","La Torino solidale per Moria si mobilita anche per Bihać","post",1610729806,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/bihac/","http://radioblackout.org/tag/bosnia/","http://radioblackout.org/tag/presidio-a-torino/","http://radioblackout.org/tag/torino-per-moria/",[18,15,33,31],{"post_content":68,"post_title":72,"tags":75},{"matched_tokens":69,"snippet":70,"value":71},[18],"conforto nell’attuale gelida situazione di \u003Cmark>Bihać\u003C/mark>, ottenendo una buona risposta da","Si sono raccolti molti oggetti e indumenti necessari ai migranti intrappolati in Bosnia.\r\n\r\nL’iniziativa è di un gruppo di persone di provenienze diverse, che già si erano mobilitate insieme per l’emergenza di Moria, e che hanno riconosciuto la stessa esigenza di aiuti e beni di conforto nell’attuale gelida situazione di \u003Cmark>Bihać\u003C/mark>, ottenendo una buona risposta da parte della solidarietà cittadina.\r\n\r\nOltre alla raccolta di materiale da portare nei Balcani, attraversando frontiere chiusissime, è stata indetto un presidio, comunicato alla questura per permettere a tutti di potervi partecipare con autocertificazione (e comunque il Piemonte è zona gialla).\r\n\r\nPer promuovere questa iniziativa RESPINGIAMO LA VIOLENZA DEI CONFINI (1) e ricevere testimonianze di quali siano le condizioni dei campi di migranti abbiamo sentito Anna e Daniela, riunite in questo unico podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021_01_14_Torino-per-Moria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":74},[18],"La Torino solidale per Moria si mobilita anche per \u003Cmark>Bihać\u003C/mark>",[76,79,81,83],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[18],"\u003Cmark>Bihać\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":15},[],{"matched_tokens":82,"snippet":33},[],{"matched_tokens":84,"snippet":31},[],[86,91,94],{"field":36,"indices":87,"matched_tokens":88,"snippets":90},[48],[89],[18],[78],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":74,"value":74},"post_title",[18],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":70,"value":71},"post_content",[18],578730123365712000,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":101,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":103,"highlight":127,"highlights":153,"text_match":97,"text_match_info":161},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":48,"id":106,"is_sticky":48,"permalink":107,"post_author":51,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":54,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":59,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":124},[45],[47],"66039","http://radioblackout.org/2021/01/rotta-balcanica-il-gioco-delloca/","Lungo la rotta balcanica i migranti devono superare vari confini, prima di entrare nell'Area Schengen dove, almeno formalmente, vige la \"libera circolazione\". Tale area è delimitata dal confine che separa la Slovenia dalla Croazia, ma ormai da anni l'Unione Europea ha delegato alla Croazia il \"lavoro sporco\" di fermare le persone che tentano di entrare nella UE, respingendole in Bosnia e in Serbia.\r\nCome documentato nelle 1500 testimonianze raccolte fin dal 2018 dalla rete borderviolence.eu e pubblicate in \"black book of push backs I e II\", le persone vengono fermate, picchiate e torturate dalla Polizia croata e da Frontex prima di essere cacciate oltre confine, scalze, semisvestite e senza cellulari.\r\nPer chi migra superare il confine sud della Croazia non significa essere finalmente al sicuro: da due anni la Slovenia, quando rintraccia queste persone, le consegna in poco tempo alla polizia croata che a sua volta le deporta al confine.\r\nDa maggio di quest’anno si è inserita in questo meccanismo anche l'Italia: ciò che qui chiamano “riammissioni informali in Slovenia” non sono altro che il primo anello di questa catena. Tra gennaio e metà novembre 2020, la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia ha “riammesso” 1240 persone (+420% rispetto al 2019).\r\nIn Bosnia, destinazione ultima di queste \"riammissioni\", da alcuni anni si è creato un collo di bottiglia. Vi si trovano persone soprattutto giovanissime, che solitamente sono in viaggio da anni e non hanno alcun interesse a fermarsi in Italia ma vorrebbero arrivare nei Paesi del nord. Quando arrivano a Trieste, stremate dai 15-20 giorni di fughe, cammino e stenti, ricevono una cura informale in piazza Libertà (di fronte alla stazione) dalle attiviste dei gruppi Linea d'Ombra e Strada si.Cura.\r\nI respingimenti sono contrari alle leggi sull’immigrazione dell’UE e nonostante questa ne neghi pubblicamente l’esistenza li finanzia in vario modo.\r\nDi recente la Germania ha regalato alla Croazia sensori per il rilevamento delle persone da piazzare lungo i propri confini.\r\nIl 23 dicembre il campo di Lipa, vicino a Bihać, al confine nordoccidentale della Bosnia Erzegovina, è andato a fuoco. Da allora, i giornali italiani hanno dato ampio spazio alla crisi umanitaria in Bosnia, che da anni veniva inutilmente denunciata dagli attivisti al di qua e al di là del confine.\r\nLa “crisi umanitaria” descritta dalla stampa italiana è una situazione di violenza sistemica, che va ben al di là del freddo intollerabile di questi giorni al confine bosniaco ma si estende alla gestione da parte dell’Oim (l'ente Europeo gestore dei campi) dei grandi campi bosniaci a Sarajevo e in altre località, alle violenze sistematiche della polizia croata, alla catena dei respingimenti che arriva fino a Trieste, al razzismo fuori e dentro i confini dell’Unione Europea.\r\n\r\nTrieste è una città di confine, alcuni la chiamano “Lampedusa del nord”. Trieste è infatti la porta d’entrata della rotta dei Balcani, come Lampedusa è la porta d’entrata della Rotta del Mediterraneo centrale. A Trieste si arriva a piedi, a Lampedusa in nave o in gommone.\r\nLa dirigenza della questura di Trieste dal 30 dicembre è passata nelle mani di Irene Tittioni, esperta di pattugliamenti congiunti dei confini interessati da migrazioni.\r\nQuesta scelta la dice lunga sui programmi del governo al confine orientale. Lo Stato “gestisce” i “clandestini” resi tali dalle leggi che non forniscono visti, che permettono di entrare in Italia solo attraverso una migrazione pericolosa e chiedendo l’asilo politico, che respingono la maggior parte delle richieste d’asilo. Lo stesso Stato che sostiene, anche se li nega, i respingimenti violenti e illegali.\r\n\r\nA Trieste l'8 gennaio davanti al Consolato croato di piazza Goldoni si è tenuto un partecipato presidio per denunciare pubblicamente le sanguinarie politiche europee di “protezione dei confini”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele dell’assemblea No CPR no frontiere del Friuli e della Venezia Giulia. Raffaele ha anche ricordato, Vakhtang Enukidze, ammazzato di botte dalla polizia un anno fa, il 18 gennaio del 2021.\r\n\r\nAscolta la diretta con Raffaele:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-19-rotta-balcanica-raffaele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Gennaio 2021","2021-01-19 15:35:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani-300x190.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani-300x190.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani-1024x649.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani-768x487.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/confine-balcani.png 1284w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rotta Balcanica. 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Si registra un’aumento netto dei respingimenti e delle violenze tra molestie e trattamenti brutali e punitivi. \r\n\r\nI due progetti partono dai supporto bisogni delle persone per garantirne il diritto alla migrazione e al movimento. Dal supporto nel fornire beni materiali, alla creazione di momenti di socialità, come la palestra di arrampicata Flamingo Loophole inaugurata nel 2022 da Mediterranean Hope, per finire con operazioni di ricerca e soccorso in cui il collettivo rotte balcaniche si impegna per aiutare le persone bloccate nelle foreste a confine con la Turchia.\r\n\r\nQueste attività devono quotidianamente confrontarsi con la criminalizzazione della solidarietà, che prende l’aspetto di false accuse di smuggling, favoreggiamento all’immigrazione illegale e intimidazioni ai solidali. Ma la narrazione delle responsabilità va ribaltata: sono le politiche di criminalizzazione che creano confini da superare, le politiche estrattive e di violenza nei paesi d’origine a organizzare il flusso migratorio, così come l’erezione di frontiere a obbligare l’aiuto in mare dei naufraghi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Solidarietà-al-confine.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2024","2024-03-04 13:50:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-300x203.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-300x203.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-1024x692.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-768x519.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-1536x1038.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-2048x1384.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Solidarietà al confine: Bulgaria e Bosnia Erzegovina",1709298032,[177,63,178,179,180],"http://radioblackout.org/tag/area-schengen/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/migranti-est-europa/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-al-confine/",[182,15,183,184,185],"area Schengen","Bulgaria","migranti Est Europa","solidarietà al confine",{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[18],"Erzegovina, dove ha sede a \u003Cmark>Bihać\u003C/mark> a 10km dal confine Croato. \r","Nella settimana del processo all'equipaggio della nave Inventa vi abbiamo portato in dialogo due esperienze di solidarietà dal basso che lavorano ai confini dell’est Europa: tra Sofia e Harmanli, nel sud della Bulgaria verso il confine con la Turchia, da ormai un anno opera il Collettivo Rotte Balcaniche, mentre Mediterranean Hope lavora nei territori della Bosnia Erzegovina, dove ha sede a \u003Cmark>Bihać\u003C/mark> a 10km dal confine Croato. \r\n\r\nAbbiamo parlato dell’incremento di controlli legato all’entrata in Schengen della Bulgaria, un territorio già estremamente militarizzato per favorire lepolitiche di gestione dei flussi migratori che si concretizzano in brutali respingimenti e detenzioni, che il collettivo ha raccolto nel report \"Torchlight\".\r\n\r\nAnche in Bosnia Erzegovina, a causa delle politiche europee, vengono a crearsi bacini di contenimento, finanziati dalle nostre tasse, per mantenere le persone fuori dai confini. 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Il sistema di accoglienza ufficiale gestito dall'OIM e da altre organizzazioni internazionali come UNHCR e cospicuamente finanziato dall'UE, continua a non essere in grado di offrire sistemazioni dignitose alle migliaia di persone che sono costrette a stanziare in Bosnia. Molte, la maggiorparte, si ritrovano a vivere anche per lunghissimi periodi in condizioni di vita disumane al limite della sopravvivenza in squat, tendopoli e baracche nel bosco. Se il sistema d'accoglienza in Bosnia ha miseramente fallito, non si può dire altrettanto del sistema di sicurezza e controllo delle frontiere che sempre grazie a milioni ricevuti dall'UE (circa 90 milioni negli ultimi 3 anni) e dalle donazioni in dotazioni tecniche ricevute da vari paesi europei (es. la Germania) è sempre più efficace nel proteggere la Fortezza Europa grazie alla brutale pratica dei respingimenti. La pandemia di Covid ha ulteriormente peggiorato la situazione in cui le persone in transito e quelle che stanziano sono costrette a vivere, impedendo spostamenti e vietando gli atti di solidarietà; ma la crisi sanitaria ha anche e soprattutto contribuito ad un inasprimento delle forme di controllo e di violenza della polizia nei territori di frontiera, che deruba, violenta e respinge brutalmente chi attraverso la Croazia tenta di entrare in Slovenia, Italia e Austria. La neo-presidenza di turno del consiglio dell'UE della Slovenia e la sempre più vicina e possibile entrata nell'area Schengen della Croazia riconfermano la complicità dell'UE in questo sistema perverso che crea crisi umanitarie a tavolino con lo scopo di proteggere i propri confini e alzare il volume di affari. La narrazione emergenziale mista a propaganda d'odio e discriminazione dei politicanti e media locali, inoltre, non solo alimenta le violenze e le delazioni contro le persone in transito, ma contribuisce a disgregare il tessuto sociale di un Paese già in crisi come la Bosnia ed Erzegovina. In questo contesto come in tutti gli altri territori di frontiera nascono reti di solidarietà e autoorganizzazione.\r\nNe abbiamo parlato con alcun compagn che sono a Bihac per portare supporto e solidarietà.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/balc.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nPer approfondire e contatti:\r\nhttp://www.nonamekitchen.org/\r\nRiVolti ai Balcani - dossier\r\nCollettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino\r\nwww.laboratoriosalutepopolare.it","2 Agosto 2021","2021-08-02 15:01:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/fight-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/fight-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/fight-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/fight.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Voci dalla rotta balcanica",1627916463,[213,118,120],"http://radioblackout.org/tag/frontiera/",[215,20,22],"frontiera",{"post_content":217},{"matched_tokens":218,"snippet":220,"value":221},[219],"Bihac","a circa 30 km da \u003Cmark>Bihac\u003C/mark> (cantone di Una Sana,nord-ovest della","A 7 mesi dall'incendio del campo di Lipa a circa 30 km da \u003Cmark>Bihac\u003C/mark> (cantone di Una Sana,nord-ovest della Bosnia-Erzegovina), la situazione per le persone, migranti e richiedenti asilo, che sulla rotta balcanica tentano l'ingresso in EU dal confine bosniaco-croato continua ad essere drammatica. 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La pandemia di Covid ha ulteriormente peggiorato la situazione in cui le persone in transito e quelle che stanziano sono costrette a vivere, impedendo spostamenti e vietando gli atti di solidarietà; ma la crisi sanitaria ha anche e soprattutto contribuito ad un inasprimento delle forme di controllo e di violenza della polizia nei territori di frontiera, che deruba, violenta e respinge brutalmente chi attraverso la Croazia tenta di entrare in Slovenia, Italia e Austria. La neo-presidenza di turno del consiglio dell'UE della Slovenia e la sempre più vicina e possibile entrata nell'area Schengen della Croazia riconfermano la complicità dell'UE in questo sistema perverso che crea crisi umanitarie a tavolino con lo scopo di proteggere i propri confini e alzare il volume di affari. La narrazione emergenziale mista a propaganda d'odio e discriminazione dei politicanti e media locali, inoltre, non solo alimenta le violenze e le delazioni contro le persone in transito, ma contribuisce a disgregare il tessuto sociale di un Paese già in crisi come la Bosnia ed Erzegovina. In questo contesto come in tutti gli altri territori di frontiera nascono reti di solidarietà e autoorganizzazione.\r\nNe abbiamo parlato con alcun compagn che sono a \u003Cmark>Bihac\u003C/mark> per portare supporto e solidarietà.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/08/balc.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nPer approfondire e contatti:\r\nhttp://www.nonamekitchen.org/\r\nRiVolti ai Balcani - dossier\r\nCollettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino\r\nwww.laboratoriosalutepopolare.it",[223],{"field":95,"matched_tokens":224,"snippet":220,"value":221},[219],{"best_field_score":196,"best_field_weight":197,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":198,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},6646,{"collection_name":59,"first_q":18,"per_page":228,"q":18},6,8,{"facet_counts":231,"found":265,"hits":266,"out_of":410,"page":24,"request_params":411,"search_cutoff":37,"search_time_ms":265},[232,241],{"counts":233,"field_name":239,"sampled":37,"stats":240},[234,237],{"count":235,"highlighted":236,"value":236},7,"anarres",{"count":24,"highlighted":238,"value":238},"congiunzioni","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":242,"field_name":36,"sampled":37,"stats":263},[243,245,247,249,251,253,255,257,259,261],{"count":17,"highlighted":244,"value":244},"Gynepunk",{"count":17,"highlighted":246,"value":246},"biohacking",{"count":24,"highlighted":248,"value":248},"M5S",{"count":24,"highlighted":250,"value":250},"Grillo",{"count":24,"highlighted":252,"value":252},"ingroia",{"count":24,"highlighted":254,"value":254},"elezioni",{"count":24,"highlighted":256,"value":256},"nepotismo",{"count":24,"highlighted":258,"value":258},"precarietà",{"count":24,"highlighted":260,"value":260},"posto fisso",{"count":24,"highlighted":262,"value":262},"autogestione conflitto",{"total_values":264},21,10,[267,294,316,339,362,384],{"document":268,"highlight":281,"highlights":287,"text_match":290,"text_match_info":291},{"comment_count":48,"id":269,"is_sticky":48,"permalink":270,"podcastfilter":271,"post_author":236,"post_content":272,"post_date":273,"post_excerpt":54,"post_id":269,"post_modified":274,"post_thumbnail":275,"post_title":276,"post_type":277,"sort_by_date":278,"tag_links":279,"tags":280},"90699","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-giugno-scienza-colonialismo-e-guerra-avviso-orale-fogli-di-via-sorveglianza-speciale-militari-in-citta/",[236],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.\r\nLa storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. 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(...)\r\nNe abbiamo parlato con Federico, il compagno “avvisato”\r\n\r\nSatnam Singh. Ucciso da stato e padroni\r\nLavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.\r\nLasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa, il braccio mozzato in una cassetta della frutta. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.\r\nUna storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.\r\nI responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro\r\n\r\nMilitari in città. La trovata del sindaco\r\nDa gennaio alcune aree della nostra città sono sottoposte a controllo militare quotidiano. In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a San Salvario e Aurora.\r\nSono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.\r\nTutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.\r\nIn questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.\r\nIn questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.\r\nIl sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.\r\nNella sostanza cambierebbe ben poco.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 6 luglio\r\nCPR, stragi in mare, campi di concentramento\r\nore 11\r\npunto info contro frontiere e CPR\r\nal Balon\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Giugno 2024","2024-06-25 14:59:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/graffiti-200x110.png","Anarres del 21 giugno. 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In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a San Salvario e Aurora.\r\nSono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.\r\nTutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.\r\nIn questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.\r\nIn questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.\r\nIl sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.\r\nNella sostanza cambierebbe ben poco.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 6 luglio\r\nCPR, stragi in mare, campi di concentramento\r\nore 11\r\npunto info contro frontiere e CPR\r\nal Balon\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[288],{"field":95,"matched_tokens":289,"snippet":285,"value":286},[284],578730020285972600,{"best_field_score":292,"best_field_weight":197,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":293,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":14},"1108041007104","578730020285972593",{"document":295,"highlight":307,"highlights":312,"text_match":290,"text_match_info":315},{"comment_count":48,"id":296,"is_sticky":48,"permalink":297,"podcastfilter":298,"post_author":236,"post_content":299,"post_date":300,"post_excerpt":54,"post_id":296,"post_modified":301,"post_thumbnail":302,"post_title":303,"post_type":277,"sort_by_date":304,"tag_links":305,"tags":306},"88290","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-marzo-diritto-del-lavoro-un-gioco-a-carte-truccate-cpr-e-frontiere-anarchismo-e-filosofia-radicale-recinzioni-e-privatizzazioni-e-la-retorica-dei-beni-comuni/",[236],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2023-03-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nDiritto del lavoro: un gioco a carte truccate\r\nLa precarietà strutturale che caratterizza il lavoro nella terza decade di questo secolo è inscritta in una serie di leggi, che hanno sancito lo smantellamento del sistema di tutele e garanzie, frutto di un compromesso tra capitale e lavoro, derivante da importanti stagioni di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.\r\nUn processo lungo ma inesorabile che vale la pena ricostruire, nella consapevolezza che le leggi sono solo il precipitato normativo dei rapporti di forza tra sfruttati e sfruttatori e che un parziale aggiustamento se non una significativa inversione di tendenza passano dalla concretezza delle lotte. Quando si finisce in tribunale è segno che si tenta di salvare il salvabile non di girare il tavolo di un gioco truccato sin dall’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro ed autore di un articolo comparso sull’ultimo numero di Collegamenti.\r\n\r\nNo CPR, No frontiere, No deportazioni, No militari per le strade!\r\nNelle prigioni per migranti, i CPR, da mesi si susseguono le rivolte.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva comminata senza processo, è stata il detonatore che ha fatto divampare ovunque le proteste.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo si esternalizza il sistema concentrazionario con due CPR in Albania.\r\nIl CPR di Torino è chiuso da un anno. Per la prima volta dal lontano 1999, quando i senza documenti erano rinchiusi in container gelidi d’inverno e bollenti d’estate, le rivolte scoppiate in febbraio hanno reso del tutto inagibile una struttura raddoppiata e costruita in muratura nel 2008. 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Nulla di nuovo ma molto su cui riflettere. L’anarchismo è un corpus di riflessioni costituitosi a partire dalle lotte e dai movimenti sociali. In ogni epoca di una storia che ha ormai più di 150 anni c’è stata osmosi tra anarchismo e la riflessione filosofica dei tempi che attraversava.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo\r\n\r\nBeni comuni come nuove recinzioni a Torino. Lettura dell’articolo di Francesco Migliaccio su Monitor\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena antipasquale\r\nmenù vegan\r\nore 20 corso Palermo 46\r\nbenefit lotte\r\nQuanto costa? Tanto da chi a tanto, meno da chi ha meno. Quanto potete, più che potete\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nanarchica, femminista, antimilitarista\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo e Luisa Dell'Acqua curatrice e traduttrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia di Emma Goldman.\r\n\r\nSabato 20 aprile\r\nore 17 in corso Palermo 46\r\nL’anarchia in 100 canti\r\ndi e con Alessio Lega \r\npresentazione del libro e concerto\r\na seguire pastasciutta, spritz e birrette\r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica. Il canzoniere anarchico e antifascista di Alba e carenza503 e il Cor'occhio. \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","27 Marzo 2024","2024-03-27 18:36:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2023-08-16-11-32-43-1344x753-1-200x110.jpg","Anarres del 15 marzo. 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Il Force commander (che guida le operazioni nel teatro operativo, a bordo della nave ammiraglia) è il contrammiraglio italiano Stefano Costantino.\r\nAspides affianca l’operazione Atalanta, operativa sin dal 2008, che si muove su un’area più vasta che comprende Mar Mediterraneo, Mar Rosso, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico e Oceano Indiano.\r\nSono due delle 46 missioni militari italiane tra Europa, Asia ed Africa.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nStupri di guerra. Con uno sguardo a Israele e Gaza\r\nLo stupro è un’arma di guerra, di tutte le guerre, un modo per umiliare gli uomini del nemico, incapaci di mantenere il controllo delle “proprie” donne. Ma, soprattutto, è l’esplicitazione più cruda della guerra patriarcale contro le donne. Una guerra senza esclusione di colpi. La libertà delle donne è la posta in gioco: ucciderle non basta, vanno annientate, ridotte a nulla. Per terrorizzare tutte le altre, per dire a chiare lettere che questo pianeta non è un luogo dove le donne possano vivere in libertà senza pagarne il prezzo.\r\nLo stupro di guerra, fatto di torture e mutilazioni, spesso si conclude con l’uccisione, delle bambine, delle ragazze, delle donne.\r\nIn guerra il sangue, le lacerazioni, le ferite i corpi distrutti sono esibiti come trofei, mostrati nei video compiaciuti dei carnefici, esibiti sui social.\r\nImmagini che vorremmo cancellare, coprire, non per nascondere la verità ma per sottrarre ai violenti il loro trofeo pubblico. Ma ci tocca guardare perché il nostro sguardo possa spezzare l’omertà che circonda alcune vicende.\r\nIn tempi di “pace armata”, la violenza degli stupri prosegue nelle aule di tribunale, dove le donne che scelgono di denunciare, sono, nei fatti, obbligate a dimostrare, mostrando lividi, ferite, lacerazioni la loro opposizione. Il semplice “no” è considerato sospetto, viene inquisito, mette le vittime sul banco delle imputate.\r\n“Sorella io ti credo.” è uno slogan che riecheggia nelle piazze femministe di ogni dove. Il sostegno concreto, attivo, solidale di donne verso altre donne. Di donne che conoscono, per averlo esperito sulla propria pelle, il sapore agre del sospetto, del chiacchiericcio, della “battutina”. Senza sangue non c’è violenza. O muori come Maria Goretti o, in fondo, te la sei cercata.\r\nIl femminismo è quasi sempre riuscito ad affrontare con lucidità e solidarietà gli stupri di guerra, al di là del proprio posizionamento politico. \r\nDopo il 7 ottobre questo è meno vero.\r\nL’incapacità o, più spesso, la decisione di ignorare o quantomeno minimizzare gli orrori commessi dagli uomini di Hamas che hanno attaccato gli abitanti di alcuni kibbutz e i partecipanti al festival musicale Nova, è sconcertante.\r\nSu testate, pubblicazioni e siti di movimento è partita la gara alla negazione, all’inquisizione, alla pretesa, che in mezzo a cumuli di cadaveri venissero avviate inchieste con autopsie e prove del DNA. Settori di movimento si sono comportati come i tribunali di ogni dove: sotto accusa le donne, le poche sopravvissute, le testimoni stesse. Persino i filmati girati e diffusi dagli stessi aguzzini sono stati ignorati o sottoposti alla lente di ingrandimento alla ricerca del particolare discordante.\r\nIn alcuni casi gli stupri e le violenze sono state descritte come “non sistematiche” e comunque opera di sbandati, non dei miliziani di Hamas. Le solite mele marce.\r\nUn atteggiamento razzista, escludente, che getta un’ombra pesante sulla strada del femminismo alle nostre latitudini.\r\nAbbiamo provato, in punta di piedi, nel rispetto delle donne stuprate, mutilate ed uccise, a parlarvi di questa vicenda. \r\nMa certo non dimentichiamo ne minimizziamo la violenza dell’esercito israeliano verso le donne e le bambine palestinesi. Anche qui, in punta di piedi, nel rispetto di queste vite negate, vi abbiamo parlato delle loro esistenze umiliate ed offese.\r\nPerché nel mondo che vogliamo non c’è spazio per frontiere tra i corpi, tra le persone, tra gente che parla lingue diverse.\r\nPer questo approfondimento abbiamo scelto l’8 marzo: non avremmo potuto fare altrimenti di fronte al sostanziale silenzio dei movimenti transfemministi.\r\nSappiamo già che qualcun* griderà che abbiamo fatto il gioco del governo fascista di Israele. Lo diciamo chiaro: chi nega, chi nasconde chi minimizza le brutali violenze di genere del 7 ottobre fa davvero il gioco di Netanyahu e della sua banda di predoni confessionali. La gran parte delle persone massacrate il 7 ottobre viveva in kibbutz di estrema sinistra, dove la solidarietà con i vicini oltre il confine blindato era normale. Le ragazze e i ragazzi che ballavano al festival Nova, con i loro corpi e identità libere facevano parte di quei settori di società israeliana sempre più nel mirino della destra religiosa e colonialista.\r\nI sopravvissuti hanno detto a chiare lettere che né loro né gli amici e parenti uccisi da Hamas avrebbero voluto la rappresaglia scatenata dal governo Netanyahu.\r\n\r\nGli infiniti orrori della guerra a Gaza non possono in alcun modo giustificare il silenzio o il negazionismo sugli stupri del 7 ottobre. \r\nLa violenza patriarcale è fatta anche di confini, guerre, nazionalismi giocati sulla pelle delle donne. Ed ai quali non intendiamo piegarci. Né qui, né altrove.\r\nAnarres ne ha parlato con l’aiuto di Lorenzo, che ha tradotto i documenti e letto le testimonianze disponibili\r\n\r\nUna Barriera contro i militari\r\nPer la prima volta dopo più un mese i soldati dell'operazione \"Strade sicure\" non hanno bivaccato nello spiazzo tra corso Palermo e via Sesia. All'arrivo degli antimilitaristi si sono allontanati per l'intero pomeriggio.\r\nLa piazza smilitarizzata ha mutato subito aspetto: si sono avvicinate diverse persone che abitano il quartiere e scelgono la solidarietà ed il mutuo appoggio.\r\nUna ragazza ci avvicina e ci dice, guardando la fermata dell'autobus: \"qui servirebbero più mezzi, invece attese infinite e sovraffollamento. E pretendono che paghiamo il biglietto.\" Il discorso scivola sui costi dell'avamposto militare di fronte ai continui tagli ai servizi essenziali.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nAnarchia e decolonialità\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonizzazione, per un universale plurale, che emerge nella concretezza dei percorsi di lotta.\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro\r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","11 Marzo 2024","2024-03-11 14:10:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/faccia-spinata-200x110.jpg","Anarres dell’8 marzo. 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Tra queste spicca la missione Aspides, missione europea cui partecipano Italia, Grecia e Francia, approvata dal Consiglio dei ministri dopo che era divenuta operativa da tempo nel Mar Rosso.\r\nLa missione ha il compito di tutelare gli interessi del trasporto commerciale italiano nell’area. Il Comando operativo dell'operazione ha sede a Larissa in Grecia e il comandante è il commodoro greco Vasilios Griparis. Il Force commander (che guida le operazioni nel teatro operativo, a bordo della nave ammiraglia) è il contrammiraglio italiano Stefano Costantino.\r\nAspides affianca l’operazione Atalanta, operativa sin dal 2008, che si muove su un’area più vasta che comprende Mar Mediterraneo, Mar Rosso, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico e Oceano Indiano.\r\nSono due delle 46 missioni militari italiane tra Europa, Asia ed Africa.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nStupri di guerra. Con uno sguardo a Israele e Gaza\r\nLo stupro è un’arma di guerra, di tutte le guerre, un modo per umiliare gli uomini del nemico, incapaci di mantenere il controllo delle “proprie” donne. Ma, soprattutto, è l’esplicitazione più cruda della guerra patriarcale contro le donne. Una guerra senza esclusione di colpi. La libertà delle donne è la posta in gioco: ucciderle non basta, vanno annientate, ridotte a nulla. Per terrorizzare tutte le altre, per dire a chiare lettere che questo pianeta non è un luogo dove le donne possano vivere in libertà senza pagarne il prezzo.\r\nLo stupro di guerra, fatto di torture e mutilazioni, spesso si conclude con l’uccisione, delle bambine, delle ragazze, delle donne.\r\nIn guerra il sangue, le lacerazioni, le ferite i corpi distrutti sono esibiti come trofei, mostrati nei video compiaciuti dei carnefici, esibiti sui social.\r\nImmagini che vorremmo cancellare, coprire, non per nascondere la verità ma per sottrarre ai violenti il loro trofeo pubblico. Ma ci tocca guardare perché il nostro sguardo possa spezzare l’omertà che circonda alcune vicende.\r\nIn tempi di “pace armata”, la violenza degli stupri prosegue nelle aule di tribunale, dove le donne che scelgono di denunciare, sono, nei fatti, obbligate a dimostrare, mostrando lividi, ferite, lacerazioni la loro opposizione. Il semplice “no” è considerato sospetto, viene inquisito, mette le vittime sul banco delle imputate.\r\n“Sorella io ti credo.” è uno slogan che riecheggia nelle piazze femministe di ogni dove. Il sostegno concreto, attivo, solidale di donne verso altre donne. Di donne che conoscono, per averlo esperito sulla propria pelle, il sapore agre del sospetto, del chiacchiericcio, della “battutina”. Senza sangue non c’è violenza. O muori come Maria Goretti o, in fondo, te la sei cercata.\r\nIl femminismo è quasi sempre riuscito ad affrontare con lucidità e solidarietà gli stupri di guerra, al di là del proprio posizionamento politico. \r\nDopo il 7 ottobre questo è meno vero.\r\nL’incapacità o, più spesso, la decisione di ignorare o quantomeno minimizzare gli orrori commessi dagli uomini di Hamas che hanno attaccato gli abitanti di alcuni kibbutz e i partecipanti al festival musicale Nova, è sconcertante.\r\nSu testate, pubblicazioni e siti di movimento è partita la gara alla negazione, all’inquisizione, alla pretesa, che in mezzo a cumuli di cadaveri venissero avviate inchieste con autopsie e prove del DNA. Settori di movimento si sono comportati come i tribunali di ogni dove: sotto accusa le donne, le poche sopravvissute, le testimoni stesse. Persino i filmati girati e diffusi dagli stessi aguzzini sono stati ignorati o sottoposti alla lente di ingrandimento alla ricerca del particolare discordante.\r\nIn alcuni casi gli stupri e le violenze sono state descritte come “non sistematiche” e comunque opera di sbandati, non dei miliziani di Hamas. Le solite mele marce.\r\nUn atteggiamento razzista, escludente, che getta un’ombra pesante sulla strada del femminismo alle nostre latitudini.\r\nAbbiamo provato, in punta di piedi, nel rispetto delle donne stuprate, mutilate ed uccise, a parlarvi di questa vicenda. \r\nMa certo non dimentichiamo ne minimizziamo la violenza dell’esercito israeliano verso le donne e le bambine palestinesi. Anche qui, in punta di piedi, nel rispetto di queste vite negate, vi abbiamo parlato delle loro esistenze umiliate ed offese.\r\nPerché nel mondo che vogliamo non c’è spazio per frontiere tra i corpi, tra le persone, tra gente che parla lingue diverse.\r\nPer questo approfondimento abbiamo scelto l’8 marzo: non avremmo potuto fare altrimenti di fronte al sostanziale silenzio dei movimenti transfemministi.\r\nSappiamo già che qualcun* griderà che abbiamo fatto il gioco del governo fascista di Israele. Lo diciamo chiaro: chi nega, chi nasconde chi minimizza le brutali violenze di genere del 7 ottobre fa davvero il gioco di Netanyahu e della sua banda di predoni confessionali. La gran parte delle persone massacrate il 7 ottobre viveva in kibbutz di estrema sinistra, dove la solidarietà con i vicini oltre il confine blindato era normale. Le ragazze e i ragazzi che ballavano al festival Nova, con i loro corpi e identità libere facevano parte di quei settori di società israeliana sempre più nel mirino della destra religiosa e colonialista.\r\nI sopravvissuti hanno detto a chiare lettere che né loro né gli amici e parenti uccisi da Hamas avrebbero voluto la rappresaglia scatenata dal governo Netanyahu.\r\n\r\nGli infiniti orrori della guerra a Gaza non possono in alcun modo giustificare il silenzio o il negazionismo sugli stupri del 7 ottobre. \r\nLa violenza patriarcale è fatta anche di confini, guerre, nazionalismi giocati sulla pelle delle donne. Ed ai quali non intendiamo piegarci. Né qui, né altrove.\r\nAnarres ne ha parlato con l’aiuto di Lorenzo, che ha tradotto i documenti e letto le testimonianze disponibili\r\n\r\nUna Barriera contro i militari\r\nPer la prima volta dopo più un mese i soldati dell'operazione \"Strade sicure\" non hanno \u003Cmark>bivac\u003C/mark>cato nello spiazzo tra corso Palermo e via Sesia. All'arrivo degli antimilitaristi si sono allontanati per l'intero pomeriggio.\r\nLa piazza smilitarizzata ha mutato subito aspetto: si sono avvicinate diverse persone che abitano il quartiere e scelgono la solidarietà ed il mutuo appoggio.\r\nUna ragazza ci avvicina e ci dice, guardando la fermata dell'autobus: \"qui servirebbero più mezzi, invece attese infinite e sovraffollamento. E pretendono che paghiamo il biglietto.\" Il discorso scivola sui costi dell'avamposto militare di fronte ai continui tagli ai servizi essenziali.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nAnarchia e decolonialità\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonizzazione, per un universale plurale, che emerge nella concretezza dei percorsi di lotta.\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro\r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[336],{"field":95,"matched_tokens":337,"snippet":333,"value":334},[332],{"best_field_score":292,"best_field_weight":197,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":293,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":14},{"document":340,"highlight":352,"highlights":358,"text_match":290,"text_match_info":361},{"comment_count":48,"id":341,"is_sticky":48,"permalink":342,"podcastfilter":343,"post_author":236,"post_content":344,"post_date":345,"post_excerpt":54,"post_id":341,"post_modified":346,"post_thumbnail":347,"post_title":348,"post_type":277,"sort_by_date":349,"tag_links":350,"tags":351},"76578","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-1-luglio-tra-etica-della-convinzione-ed-etica-della-responsabilita-libere-mostre-sul-lungodora-il-vertice-nato-di-madrid-antimilitarismo/",[236],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nEtica della convinzione, etica della responsabilità e l’approccio anarchico\r\nUsiamo la celebre definizione weberiana per ragionare sul complesso rapporto tra mezzi e fini e sul difficile equilibrio necessario a approcciarsi all’obiettivo di una società di liberi ed eguali con mezzi che non neghino i fini.\r\nUn equilibrio delicato.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello\r\n\r\nLibere mostre sul lungo Dora, dove la guerra ai poveri si traveste di arcobaleno\r\nLe sponde della Dora tra corso Giulio Cesare e il Campus Einaudi, sono diventate luogo della feroce guerra ai tanti poveri che ci abitano. 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Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nNe abbiamo parlato con Claudio del comitato No Base\r\n\r\nAurora. Tra polizia, fascisti, gentrification e cemento\r\nNell’area tra corso Giulio Cesare e il lungo Dora, nei pressi di Ponte Mosca, sono cominciati i lavori di costruzione di “The Student Hotel”, lo studentato di lusso che si presenta come luogo di elezione per “persone di ogni dove, tutte accomunate dal desiderio di conoscersi e scambiare idee. Amanti dell'avventura, imprenditori, studenti e persone del posto”. Buoni affari conditi con i mantra del momento “sostenibilità” e discorsi sul “cambiamento sociale” distesi sul letto piazzato nella terrazza con piscina.\r\nSotto, per la strada, dove vivono poveri ed immigrati che non rientrano nei circuiti associativi della Torino Vetrina, dove la multietnicità imbalsamata nei negozietti e nella gastronomia d’elite, gioca docile la sua parte.\r\nIn questo stesso angolo 20 giorni fa i fascisti di Fratelli d’Italia hanno fatto un corteo, che la polizia ha protetto elargendo manganellate ai contestatori. Questo fine settimana LunaDora, una delle tante vincitrici del bando europeo ToNite per la riqualificazione di aree urbane, offre copertura culturale alla “nuova” Aurora, dalla quale il dictat è la cacciata dei poveri che campano di attività informali, frequentano i negozietti dove la birra costa poco e bivaccano in strada.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo che insegna all’università di Torino, che questi pezzi di città li studia da anni. \r\n\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nIl prossimo 19 giugno ad Aviano ci sarà un corteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\nLa manifestazione contro guerre, riarmo ed eserciti ha un programma chiaro:\r\n- Contro l’aggressione e l’invasione armata del Governo russo all’Ucraina\r\n- Contro l’espansionismo NATO e il persistente militarismo anglo-americano\r\n- Contro Il complesso militare-industriale che ha bisogno permanente della guerra\r\n- Contro l’aumento della spesa militare e l’export di armi\r\n- Contro il taglio della spesa sanitaria e dei servizi sociali ed essenziali\r\n- Contro la piaga della militarizzazione del Friuli Venezia Giulia\r\n- Contro la base USAF di Aviano e tutte le installazioni NATO\r\n- Contro le prossime (luglio/agosto) esercitazioni a fuoco sul nostro territorio\r\n- Per la chiusura di tutti i poligoni militari che devastano l’ambiente naturale\r\n- Per la conversione dal militare al civile di industrie e basi militari\r\n- Contro i nazionalismi, gli imperialismi e il neocolonialismo finanziario\r\n- Per l’autodeterminazione dei popoli e la nascita di autogoverni internazionalisti\r\n- Per la Rivoluzione Sociale, Ecologica e una società senza classi, gerarchie e patriarcati\r\n\r\nCe ne ha parlato Lino, un compagno di Pordenone\r\n\r\nIl 4 giugno a Niscemi ci sarà un corteo regionale antimilitarista promosso dal movimento No Muos\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Guerrieri\r\n\r\nUn’altra alba senza ritorno. Sulla morte di una bracciante pugliese nel viaggio verso le campagne\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nGiovedì 2 giugno\r\ncorteo Nessuna Base per Nessuna guerra\r\nl prossimo 2 giugno il comitato No Base ha lanciato un corteo contro la nuova caserma che il governo intende costruire a Coltano. Una base dei carabinieri che sorgerebbe in un’area protetta, quella della pineta di San Rossore, ed accoglierebbe i paracadutisti del “Tuscania”, il Gis e le unità cinofile.\r\nPare che il governo, dopo la levata di scudi intorno all’area di San Rossore, avrebbe avanzato l’ipotesi di realizzare più caserme decentrate sul territorio. Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nore 14,30 da Coltano (PI).\r\nCi saremo con lo striscione “contro la guerra e chi la arma”. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21 (mercoledì 1 giugno non ci siamo – riunione anticipata a martedì 31 maggio ore 21)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","31 Maggio 2022","2022-05-31 14:29:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/nabe_16-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. Antimilitaristi in piazza a Coltano, Niscemi, Aviano. Aurora: polizia, fascisti, gentrification e cemento. Braccianti: un’altra alba senza tramonto...",1654007340,[],[],{"post_content":376},{"matched_tokens":377,"snippet":378,"value":379},[332],"la birra costa poco e \u003Cmark>bivac\u003C/mark>cano in strada.\r\nNe abbiamo parlato","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nNe abbiamo parlato con Claudio del comitato No Base\r\n\r\nAurora. Tra polizia, fascisti, gentrification e cemento\r\nNell’area tra corso Giulio Cesare e il lungo Dora, nei pressi di Ponte Mosca, sono cominciati i lavori di costruzione di “The Student Hotel”, lo studentato di lusso che si presenta come luogo di elezione per “persone di ogni dove, tutte accomunate dal desiderio di conoscersi e scambiare idee. Amanti dell'avventura, imprenditori, studenti e persone del posto”. 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Questo fine settimana LunaDora, una delle tante vincitrici del bando europeo ToNite per la riqualificazione di aree urbane, offre copertura culturale alla “nuova” Aurora, dalla quale il dictat è la cacciata dei poveri che campano di attività informali, frequentano i negozietti dove la birra costa poco e \u003Cmark>bivac\u003C/mark>cano in strada.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo che insegna all’università di Torino, che questi pezzi di città li studia da anni. \r\n\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nIl prossimo 19 giugno ad Aviano ci sarà un corteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\nLa manifestazione contro guerre, riarmo ed eserciti ha un programma chiaro:\r\n- Contro l’aggressione e l’invasione armata del Governo russo all’Ucraina\r\n- Contro l’espansionismo NATO e il persistente militarismo anglo-americano\r\n- Contro Il complesso militare-industriale che ha bisogno permanente della guerra\r\n- Contro l’aumento della spesa militare e l’export di armi\r\n- Contro il taglio della spesa sanitaria e dei servizi sociali ed essenziali\r\n- Contro la piaga della militarizzazione del Friuli Venezia Giulia\r\n- Contro la base USAF di Aviano e tutte le installazioni NATO\r\n- Contro le prossime (luglio/agosto) esercitazioni a fuoco sul nostro territorio\r\n- Per la chiusura di tutti i poligoni militari che devastano l’ambiente naturale\r\n- Per la conversione dal militare al civile di industrie e basi militari\r\n- Contro i nazionalismi, gli imperialismi e il neocolonialismo finanziario\r\n- Per l’autodeterminazione dei popoli e la nascita di autogoverni internazionalisti\r\n- Per la Rivoluzione Sociale, Ecologica e una società senza classi, gerarchie e patriarcati\r\n\r\nCe ne ha parlato Lino, un compagno di Pordenone\r\n\r\nIl 4 giugno a Niscemi ci sarà un corteo regionale antimilitarista promosso dal movimento No Muos\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Guerrieri\r\n\r\nUn’altra alba senza ritorno. Sulla morte di una bracciante pugliese nel viaggio verso le campagne\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nGiovedì 2 giugno\r\ncorteo Nessuna Base per Nessuna guerra\r\nl prossimo 2 giugno il comitato No Base ha lanciato un corteo contro la nuova caserma che il governo intende costruire a Coltano. Una base dei carabinieri che sorgerebbe in un’area protetta, quella della pineta di San Rossore, ed accoglierebbe i paracadutisti del “Tuscania”, il Gis e le unità cinofile.\r\nPare che il governo, dopo la levata di scudi intorno all’area di San Rossore, avrebbe avanzato l’ipotesi di realizzare più caserme decentrate sul territorio. 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Nel frattempo il taser, sperimentato da Salvini, viene introdotto da Lamorgese.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, collaboratore di Umanità Nova\r\n\r\nMigranti-schiavi.\r\nA Torino impacchettavano pennarelli di marchi famosi in condizioni massacranti in un capannone senza riscaldamento di San Mauro Torinese. Dalle 8 alle 18 tutti i giorni, sette giorni su sette, una pausa di pochi minuti per pranzo, sorvegliati a vista. Chi non aveva nulla da mangiare beveva l'acqua del bagno e basta. Ogni giorno dovevano confezionare almeno mille scatole per prendere un compenso giornaliero di 18 euro. L'elenco delle buste paga è un pugno nello stomaco: 150 euro, 400 euro, 58 euro, 300euro.\r\nNe parliamo con Simone Bisacca, l’avvocato che rappresenta tre lavoratori che sono stati licenziati per aver chiesto un aumento\r\n\r\nSigonella. Capitale dei droni-spia\r\n\r\nAbusivi in divisa\r\n\r\nTelecamere, droni spia, retate, militari per le strade... 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Sotto la maschera compita e sorridente della buona educazione, del buonsenso, dell’ordine c’è il cipiglio severo di chi si è autonominato “persona per bene” e lo sguardo paranoico di chi, dall’alto del suo privilegio, continua a condurre la lotta di classe contro i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile questa volta sviscera il libro La buona educazione degli oppressi di Wolf Bukowski e si presenta nei duplici panni della punkastorie e della guida turistica alla città decorosa.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","26 Gennaio 2020","2020-01-26 13:06:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/A-fucsia-200x110.jpeg","Anarres del 24 gennaio. Gradisca: polizia assassina. Cambiano i ministri, la musica è la stessa. Migranti-schiavi a Torino. Sigonella centro per i droni-spia. Torino a 5 Stelle. 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