","LE ARMI ITALIANE FINISCONO AI COLONI IN CISGIORDANIA","post",1737400179,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/beretta-fiocchi/","http://radioblackout.org/tag/coloni/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[15,25,19,27],{"post_content":60,"tags":66},{"matched_tokens":61,"snippet":64,"value":65},[62,63],"Fiocchi","Beretta","Israele di aziende come la \u003Cmark>Fiocchi\u003C/mark> o \u003Cmark>Beretta\u003C/mark> e riguarda soprattutto munizioni e","Le armi italiane destinate al cosiddetto mercato civile privato costituiscono la maggior parte dell’export verso Israele di aziende come la \u003Cmark>Fiocchi\u003C/mark> o \u003Cmark>Beretta\u003C/mark> e riguarda soprattutto munizioni e armi non direttamente predisposte per lo specifico uso militare. Queste armi sono poi rivendute negli insediamenti illegali e acquistate da privati cittadini, tra cui i coloni. Non ci sono meccanismi di controllo della filiera e la liberalizzazione del possesso delle armi private da parte del ministro Ben Gvir ha consentito ai coloni nei territori occupati da Israele di armarsi liberamente. Questo imponente flusso di armi dall'Italia è stato monitorato da un'inchiesta pubblicata dalla rivista Altreconomia, che ha denunciato come l'Italia continui ad esportare armi e munizioni a uso “civile” in Israele, che vengono poi rivendute negli insediamenti illegali in un contesto di scarso controllo e crescente violenza contro i palestinesi. Queste armi non sono progettate per uso militare, ma possono essere acquistate da chiunque abbia una licenza. E in Israele, ottenere una licenza è diventato più facile che prenotare un tavolo al ristorante, basta dimostrare di aver frequentato tre corsi di tiro negli ultimi vent’anni e fare un colloquio telefonico. Con queste regole, in meno di tre mesi sono state presentate 300mila richieste. Aziende come \u003Cmark>Beretta\u003C/mark> e \u003Cmark>Fiocchi \u003C/mark> hanno una lunga tradizione nel rifornire il mercato israeliano. Armi \u003Cmark>Beretta\u003C/mark> e munizioni \u003Cmark>Fiocchi\u003C/mark> sono regolarmente presenti nei negozi e nei poligoni degli insediamenti illegali in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nel Golan siriano occupato.\r\n\r\nNe parliamo con l'autrice dell'inchiesta Elisa Brunelli.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/INFO-ALTRAECONOMIA.mp3\"][/audio]",[67,69,72,74],{"matched_tokens":68,"snippet":15},[],{"matched_tokens":70,"snippet":71},[63,62],"\u003Cmark>Beretta\u003C/mark> \u003Cmark>Fiocchi\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":19},[],{"matched_tokens":75,"snippet":27},[],[77,82],{"field":28,"indices":78,"matched_tokens":79,"snippets":81},[14],[80],[63,62],[71],{"field":83,"matched_tokens":84,"snippet":64,"value":65},"post_content",[62,63],1157451471441625000,{"best_field_score":87,"best_field_weight":88,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":40,"score":89,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":40},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":91,"highlight":109,"highlights":114,"text_match":117,"text_match_info":118},{"cat_link":92,"category":93,"comment_count":40,"id":94,"is_sticky":40,"permalink":95,"post_author":43,"post_content":96,"post_date":97,"post_excerpt":98,"post_id":94,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":51,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":108},[37],[39],"89012","http://radioblackout.org/2024/04/industriarsi-per-la-morte-per-il-sabotaggio-delle-piccole-aziende-al-servizio-della-guerra/","Borracce, gavette, panni di lana e carne in scatola, munizioni, automezzi, vanghe e piccozze. La prima guerra mondiale ha visto impegnate officine, manifatture, grandi e piccole aziende in una mobilitazione industriale senza precedenti. Non solo grandi commesse per armi e munizioni, industrie metallurgiche e grande cantieristica, ma l’intero tessuto economico, capillarmente votato alla produzione di morte, tra maglifici, calzaturifici, stabilimenti chimici, zuccherifici, cartiere, aziende agricole, produttori di carne in scatola, stabilimenti meccanici impegnati nella produzione di vanghe, piccozze, filo spinato, caffettiere, viti, bulloni.\r\n\r\nOggi in Italia l'industria della guerra, come abbiamo più volte ripetuto, è pienamente integrata nella filiera produttiva statunitense. Accanto ai grandi players, Leonardo e Fincantieri, Avio Aero, Thales Alenia, MBDA, Iveco Defence, ELT, Rheinmetall, Beretta, Fiocchi, esiste un inestricabile tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese, alcune delle quali solo recentemente, grazie a finanziamenti pubblici ed europei, si sono riconvertite alla produzione bellica. Notizia della scorsa settimana è che la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) è pronta a rivedere il suo raggio d’azione, come richiesto dai leader dell’Ue, attraverso l’aggiornamento della definizione di tecnologia a duplice uso civile e militare, così da erogare più prestiti a sostegno delle piccole e medie imprese del settore.\r\n\r\nNonostante sia difficile immaginare una crescita significativa ed autonoma della piccola industria italiana nelle tecnologie belliche, perchè le principali acquisizioni di armamenti e nuovi sistemi d’arma da parte delle Forze Armate italiane continueranno a essere caratterizzate da importazioni di prodotti dagli Usa e dai principali Stati europei, la presenza di impianti produttivi di piccola taglia, spesso a conduzione familiare, si rivela un elemento interessante per chi desidera inceppare la macchina della guerra partendo da qui. Ad esempio nel 2016 il produttore americano Pratt & Whitney ha scelto quattro aziende italiane, di cui due torinesi, per una fornitura di componenti per i motori dei caccia F35. Tra queste la Mepit, piccola azienda di Settimo Torinese con meno di 50 dipendenti, che tutt'oggi esporta materiali d'armamento. Un invito a studiare approfonditamente i contesti produttivi locali.\r\n\r\nIn questo quadro di mobilitazione bellica totale - macchine, carne da macello, propaganda - è però evidente uno scarto tra proclami ed intenzioni ed la realtà. Basti pensare all’esaurimento delle scorte di munizioni della Nato. Il generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri ha dichiarato: \"Quello che è successo ha dimostrato che l'Europa è nuda. Non abbiamo munizioni\". Nello stesso linguaggio di lorsignori, che pur perseverano nelle loro chiacchiere belliciste, emerge chiaramente l'inadeguatezza militare e che la guerra non può essere un’opzione per l’Europa. Tuttavia, lo Stato è pronto a distruggere la società.\r\n\r\nNe parliamo con Antonio Mazzeo, antimilitarista, con cui torniamo anche sulla questione della logistica e mobilità militare, dato il recente accordo tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana, oltre al finanziamento UE di tre progetti strategici per la Schengen militare: Binasco, Genova e La Spezia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/mazzeo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE' l'occasione anche per una diretta da Genova, dove, in occasione della chiamata internazionale per il blocco della logistica ed economia di guerra del 15 aprile, alcuni compagnx hanno fatto visita ai supermercati Carrefour, multinazionale complice del genocidio in Palestina. La guerra inizia dai luoghi in cui viviamo e da qui è possibile sabotarla.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Aprile 2024","","2024-04-22 17:36:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"222\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-300x222.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-300x222.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-768x568.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Industriarsi per la morte: per il sabotaggio delle piccole aziende al servizio della guerra",1713806612,[105,106,107],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/piccole-imprese/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/",[17,23,21],{"post_content":110},{"matched_tokens":111,"snippet":112,"value":113},[63,62],"MBDA, Iveco Defence, ELT, Rheinmetall, \u003Cmark>Beretta\u003C/mark>, \u003Cmark>Fiocchi\u003C/mark>, esiste un inestricabile tessuto produttivo","Borracce, gavette, panni di lana e carne in scatola, munizioni, automezzi, vanghe e piccozze. 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Concepita come un capitolo de \"I promessi sposi\" per la sua lunghezza divenne un'opera distinta. Durante l'epidemia di peste del 1640 la \"donnicciola\" crede che un uomo unga le pareti provocando e diffondendo il contagio. \"Ai vicini lo spavento fece scoprire sui muri le sudicerie che avevano avuto davanti agli occhi da chissà quanto tempo.\" Il malcapitato è Guglielmo Piazza che viene arrestato e interrogato. Il Manzoni ci informa sulle leggi che regolamentavano la tortura. \"Badi il giudice di non adoprare tormenti ricercati e insusitati, perché chi fa tali cose é degno di essere chiamato carnefice piuttosto che giudice.\" Sotto tortura il Piazza denuncia come complice Giangiacomo Mora, barbiere e chirurgo, mestieri tra i quali all'epoca non c'era distinzione.\"Mi disse: Pigliate questo vasetto e ungete le muraglie qui addietro, e poi venite da me che avrete una mano de denari.\" Il clamore in città sale, si presentano altri testimoni che raccontano cosa credono di avere visto e a quel punto la colpevolezza dei due imputati é certa. \" Furono condotti sul luogo del suppllizio, tanagliati con ferro rovente, tagliata loro la mano destra e spezzate le ossa con la ruota. Scannati e bruciati i cadaveri, e le ceneri buttate nel fiume.\" La casa del Mora fu demolita e sulle macerie fu eretta la colonna che prese il nome di \"infame\" che a sua volta fu demolita nel 1770. Il Manzoni ne ricostruisce la storia nella sua battaglia contro la tortura e il pregiudizio. \"Gli uomini che creano quelle angosce, ci parrà di averli scusati col dire che si credeva nell'unzione? Crediamo pure nella possibilità di uccidere col veleno. Ma cosa si direbbe di un giudice che adducessse questo argomento di avere giustamente condannato un uomo come avvelenatore?\" La tortura non é un retaggio del passato anche se oggi si chiama \"tattiche avanzate di interrogatorio\" e la storia dell colonna infame può essere riletta sui meccanismi psicologici con cui un pregiudizio diventa certezza e uccide. Buon ascolto.\r\n\r\n ","10 Ottobre 2021","2021-10-10 09:14:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/COLONNA1-178x110.jpg","LA COLONNA INFAME - LA PERLA DI LABUAN 8/10/2021","podcast",1633857284,[],[],{"post_content":154},{"matched_tokens":155,"snippet":157,"value":158},[156],"occhi","cappa nera, il cappello sugli \u003Cmark>occhi\u003C/mark> e una carta in mano.\" ","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021.10.08-14.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"La mattina del 21 giugno 1640 a Milano verso le quattro e mezza una donnicciola chiamata Caterina Rosa vide venire un uomo con una cappa nera, il cappello sugli \u003Cmark>occhi\u003C/mark> e una carta in mano.\" E' l'incipit della \"Storia dell colonna infame\" come la racconta Alessandro Manzoni nel 1840. Concepita come un capitolo de \"I promessi sposi\" per la sua lunghezza divenne un'opera distinta. 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