","Abraham Accords: scompiglio attraverso \"normalizzazione\"","post",1604094595,[57,58,59,60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/abraham-accords/","http://radioblackout.org/tag/barhein/","http://radioblackout.org/tag/emirati/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/libano/","http://radioblackout.org/tag/medio-oriente/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/tzahal/","http://radioblackout.org/tag/yossi-cohen/",[31,25,23,21,19,29,15,17,27],{"post_content":68,"tags":72},{"matched_tokens":69,"snippet":70,"value":71},[25],"unirsi agli Emirati e al \u003Cmark>Barhein\u003C/mark>, in un momento di particolare","Il Medio Oriente è da decenni in subbuglio, è quasi in costante disequilibrio da sempre, rappresentando così una sorta di congelata stasi. Così quando avvengono improvvise accelerazioni portano con sé conseguenze a catena. Gli accordi perseguiti dall'amministrazione Trump allettando con promesse di scambi di commerci e vendite di armi (la consegna degli F35 agli Emirati è già stata notificata al Congresso), o velate minacce nei confronti di quelle economie più a rischio, o – come nel caso del Sudan – eliminando sanzioni e depennando da liste di proscrizione. Come ricorda Chiara Cruciati in questo intervento, l'Iran lo ha definito \"estorsione\" da parte degli Usa che si sono anche fatti consegnare dal Sudan 335 milioni per le vittime del terrorismo.\r\n\r\nIl caso sudanese è la preda di maggior impatto sull'immaginario globale, perché è stata negli ultimi decenni tra le nazioni più fieramente avverse allo strapotere dello stato d'Israele nella regione; la condizione economica e il processo in corso di superamento dell'era al-Bashir rendevano la succulenta preda particolarmente esposta alle lusinghe israeliane, così è andata a unirsi agli Emirati e al \u003Cmark>Barhein\u003C/mark>, in un momento di particolare esposizione economica dovuta anche al prezzo del petrolio ai minimi storici, che avevano semplicemente sancito ufficialmente uno stato di fatto che da lungo tempo li vede partner commerciali dell'“entità sionista”, come in altre epoche sarebbe stato definito lo stato d'Israele, che non si è lasciato sfuggire l'opportunità offerta dalla contingenza attuale, fatta di una presidenza americana particolarmente vicina al governo di Tel Aviv e di debolezza del fronte arabo, mai stato realmente compatto sulla questione palestinese.\r\n\r\nAl di là delle foto celebrative di Trump e Nethanyahu con le prede, si tratta del coronamento in parte di un antico progetto sionista, come ha ricordato un vecchio reporter come Eric Salerno, che proprio in Sudan aveva assistito ai tentativi del Mossad di fare acquisti tra gli stati arabi. E anche ora a condurre l'“operazione” è il capo dell'intelligence, Yossi Cohen. E proprio a quell'epoca dei primi anni Settanta (e ancora prima) risalgono i legami con il popolo palestinese, perciò i sudanesi non hanno digerito l'estensione degli Abraham Accords al loro paese e sono scesi furiosamente in piazza, accusando di tradimento il governo di transizione. E anche le avance fatte al Libano (con una forma di sciacallaggio simile all'immediato intervento di Macron sul suolo libanese all'indomani dell'esplosione del 4 agosto) sono state rintuzzate, proclamando che gli incontri per un riconoscimento delle Zee marine sono esclusivamente a livello di accordo commerciale e non costituiscono presa d'atto della esistenza di Israele.\r\n\r\nSicuramente per Bibi come per The Donald è una vittoria a livello internazionale, perché isola ulteriormente la causa palestinese e causa qualche grattacapo all'Iran, ma a livello interno le reazioni sono tiepide in entrambi i paesi, che hanno ben altre problematiche da affrontare.\r\n\r\nChiara Cruciati ha focalizzato per noi gli eventi legati agli Abraham Accords, preconizzando scenari bellici a fronte di quelli di nuova era di pace sbandierata dai vertici militari israeliani:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020_10_29_Cruciati_Abraham-Accords-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[73,75,78,80,82,84,86,88,90],{"matched_tokens":74,"snippet":31},[],{"matched_tokens":76,"snippet":77},[25],"\u003Cmark>Barhein\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":23},[],{"matched_tokens":81,"snippet":21},[],{"matched_tokens":83,"snippet":19},[],{"matched_tokens":85,"snippet":29},[],{"matched_tokens":87,"snippet":15},[],{"matched_tokens":89,"snippet":17},[],{"matched_tokens":91,"snippet":27},[],[93,98],{"field":32,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[25],[77],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":70,"value":71},"post_content",[25],578730123365712000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":43,"score":106,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":43},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",6646,{"collection_name":54,"first_q":25,"per_page":109,"q":25},6,3,{"facet_counts":112,"found":14,"hits":131,"out_of":163,"page":14,"request_params":164,"search_cutoff":33,"search_time_ms":105},[113,119],{"counts":114,"field_name":117,"sampled":33,"stats":118},[115],{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":120,"field_name":32,"sampled":33,"stats":129},[121,123,125,127],{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"afganistan",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"militarismo",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"spesa bellica",{"count":14,"highlighted":128,"value":128},"missioni militari",{"total_values":130},4,[132],{"document":133,"highlight":150,"highlights":155,"text_match":158,"text_match_info":159},{"comment_count":43,"id":134,"is_sticky":43,"permalink":135,"podcastfilter":136,"post_author":116,"post_content":137,"post_date":138,"post_excerpt":49,"post_id":134,"post_modified":139,"post_thumbnail":140,"post_title":141,"post_type":142,"sort_by_date":143,"tag_links":144,"tags":149},"19973","http://radioblackout.org/podcast/soldi-per-le-avventure-belliche-dellitalia/",[116],"Mercoledì alla Camera e giovedì al Senato, il parlamento ha trasformato in legge il decreto sul finanziamento delle missioni militari all'estero.\r\nI militari italiani sono impegnati in 25 missioni internazionali. La spesa complessiva del dl è di circa 265 milioni di euro - 265.801.614 per la precisione - tra rifinanziamento delle missioni, competenze del ministero degli esteri e \"interventi umanitari\". Per le prime due voci il costo è di 256 milioni di euro.\r\nLa legge approvata continua a sostenere che \"Le missioni delle Forze Armate e di Polizia italiane sono “iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione“. Quelli approvati questa settimana e più volte finanziati dal parlamento non sarebbero interventi di guerra, ma operazioni di mantenimento, istruzione, formazione e controllo di territori a rischio, dove sono in corso conflitti.\r\nI dati a nostra disposizione, specie per l'Afganistan dove l'Italia è maggiormente impegnata, raccontano un'altra storia, la storia di un'occupazione militare violenta, fatta di bombardamenti, mitragliamenti, perquisizioni notturne, assassini di civili. Una storia di guerra.\r\n\r\nQueste le missioni internazionali in cui sono impegnate le forze armate italiane:\r\nMissioni ISAF-EUPOL (Afganistan) 124.536.000 euro\r\nMissione UNIFIL (Libano) 40.237.496 euro\r\nMissioni Joint Enterprise – MSU – MLO- EULEX (Kossovo) 22.447.777 euro\r\nMissione ALTHEA – IPU (Bosnia-Ervegovina) 75.320 euro\r\nMissione Active Endeavour (Mediterraneo) 5.090.340 euro\r\nMissione TIPH 2 (Hebron, Palestina) 285.997 euro\r\nMissione EUBAM (valico di Rafah)\r\nMissione UNAMID (Darfur)\r\nMissione UNFICYP (Cipro) 66.961 euro\r\nMissioni ATALANTA e OCEAN SHIELD (antipirateria) 11.424.069 euro\r\nMissione la logistica per l'Afganistan in Barhein - 5.509.576 euro\r\nMissioni EUTM – EUCAP NESTOR (Somalia e Corno d’Africa) 3.689.030 euro\r\nMissione EUBAM (Libia) 2.547.405 euro\r\nMissione EUMM (Georgia)\r\nMissione UNMISS (Sud Sudan)\r\nMissione EUCAP Sahel Niger e iniziative ONU ed EU per il Mali 726.003 euro\r\nCooperazione delle Forze di polizia italiane (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Corpo della guardia di finanza) in Albania e nei Paesi dell’area balcanica\r\nMissione EUPOL COPPS (Palestina)\r\nUfficio Interforze Area Balcani\r\nAgenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali.\r\nSi aggiungono il corpo militare volontario e Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana per le esigenze di supporto sanitario delle missioni internazionali in Afganistan e negli Emirati Arabi Uniti.\r\n\r\nLa più corposa è la missione Isaf-Eupol in Afganistan, a guida Nato la prima, decisa dal Consiglio Europeo la seconda: oltre 3mila soldati impegnati, con mezzi terrestri e aerei, per un totale di oltre 124 milioni di euro (124.536.000)\r\nLa seconda per importanza e voce di spese è la Unifil, in Libano, al confine sud del paese fino a quello con Israele. Più di mille i soldati impiegati, come mezzi militari, aerei e navali: in tutto 40 milioni di euro.\r\nNon mancano le missioni navali, tra queste l’Active Endeavour, “impegno attivo” 347 militari, 3 aerei e 4 navi sotto la bandiera della Nato per un costo di 5 milioni di euro.\r\nLa missione nasce per il controllo del mar Mediterraneo: secondo i dati raccolti, nel 2009 veniva controllato il 60% delle acque. La percentuale è in aumento negli ultimi anni: ci sono unità di 62 paesi, tra cui anche la Russia, che tengono sotto controllo oltre 100mila mercantili.\r\nIl dato curioso di questa enorme operazione di controllo del mare è quello che non c'é. Ci si aspetterebbe che in tanti anni qualcuno avesse incrociato qualche barcone degli immigrati, che percorrono le rotte del Mediterraneo per approdare in Sicilia. Invece no. nonostante i collegamenti satellitari e i radar potentissimi l'enorme flotta militare internazionale che pattuglia il Mediterraneo non ha mai visto nessuno.\r\nAll’inizio la missione era diretta al controllo delle rotte di Al Qaeda, ma non è stato mai fermato nessuno. Solo controlli sui mercantili, oltre 100mila: delle navi dei rifugiati neanche un accenno. Il tratto tra la Libia e la Sicilia, è pattugliato, mentre sul canale tra Tunisia e Italia volano gli aerei: sulla mappa c’è Lampedusa, eppure, da questa missione non giungono dati sulla presenza di navi che non siano mercantili.\r\nUn inghippo interessante da sciogliere, mentre, dopo la strage di Lampedusa, sono diventate più pressanti le richieste di intervento da parte dell'Unione Europea e della sua agenzia per il controllo delle frontiere, la famigerata Frontex.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000. Ne è scaturita una discussione a tutto campo, sul confine sempre più labile tra guerra esterna e guerra interna.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata:\r\n\r\n2013 12 04 raspa missioni estero","6 Dicembre 2013","2018-10-17 22:59:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/militari_italiani_missioni-200x110.jpg","Soldi per le avventure belliche dell'Italia","podcast",1386346816,[145,146,147,148],"http://radioblackout.org/tag/afganistan/","http://radioblackout.org/tag/militarismo/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari/","http://radioblackout.org/tag/spesa-bellica/",[122,124,128,126],{"post_content":151},{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":154},[25],"la logistica per l'Afganistan in \u003Cmark>Barhein\u003C/mark> - 5.509.576 euro\r\nMissioni EUTM – EUCAP","Mercoledì alla Camera e giovedì al Senato, il parlamento ha trasformato in legge il decreto sul finanziamento delle missioni militari all'estero.\r\nI militari italiani sono impegnati in 25 missioni internazionali. 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