","BOLIVIA FRA CRISI ECONOMICA ,FRATTURE INTERNE AL M.AS. E APPETITI DELLE MULTINAZIONALI SUL LITIO S'INSERISCE IL TENTATO GOLPE .",1719838904,[57,108,109,58],"http://radioblackout.org/tag/golpe/","http://radioblackout.org/tag/litio/",[12,111,112,15],"golpe","litio",{"post_title":114,"tags":118},{"matched_tokens":115,"snippet":117,"value":117},[116],"BOLIVIA","\u003Cmark>BOLIVIA\u003C/mark> FRA CRISI ECONOMICA ,FRATTURE INTERNE AL M.AS. 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Abbiamo riscontrato aspetti comuni e segnalato differenze di situazioni e resistenze... ma soprattutto rimane l'istanza forte di non recedere, così oggi si era in piazza a Beirut e Baghdad (e in questa analisi di Antonella De Biasi si ritrova il tentativo di capire da dove scaturisce la ribellione libanese al di là della tassa su WhatsApp e la miseria ancora più disperata dell'Iraq)\r\n\r\nTratti comuni e differenze nelle ribellioni a Beirut e a Baghdad\r\n\r\nMa ci siamo anche spostati a rivedere di nuovo a che punto è il movimento che si contrappone all'impero cinese a Hong Kong, con Gabriele Battaglia:\r\nDiversità del movimento hongkonghese\r\n\r\nE poi oggi, 25 ottobre 2019, un milione di cileni hanno dato vita a un cacerolazo anche durante il coprifuoco, ma anche camion a passo d'uomo sulle autopistas, imponenti e festosi cortei subentrano ai saccheggi che hanno restituito ai proletari ciò che il più sadico sistema di assenza di welfare, di servizi tutti privatizzati, di acqua sottratta (i fiumi deviati e privatizzati).\r\n\r\nAbbiamo cercato di restituire il racconto e l'analisi con Alfredo Luis Somoza– ora a Buenos Aires per raccontare elezioni che sostituiranno il campione del Fmi, che ha causato un nuovo saccheggio dello stato \r\nSomoza - Argentina\r\n\r\nma ci ha parlato delle sospette manovre di Evo Morales per rimanere ancora per la quarta volta al potere in Bolivia\r\nSomoza - Bolivia\r\n\r\ne poi anche, attraverso accenni all'Ecuador – di cui abbiamo già a lungo parlato nelle scorse settimane – del Cile\r\nEcuador - Bolivia - Cile\r\n\r\nIl racconto del Cile di Alfredo si è alternato anche con l'intervento di Diego, un compagno a Torino da dieci anni, ma con molti contatti e informazioni dirette di quanto sta capitando in Cile:\r\nTutto è privatizzato\r\n\r\nAlfredo ci aveva riportato queste impressioni riguardo al movimento cileno:\r\nSomoza - Cile\r\n\r\ne poi abbiamo lasciato il continente americano con ancora alcune osservazioni appassionate di Diego:\r\nTrasporti e dipendenza dal petrolio\r\n\r\n\r\nE da ultimo un'altra situazione simile ma molto distante geograficamente l'abbiamo trovata insieme a Cornelia Toelgyes in Guinea Konakry:\r\nAlpha Condè, 81 anni, anche perseguitato dal potere e ora attaccato alla poltrona","26 Ottobre 2019","2019-10-26 03:35:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25_mas_grande-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"166\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25_mas_grande-300x166.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25_mas_grande-300x166.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25_mas_grande-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25_mas_grande.jpg 302w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"Si sono portati via tutto, anche la paura\"",1572060664,[180,57,181,182,183,184,185,186,187,188],"http://radioblackout.org/tag/argentina/","http://radioblackout.org/tag/cile/","http://radioblackout.org/tag/ecuador/","http://radioblackout.org/tag/guinea-konakry/","http://radioblackout.org/tag/hong-kong/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/libano/","http://radioblackout.org/tag/riot/","http://radioblackout.org/tag/rivolta/",[190,12,191,192,193,194,195,196,197,198],"argentina","Cile","Ecuador","Guinea Konakry","Hong Kong","iraq","libano","riot","rivolta",{"post_content":200,"tags":204},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[63],"potere che intende perpetuarsi uguale (\u003Cmark>Bolivia\u003C/mark>, Guinea), dell'oppressione di un regime","Il titolo proviene da una affermazione fatta in una di queste lotte e vale per tutte nel suo significato che spiega il motivo per cui i manifestanti non recedono e stanno dando vita a proteste che non smobilitano mai, nonostante feroci repressioni (che si alternano a tentativi di dividere, blandire, promesse...), perché quando non si ha nulla da perdere, non si può avere paura.\r\n\r\nIl momento contingente mondiale ci ha suggerito questa mattinata improntata al tentativo di restituire una fotografia di questi tanti sparpagliati movimenti insorti contro i risultati del neoliberismo avanzato (e infatti il luogo più rappresentativo in questo senso è Santiago del Cile), dell'arroganza del potere che intende perpetuarsi uguale (\u003Cmark>Bolivia\u003C/mark>, Guinea), dell'oppressione di un regime che non può immaginare dissenso (Hong Kong); ribellione ai giri di vite economici in paesi che, come suggeriva \"Il Sole 24 ore\" di venerdì 25 ottobre,sono diventati autunni arabi per l alunghezza della protesta (e la quantitò di sangue versato) senza che i media occidentali se ne occupino come per la novità del 2011. 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Il ministro degli esteri statunitense in questi giorni ha fatto un tour nelle nazioni latinamericane per accordarsi con tutte le destre al potere per boicottare il petrolio di Caracas e riaffermare una nuova Dottrina Monroe per il cortile di casa, al punto che sono state ventilate ipotesi di intervento militare (in questo caso si registrano resistenze dal Brasile, che ha interessi come potenza regionale). Ma capitano eventi particolari in molti paesi latinamericani.\r\n\r\n \r\n\r\nTruffe elettorali e colpi di mano costituzionali.\r\n\r\nAbbiamo cominciato la chiacchierata con Alfredo Luiz Somoza commentando l'indiscrezione secondo la quale sono stati forniti mezzi di intercettazione e controllo digitale degli oppositori del presidente honduregno durante e dopo le elezioni truffa di novembre a cui è seguita un'insurrezione popolare; in quel caso la magia è stata messa a disposizione di una destra illiberale che in due mesi di manifestazioni ha ucciso 36 persone che protestavano contro l'imbroglio elettorale di Hernandez. Dal ‘provvidenziale’ blackout dei computer che ha ribaltato i responsi delle urne in Honduras, sull'onda delle riforme autoritarie delle Costituzioni sudamericane (con la connivenza delle Corti Supreme di nomina presidenziale), ci siamo spostati nella Bolivia di Evo Morales, che è arrivato a sollecitare una sorta di protezione dei diritti umani, perché secondo lui ciascuno deve vedersi riconosciuto il diritto (umano e presidenziale) di presentarsi alle elezioni, venendo meno al dettato costituzionale promulgato da lui stesso che limita a due mandati. Un po' quello che avviene nel Venezuela di Maduro che ha anticipato le elezioni mentre c'è un'assemblea costituente che governa e legifera al posto del parlamento del tutto esautorato; o nel Brasile di Temer che ha operato un golpe nei confronti di Dilma e usa la magistratura come una clava contro Lula, in testa nei sondaggi per le elezioni di ottobre.\r\n\r\nTutto è apparentemente normale, ma guardando i risvolti si configura ciascuna di queste situazioni come un colpo di stato.\r\n\r\nE dai Caraibi alla punta estrema dell'Argentina l'altro elemento che unisce tutti i paesi latinamericani è lo scandalo Odebrecht (costruttori di infrastrutture carioca), che ha coinvolto tutte le leadership corrotte dal denaro delle aziende energetiche nazionali. Buon ultimo il presidente peruviano Kucszynski, un cognome indubbiamente quechua, che ha fatto carte false per evitare l'impeachment, arrivando a liberare Fujimori, il dittatore assassino i cui seguaci in parlamento hanno impedito in cambio la destituzione del presidente del Perù.\r\n\r\nHonduras e altri Territori del Condor\r\n\r\nDesaparecion di uomini e cose.\r\n\r\nUn'altra magia riguarda la scomparsa che in Sudamerica è una pratica diffusa. Può capitare che delle persone normali scompaiano in Colombia e riappaiano i loro cadaveri travestiti da comandanti dell'Eln, per far credere che si trattava di leader della guerriglia. Una guerriglia di cui non risulta attestata alcuna azione – a quanto affermano gli osservatori dell'Onu – in questo scorcio di mesi precedente le elezioni di maggio, nonostante le notizie fatte trapelare da Santos e dal suo governo di destra (per quanto più moderata di quella di Uribe) che ha tutto l'interesse di arrivare all'appuntamento elettorale dimostrandosi duro, dopo l'accordo raggiunto con le Farc, digerito a fatica dal paese. Anche perché la guerra della droga colombiana adesso si disputa tra i cartelli che vanno a sostituirsi alle Farc che facevano da tramite con i cocaleros, ai quali ora la protezione è offerta dai professionisti: i Narcos. Il risultato è una strage di sindacalisti e ambientalisti eliminati da chi si sta costruendo il nuovo giro di affari del post-Farc: latifondisti e trafficanti.\r\n\r\nIn questi giorni Tres Madres sono state insignite di una laurea honoris causa: Estela Carlotto (fondatrice de las Abuelas de Plaza de Mayo), Vera Vigevani (fondatrice de las Madres de Plaza de Mayo) e Yolanda Moràn (coordinatrice della messicana Fundem); in particolare quest'ultima ha avuto modo di raccontare episodi di scomparsi in Messico per colpa anche dei Narcos (anche se oggi è stato preso un capo de Los Zetas, la piovra non può che far spuntare molte teste), ma soprattutto da attribuire a poliziotti e militari, che lavorano per diversi cartelli, come si evince da libri pubblicati recentemente anche in Italia sulla Guerra alla droga, mentre lei ne ha una conoscenza diretta perché la sua organizzazione va alla ricerca di fosse comuni, dove s'imbattono in molti cadaveri di migranti centramericani, tra cui minori mutilati, perché oggetto di traffico di organi. E i numeri superano di molte volte quelli storici dei desaparecidos durante la dittatura della Giunta militare in Argentina. E da quest'ultima nazione proviene l'ultima notizia di cui abbiamo dato conto in questa lunga intervista con Alfredo Somoza: dai piani consegnati dalla Marina argentina – proprio il corpo militare la cui scuola ospitava le celle di tortura per quelli che poi sarebero stati desaparecidos 40 anni fa – risulta che il sommergibile ricercato così a lungo e affannosamente da mezzo mondo e scomparso nelle acque atlantiche della Patagonia aveva come missione l'intercettazione di navi britanniche nei pressi de las Malvinas (ancora britanniche con il nome di Falkland), un'altra sparizione magica, quasi fantascientifica... e anche un po' inquietante per i ricordi che evoca quell'arcipelago: realismo magico forse, ma di magia nera si tratta?\r\n\r\nDesaparecion di persone e sommergibili","10 Febbraio 2018","2018-02-14 17:07:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il ‘Realismo Magico’ nel continente latinamericano dell’epoca digitale",1518299061,[250,57,251,252,253,254,255,256,257,258,259,260,261,262],"http://radioblackout.org/tag/argentiina/","http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/eln/","http://radioblackout.org/tag/farc/","http://radioblackout.org/tag/honduras/","http://radioblackout.org/tag/malvinas/","http://radioblackout.org/tag/malvinas-falkland/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/narcos/","http://radioblackout.org/tag/peru/","http://radioblackout.org/tag/traffico-di-organi/","http://radioblackout.org/tag/venezuela/",[264,12,24,265,266,267,268,269,270,271,272,273,274,275],"Argentiina","Colombia","eln","FARC","honduras","Malvinas","Malvinas/Falkland","messico","narcos","Perù","traffico di organi","Venezuela",{"post_content":277,"tags":281},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[63],"presidenziale), ci siamo spostati nella \u003Cmark>Bolivia\u003C/mark> di Evo Morales, che è","Rex Tillerson, il segretario di stato di Trump, si aggira per il Sudamerica con l'ossessione del Venezuela (non a caso è l'amministratore delegato di Exxon Mobil) e nuovamente di Cuba, dove si sta cercando di insinuare il web per propagandare l'american way of life presso i giovani. 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Buon ultimo il presidente peruviano Kucszynski, un cognome indubbiamente quechua, che ha fatto carte false per evitare l'impeachment, arrivando a liberare Fujimori, il dittatore assassino i cui seguaci in parlamento hanno impedito in cambio la destituzione del presidente del Perù.\r\n\r\nHonduras e altri Territori del Condor\r\n\r\nDesaparecion di uomini e cose.\r\n\r\nUn'altra magia riguarda la scomparsa che in Sudamerica è una pratica diffusa. Può capitare che delle persone normali scompaiano in Colombia e riappaiano i loro cadaveri travestiti da comandanti dell'Eln, per far credere che si trattava di leader della guerriglia. Una guerriglia di cui non risulta attestata alcuna azione – a quanto affermano gli osservatori dell'Onu – in questo scorcio di mesi precedente le elezioni di maggio, nonostante le notizie fatte trapelare da Santos e dal suo governo di destra (per quanto più moderata di quella di Uribe) che ha tutto l'interesse di arrivare all'appuntamento elettorale dimostrandosi duro, dopo l'accordo raggiunto con le Farc, digerito a fatica dal paese. Anche perché la guerra della droga colombiana adesso si disputa tra i cartelli che vanno a sostituirsi alle Farc che facevano da tramite con i cocaleros, ai quali ora la protezione è offerta dai professionisti: i Narcos. Il risultato è una strage di sindacalisti e ambientalisti eliminati da chi si sta costruendo il nuovo giro di affari del post-Farc: latifondisti e trafficanti.\r\n\r\nIn questi giorni Tres Madres sono state insignite di una laurea honoris causa: Estela Carlotto (fondatrice de las Abuelas de Plaza de Mayo), Vera Vigevani (fondatrice de las Madres de Plaza de Mayo) e Yolanda Moràn (coordinatrice della messicana Fundem); in particolare quest'ultima ha avuto modo di raccontare episodi di scomparsi in Messico per colpa anche dei Narcos (anche se oggi è stato preso un capo de Los Zetas, la piovra non può che far spuntare molte teste), ma soprattutto da attribuire a poliziotti e militari, che lavorano per diversi cartelli, come si evince da libri pubblicati recentemente anche in Italia sulla Guerra alla droga, mentre lei ne ha una conoscenza diretta perché la sua organizzazione va alla ricerca di fosse comuni, dove s'imbattono in molti cadaveri di migranti centramericani, tra cui minori mutilati, perché oggetto di traffico di organi. E i numeri superano di molte volte quelli storici dei desaparecidos durante la dittatura della Giunta militare in Argentina. E da quest'ultima nazione proviene l'ultima notizia di cui abbiamo dato conto in questa lunga intervista con Alfredo Somoza: dai piani consegnati dalla Marina argentina – proprio il corpo militare la cui scuola ospitava le celle di tortura per quelli che poi sarebero stati desaparecidos 40 anni fa – risulta che il sommergibile ricercato così a lungo e affannosamente da mezzo mondo e scomparso nelle acque atlantiche della Patagonia aveva come missione l'intercettazione di navi britanniche nei pressi de las Malvinas (ancora britanniche con il nome di Falkland), un'altra sparizione magica, quasi fantascientifica... e anche un po' inquietante per i ricordi che evoca quell'arcipelago: realismo magico forse, ma di magia nera si tratta?\r\n\r\nDesaparecion di persone e sommergibili",[282,284,286,288,290,292,294,296,298,300,302,304,306,308],{"matched_tokens":283,"snippet":264},[],{"matched_tokens":285,"snippet":72},[12],{"matched_tokens":287,"snippet":24},[],{"matched_tokens":289,"snippet":265},[],{"matched_tokens":291,"snippet":266},[],{"matched_tokens":293,"snippet":267},[],{"matched_tokens":295,"snippet":268},[],{"matched_tokens":297,"snippet":269},[],{"matched_tokens":299,"snippet":270},[],{"matched_tokens":301,"snippet":271},[],{"matched_tokens":303,"snippet":272},[],{"matched_tokens":305,"snippet":273},[],{"matched_tokens":307,"snippet":274},[],{"matched_tokens":309,"snippet":275},[],[311,316],{"field":34,"indices":312,"matched_tokens":313,"snippets":315},[32],[314],[12],[72],{"field":85,"matched_tokens":317,"snippet":279,"value":280},[63],{"best_field_score":89,"best_field_weight":234,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":32,"score":235,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":92},{"document":320,"highlight":342,"highlights":358,"text_match":87,"text_match_info":366},{"cat_link":321,"category":322,"comment_count":46,"id":323,"is_sticky":46,"permalink":324,"post_author":20,"post_content":325,"post_date":326,"post_excerpt":51,"post_id":323,"post_modified":327,"post_thumbnail":328,"post_thumbnail_html":329,"post_title":330,"post_type":54,"sort_by_date":331,"tag_links":332,"tags":337},[43],[45],"31415","http://radioblackout.org/2015/09/construir-autonomia-da-el-alto-alla-val-di-susa/","– Intervista con Raul Zibechi – \r\nDa molti anni Raul Zibechi, giornalista militante e studioso dei movimenti sociali, porta avanti un coerente lavoro di vera e propria conricerca con e sui movimenti dell'America Latina. L'attenzione alla composizione sociale e di classe dei movimenti, alle modificazioni della soggettivita, l'assidua frequentazione delle realtà in lotta, il confronto sitematico con la letteratura accademica e i saperi prodotti dai movimenti sociali definiscono uno stile e un metodo di penetrazione analitica tanto rari quanto preziosi. Zibechi è certamente un punto di riferimento imprescindibile per capire cosa sta succedendo in America Latina. Lontano dalle fascinazioni esotico-populiste per i governi di sinistra, ma al contempo indisponibile a una liquidazione di queste esperienze (di cui riconosce invece tutta l'importanza storico-politica), le sottopone da tempo a una critica serrata, individuando nell'ambiguità del rapporto tra movimenti e istituzioni il punto dolente: troppo grande la capacità di cattura, controllo e sradicamento che queste operano su quelli. Obiettivo permanente della sua critica è il legame nefasto prodottosi in questi anni tra l'imposizione unilaterale di un modello economico basato sull'estrattivismo e l'implementazione di politiche di re-distribuzione della ricchezza che non mettono in discussione le forme della proprietà, rendendo permanente (naturalizzando) la povertà come rapporto di dipendenza assistita da uno stato che persegue altri fini.\r\nCentrale, nel lavoro di Zibechi, è il concetto di autonomia, processo sempre in divenire di costruzione collettiva di contro-poteri locali atti a disperdere il potere centrale dello stato e ogni altra forma di cristallizzazione locale del comando e della decisione. L'antidoto a un processo degenarativo sempre potenzialmente intrinseco viene rinvenuto nella proliferazione di micro-poteri locali, forme di vita legate alla consuetudine popolare indigena, legami parentali e di vicinato, severe norme che impongono un'alternanza del potere e della rappresentatività degli interessi comunitari. Ma Zibechi si tiene comunque saldamente al di qua dalle tentazioni democraticiste che infestano la declinante Europa con l'auto-imposizione, che anche molti movimenti si danno alle nostre latitudini, di norme procedurali paralizzanti l'efficacia e la dinamicità. Analizzando i movimenti de abajo osserva che «non siamo pertanto di fronte a una forma democratica ma a quello che Patzi definisce “un autoritarismo basato sul consenso”». Un discrimine grosso è individuato nella differenza qualitativa che separa la forma individualizzata della politica per come essa è praticata in Occidente e dalle élite latino-americane (che all'impostazione eurocentrica sono subalterne, anche nelle esperienze rivoluzionarie) da quella collettiva, comunitaria, familiare, dei barrios latinoamericani, dove a venir meno è la separazione netta tra momento produttivo e riproduttivo (economia informale), assemblea e convivialità, lotta e festa.\r\nIl libro che ha fatto conoscere Raul nel nostro paese è “Disperdere il potere. Le comunità aymara oltre lo Stato boliviano” (Carta Intra Moenia, 2007), una riflessione a caldo su due delle battaglie che più hanno segnato e trasformato le lotte degli ultimi anni: le guerre contro la privatizzazione dell'acqua e del gas in Bolivia. È a partire da questa esperienza fondamentale, nella ricchezza di relazioni e legami endogeni prodotti dalla comunità aymara - auto-ri-costruitasi sulle colline di El Alto dopo i desplazamientos forzati che hanno fatto seguito alla chiusura delle miniere imposte dalla lunga stagione neoliberale - che Zibechi individua la potencia di movimenti e soggetti che 500 anni di dominio coloniale non sono riusciti a distruggere. Bisogna qui fare una precisazione importante: se storia, legami, esperienze e organizzazioni precedenti sono il terreno su cui la comunità in lotta si costituisce, è sempre il divenire nel conflitto che la produce. Alcune righe di questo testo fondamentale fanno tornare alla mente a molti di noi, da questo piccolo (ma importantissimo nella sua anomalia) angolo prospettico che è stata la lotta No Tav in Val Susa, i momenti epici e fondanti culminati nella riconquista di Venaus del 2005 e nella esperienza mai dimenticata della Libera Repubblica della Maddalena:\r\n“Nel corso dei movimenti insurrezionali, la mobilitazione dissolve le istituzioni, tanto quelle statali quanto quelle dei movimenti sociali. […] L'insurrezione è un momento di rottura i cui i soggetti dispiegano le proprie capacità, i poteri intesi come capacità di fare. […] Nel corso delle insurrezioni, vediamo come il corpo sociale, le comunità rurali e urbane, sono esse stesse poteri senza organi specializzati, poteri in movimento senza essere poteri-sopra la collettività. […] a partire dalla loro vita quotidiana, centinaia di migliaia, milioni di persone diventano capaci di compiere azioni che fino a qualche tempo prima sembravano impossibili”.\r\nSeguendo lo sviluppo del suo percorso politico-intellettuale si osserva un progressivo evolvere dell'attenzione, dalle comunità indigeno-rurali come quelle zapatiste (che rimangono per il nostro un punto di riferimento e confronto costante) verso forme di lotta-radicamento-alterità che si sviluppano nelle periferie urbane delle grandi metropoli del continente latino-americano, oggetto di studio di “Territori in Resistenza” (Nuova Delphi, 2012). La tesi di fondo che attraversa il libro, una sorta di messa a verifica sul terreno più propiamente metropolitano delle riflessioni già esposte in Disperdere il potere, è che questi territori abbiano sviluppato nel loro lungo costituirsi forme di vita e riproduzione sostanzialmente sganciate dal controllo/integrazione capitalistici. Una tesi forte e discutibile ma suffragata da una mole vasta e inter-disciplinare di studi, osservazioni dirette, sapere militante e raccolta di testimonianze in loco. La messa a critica dei governi progressisti si fa qui più profonda: il problema non è solo la distanza tra promesse e loro mantenimento, interessi divergenti tra los de abajo e los de arriba ma, inversamente, la capacità che questi nuovi governi hanno sviluppato di far mobiliatre chi sta in basso per legittimare processi istituzionali che di fatto gli sottraggono autonomia e potenza. Grazie alla capillarità di una presenza statale promossa sul territorio attraverso l'integrazione istituzionale dei quadri di movimento, i nuovi governi hanno saputo controllare i movimenti mobilitandoli. (Le recenti vicende greche sono a questo proposito illuminanti).\r\nDi recente, i tipi delle edizioni Hermatena hanno pubblicato una versione italiana parziale del suo ultimo lavoro, “Alba di mondi altri. I nuovi movimenti dal basso in America Latina” (2015). Si tratta di un'opera composita ed eterogenea in cui Zibechi riannoda i fili molteplici della sua decennale riflessione sui movimenti del continente. La critica dell'eredità novecentesca europea e della pretesa di applicarla a una realtà tanto differente ed eterogenea quale è quella latinoamericana viene approfondita attraverso una ripresa del lavoro di Frantz Fanon e dell'antropologo portoricano Ramon Grosfoguel con la dicotomia tra “zona dell'essere” (coordinate di esistenza dell'Europeo bianco) e “zona del non essere” (spazio-tempo del/la colonizzato/a). In particolare l'introduzione al libro affonda il coltello sui pesanti residui eurocentrici che zavorrano lo stesso pensiero critico latinoamericano, reinterrogando-decolonizzando gli stessi concetti di autonomia, riproduzione, identità, avanguardia... Emergono qui alcuni spunti interessanti: la critica della famiglia, uno dei punti fondanti della storia politica della sinistra occidentale nel suo accesso alla modernità, è problematico in una contesto sociale in cui i fili della riproduzione collettiva si tengono insieme in una continuità tra spazio domestico e spazio di vicinato, dove l'economia informale è il principale canale di reddito e le relazioni familiari sono state la pietra angolare dell'insurrezioni comunitarie boliviane dei primi anni 2000; discorso simile per quel che riguarda la critica dell'identità: atto salutare nei centri del potere coloniale, problematici «dove le identità sono negate, inferiorizzate o svalutate dalla colonialità del potere», qui «“l'anti-essenzialismo” si trasforma in un elemento del fatto coloniale». Ricche di spunti anche la lunga intervista di Michael Hardt e Alvaro Reyes e l'analisi del Movimiento Passe Livre brasiliano.\r\nTra fine agosto e inizio settembre Raul ha fatto un intenso giro di presentazioni di questo libro, incontrando soprattutto realtà di lotta e situazioni territoriali che già masticano questo lessico e si pongono queste domande. Sono stati incontri partecipati e ricchi. Resta però il rischio di accontentarsi dei propri circuiti e milieux, dei compagni-amici con cui “costruire la comunità ora”, dimenticando che qui le cose sono politicamente più complesse e difficili del laboratorio latino-americano. Se le lotte per la case e i movimenti a difesa del territorio sono stati e continuano a essere embrioni di mondi altri e relazioni differenti, la totalità dell'esperienza metropolitana, del suo attraversamento e vissuto quotidiano resta massimamente impermeabile, indifferente e lontana da queste pratiche e immaginari. Bisogna allora raccogliere la lezione di Zibechi, interrogandola al contrario perché come dice lo stesso Raul nell'intervista «un 'esperianza di lotta non si può trapiantare». 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[Questo è dovuto anche all'uso eccessivo di prodotti antibatterici negli ultimi anni, e ad un malinteso sul ruolo dei batteri nella nostra immunità, che i nostri corpi diventano più sensibili anno con anno.]\r\nPiù usiamo questi gel a base di alcool, più permeabili e sensibili ai virus diventa l'epidermide... Diamo priorità ai saponi classici!\r\nPoi i media iniziano a parlarci di una soluzione che verrebbe anche da fuori: un futuro trattamento farmacologico o un vaccino le cui valutazioni dell'autorizzazione all'immissione in commercio saranno sicuramente trascurate per motivi di ′′ emergenza \"...\r\nIn che MOMENTO è stato spiegato alla popolazione che tutti hanno la capacità di rafforzare naturalmente il proprio sistema immunitario in pochi giorni (i giovani) o in poche settimane? Questo certamente non eviterebbe la diffusione del virus, ma rafforzerebbe le nostre difese contro di lui e quindi ridurrebbe la proporzione di casi gravi, per guarire molto più velocemente a casa.\r\nPerché non coinvolgere nei canali informativi, che dedicano il 95 % del loro tempo su questo argomento per diverse settimane, ai professionisti della sanità che parlano di prevenzione, come nutrizionisti, naturopati, omeopati,, fitoterapisti, che potrebbero realizzare un immenso lavoro di informazione e prevenzione vicino al pubblico e così alleviare i medici che sono in prima linea?\r\nPerché non dire alla gente che mangiare spazzatura, come i prodotti industriali trasformati e raffinati, è la prima cosa che distrugge le nostre difese immunitarie?\r\nChe l'efficienza del nostro sistema immunitario dipende strettamente dalla qualità della nostra flora intestinale (e quindi dalla qualità di ciò che mangiamo)\r\nChe verdura e frutta viva, cruda, locale e stagionale sono il modo migliore per incrementare rapidamente le nostre riserve minerali, necessarie per l'immunità.\r\nPerché non spiegare che il digiuno rafforza il sistema immunitario in soli 3 giorni?\r\nPerché non parlare dei benefici della doccia fredda che in pochi giorni aumenta il livello di alcuni linfociti T?\r\nPerché non spiegare che piante come l'echinacea, l'astragalo, il sambuco, lo scaramusso, nelle loro forme concentrate, aumentano le difese immuni in poche settimane? (allora avremmo avuto tempo da quando è apparso il virus...)\r\nPerché non parlare dell'efficacia degli oli essenziali antivirali, oltre a Vit C ad alte dosi e minerali traccia come zinco e selenio?\r\nPerché non parlare dell'importanza dell'attività fisica e degli studi recenti che provano la rapida efficacia dello yoga per rafforzare il sistema immunitario?\r\nPerché non spiegare che la paura è un potente immunosoppressore? E perchè invece è l'unica emozione trasmessa in questo momento dai principali media che generano un livello d'ansia che indebolisce ogni giorno di più...?\r\nPerché non spiegare alle persone che hanno dentro di esse un potenziale di difesa e guarigione che è infinitamente più potente di qualsiasi droga al mondo e che può essere attivata rapidamente? Il nostro CORPO è una vera macchina per la guarigione.\r\nIn questo periodo in cui finalmente abbiamo del tempo, è tempo di interessarci al nostro proprio funzionamento, rivendicare il nostro potere personale, prendere il controllo della nostra salute e del nostro futuro.\r\n? Jose Gorrochategui ?\r\n\r\n \r\n\r\nmusica\r\n\r\nACID ARAB\r\n\r\nAKALÉ WUBÉ\r\n\r\nBACHAR MAR-KHALIFE\r\n\r\nANALOG AFRICA\r\n\r\nDJ SKOR 16\r\n\r\nLEILA GOBI\r\n\r\nMULATU ASTATKE\r\n\r\nGRUP SIMSEK\r\n\r\nNEM KALDI\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/inchiesta-MALA-DIAZ-RSA-PEDOFILIA2LUGLIO2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Violenza-quello-che-non-ci-dicono-02072020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Luglio 2020","2020-07-09 14:27:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/EKA0207-200x110.jpg","di questo nessuno parla INCHIESTA MALAFEMME con DIAZ RIGOLINO","podcast",1594304844,[417,418,419,420,421,422,423,424,425,426,427,428,429,430,431,432,433,434,435],"http://radioblackout.org/tag/anonwolf/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-it/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-angeli-calpestati/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-italia/","http://radioblackout.org/tag/bolivar-julian/","http://radioblackout.org/tag/casper-whiteghost/","http://radioblackout.org/tag/covid/","http://radioblackout.org/tag/covid19/","http://radioblackout.org/tag/diana-rigolino/","http://radioblackout.org/tag/elliot-hunt/","http://radioblackout.org/tag/hackboyz/","http://radioblackout.org/tag/jose-gorrochategui/","http://radioblackout.org/tag/lulzsec-italia/","http://radioblackout.org/tag/pedofilia-online/","http://radioblackout.org/tag/perla-near/","http://radioblackout.org/tag/prevenzione/","http://radioblackout.org/tag/revengegram/","http://radioblackout.org/tag/rsa/","http://radioblackout.org/tag/violenza-domestica/",[437,438,439,440,369,441,442,443,444,392,384,400,394,396,386,388,390,382,398],"AnonWolf","Anonymous [IT]","ANONYMOUS ANGELI CALPESTATI","Anonymous italia","Casper WhiteGhost","covid","covid19","diana rigolino",{"tags":446},[447,449,451,453,455,460,462,464,466,468,470,472,474,476,478,480,482,484,486],{"matched_tokens":448,"snippet":437,"value":437},[],{"matched_tokens":450,"snippet":438,"value":438},[],{"matched_tokens":452,"snippet":439,"value":439},[],{"matched_tokens":454,"snippet":440,"value":440},[],{"matched_tokens":456,"snippet":459,"value":459},[457,458],"Bolivar","Julian","\u003Cmark>Bolivar\u003C/mark> \u003Cmark>Julian\u003C/mark>",{"matched_tokens":461,"snippet":441,"value":441},[],{"matched_tokens":463,"snippet":442,"value":442},[],{"matched_tokens":465,"snippet":443,"value":443},[],{"matched_tokens":467,"snippet":444,"value":444},[],{"matched_tokens":469,"snippet":392,"value":392},[],{"matched_tokens":471,"snippet":384,"value":384},[],{"matched_tokens":473,"snippet":400,"value":400},[],{"matched_tokens":475,"snippet":394,"value":394},[],{"matched_tokens":477,"snippet":396,"value":396},[],{"matched_tokens":479,"snippet":386,"value":386},[],{"matched_tokens":481,"snippet":388,"value":388},[],{"matched_tokens":483,"snippet":390,"value":390},[],{"matched_tokens":485,"snippet":382,"value":382},[],{"matched_tokens":487,"snippet":398,"value":398},[],[489],{"field":34,"indices":490,"matched_tokens":491,"snippets":493,"values":494},[92],[492],[457,458],[459],[459],1157451471441625000,{"best_field_score":497,"best_field_weight":498,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":46,"score":499,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625193",6691,{"collection_name":414,"first_q":369,"per_page":11,"q":369},{"title":503,"slug":504,"exerpt":505,"link":506,"featured_media":507,"slot":508},"Assadaka ~ Amicizia","assadaka-amicizia","Il programma ‘Assadaka ~ Amicizia’ sarà con voi in diretta ogni domenica dalle 15.00 alle 17 00 sulle libere frequenze di radio blackout 105.250 Il nostro obiettivo è quello di comunicare con il pubblico per discutere i temi generali degli immigrati arabi per cercare di raggiungere insieme una soluzione ai problemi. 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