","Il composito scacchiere orientale dopo le stragi pasquali in Sri Lanka","post",1557024181,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/belt-and-road-initiative/","http://radioblackout.org/tag/daesh/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/sri-lanka/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-pasqua/",[15,20,67,26,34],"isis",{"post_content":69,"tags":76},{"matched_tokens":70,"snippet":74,"value":75},[71,72,73],"Belt","and","Road","coinvolgere tensioni economico-commerciali come la \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>Road\u003C/mark> cinese che da anni controllano","Ci è sembrato doveroso occuparci di valutare quali retroscena geopolitici possono essere presi in considerazione a due settimane dagli attentati in Sri Lanka, che avevano colpito di sorpresa solo un mondo distratto – visto che l'intelligence indiana aveva allertato con precisione e per tempo – ripiombato poi nella disattenzione, non appena l'emozione per i morti di pasqua ha lasciato le prime pagine dei giornali (e anche le successive); l'interlocutore ideale per conoscenza dell'area e per acume analitico non poteva che essere Emanuele Giordana, che dopo le molteplici sollecitazioni mediatiche dei primi giorni può ora valutare con maggior precisione non solo i protagonisti, ma anche le motivazioni e chi può trarne vantaggio da una destabilizzazione di questo tipo. Insomma: con troppa faciloneria si è archiviato l'evento.\r\n\r\nSoprattutto dopo la diffusione del video che ritrae al-Baghdadi, per la prima volta dopo l'annuncio del califfato di 5 anni fa, i protagonisti e i colpevoli sembrano apparentemente evidenti, benché le ipotesi a ben vedere a freddo – prendendo per buone anche le rivendicazioni pervenute dal Daesh direttamente dal suo capo – potrebbero anche estendere lo sguardo alla temperie nazionalista, di un nazionalismo religioso, come quello del vicino gigante indiano impegnato in defatiganti elezioni; ma anche coinvolgere tensioni economico-commerciali come la \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>Road\u003C/mark> cinese che da anni controllano il porto srilankese di Hambantota e lo hanno acquisito con la consueta manovra di strozzinamento.\r\n\r\nOppure, come il nostro interlocutore presagiva già alcuni anni orsono, il califfato poteva anche essere sconfitto territorialmente laddove ha fatto la sua comparsa, ma ci sono i presupposti perché si estenda a est, benché Emanuele appaia molto scettico che la decisione dell'attacco e la sua preparazione – anche in termini di finanziamento – possa essere venuta da dentro la comunità minoritaria musulmana dell'isola a fronte della domanda stimolata da un articolo di Ameena Hussein (scrittrice srilankese musulmana) comparso su Nyt laddove la scrittrice attribuiva questa svolta intransigente e terrorista a una propaganda estenuante negli ultimi 30 anni che secondo lei sarebbe imposta dalle frange più integraliste. Certo che la scelta dello Sri Lanka come teatro affonda nella storia del paese, nonostante l'attacco provenga quasi sicuramente dall'esterno e il quadro di cui si deve tenere conto ci viene fatto scorrere sotto gli occhi dal nostro interlocutore, che dischiude le varie alleanze politiche dell'isola, che non spiegano da sole ma consentono diversi e compositi materiali da tenere presenti per cercare di capire i segnali e i messaggi lanciati insieme alle bombe.\r\n\r\nQui potete sentire la lucida analisi di Emanuele Giordana, giornalista e scrittore, animatore di gruppi di giornalisti (Lettera 22 e Atlante delle guerre):\r\n\r\nAnalisi a freddo delle stragi di pasqua dopo al-Baghdadi",[77,82,84,86,88],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[71,72,79,80],"road","initiative","\u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>road\u003C/mark> \u003Cmark>initiative\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":20},[],{"matched_tokens":85,"snippet":67},[],{"matched_tokens":87,"snippet":26},[],{"matched_tokens":89,"snippet":34},[],[91,96],{"field":35,"indices":92,"matched_tokens":93,"snippets":95},[47],[94],[71,72,79,80],[81],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":74,"value":75},"post_content",[71,72,73],2314894167593451500,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":103,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":47},"4419510927616",13,"2314894167593451626",{"document":105,"highlight":127,"highlights":146,"text_match":99,"text_match_info":154},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":47,"id":108,"is_sticky":47,"permalink":109,"post_author":50,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":53,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":58,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":123},[44],[46],"53240","http://radioblackout.org/2019/03/via-della-seta-e-reti-a-strascico-per-depredare-lafrica/","Il dibattito tutto italiano – e dunque con il solito vizio provinciale (nascondendo che l'interesse per Palermo sia per il megaprogetto di un porto che cambierà i connotati della città siciliana) – relativo al contratto in firma in questo weekend tra il governo cinese e quello italiano per una cooperazione più stretta e il coinvolgimento dell'Italia nella Belt and Road Initiative (lanciata da Xi Jin Ping nel 2013) arriva dopo anni di penetrazione dei mercati da parte cinese, in particolare quelli africani dove si registrano i primi interessi cinesi fin dal 1996, per cui è già consentito fare un primo consuntivo dei risultati. In genere a detrimento dei paesi che hanno ospitato infrastrutture e investimenti di Pechino, perché il contratto in genere prevede una partecipazione che viene assicurata da garanzie date da aziende che agiscono nei gangli della nazione (televisioni, fornitrici di energia) e strutture indispensabili alla sopravvivenza della comunità. Si tratta di una via di mezzo tra neocolonialismo e strozzinaggio; ma quello che è molto interessante è lo studio personalizzato di quale sia l'aspetto più interessante nelle relazioni con il singolo paese.\r\n\r\nAlla predazione terrestre e dei docks dei porti si aggiunge lo sfruttamento di zone di pesca che sono ottenute allo stesso modo facendo accordi per avere licenze che poi si allargano e svuotano i mari, danneggiando enormemente le economie più fragili e i pescatori locali (distruggendo l'ecosistema), oppure utilizzando pesca illegale con navi molto grosse, magari fabbricate in Cina e poi battenti bandiera africana dello stato che dà la licenza: di nuovo joint venture fatte per aggirare le norme attraverso giochi di scatole... cinesi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Cochi, docente, giornalista e blogger esperto di questioni africane, gestore del sito \"Afrofocus\"\r\n\r\nLa rapacità cinese in territorio africano: infrastrutture e predazione dei mari","23 Marzo 2019","2019-03-23 17:34:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"120\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-300x120.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-300x120.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-768x307.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique.jpg 975w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Via della seta e reti a strascico per depredare l'Africa",1553362476,[61,118,119,120,121,122],"http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/ghana/","http://radioblackout.org/tag/infrastrutture/","http://radioblackout.org/tag/ocean-grabbing/","http://radioblackout.org/tag/zambia/",[15,124,125,126,32,22],"congo","ghana","infrastrutture",{"post_content":128,"tags":133},{"matched_tokens":129,"snippet":131,"value":132},[71,130],"Initiative","e il coinvolgimento dell'Italia nella \u003Cmark>Belt\u003C/mark> and Road \u003Cmark>Initiative\u003C/mark> (lanciata da Xi Jin Ping","Il dibattito tutto italiano – e dunque con il solito vizio provinciale (nascondendo che l'interesse per Palermo sia per il megaprogetto di un porto che cambierà i connotati della città siciliana) – relativo al contratto in firma in questo weekend tra il governo cinese e quello italiano per una cooperazione più stretta e il coinvolgimento dell'Italia nella \u003Cmark>Belt\u003C/mark> and Road \u003Cmark>Initiative\u003C/mark> (lanciata da Xi Jin Ping nel 2013) arriva dopo anni di penetrazione dei mercati da parte cinese, in particolare quelli africani dove si registrano i primi interessi cinesi fin dal 1996, per cui è già consentito fare un primo consuntivo dei risultati. 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A seguire, il partito della figlia di Shinawatra, potente oligarca populista fuggito in Montenegro, mentre il partito dei militari ha perso decisamente consensi anche se la composizione del Parlamento - che discende dalla Costituzione imposta con un golpe militare - potrebbe garantire ancora il potere alle èlite monarchiche e militari.\r\n\r\nParliamo anche dell'imminente scadedenza dell'accordo tra Italia e Cina sottoscritto dal governo Conte che prevede l'adesione, unico paese del G7, al progetto della \"Belt and Road Initiative\" cinese, soprannominato \"Via della Seta\".\r\n\r\nL'accordo, a seguito delle pressioni di Washington, non sarà rinnovato dal governo Meloni che trova la sua legittimazione negli ambienti internazionali proprio in virtu' della sua fedeltà atlantica.\r\n\r\nInfine raccontiamo del devastante ciclone Mocha che ha colpito il Bangladesh e la Birmania domenica. Le dimensioni di questa catastrofe sono distruttive per la regione e desta preoccupazione soprattutto la zona di Cox Bazar, il campo profughi più grande al mondo, che ospita un milione di profughi Rohingya.\r\n\r\nAscolta e scarica l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/elezionithailandia3.mp3\"][/audio]","15 Maggio 2023","Notizie dall'Asia ","2023-05-16 00:24:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-1024x767.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-768x575.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ASIA: ELEZIONI IN THAILANDIA, L'ITALIA ABBANDONA LA VIA DELLA SETA, IL CICLONE MOCHA COLPISCE I CAMPI PROFUGHI DEI ROHINGYAI",1684186360,[170,171,172,173,174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/ciclone/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/cox-bazar/","http://radioblackout.org/tag/meloni/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/thailandia/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[178,179,24,180,181,28,182],"ciclone","cina","meloni","profughi","USA",{"post_content":184},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[71,72,73,130],"del G7, al progetto della \"\u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>Road\u003C/mark> \u003Cmark>Initiative\u003C/mark>\" cinese, soprannominato \"Via della Seta\".\r","Con Sabrina Moles di China Files parliamo dell'esito delle elezioni in Thailandia, dove ha vinto il Move Forward Party di orientamento progressista, sostenuto da un elettorato giovane che si propone di cambiare la legge sulla lesa maestà che è stata utilizzata per reprimere l'opposizione politica e critica apertamente l'istituto monarchico. 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Tutto viene condizionato e stravolto dal virus che nasce dalle abitudini culinarie millenarie della vecchia Cina e imbrigliano la nuova, forse offrendo l'occasione di svoltare definitivamente all'interno della Cina verso la revisione, la gentrificazione, il superamento della tradizione popolare; e globalmente all'esterno si creano le condizioni per rivedere in parte i criteri produttivi di merci e la diffusione del controllo cinese sulle infrastrutture e sulla distribuzione delle merci, che sembrava permeare il trend del periodo. Ora invece il dragone cinese appare in difesa e in difficoltà a causa del coronavirus e dell'isolamento che comporta, ma anche in prospettiva potrebbe innescarsi un rilancio di stimoli alla pervasività cinese dei mercati e anche un completamento dei processi di trasformazione per chiudere vecchie produzioni che verrebbero delocalizzate.\r\n\r\nGabriele Battaglia ha analizzato per noi questi ed altri aspetti dell'epidemia letale, consentendoci di capire anche la capacità di resilienza della società cinese e la sua compattezza e disciplina postapocalittica verso il governo centrale nel momento in cui ha preso in mano la situazione, seppure la rabbia per l'incapacità e la corruzione sia diffusa; il contesto epocale con le proteste di Hong Kong, le guerre commerciali... e di contro il problema che la recessione cinese coinvolgerebbe l'economia globale:\r\n\r\nBattaglia coronavirus","8 Febbraio 2020","2020-02-08 13:15:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/coronavirus01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/coronavirus01-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/coronavirus01-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/coronavirus01.jpg 512w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La libertà personale intaccata dal virus e la pandemia economica",1581167755,[210,211],"http://radioblackout.org/tag/coronavirus/","http://radioblackout.org/tag/wuhan/",[30,18],{"post_content":214},{"matched_tokens":215,"snippet":216,"value":217},[71,72,73,130],"si andavano estendendo con la \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>Road\u003C/mark> \u003Cmark>Initiative\u003C/mark>... 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Lo sbocco sul mar Rosso è stato perso con l'indipendenza dell'Eritrea nel 1993 ,ed ora i commerci dell'Etiopia passano per Gibuti a cui paga l'affitto dei porti. Queste dischiarazioni s'inseriscono in un contesto bellico non ancora sopito con la presenza di milizie e soldati eritrei ,una guerra quella contro il Tigray che si è spostata verso le regioni ahmara e che ha provocato finora quasi 500.000 morti ,milioni di profughi ,l'uso degli stupri come arma di guerra , carenza alimentare e distruzione delle già scarse infrastrutture .\r\n\r\nParliamo anche del Sudan,altra guerra dimenticata, dove l'opposizione civile sta cercando di sviluppare un processo di unificazione con incontri che si sono tenuti ad Addis Abeba mentre la guerra fra le forze armate sudanesi e le RSF di Hemmeti si è estesa anche nelle regioni meridionali e coinvolge drammaticamente la popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-26102023-ETOPIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China Files parliamo del decennale della \" Belt and road initiative \",che cade in un momento complesso per La Cina a causa dei sommovimenti all'interno del PCC come dimostrano le repentine e misteriose defenestrazioni di importanti ministri come quello della difesa e degli esteri e l'acuirsi della crisi finanziaria del settore immobiliare.La situazione economica appare più critica, perché l’economia cinese non si presenta più come dieci anni fa, quando il suo mercato interno era saturo e aveva bisogno di nuovi sbocchi, alcuni settori hanno sofferto molto a causa di scelte unilaterali da parte di Xi che ha dovuto affrontare anche dei malumori tra i veterani del partito.\r\n\r\nAffrontiamo anche le questione relative al posizionamento internazionale della Cina e le tensioni nell'area dell'Indo Pacifico.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-261023-CINA.mp3\"][/audio]","29 Ottobre 2023","2023-10-29 11:06:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/10/2023- ETIOPIA DAL NILO AL MAR ROSSO ABIY AHMED RIVENDICA LO SBOCCO AL MARE-CINA 10 ANNI DELLA BELT AND ROAD INITIATIVE TRA CAMBI DI MINISTRI E CRISI FINANZIARIE.","podcast",1698577604,[257],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[239],{"post_content":260,"post_title":264},{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":263},[71,72,79,80],"Files parliamo del decennale della \" \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>road\u003C/mark> \u003Cmark>initiative\u003C/mark> \",che cade in un momento","Bastioni di Orione torna a parlare dell'Etiopia e del corno d'Africa con Matteo Palamidesse,dopo le dichiarazioni del primo ministro etiope Abiy Ahmed che ha rivendicato il diritto allo sbocco al mare dell'Etiopia ,rinverdendo vecchie aspirazioni espansioniste . 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Queste dischiarazioni s'inseriscono in un contesto bellico non ancora sopito con la presenza di milizie e soldati eritrei ,una guerra quella contro il Tigray che si è spostata verso le regioni ahmara e che ha provocato finora quasi 500.000 morti ,milioni di profughi ,l'uso degli stupri come arma di guerra , carenza alimentare e distruzione delle già scarse infrastrutture .\r\n\r\nParliamo anche del Sudan,altra guerra dimenticata, dove l'opposizione civile sta cercando di sviluppare un processo di unificazione con incontri che si sono tenuti ad Addis Abeba mentre la guerra fra le forze armate sudanesi e le RSF di Hemmeti si è estesa anche nelle regioni meridionali e coinvolge drammaticamente la popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-26102023-ETOPIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China Files parliamo del decennale della \" \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>road\u003C/mark> \u003Cmark>initiative\u003C/mark> \",che cade in un momento complesso per La Cina a causa dei sommovimenti all'interno del PCC come dimostrano le repentine e misteriose defenestrazioni di importanti ministri come quello della difesa e degli esteri e l'acuirsi della crisi finanziaria del settore immobiliare.La situazione economica appare più critica, perché l’economia cinese non si presenta più come dieci anni fa, quando il suo mercato interno era saturo e aveva bisogno di nuovi sbocchi, alcuni settori hanno sofferto molto a causa di scelte unilaterali da parte di Xi che ha dovuto affrontare anche dei malumori tra i veterani del partito.\r\n\r\nAffrontiamo anche le questione relative al posizionamento internazionale della Cina e le tensioni nell'area dell'Indo Pacifico.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-261023-CINA.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":265,"snippet":270,"value":271},[266,267,268,269],"BELT","AND","ROAD","INITIATIVE","AL MARE-CINA 10 ANNI DELLA \u003Cmark>BELT\u003C/mark> \u003Cmark>AND\u003C/mark> \u003Cmark>ROAD\u003C/mark> \u003Cmark>INITIATIVE\u003C/mark> TRA CAMBI DI MINISTRI E","BASTIONI DI ORIONE 26/10/2023- ETIOPIA DAL NILO AL MAR ROSSO ABIY AHMED RIVENDICA LO SBOCCO AL MARE-CINA 10 ANNI DELLA \u003Cmark>BELT\u003C/mark> \u003Cmark>AND\u003C/mark> \u003Cmark>ROAD\u003C/mark> \u003Cmark>INITIATIVE\u003C/mark> TRA CAMBI DI MINISTRI E CRISI FINANZIARIE.",[273,276],{"field":274,"matched_tokens":275,"snippet":270,"value":271},"post_title",[266,267,268,269],{"field":97,"matched_tokens":277,"snippet":262,"value":263},[71,72,79,80],{"best_field_score":193,"best_field_weight":279,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":280,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":47},15,"2314894167592927354",{"document":282,"highlight":293,"highlights":298,"text_match":191,"text_match_info":301},{"comment_count":47,"id":283,"is_sticky":47,"permalink":284,"podcastfilter":285,"post_author":248,"post_content":286,"post_date":287,"post_excerpt":53,"post_id":283,"post_modified":288,"post_thumbnail":252,"post_title":289,"post_type":254,"sort_by_date":290,"tag_links":291,"tags":292},"87683","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-29-02-2024-congo-orientale-goma-trema-transnistria-schegge-post-sovietiche-cina-leconomia-rallenta/",[231],"Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà a causa della decisione della Moldavia di introdurre a partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed export è stato equiparato a quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]","3 Marzo 2024","2024-03-03 11:27:20","BASTIONI DI ORIONE 29/02/2024-CONGO ORIENTALE GOMA TREMA -TRANSNISTRIA SCHEGGE POST SOVIETICHE-CINA L'ECONOMIA RALLENTA .",1709465240,[257],[239],{"post_content":294},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[71,72,79,80],"strategia della Cina riguardo la \"\u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>road\u003C/mark> \u003Cmark>initiative\u003C/mark> \" e il confronto con altre","Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. 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La perdita del controllo della importante città strategica di Chinshwehaw al confine con la Cina ha costituito un segnale di debolezza della giunta birmana e provocato l'intervento della Cina che ha richiesto un cessate il fuoco immediato . Pechino è preoccupata per la pipeline che porta gas e petrolio dalle coste birmane allo Yunan evitando lo stretto di Malacca ma anche dall'estensione dei combattimenti in una zona dove erano progettati investimenti infrastrutturali legati alla\" road and belt initiative\". Secondo alcuni analisti i combattimenti, scoppiati vicino al confine con la Cina, costituiscono una minaccia reale per la giunta militare, arrivata al potere nel 2021 con un colpo di stato. Il generale Myint Swe, presidente ad interim del paese, ha evocato un “rischio d’implosione del paese” in un discorso trasmesso dai mezzi d’informazione statali.\r\n\r\nParliamo anche della situazione thailandese e degli errori d'ingenuita del movimento progressista del Move forward ,vincitore delle elezioni,ma estromesso con manovre di palazzo dalla formazione del governo .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/BASTIONI-DI-ORIONE-MAX-MORELLO-91123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCi spostiamo in Pakistan per parlare con Manuele Giordana dell'espulsione di massa degli afgani senza documenti decretata dal governo pakistano.il 3 ottobre scorso, Islamabad ha annunciato che gli afgani senza un permesso di soggiorno valido avevano tempo fino al 31 del mese scorso per lasciare il paese. E che dopo questa scadenza, chiunque fosse presente illegalmente sul territorio pakistano sarebbe stato arrestato e rispedito in Afghanistan.Si tratta di persone che sono in Pakistan dal 1978 ,che nel frattempo si sono costruite una vita ma senza documenti costrette ora al ritorno in Afganistan ,si parla di olre 1,6 milioni afgani secondo le autorità di Islamabad che devono tornare nel paese di origine. 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Secondo alcuni analisti i combattimenti, scoppiati vicino al confine con la Cina, costituiscono una minaccia reale per la giunta militare, arrivata al potere nel 2021 con un colpo di stato. Il generale Myint Swe, presidente ad interim del paese, ha evocato un “rischio d’implosione del paese” in un discorso trasmesso dai mezzi d’informazione statali.\r\n\r\nParliamo anche della situazione thailandese e degli errori d'ingenuita del movimento progressista del Move forward ,vincitore delle elezioni,ma estromesso con manovre di palazzo dalla formazione del governo .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/BASTIONI-DI-ORIONE-MAX-MORELLO-91123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCi spostiamo in Pakistan per parlare con Manuele Giordana dell'espulsione di massa degli afgani senza documenti decretata dal governo pakistano.il 3 ottobre scorso, Islamabad ha annunciato che gli afgani senza un permesso di soggiorno valido avevano tempo fino al 31 del mese scorso per lasciare il paese. E che dopo questa scadenza, chiunque fosse presente illegalmente sul territorio pakistano sarebbe stato arrestato e rispedito in Afghanistan.Si tratta di persone che sono in Pakistan dal 1978 ,che nel frattempo si sono costruite una vita ma senza documenti costrette ora al ritorno in Afganistan ,si parla di olre 1,6 milioni afgani secondo le autorità di Islamabad che devono tornare nel paese di origine. La maggioranza sono pashtun e si ritroveranno in un paese che vive una condizione di miseria e difficoltà ,alcuni pensano che potrebbero essere destinati al territorio confinante con il Tagikistan e L'Uzbekistan in un tentativo di cambiare gli equilibri demografici dell'area con l'immisione di popolazione di origine pashtun.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/BASTIONI-DI-ORIONE-9112023-MANUELE-GIORDANA.mp3\"][/audio]",[322],{"field":97,"matched_tokens":323,"snippet":319,"value":320},[79,72,318,80],{"best_field_score":193,"best_field_weight":194,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":195,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":47},{"document":326,"highlight":339,"highlights":344,"text_match":191,"text_match_info":347},{"comment_count":47,"id":327,"is_sticky":47,"permalink":328,"podcastfilter":329,"post_author":330,"post_content":331,"post_date":332,"post_excerpt":53,"post_id":327,"post_modified":333,"post_thumbnail":334,"post_title":335,"post_type":254,"sort_by_date":336,"tag_links":337,"tags":338},"84635","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-5-entrare-a-gaza-il-mondo-in-attesa/",[233],"cattivipensieri","E' il ventesimo giorno di guerra. Proprio all'alba sembra che alcuni tank israeliani accompagnati da unità di fanteria abbiano compiuto alcune incursioni nel nord della Striscia, ma a parte questo, l'offensiva di terra continua a non partire.\r\nLe cause sono molte: innanzitutto si teme un allargamento in senso regionale del conflitto, ma pesa anche la percezione della questione palestinese in quasi tutto il mondo che non sia occidente. Erdogan non avrebbe potuto essere più chiaro, affermando che gli uomini di Hamas non sono terroristi ma combattenti per la causa palestinese.\r\n\r\nLa contro narrazione di parte occidentale è tutta tesa a coprire i crimini di guerra israeliani sotto frasi roboanti tipo “il diritto di Israele a difendersi”, che per la verità non è mai stato messo in discussione, o “il diritto di Israele ad esistere”, che Hamas non è minimamente in grado di mettere in discussione. Guterres, nella sua impotenza, ha cercato una sintesi, condannando le atrocità di Hamas ma sottolineandone l'origine storica nelle sofferenze che impunemente e illegalmente Israele infligge da decenni ai Palestinesi, ma anche questo è sembrato troppo alle orecchie occidentali, sensibilissime quando i morti sono i suoi.\r\n\r\nSul tavolo pesa come un macigno la questione degli ostaggi attorno alla quale ruotano i segretissimi negoziati e che può essere l'ago della bilancia di una nuova esplosione del dissenso interno israeliano per ora più o meno soffocato dalla chiamata a serrare i ranghi. La verità è che stiamo assistendo alla punizione collettiva del popolo palestinese che non può che auto percepirsi come martire anche per dare un senso alle condizioni disumane cui è sottoposto che in questi giorni assumono i contorni di una vera e propria carneficina di massa in cui donne e bambini sono colpevoli quanto gli uomini di Hamas. Intanto è difficile non vedere che al di là della vendetta attesa, tremenda e scomposta di Israele, Hamas è soprattutto colpevole di aver messo in luce la vulnerabilità di uno stato che si pensava quasi normalizzato, con i palestinesi ridotti a una fastidiosa questione di razzi destinati a far cilecca, di coltelli o investimenti in auto, qualcosa di gestibile a livello di polizia, insomma, nel disinteresse internazionale.\r\n\r\nGli Usa intanto fanno capire che c'è appoggio ma che non è incondizionato e Biden saltella tra il pieno sostegno a Israele, cui riconoscono di dirigere le operazioni, e i richiami al fatto che il popolo palestinese non è Hamas. Ben intenzionato, quindi, a far si che il fronte regionale non si allarghi.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata, a partire dal recente forum sulla Belt and Road Initiative tenutosi a Pechino la scorsa settimana, analizziamo la postura cinese in Medio Oriente: la Cina, infatti, è economicamente il secondo partner di Israele (dopo gli Usa), mentre dal punto di vista diplomatico la Repubblica Popolare, fin dai tempi di Mao, ha un atteggiamento di vicinanza alle istanze del popolo palestinese. Atteggiamento contradditorio, che fa il paio con i consolidati rapporti bilaterali intessuti con l'Iran e che ha nondimeno consentito di registrare di recente significativi successi diplomatici nell'area. Come incide la guerra su questa postura? Quanto pesa lo scontro Stati Uniti-Cina perennemente presente sullo sfondo? Ne parliamo ai nostri microfoni con Dario di Conzo, dottorando in Political Economy cinese alla Normale di Pisa.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/la-fine-26-10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nThe Economist - Netanyahu’s handling of the hostage crisis enrages Israelis\r\n\r\nEtienne Dignat - La guerra degli ostaggi: 10 punti sulla tattica di Hamas in Israele\r\n\r\nRichard Haass - What Friends Owe Friends - Why Washington Should Restrain Israeli Military Action in Gaza—and Preserve a Path to Peace\r\n\r\nThe Economist - Can America handle two wars, and maybe a third?\r\n\r\nUmberto De Giovannangeli - Intervista a Lucio Caracciolo: “Israele non ha capito che non si possono tenere in gabbia due milioni di persone”\r\n\r\nFrancesco Rigatelli - Amitav Ghosh: “Occidente, il tuo dominio sta finendo”\r\n\r\nOrigins of Hamas/Israeli War w/ Prof. John J. Mearsheimer","27 Ottobre 2023","2023-10-27 14:01:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/1698405243812-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #5 - ENTRARE A GAZA? IL MONDO IN ATTESA",1698415175,[],[],{"post_content":340},{"matched_tokens":341,"snippet":342,"value":343},[71,72,73,130],"partire dal recente forum sulla \u003Cmark>Belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>Road\u003C/mark> \u003Cmark>Initiative\u003C/mark> tenutosi a Pechino la scorsa","E' il ventesimo giorno di guerra. Proprio all'alba sembra che alcuni tank israeliani accompagnati da unità di fanteria abbiano compiuto alcune incursioni nel nord della Striscia, ma a parte questo, l'offensiva di terra continua a non partire.\r\nLe cause sono molte: innanzitutto si teme un allargamento in senso regionale del conflitto, ma pesa anche la percezione della questione palestinese in quasi tutto il mondo che non sia occidente. 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d'ingerenza nell'area ,le conseguenze dell'espansione economica cinese nell'ottica della \" belt and road initiative\" , la strategia della Russia come fornitrice di armamenti , l'impatto della pandemia , gli aspetti della crescita economica e il confronto fra le rivolte birmane di oggi con quelle dei monaci nel 2007 .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-090223-ASEAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Tombola che segue da sempre le tracce del commercio di armi ,approfondiamo in questa prima parte il ruolo e il peso specifico reale dell'industria degli armamenti in Italia ,degli assetti proprietari e del ruolo del capitale finanziario,il meccanismo delle triangolazioni,la lotta dei lavoratori portuali che ,come nel caso del CALP di Genova ,hanno denunciato la presenza di sistemi di armamento nei container,le contromisure prese dalle compagnie marittime,il ruolo della logistica e le trasformazioni del commercio internazionali con l'aumento del traffico lungo le rotte marittime .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-090223-ARMI-1-PARTE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Febbraio 2023","2023-02-10 12:07:22","BASTIONI DI ORIONE 09/02/2023- IL TEATRO DELLE OMBRE CINESE NELLO SCACCHIERE DELL'INDO PACIFICO E LA COMPETIZIONE CON LA RUSSIA - IL MERCATO DELLE ARMI E IL RUOLO DELLA LOGISTICA DEI PORTI ,I PORTUALI GRANELLO NELL'INGRANAGGIO DI MORTE DELLE TRIANGOLAZIONI-",1675959132,[257],[239],{"post_content":362},{"matched_tokens":363,"snippet":364,"value":365},[318,72,79,80],"dell'espansione economica cinese nell'ottica della \" \u003Cmark>belt\u003C/mark> \u003Cmark>and\u003C/mark> \u003Cmark>road\u003C/mark> \u003Cmark>initiative\u003C/mark>\" , la strategia della Russia come"," \r\n\r\nBastioni di Orione continua con la seconda parte dell'analisi di Massimo Morello e Emanuele Giordana sulla situazione dell'area del sud est asiatico con 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podcast è di Shadia Mansour musicista hip hop palestinese .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-27102022-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine conversazione con Gabriele Battaglia ,giornalista free lance che vive da anni in Cina e saggista ,sugli esiti del congresso del Partito comunista cinese ,il terzo mandato di Xi Jing Ping , gli scenari economici e lo sviluppo cinese ricco di contraddizioni,la questione di Taiwan,il confronto con gli U.S.A. sul piano militare e tecnologico, la composizione dei vertici del partito ,lo scontro tra X i e la vecchia guardia di Hu Jintao ,la crescita della classe media e il mercato interno , il progetto della \"belt and road initiative\".\r\n\r\nI brani inseriti nel podcast provengono dalla scena punk cinese e sono rispettivamente dei SMZB ,gli Anarchy Boys e Brain flavoure\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio 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