a cavallo tra i '60 e i '70 - la ristrutturazione industriale, la speculazione edilizia al rialzo, l’arrivo e afflusso dei capitali finanziari per le strade della grande mela e l’espulsione dei poveri - oggi entriamo nel vivo della nostra storia, parleremo del Bronx e di quella notte magica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/HipHop_2.mp3\"][/audio]","11 Settembre 2025","2025-09-11 10:16:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Ep.28-200x110.png","28. 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La poetica di strada prende il largo e la cultura musicale occidentale non sarà mai più come prima.\r\n\r\nSto parlando della nascita dell’Hip-hop e della festa che ha inaugurato il genere!\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/HipHop_1.mp3\"][/audio]","2025-09-11 10:10:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Ep.27-200x110.png","27. The Bronx, 11 Agosto 1973: la nascita dell'Hip-hop pt.1",1757585394,[345],[347],{"post_content":378,"post_title":382},{"matched_tokens":379,"snippet":380,"value":381},[262],"qualche modo convergono qui.\r\n\r\nThe \u003Cmark>Br\u003C/mark>onx, 11 Agosto 1973: l’inizio di"," \r\n\r\nGli ultimi mesi sono stati una lunga cavalcata per arrivare fin qui, anzi si potrebbe dire che tutte le puntate di quest’anno in un qualche modo convergono qui.\r\n\r\nThe \u003Cmark>Br\u003C/mark>onx, 11 Agosto 1973: l’inizio di una nuova storia, l’inizio di una rivoluzione musicale che ha cambiato tutto. 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Le decorazioni come forma espressiva artistica ma anche politica in quanto DIY e spesso pregna di significati, simboli, voci caratterizzanti il movimento underground delle feste.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata la voce di Gabri, uno dei Colpos, band electropunk Torinese che sta per partorire, attraverso una gestazione estenuante lunga ben 4 anni, il suo secondo e attesissimo disco \"Padroni di niente servi di chiunque\". Presentiamo insieme il singolo appena uscito \"Nido di vespe\" e ascoltiamo cosa ha da dirci su questo nuovo progetto musicale, sulle influenze musicali che li hanno guidati ma soprattutto scopriamo finalmente cosa significa tekno-electro punk e se davvero esiste questo strano miscuglio di sonorità.\r\n\r\nhttps://colpos.bandcamp.com/track/nido-di-vespe\r\n\r\nCome sempre, buon ascolto dalle ame sotto cassa <3\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Podcast-6-puntata.mp3\"][/audio]","12 Luglio 2025","2025-07-12 21:45:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/6-punt-200x110.jpg","B-Rave Ragazze - Sesta puntata - Chiacchiere senza distintivo tra tekno decorazioni ed Electropunkettoni",1752356637,[],[],{"post_content":407,"post_title":412},{"matched_tokens":408,"snippet":410,"value":411},[409],"B-R","Sesta Puntata di \u003Cmark>B-R\u003C/mark>ave ragazze - Sempre incazzate contro qualcosa,","Sesta Puntata di \u003Cmark>B-R\u003C/mark>ave ragazze - Sempre incazzate contro qualcosa, in questo caso la nostra pioggia di critiche cade sul Kappa, uno degli eventi più speculativi di Torino che unisce i ricchi di tutto il mondo sotto la stessa cassa da mort...ah no, peccato.\r\n\r\nMa a noi interessa poco, abbiamo altro di cui parlare! infatti, la puntata ospita soprattutto le voci e i progetti di due amici:\r\n\r\nNella prima parte chiacchieriamo con Ste, a.k.a DecoBoy, che ci racconta della sua passione per le tekno decorazioni, dell'evoluzione nel tempo di questa forma d'arte tipica dei free party, dei materiali utilizzati e di come reperirli. 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Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di Brindisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. Il progetto di esternalizzazione della frontiera italiana attraverso la colonizzazione della nuova enclave carceraria albanese si appoggia ai centri pugliesi come stiva, ma non solo: genera trasferimenti continui che, se da una parte creano profitto, dall’altra spezzettano sempre di più le vite e le relazioni delle persone che vengono spostate da una parte all’altra come pacchi, rendendo sempre più difficile la loro difesa legale, il mantenimento di legami famigliari e di solidarietà, e aumentando i livelli di ricatto e di violenza sulle persone senza documenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nPer rimanere informati su quanto accade intorno ai CPR pugliesi, seguite https://japrlekk.noblogs.org/","18 Giugno 2025","2025-06-18 15:36:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/presidio-contro-il-cpr-di-baripalese-02-10-2025-200x110.jpg","Racconti dai CPR pugliesi di Bari e Brindisi",1750260990,[462,463,464],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[466,21,467],"#cpr bari","sfruttamento",{"post_content":469,"post_title":473},{"matched_tokens":470,"snippet":471,"value":472},[262],"CPR di Bari e di \u003Cmark>Br\u003C/mark>indisi, e del ruolo di questi","Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, nel CPR di Brindisi-Restinco, muore Abel Okubor, cittadino nigeriano. Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di \u003Cmark>Br\u003C/mark>indisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. Il progetto di esternalizzazione della frontiera italiana attraverso la colonizzazione della nuova enclave carceraria albanese si appoggia ai centri pugliesi come stiva, ma non solo: genera trasferimenti continui che, se da una parte creano profitto, dall’altra spezzettano sempre di più le vite e le relazioni delle persone che vengono spostate da una parte all’altra come pacchi, rendendo sempre più difficile la loro difesa legale, il mantenimento di legami famigliari e di solidarietà, e aumentando i livelli di ricatto e di violenza sulle persone senza documenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nPer rimanere informati su quanto accade intorno ai CPR pugliesi, seguite https://japrlekk.noblogs.org/",{"matched_tokens":474,"snippet":475,"value":475},[262],"Racconti dai CPR pugliesi di Bari e 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trasmissione in onda su Radio Blackout, assieme alla voce di alcuni reclusi, ripercorriamo le vicende che hanno scandito la quotidianità del centro a poco più di 2 mesi dalla sua apertura e ragioniamo su quanto la violenza razzista sia certamente incarnata nei dispositivi contenitivi e in come essi vengono strutturati, ma anche come essa sia diluita in una miriade infinita di aspetti della vita delle persone razzializzate con e senza documenti.\r\n\r\nIn questa prima parte ricostruiamo come il CPR di corso Brunelleschi è stato riempito e come, sin dalle prime settimane, sono partite le lotte rivendicative e il forte legame avuto con chi si trova fuori dalle mura:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/30.05.25CPRtestimonianze1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn racconto delle giornate di rivolta: le cause e le conseguenze:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/30.05.25CPRtestimonianze2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUna riflessione su 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