","IL CAFFÈ TURCO CON MURAT: BOĞAZIÇI persevera e i nazionalisti schiumano rabbia per i militari uccisi in Iraq... dal fuoco amico","post",1613947991,[61,62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/bahceli/","http://radioblackout.org/tag/barzani/","http://radioblackout.org/tag/bashur/","http://radioblackout.org/tag/bogazici/","http://radioblackout.org/tag/contractors/","http://radioblackout.org/tag/erbil/","http://radioblackout.org/tag/hdp/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/pkk/",[71,72,73,74,75,76,22,77,15],"Bahçeli","barzani","Bashur","Bogaziçi","contractors","Erbil","iraq",{"tags":79},[80,83,85,87,89,91,93,95,97],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[71],"\u003Cmark>Bahçeli\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":72},[],{"matched_tokens":86,"snippet":73},[],{"matched_tokens":88,"snippet":74},[],{"matched_tokens":90,"snippet":75},[],{"matched_tokens":92,"snippet":76},[],{"matched_tokens":94,"snippet":22},[],{"matched_tokens":96,"snippet":77},[],{"matched_tokens":98,"snippet":15},[],[100],{"field":35,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[47],[103],[71],[82],578730123365712000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":109,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":111,"highlight":132,"highlights":138,"text_match":142,"text_match_info":143},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":47,"id":114,"is_sticky":47,"permalink":115,"post_author":50,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":53,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":58,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":131},[44],[46],"41537","http://radioblackout.org/2017/04/turchia-erdogan-eletto-dittatore-con-brogli/","Erdogan ha vinto il referendum costituzionale del 16 aprile. Il si ha prevalso sul no di stretta misura, il 51,3 contro il 48,7. Secondo la Rete dei giornalisti indipendenti, la BIA-NET, al voto si sono recati circa l'84% degli aventi diritto. Sin dalle prime ore l’opposizione ha denunciato brogli e irregolarità: video che mostrano schede timbrate a pacchi, seggi chiusi per gli osservatori indipendenti, polizia nei pressi dei seggi nonostante la legge lo vieti.\r\nLa decisione più clamorosa è stata presa proprio dall’Ente Superiore per le Elezioni (YSK). Durante la giornata elettorale si sono moltiplicate le segnalazioni di schede prive di timbro ufficiale dell’Ente. Con ogni probabilità un lavoro di copisteria improvvisato all’ultimo momento. Dopo le denunce lo YSK ha deciso di contare comunque anche le schede non ufficiali.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPer la prima volta l’OSCE ha denunciato brogli e sollevato dubbi sulla regolarità del voto. Secondo l’OSCE ci sarebbero almeno due milioni e mezzo di schede dubbie. Se si calcola che lo scarto ufficiale tra il si e il no è di un milione e 300mila voti, ne consegue che il risultato potrebbe essere capovolto.\r\nInutile dire che difficilmente l'uomo forte della Turchia, da domenica 16 aprile, uomo solo al comando, lo permetterà.\r\nSecondo gli osservatori dell'OSCE il voto per il referendum turco non è stato all’altezza degli standard internazionali e la campagna elettorale non si è svolta in un clima di equità.\r\nSono migliaia gli oppositori politici in carcere, che stanno attuando un durissimo sciopero della fame. Decine di giornali, tv, radio e siti di opposizione sono stati chiusi. Nelle zone curdofone molti abitanti, che avevano abbandonato città e quartieri distrutti dalla guerra civile, non sono stati iscritti al registro dei votanti e non hanno potuto partecipare al voto.\r\nGli anarchici del DAF hanno invece fatto campagna astensionista, denunciando un gioco che, anche quando è regolare, è fatto con carte truccate.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cinar, giornalista torinese di origine turca, abbiamo provato a fare, oltre ad una disamina dei numerosi indizi che consentono di parlare apertamente di brogli, una prima analisi del voto, che appare meno scontato di quanto ci si aspettasse.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 04 18 murat ref turchia\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPiù del 50% del paese è contro questa costituzione, un numero di cittadini che non è composto solo dall’elettorato del Chp e dell’Hdp. I no sono composti anche dagli elettori di Erdogan che lo voterebbero anche domani, ma che non vogliono che abbia tanto potere. E poi ci sono la maggior parte degli elettori dei nazionalisti del Mhp.\r\nQuesto è il profilo dell’elettore no: repubblicani, sinistra e un 15-20% dell’elettorato di Erdogan. Ovvero le coste dell’Egeo (roccaforte Chp), una parte del sud-est che è fortezza dell’Hdp con alcune perdite (Maras, Urfa, Antep, Adiyaman, Mus, Kars che teoricamente dovrebbero seguire la linea Hdp ma hanno votato sì), la costa mediterranea che, se ha delle municipalità in mano all’Akp, ha votato per lo più no.\r\nInoltre nel Kurdistan turco è molto forte un partito tradizionalista, islamista curdo, che ha votato massicciamente per la riforma. Sono gli stessi che durante le proteste durante l'assedio dell'Isis a Kobane, attaccarono le manifestazioni di protesta, lasciando sul terreno quasi 60 morti.\r\n\r\n \r\n\r\nPer il sì hanno votato conservatori, nazionalisti radicali, zone rurali, ma anche una parte dei kurdi: le città più politicizzate a sud est hanno votato no, ma quelle più conservatrici vivono una frattura. Forse hanno voluto mandare un messaggio a Erdogan: ti sosteniamo se molli l’alleanza con i nazionalisti.\r\nTredici su 58 paesi all’estero hanno detto sì. Significa che in 45 ha prevalso il no: in Cina, Russia, Usa, Australia, penisola araba e nella maggior parte dei paesi europei.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Germania, Austria, Belgio, Olanda, Belgio, dove ha prevalso il sì, operano associazioni conservatrici e fondamentaliste. Da anni lavorano per conto di Erdogan e dell’Akp all’estero. Stiamo parlando di sistemi di fraternità, comunità religiose, reti di imprenditori che hanno la sua stessa ideologia, la stessa cosa che in Turchia fanno da più di 30 anni le comunità religiose. Non accade a Smirne e Istanbul, ma nelle zone rurali è così: una tradizione feudale e conservatrice che si è trasferita all’estero.\r\nAnche i comizi vietati hanno favorito il si, rinforzando il messaggio “tutti ci vogliono male, siamo in pieno sviluppo e provano a fermarci”. Un sapiente cocktail tra i richiami all'impero Ottomano e ai suoi nemici di un tempo con la spinta modernista e cementificatrice che è la cifra dell'era Erdogan. \r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSecondo un sondaggio effettuato prima del referendum, moltissimi cittadini non conoscevano il pacchetto di riforme, su cui era stata indetta la consultazione referendaria.\r\nSi tratta di 18 punti, la maggior parte dei quali concerneva l'aumento del potere del Presidente della Repubblica dal punto di vista legislativo, giuridico ed amministrativo.\r\nLa riforma è stata proposta dal partito al governo, l'AKP, Partito dello Sviluppo e della Giustizia) ma fortemente appoggiata dal secondo partito all’opposizione, il MHP (Partito del Movimento Nazionalista).\r\nNelle elezioni del 2015 Erdogan puntava alla maggioranza assoluta per attuare la sua riforma senza intralci. Erdogan, pur vincendo le elezioni, non aveva i parlamentari necessari ad avere mano libera. Ha quindi stretto alleanza con il MHP.\r\nL’11 ottobre del 2016 il Presidente Generale del MHP, Devlet Bahceli, durante l’intervento nel suo gruppo parlamentare, ha dichiarato che avrebbe appoggiato il partito di governo per una ridefinizione in senso presidenzialista della Repubblica turca. Questa scelta ha finito con lo spaccare in due il partito nazionalista.\r\nL'alleanza tra AKP e MHP, nonostante molte tensioni interne ai due schieramenti e numerosi franchi tiratori, ha raggiunto il quorum necessario all'approvazione delle nuove norme.\r\nQuindici giorni dopo la votazione parlamentare del 10 febbraio, il presidente della Repubblica, Erdogan, ha fissato il referendum che si sarebbe svolto il 16 aprile.\r\nI cambiamenti più rilevanti riguardano la trasformazione della Turchia in una Repubblica presidenziale, con un forte accentramento di poteri non bilanciati né dal parlamento, né dagli organi giudiziari.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVediamoli nel dettaglio:\r\n\r\n \r\n\r\n- É stata abbassata da 25 a 18 anni l'età necessaria per essere eletti in parlamento. Ne consegue, che in un paese dove non è prevista l'obiezione di coscienza, i parlamentari diventeranno esenti dall'obbligo di fare il militare.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica da solo potrà nominare e revocare i Ministri oppure sopprimere un Ministero. Non ci sarà più bisogno del voto di fiducia per dare legittimità al governo, che sarà espressione diretta del presidente. Anche l'indizione di elezioni anticipate diventerà molto difficile.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il diritto di non riconoscere il Parlamento eletto e di far ripetere le elezioni.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può presentare ed emanare i decreti di legge senza chiedere il parere del Parlamento.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il comando supremo delle forze militari del Paese.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può dichiarare lo stato d’emergenza senza chiedere il parere del governo o del parlamento e senza limiti per la proroga dello stato di emergenza.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica potrà nominare e licenziare gli amministratori e i dirigenti di diversi enti pubblici, quindi avrà un potere decisionale nell’istruzione, arte, economia, media, sicurezza nazionale, previdenza sociale.\r\n\r\n- Il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri (HSYK-HSK) sarà presieduto dal Ministro della Giustizia ed un suo membro apparterrà allo stesso Ministero, tre altri membri saranno nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri membri dalla maggioranza del Parlamento.\r\n \r\n\r\n- Il bilancio sarà preparato e presentato al Parlamento dal Presidente della Repubblica che potrà porre il veto sulla sua approvazione.\r\n\r\n \r\n\r\n- Se il Presidente della Repubblica fosse sotto indagine, l’unico luogo in cui dovrà presentarsi, dopo una lunga e difficile fase di votazione parlamentare, sarebbe la Corte Costituzionale, ossia l’organismo i cui membri sono per la maggior parte nominati dallo stesso Presidente della Repubblica.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Turchia da domenica è una dittatura elettiva. 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E poi ci sono la maggior parte degli elettori dei nazionalisti del Mhp.\r\nQuesto è il profilo dell’elettore no: repubblicani, sinistra e un 15-20% dell’elettorato di Erdogan. Ovvero le coste dell’Egeo (roccaforte Chp), una parte del sud-est che è fortezza dell’Hdp con alcune perdite (Maras, Urfa, Antep, Adiyaman, Mus, Kars che teoricamente dovrebbero seguire la linea Hdp ma hanno votato sì), la costa mediterranea che, se ha delle municipalità in mano all’Akp, ha votato per lo più no.\r\nInoltre nel Kurdistan turco è molto forte un partito tradizionalista, islamista curdo, che ha votato massicciamente per la riforma. 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Secondo una relazione diffusa dall'Agenzia di Stampa Dicle la gran parte dei morti e dei feriti sono a a Cizre, Silopi e Nusaybin, dove sono morte 18 persone, tra cui 4 bambini.\r\nIeri, nella zona di Sur, al ventesimo giorno del coprifuoco un ufficiale dell'esercito è stato ucciso durante gli scontri.\r\nSempre ieri, a Silopi, un uomo di 70 anni, Ömer Sayan, è stato ucciso nel giardino di casa sua durante gli scontri.\r\nIn località Dargecit nella città di Mardin, è rimasto ferito gravemente un poliziotto dei corpi speciali.\r\nSempre il 21 Dicembre, nella città di Bitlis, grazie ad un esplosivo, sono morti due soldati e sono rimasti feriti 6 altri.\r\nA Silopi, sempre il 21 Dicembre, durante il bombardamento della sua casa, un bambino di 11 anni è stato colpito ed è morto.\r\nLe proteste contro il coprifuoco e gli scontri sono ormai in diverse città del Paese. Ieri, particolarmente ad Istanbul, in località Beylikduzu, centinaia di persone sono scese in piazza per protestare. La rabbia era indirizzata verso il governo.\r\nSecondo una relazione presentata dal partito parlamentare CHP, solamente in località Sur più del 90% della popolazione ha abbandonato le sue abitazioni. La popolazione è scesa a 2 mila da 24 mila.\r\nErk Acarer, giornalista del quotidiano nazionale Birgun, in un suo articolo pubblicato ieri specifica che a Cizre le case vengono bombardate da carri e la grande parte della zona è distrutta.\r\nSecondo l'agenzia di stampa Diha, nella città di Van, oggi i negozi non hanno aperto i battenti ed alle 12 di è svolta una manifestazione di protesta in centro città. Anche a Diyarbakir è stata indetta una manifestazione per oggi.\r\nIl 20 Dicembre ad Istanbul particolarmente a Taksim è stata organizzata una manifestazione di protesta di massa, la polizia ha impedito il corteo sparando dei lacrimogeni ed arrestando 4 persone.\r\nSecondo una relazione pubblicata dall'Associazione legale \"Humanist Buro\" nell'arco di 4 mesi durante gli scontri sono morti al meno 44 bambini e ne sono rimasti feriti 52.\r\nIl leader del Partito del Movimento Nazionalista (MHP), Devlet Bahceli in un discorso al parlamento ha dichiarato: \"La Turchia sta per dividersi fisicamente, idealmente ed effettivamente\".\r\nIl deputato Galip Ensarioğlu dell'AKP in un suo intervento televisivo presso il canale HaberTurk ha dichiarato: \"Le proposte di autonomia ed autogoverno si possono discutere ma questo non è il metodo\". Ensarioglu si riferiva alla proposta politica, economica ed amministrativa lanciata vari mesi orsono dal PKK e sostenuta da vari sindaci nel Kurdistan settentrionale.\r\nIl parlamentare Dengir Mir Firat del Partito Democratico dei Popoli (HDP) ha dichiarato: \"Siamo in una fase mafiosa. Questo Stato massacra il suo popolo. Questa guerra porta alla spaccatura il Paese. Non è l'autogoverno quello che divide il Paese ma è il governo AKP\".\r\nSecondo i dati diffusi dal Sindacato dei Lavoratori dell'Istruzione (Egitim-Sen) nelle zone di conflitto dove l'istruzione è stata sospesa circa 83 mila studenti non riescono a seguire l'anno scolastico e circa 3 mila insegnanti sono rimasti a casa oppure hanno dovuto abbandonare la zona.\r\n\r\nNei giorni scorsi è stato diffuso un documento sulla violazione dei diritti umani in Turchia di cui vi riportiamo alcuni stralci.\r\n\r\nL’Associazioni dei diritti umani (IHD) e la Fondazione dei diritti umani in Turchia (TIHV) hanno pubblicato, nel 2015, il report sulla violazione dei diritti umani che era stato preparato durante la Settimana dei diritti umani tra il 10-17 dicembre.\r\n\r\nGravi casi di violazioni dei diritti umani sono state riscontrate nel corso del 2015: a Diyarbakir (5 morti, decine feriti), a Suruç (33 morti, decine feriti) e nella strage di Ankara (100 morti, centinaia di feriti). Con la fine del processo di pace curdo-turco da parte del Presidente della Turchia, Recep T. Erdoğan, centinaia di persone sono state uccise nelle strade dalle unità delle forze di sicurezza. Decine di volte sono stati bombardati PKK e civili nel territorio iracheno. Il coprifuoco è stato dichiarato in decine di città curde in Turchia. Durante il periodo di coprifuoco la popolazione ha sofferto la mancanza di acqua e le interruzioni elettriche, così come la mancanza di approvvigionamento alimentare di base. Farmaci e cure ai feriti dagli attacchi non sono stati autorizzati dalla polizia sui luoghi degli attacchi così come si sono riscontrate grosse difficoltà nel seppellire i morti a causa di divieti imposti dal coprifuoco.\r\nDurante il blocco delle città e di molti quartieri da parte delle forze di sicurezza giovani civili, donne, anziani e bambini sono stati massacrati. I giornalisti sono stati arrestati e la libertà di stampa è stata violata. I rifugiati in Turchia si trovano ad affrontare situazioni drammatiche.\r\n\r\nCon la “Legge di sicurezza interna” voluta dall'AKP c’è stato un incremento delle violazioni dei diritti umani tra il 1 gennaio e il 5 dicembre del 2015. I dati dell’IHD e del TIHV sono i seguenti: 173 morti e 226 feriti sono stati il risultato di esecuzioni extragiudiziali, tiro casuale e fucilazione di civili che non hanno rispettato gli ordini dell’unità di applicazione della legge. Ci sono stati 135 incidenti che hanno causato morti e 191 eventi che hanno comportato lesioni e ferimenti. A seguito degli attacchi suicidi, 5 morti a Diyarbakır, 33 morti a Suruç, l’attacco di Ankara il 10 ottobre ha provocato 100 morti. I 3 attacchi suicidi sopra menzionati hanno provocato 138 morti e 929 feriti. 4 persone sono morte mentre si trovavano sotto custodia. Omicidi commessi da sconosciuti hanno causato 19 morti. Minimo 28 persone sono morte per vari motivi mentre si trovavano in prigione. 33 soldati sono morti in condizioni ignote mentre si trovavano sotto costrizione. 5 persone sono morte e 22 sono state ferite a causa di esplosioni di bombe o di mine per mani ignote. Come risultato di conflitti militari, 171 agenti di polizia e paramilitari hanno perso la vita. Sulla stessa linea, 195 militanti e 157 civili sono morti, portando il numero totale di decessi a 523. 255 donne sono morte a causa della violenza maschile fino al 23 novembre 2015. 4 sono stati i decessi a causa di crimini di odio, attacchi razzisti e linciaggio. Gli infortuni sul lavoro/omicidi hanno visto coinvolti 1593 lavoratori fino al 1 dicembre. Minimo 16 richiedenti asilo e rifugiati hanno perso la vita durante l’attraversamento delle frontiere e 160 di loro sono rimasti feriti.\r\n1433 persone sono state torturate mentre si trovavano in custodia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, mediattivista e blogger.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-12-22-murat","22 Dicembre 2015","2016-01-11 12:12:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/Erdogan-assassino-de-curdos-2015-620x350-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/Erdogan-assassino-de-curdos-2015-620x350-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/Erdogan-assassino-de-curdos-2015-620x350-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/Erdogan-assassino-de-curdos-2015-620x350.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turchia. Verso la guerra civile",1450810574,[161,125,162,69,130],"http://radioblackout.org/tag/coprifuoco/","http://radioblackout.org/tag/guerra-civile/",[28,19,164,15,17],"guerra civile",{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[135],"del Movimento Nazionalista (MHP), Devlet \u003Cmark>Bahceli\u003C/mark> in un discorso al parlamento","Il conflitto ripreso dopo la strage di Suruç del 20 luglio 2015 tra il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e lo Stato turco sta ormai declinando in una guerra civile.\r\n\r\nIn una settimana di coprifuoco sono stati uccisi 22 civili, più di 100 feriti, 41 dei quali sono molto gravi. Secondo una relazione diffusa dall'Agenzia di Stampa Dicle la gran parte dei morti e dei feriti sono a a Cizre, Silopi e Nusaybin, dove sono morte 18 persone, tra cui 4 bambini.\r\nIeri, nella zona di Sur, al ventesimo giorno del coprifuoco un ufficiale dell'esercito è stato ucciso durante gli scontri.\r\nSempre ieri, a Silopi, un uomo di 70 anni, Ömer Sayan, è stato ucciso nel giardino di casa sua durante gli scontri.\r\nIn località Dargecit nella città di Mardin, è rimasto ferito gravemente un poliziotto dei corpi speciali.\r\nSempre il 21 Dicembre, nella città di Bitlis, grazie ad un esplosivo, sono morti due soldati e sono rimasti feriti 6 altri.\r\nA Silopi, sempre il 21 Dicembre, durante il bombardamento della sua casa, un bambino di 11 anni è stato colpito ed è morto.\r\nLe proteste contro il coprifuoco e gli scontri sono ormai in diverse città del Paese. Ieri, particolarmente ad Istanbul, in località Beylikduzu, centinaia di persone sono scese in piazza per protestare. La rabbia era indirizzata verso il governo.\r\nSecondo una relazione presentata dal partito parlamentare CHP, solamente in località Sur più del 90% della popolazione ha abbandonato le sue abitazioni. La popolazione è scesa a 2 mila da 24 mila.\r\nErk Acarer, giornalista del quotidiano nazionale Birgun, in un suo articolo pubblicato ieri specifica che a Cizre le case vengono bombardate da carri e la grande parte della zona è distrutta.\r\nSecondo l'agenzia di stampa Diha, nella città di Van, oggi i negozi non hanno aperto i battenti ed alle 12 di è svolta una manifestazione di protesta in centro città. Anche a Diyarbakir è stata indetta una manifestazione per oggi.\r\nIl 20 Dicembre ad Istanbul particolarmente a Taksim è stata organizzata una manifestazione di protesta di massa, la polizia ha impedito il corteo sparando dei lacrimogeni ed arrestando 4 persone.\r\nSecondo una relazione pubblicata dall'Associazione legale \"Humanist Buro\" nell'arco di 4 mesi durante gli scontri sono morti al meno 44 bambini e ne sono rimasti feriti 52.\r\nIl leader del Partito del Movimento Nazionalista (MHP), Devlet \u003Cmark>Bahceli\u003C/mark> in un discorso al parlamento ha dichiarato: \"La Turchia sta per dividersi fisicamente, idealmente ed effettivamente\".\r\nIl deputato Galip Ensarioğlu dell'AKP in un suo intervento televisivo presso il canale HaberTurk ha dichiarato: \"Le proposte di autonomia ed autogoverno si possono discutere ma questo non è il metodo\". Ensarioglu si riferiva alla proposta politica, economica ed amministrativa lanciata vari mesi orsono dal PKK e sostenuta da vari sindaci nel Kurdistan settentrionale.\r\nIl parlamentare Dengir Mir Firat del Partito Democratico dei Popoli (HDP) ha dichiarato: \"Siamo in una fase mafiosa. Questo Stato massacra il suo popolo. Questa guerra porta alla spaccatura il Paese. Non è l'autogoverno quello che divide il Paese ma è il governo AKP\".\r\nSecondo i dati diffusi dal Sindacato dei Lavoratori dell'Istruzione (Egitim-Sen) nelle zone di conflitto dove l'istruzione è stata sospesa circa 83 mila studenti non riescono a seguire l'anno scolastico e circa 3 mila insegnanti sono rimasti a casa oppure hanno dovuto abbandonare la zona.\r\n\r\nNei giorni scorsi è stato diffuso un documento sulla violazione dei diritti umani in Turchia di cui vi riportiamo alcuni stralci.\r\n\r\nL’Associazioni dei diritti umani (IHD) e la Fondazione dei diritti umani in Turchia (TIHV) hanno pubblicato, nel 2015, il report sulla violazione dei diritti umani che era stato preparato durante la Settimana dei diritti umani tra il 10-17 dicembre.\r\n\r\nGravi casi di violazioni dei diritti umani sono state riscontrate nel corso del 2015: a Diyarbakir (5 morti, decine feriti), a Suruç (33 morti, decine feriti) e nella strage di Ankara (100 morti, centinaia di feriti). Con la fine del processo di pace curdo-turco da parte del Presidente della Turchia, Recep T. Erdoğan, centinaia di persone sono state uccise nelle strade dalle unità delle forze di sicurezza. Decine di volte sono stati bombardati PKK e civili nel territorio iracheno. Il coprifuoco è stato dichiarato in decine di città curde in Turchia. Durante il periodo di coprifuoco la popolazione ha sofferto la mancanza di acqua e le interruzioni elettriche, così come la mancanza di approvvigionamento alimentare di base. Farmaci e cure ai feriti dagli attacchi non sono stati autorizzati dalla polizia sui luoghi degli attacchi così come si sono riscontrate grosse difficoltà nel seppellire i morti a causa di divieti imposti dal coprifuoco.\r\nDurante il blocco delle città e di molti quartieri da parte delle forze di sicurezza giovani civili, donne, anziani e bambini sono stati massacrati. I giornalisti sono stati arrestati e la libertà di stampa è stata violata. I rifugiati in Turchia si trovano ad affrontare situazioni drammatiche.\r\n\r\nCon la “Legge di sicurezza interna” voluta dall'AKP c’è stato un incremento delle violazioni dei diritti umani tra il 1 gennaio e il 5 dicembre del 2015. I dati dell’IHD e del TIHV sono i seguenti: 173 morti e 226 feriti sono stati il risultato di esecuzioni extragiudiziali, tiro casuale e fucilazione di civili che non hanno rispettato gli ordini dell’unità di applicazione della legge. Ci sono stati 135 incidenti che hanno causato morti e 191 eventi che hanno comportato lesioni e ferimenti. A seguito degli attacchi suicidi, 5 morti a Diyarbakır, 33 morti a Suruç, l’attacco di Ankara il 10 ottobre ha provocato 100 morti. I 3 attacchi suicidi sopra menzionati hanno provocato 138 morti e 929 feriti. 4 persone sono morte mentre si trovavano sotto custodia. Omicidi commessi da sconosciuti hanno causato 19 morti. Minimo 28 persone sono morte per vari motivi mentre si trovavano in prigione. 33 soldati sono morti in condizioni ignote mentre si trovavano sotto costrizione. 5 persone sono morte e 22 sono state ferite a causa di esplosioni di bombe o di mine per mani ignote. Come risultato di conflitti militari, 171 agenti di polizia e paramilitari hanno perso la vita. Sulla stessa linea, 195 militanti e 157 civili sono morti, portando il numero totale di decessi a 523. 255 donne sono morte a causa della violenza maschile fino al 23 novembre 2015. 4 sono stati i decessi a causa di crimini di odio, attacchi razzisti e linciaggio. Gli infortuni sul lavoro/omicidi hanno visto coinvolti 1593 lavoratori fino al 1 dicembre. Minimo 16 richiedenti asilo e rifugiati hanno perso la vita durante l’attraversamento delle frontiere e 160 di loro sono rimasti feriti.\r\n1433 persone sono state torturate mentre si trovavano in custodia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, mediattivista e blogger.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-12-22-murat",[171],{"field":140,"matched_tokens":172,"snippet":168,"value":169},[135],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":146,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":71,"per_page":176,"q":71},6,5,{"facet_counts":179,"found":14,"hits":191,"out_of":239,"page":21,"request_params":240,"search_cutoff":36,"search_time_ms":39},[180,186],{"counts":181,"field_name":184,"sampled":36,"stats":185},[182],{"count":14,"highlighted":183,"value":183},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":21},{"counts":187,"field_name":35,"sampled":36,"stats":190},[188],{"count":14,"highlighted":189,"value":189},"Bastioni di Orione",{"total_values":21},[192,217],{"document":193,"highlight":208,"highlights":213,"text_match":142,"text_match_info":216},{"comment_count":47,"id":194,"is_sticky":47,"permalink":195,"podcastfilter":196,"post_author":197,"post_content":198,"post_date":199,"post_excerpt":53,"post_id":194,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_title":202,"post_type":203,"sort_by_date":204,"tag_links":205,"tags":207},"96299","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-03-2025-turchia-apo-abbassa-le-armi-il-pkk-verso-lo-scioglimento-serbia-le-proteste-degli-studenti-svegliano-lopposizione-parlamentare-la-corsa-al-riarmo-europea-ingrassa-le/",[183],"radiokalakuta","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le dichiarazioni di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle dichiarazioni di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula von der Leyen che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Marzo 2025","2025-03-09 18:35:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/03/2025-TURCHIA :APO ABBASSA LE ARMI IL PKK VERSO LO SCIOGLIMENTO- SERBIA LE PROTESTE DEGLI STUDENTI SVEGLIANO L'OPPOSIZIONE PARLAMENTARE-LA CORSA AL RIARMO EUROPEA INGRASSA LE LOBBIES DELL'INDUSTRIA BELLICA.","podcast",1741535742,[206],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[189],{"post_content":209},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[135],"quando il leader nazionalista Devlet \u003Cmark>Bahceli\u003C/mark> ha lanciato un appello al","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le dichiarazioni di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . 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Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. 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Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[214],{"field":140,"matched_tokens":215,"snippet":211,"value":212},[135],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":146,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},{"document":218,"highlight":230,"highlights":235,"text_match":142,"text_match_info":238},{"comment_count":47,"id":219,"is_sticky":47,"permalink":220,"podcastfilter":221,"post_author":197,"post_content":222,"post_date":223,"post_excerpt":53,"post_id":219,"post_modified":224,"post_thumbnail":225,"post_title":226,"post_type":203,"sort_by_date":227,"tag_links":228,"tags":229},"93210","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-31-10-2024-il-crimine-premeditato-della-distruzione-del-medio-oriente-turchia-erdogan-tenta-di-dividere-il-fronte-curdo-ecuador-apagones-e-crisi-politica/",[183],"Bastioni di Orione incontra Alberto Negri storico corrispondente di guerra nel Medio Oriente e profondo conoscitore di quella regione , con cui abbiamo avuto una lunga conversazione di cui trasmettiamo in questa puntata la prima parte . Affrontiamo il caso \"Equalize\" , la società accusata di aver fatto accessi illegali agli archivi delle forze dell’ordine per ottenere informazioni riservate su persone e società, perchè emergono relazioni con elementi del Mossad ,i servizi segreti israeliani ,che ci rimandano ad una \"Israel connection\" e alle relazioni di lunga data tra il Mossad e i servizi segreti italiani. L'interesse israeliano è per l'ENI che ha ottenuto dal governo israeliano le concessioni per lo sfruttamento del gas al largo delle coste di Gaza , in violazione delle norme del diritto internazionali in quanto questi giacimenti off shore apparterrebero in gran parte ai palestinesi . Inoltre la controversa decisione del governo Meloni di appaltare la gestione della cybersecurity italiana ad Israele ,decisione che ha portato alle dimissioni del direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), fa suppore una sottovalutazione dei rischi di affidare un campo così delicato ad un paese straniero impegnato in attività belliche a dir poco controverse i cui interessi nell'area del Mediterraneo orientale non sempre coincindono con quelli italiani . Esiste un partito trasversale che vede questi accordi con molto favore e privilegia gli interessi di Eni e Leonardo che giudica sovrapponibili con quelli nazionali e intrecciati con quelli dello stato sionista.\r\n\r\n- Parliamo con Alberto Negri anche dei mutamenti del Medio Oriente negli ultimi dieci anni e del Libano dove gli equilibri imposti dagli Accordi di Taif che fanno riferimento alla composizione della popolazione libanese risalente al censimento del 1932 – l’ultimo mai realizzato – non rispecchiano più la situazione sul terreno. Il tentativo sionista è di destrutturare l'intera società libanese in cui la componente sciita è maggioritaria ed Hezbollah è una parte rilevante dello stato sociale libanese e oltre ad essere una milizia è un partito radicato nella società e nelle istituzioni libanesi. Un Libano forte costituisce per Israele un concorrente per il suo progetto di egemonia regionale .\r\n\r\n- Ci si chiede se la politica americana da apprendisti stregoni in Medio Oriente sia il frutto di ignoranza delle dinamiche storiche e della cultura di quelle popolazioni o faccia parte di una strategia mirata alla destabilizzazione permanente di quella regione. Optiamo per questa ipotesi considerando che il \"deep state\" americano conosce perfettamente la regione e il suo obiettivo è quello della destabilizzazione che consente ad una potenza come gli Stati Uniti di esercitare il condizionamento sui vari attori, acuendo le divisioni etniche e settarie per favorire l'emergere di Israele come unica potenza regionale, espressione degli interessi americani in Medio Oriente. C'è un criminale disegno premeditato di distruzione del Medio Oriente che va avanti da anni, perseguito con la frantumazione degli stati arabi potenzialmente nemici di Israele e con la sottomissione delle monarchie arabe alla potenza egemone, disegno che prevede il sacrificio del popolo palestinese.\r\n\r\n- Si ragiona anche sulle conseguenze del 7 ottobre e sulla mancata proiezione strategica di Hamas che sta esponendo la popolazione di Gaza alla bestiale vendetta israeliana. Secondo Negri l'investimento dell'Iran su Hamas è stato fallimentare perchè ha portato all'indebolimento di Hezbollah e alla distruzione di Gaza ,Hamas non si sarebbe assunto la responsabilità politica delle conseguenze dell'operazione \"alluvione di Al Aqsa\" ,operazione che ha sicuramente interrotto l'avvicinamento tra Arabia Saudita ed Israele e riportato alla ribalta la questione palestinese ma ha avuto conseguenze devastanti per i gazawi senza proporre una strategia diversa dal sacrificio allo scopo di perpetuare una classe dirigente che si nutre del conflitto .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cynar giornalista ed attivistita politico turco parliamo dei mutamenti in corso in Turchia con le sospette aperture di ambienti governativi verso Ocalan e l'attentato di Ankara alla fabbrica di armi Tusa con la conseguente ritorsione turca che ha portato al bombardamento delle infrastrutture civili del Kurdistan .\r\n\r\nIl 22 ottobre, Devlet Bahçeli, leader del Partito del movimento nazionale (Mhp) e alleato del partito al governo, ha invitato Abdullah Öcalan, storico leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), a dichiarare la fine della lotta armata e lo scioglimento del Pkk direttamente dal gruppo parlamentare del Partito dell’uguaglianza e della democrazia dei popoli (Dem), partito d’opposizione. Bahçeli ha enfatizzato che l’unico interlocutore per porre fine alla guerra sarebbe stato Öcalan, escludendo il Pkk e l’ex leader del Dem, Selahattin Demirtas, incarcerato dal 2016. il presidente Erdogan ha espresso sostegno alla proposta del suo alleato Devlet Bahçeli .\r\n\r\nLa fabbrica militare Tusas ad Ankara ha subito un attentato in pieno giorno, con la morte di cinque dipendenti e dei due attentatori, oltre al ferimento di 22 persone. Poco dopo, le immagini delle telecamere di sicurezza, che mostrano gli attentatori a volto scoperto e facilmente identificabili, erano già in circolazione. Il giorno dopo, il Pkk ha dichiarato che l’attacco, organizzato un mese prima da una formazione affiliata, «non è legato ai nuovi sviluppi». Ha destato perplessità che un’azione di tale portata avvenisse proprio all’indomani dell’appello a Öcalan. Poche ore dopo, le forze armate turche hanno colpito il nord-est della Siria, nella regione di Rojava.\r\n\r\nAbdullah Öcalan, leader del Pkk condannato all’ergastolo e in isolamento dal 1999 sull’isola di Imrali, ha ricevuto una visita dopo quasi quattro anni. Suo nipote, il parlamentare Omer Öcalan del partito Dem, ha dichiarato di averlo incontrato il giorno precedente, quello dell’attentato di Ankara. Il messaggio di Öcalan è stato questo: «L’isolamento continua. Se si verificano le condizioni, ho il potere teorico e pratico di spostare questo processo dal conflitto e dalla violenza al terreno legale e politico».\r\n\r\nQuesti gli avvenimenti riassunti da Murat nel suo articolo per il \"Manifesto \", sembra quindi che si sia avviato un nuovo percorso con quali scopi è ancora tutto da determinare .Erdogan vorrebe cambiare la costituzione per potersi presentare per un quarto mandato, ma non ha la maggioranza quindi spera nella benevolenza del DEM ,partito di opposizione ,potrebbe anche perseguire la divisione all'interno dello schieramento filo curdo ,oppure tentare una manovra di dialogo indiretto con i curdi siriani nel tentativo di riannodare il rapporto con Assad,ma alle sue condizioni .\r\n\r\nE' ancora presto per dirlo, i vari attori stanno prendendo posizione in vista di un cambiamento nel contesto di profondi scossoni che pervadono tutta la regione.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Davide Matrone docente di analisi politica e giornalista che vive a Quito ,parliamo della situazione in Ecuador ,dei continui black out elettrici che si prolungano anche per 14 ore al giorno ,della situazione sociale estremamente tesa ,del dilagare del narcotraffico ,delle promesse mancate del presidente Noboa e delle prospettive per le prossime elezioni con un campo progressista diviso ,il correismo in crisi e la mancanza di un alternativa radicale che abbia una connessione forte con le esigenze popolari.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-ECUADOR-MATRONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Novembre 2024","2024-11-03 15:37:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 31/10/2024-IL CRIMINE PREMEDITATO DELLA DISTRUZIONE DEL MEDIO ORIENTE -TURCHIA ERDOGAN TENTA DI DIVIDERE IL FRONTE CURDO -ECUADOR \"APAGONES\" E CRISI POLITICA",1730648245,[206],[189],{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[71],"Kurdistan .\r\n\r\nIl 22 ottobre, Devlet \u003Cmark>Bahçeli\u003C/mark>, leader del Partito del movimento","Bastioni di Orione incontra Alberto Negri storico corrispondente di guerra nel Medio Oriente e profondo conoscitore di quella regione , con cui abbiamo avuto una lunga conversazione di cui trasmettiamo in questa puntata la prima parte . 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Inoltre la controversa decisione del governo Meloni di appaltare la gestione della cybersecurity italiana ad Israele ,decisione che ha portato alle dimissioni del direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), fa suppore una sottovalutazione dei rischi di affidare un campo così delicato ad un paese straniero impegnato in attività belliche a dir poco controverse i cui interessi nell'area del Mediterraneo orientale non sempre coincindono con quelli italiani . Esiste un partito trasversale che vede questi accordi con molto favore e privilegia gli interessi di Eni e Leonardo che giudica sovrapponibili con quelli nazionali e intrecciati con quelli dello stato sionista.\r\n\r\n- Parliamo con Alberto Negri anche dei mutamenti del Medio Oriente negli ultimi dieci anni e del Libano dove gli equilibri imposti dagli Accordi di Taif che fanno riferimento alla composizione della popolazione libanese risalente al censimento del 1932 – l’ultimo mai realizzato – non rispecchiano più la situazione sul terreno. Il tentativo sionista è di destrutturare l'intera società libanese in cui la componente sciita è maggioritaria ed Hezbollah è una parte rilevante dello stato sociale libanese e oltre ad essere una milizia è un partito radicato nella società e nelle istituzioni libanesi. Un Libano forte costituisce per Israele un concorrente per il suo progetto di egemonia regionale .\r\n\r\n- Ci si chiede se la politica americana da apprendisti stregoni in Medio Oriente sia il frutto di ignoranza delle dinamiche storiche e della cultura di quelle popolazioni o faccia parte di una strategia mirata alla destabilizzazione permanente di quella regione. Optiamo per questa ipotesi considerando che il \"deep state\" americano conosce perfettamente la regione e il suo obiettivo è quello della destabilizzazione che consente ad una potenza come gli Stati Uniti di esercitare il condizionamento sui vari attori, acuendo le divisioni etniche e settarie per favorire l'emergere di Israele come unica potenza regionale, espressione degli interessi americani in Medio Oriente. C'è un criminale disegno premeditato di distruzione del Medio Oriente che va avanti da anni, perseguito con la frantumazione degli stati arabi potenzialmente nemici di Israele e con la sottomissione delle monarchie arabe alla potenza egemone, disegno che prevede il sacrificio del popolo palestinese.\r\n\r\n- Si ragiona anche sulle conseguenze del 7 ottobre e sulla mancata proiezione strategica di Hamas che sta esponendo la popolazione di Gaza alla bestiale vendetta israeliana. Secondo Negri l'investimento dell'Iran su Hamas è stato fallimentare perchè ha portato all'indebolimento di Hezbollah e alla distruzione di Gaza ,Hamas non si sarebbe assunto la responsabilità politica delle conseguenze dell'operazione \"alluvione di Al Aqsa\" ,operazione che ha sicuramente interrotto l'avvicinamento tra Arabia Saudita ed Israele e riportato alla ribalta la questione palestinese ma ha avuto conseguenze devastanti per i gazawi senza proporre una strategia diversa dal sacrificio allo scopo di perpetuare una classe dirigente che si nutre del conflitto .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cynar giornalista ed attivistita politico turco parliamo dei mutamenti in corso in Turchia con le sospette aperture di ambienti governativi verso Ocalan e l'attentato di Ankara alla fabbrica di armi Tusa con la conseguente ritorsione turca che ha portato al bombardamento delle infrastrutture civili del Kurdistan .\r\n\r\nIl 22 ottobre, Devlet \u003Cmark>Bahçeli\u003C/mark>, leader del Partito del movimento nazionale (Mhp) e alleato del partito al governo, ha invitato Abdullah Öcalan, storico leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), a dichiarare la fine della lotta armata e lo scioglimento del Pkk direttamente dal gruppo parlamentare del Partito dell’uguaglianza e della democrazia dei popoli (Dem), partito d’opposizione. \u003Cmark>Bahçeli\u003C/mark> ha enfatizzato che l’unico interlocutore per porre fine alla guerra sarebbe stato Öcalan, escludendo il Pkk e l’ex leader del Dem, Selahattin Demirtas, incarcerato dal 2016. il presidente Erdogan ha espresso sostegno alla proposta del suo alleato Devlet \u003Cmark>Bahçeli\u003C/mark> .\r\n\r\nLa fabbrica militare Tusas ad Ankara ha subito un attentato in pieno giorno, con la morte di cinque dipendenti e dei due attentatori, oltre al ferimento di 22 persone. 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Se si verificano le condizioni, ho il potere teorico e pratico di spostare questo processo dal conflitto e dalla violenza al terreno legale e politico».\r\n\r\nQuesti gli avvenimenti riassunti da Murat nel suo articolo per il \"Manifesto \", sembra quindi che si sia avviato un nuovo percorso con quali scopi è ancora tutto da determinare .Erdogan vorrebe cambiare la costituzione per potersi presentare per un quarto mandato, ma non ha la maggioranza quindi spera nella benevolenza del DEM ,partito di opposizione ,potrebbe anche perseguire la divisione all'interno dello schieramento filo curdo ,oppure tentare una manovra di dialogo indiretto con i curdi siriani nel tentativo di riannodare il rapporto con Assad,ma alle sue condizioni .\r\n\r\nE' ancora presto per dirlo, i vari attori stanno prendendo posizione in vista di un cambiamento nel contesto di profondi scossoni che pervadono tutta la regione.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Davide Matrone docente di analisi politica e giornalista che vive a Quito ,parliamo della situazione in Ecuador ,dei continui black out elettrici che si prolungano anche per 14 ore al giorno ,della situazione sociale estremamente tesa ,del dilagare del narcotraffico ,delle promesse mancate del presidente Noboa e delle prospettive per le prossime elezioni con un campo progressista diviso ,il correismo in crisi e la mancanza di un alternativa radicale che abbia una connessione forte con le esigenze popolari.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-ECUADOR-MATRONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[236],{"field":140,"matched_tokens":237,"snippet":233,"value":234},[71],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":146,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":203,"first_q":71,"per_page":176,"q":71},["Reactive",242],{},["Set"],["ShallowReactive",245],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fcV0Vw2PBQzRHU-XInYsv9ln8gxOf0MduGQNWwVY9eaE":-1},true,"/search?query=Bah%C3%A7eli"]