","Bulgaria. Frontiera di morte","post",1736992881,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/arresto-no-border-in-bugaria/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/frontiere-uccidono/","http://radioblackout.org/tag/morire-assiderati/","http://radioblackout.org/tag/no-name-kitchen/","http://radioblackout.org/tag/rotte-balcaniche/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[71,15,72,73,74,75,18],"arresto no border in bugaria","frontiere uccidono","morire assiderati","no name kitchen","rotte balcaniche",{"post_content":77,"post_title":81,"tags":84},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[15],"La \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>, paese recentemente entrato nell’area Schengen","La \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>, paese recentemente entrato nell’area Schengen intende dimostrare a Bruxelles di saper controllare le proprie frontiere, specialmente quelle con i paesi dai quali transitano i migranti. Le politiche migratorie europee continuano a mietere vittime anche in questa zona dell’Unione, dove a fine anno sono morti tre ragazzini minorenni provenienti dall’Egitto. Ad attivisti ed attiviste era stato impedito dalla polizia di frontiera di raggiungere la loro posizione. I cadaveri sono stati ritrovati pochi giorni dopo il tentativo di soccorso. I loro corpi erano parzialmente mangiati dagli animali.\r\nLa frontiera tra \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> e Turchia è da anni percorsa da flussi più o meno consistenti di persone che tentano di attraversare quel confine e di raggiungere la Fortezza Europa da oriente. Queste persone provengono principalmente dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afganistan, dal Pakistan ma anche dalla Tunisia, dall’Egitto e dal Marocco.\r\nLe politiche migratorie europee hanno trasformato le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte.\r\nTra gli attivisti di Rotte Balcaniche e di No Name Kitchen che hanno partecipato alle azioni in frontiera, c’erano tre insegnanti torinesi. Il 24 dicembre sono stat fermat ed arrestat per aver chiamato un’ambulanza per soccorrere tre ragazzi che stavano per morire assiderati.\r\nNe abbiamo parlato con Virginia, una delle tre insegnanti, che ci ha raccontato le azioni cui hanno preso parte.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-14-virginia-bulgaria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":82,"snippet":83,"value":83},[15],"\u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>. 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Si registra un’aumento netto dei respingimenti e delle violenze tra molestie e trattamenti brutali e punitivi. \r\n\r\nI due progetti partono dai supporto bisogni delle persone per garantirne il diritto alla migrazione e al movimento. Dal supporto nel fornire beni materiali, alla creazione di momenti di socialità, come la palestra di arrampicata Flamingo Loophole inaugurata nel 2022 da Mediterranean Hope, per finire con operazioni di ricerca e soccorso in cui il collettivo rotte balcaniche si impegna per aiutare le persone bloccate nelle foreste a confine con la Turchia.\r\n\r\nQueste attività devono quotidianamente confrontarsi con la criminalizzazione della solidarietà, che prende l’aspetto di false accuse di smuggling, favoreggiamento all’immigrazione illegale e intimidazioni ai solidali. Ma la narrazione delle responsabilità va ribaltata: sono le politiche di criminalizzazione che creano confini da superare, le politiche estrattive e di violenza nei paesi d’origine a organizzare il flusso migratorio, così come l’erezione di frontiere a obbligare l’aiuto in mare dei naufraghi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Solidarietà-al-confine.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2024","2024-03-04 13:50:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-300x203.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-300x203.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-1024x692.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-768x519.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-1536x1038.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/photo-1553973784-ad1b60442b90-2048x1384.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Solidarietà al confine: Bulgaria e Bosnia Erzegovina",1709298032,[131,132,64,133,134],"http://radioblackout.org/tag/area-schengen/","http://radioblackout.org/tag/bosnia/","http://radioblackout.org/tag/migranti-est-europa/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-al-confine/",[136,137,15,21,138],"area Schengen","Bosnia","solidarietà al confine",{"post_content":140,"post_title":144,"tags":147},{"matched_tokens":141,"snippet":142,"value":143},[15],"e Harmanli, nel sud della \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> verso il confine con la","Nella settimana del processo all'equipaggio della nave Inventa vi abbiamo portato in dialogo due esperienze di solidarietà dal basso che lavorano ai confini dell’est Europa: tra Sofia e Harmanli, nel sud della \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> verso il confine con la Turchia, da ormai un anno opera il Collettivo Rotte Balcaniche, mentre Mediterranean Hope lavora nei territori della Bosnia Erzegovina, dove ha sede a Bihać a 10km dal confine Croato. \r\n\r\nAbbiamo parlato dell’incremento di controlli legato all’entrata in Schengen della \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>, un territorio già estremamente militarizzato per favorire lepolitiche di gestione dei flussi migratori che si concretizzano in brutali respingimenti e detenzioni, che il collettivo ha raccolto nel report \"Torchlight\".\r\n\r\nAnche in Bosnia Erzegovina, a causa delle politiche europee, vengono a crearsi bacini di contenimento, finanziati dalle nostre tasse, per mantenere le persone fuori dai confini. 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Il Pride 2019 è il dodicesimo in Bulgaria, dove ha attirato diverse migliaia di partecipanti. 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Seppure ai margini della cd. \"rotta balcanica\", sviluppatasi lungo l'asse Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria- Croazia, la Bulgaria – che svolge anche la funzione di confine esterno dell'Unione Europea – negli ultimi anni ha rappresentato un importante paese di transito per migliaia di persone in fuga da guerra e povertà. 27mila persone nel solo 2015, principalmente provenienti da Siria, Iraq ed Afghanistan e desiderose di raggiungere l'Austria, la Germania o la Svezia.\r\n\r\nIl 25 febbraio di quest'anno il parlamento bulgaro aveva già approvato la possibilità di schierare l'esercito al confine turco-bulgaro per reprimere i migranti, con pratiche di maltrattamenti, violenze, rapine e respingimenti arbitrari più volte denunciate anche da organizzazioni non certo radicali, quali il Belgrade Centre for Human Rights e lo Human Rights Watch. Episodio emblematico quello del 15 ottobre 2015, quando un migrante afgano fu ucciso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto di frontiera.\r\n\r\nIn un contesto di proliferazione di muri anti-immigrati fisici e simbolici all'interno dello spazio europeo - dall'Ungheria, alla Grecia, alla Spagna, alla Francia, all'Italia - il progetto di costruzione del muro al confine tra Bulgaria e Turchia, dal costo stimato di circa 50 milioni di euro, si inserisce in Bulgaria in un quadro di paura ed ostilità sociale diffusa nei confronti dello \"straniero\", fomentata da retoriche mediatiche e politiche istituzionali di stampo nazionalista. Sul territorio dello Stato si aggirano mercenari a caccia di teste migranti, come Dinko, presentato dai media come nuovo \"super-eroe\" nazionale, in quanto \"combina la guida estrema di quad con la caccia ai rifugiati” e nel giro di qualche mese ha catturato “almeno venti persone, e a mani nude”. Dinko, intervistato da una tv locale, si è espresso in favore della caccia al migrante, sostenendo la sua regolamentazione e retribuzione nella forma di “un premio in denaro, che so, 50 leva (25 euro), per ogni 'capo' catturato”.\r\n\r\nDi questo scenario agghiacciante, che rimanda in maniera lampante a pratiche coloniali, abbiamo parlato questa mattina con Francesco Martino, dell'Osservatorio Balcani e Caucaso:\r\n\r\nmartino","27 Maggio 2016","2016-05-30 12:33:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'Europa dei muri: 146 km di filo spinato tra Bulgaria e Turchia",1464373086,[64,276,277,278,279],"http://radioblackout.org/tag/dinko/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/muro/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo/",[15,281,282,283,284],"Dinko","migranti","muro","nazionalismo",{"post_content":286,"post_title":290,"tags":293},{"matched_tokens":287,"snippet":288,"value":289},[15],"lungo l'asse Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria- Croazia, la \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> – che svolge anche la funzione","Nei prossimi due mesi il governo bulgaro ha in progetto di costruire un muro di filo spinato lungo 146 chilometri al confine con la Turchia, con lo scopo di respingere l’ingresso di migranti. “I cittadini bulgari si devono sentire al sicuro, la barriera praticamente non lascia opportunità per gli attraversamenti non autorizzati, nemmeno nelle zone più facilmente accessibili”, ha dichiarato il ministro degli Interni, Rumyana Bachvarova. 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Abbiamo chiesto a Kristina, di Antifa Sofia di raccontarci di cosa si tratta, cercando di fornire anche il contesto in cui si svolge da 20 anni la marcia neonazista e parlando della portata internazionale di questo raduno.\r\n\r\nDi seguito la diretta, e il comunicato del collettivo Antifa Sofia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/antifasofia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCare compagne e compagni,\r\n\r\nQuesto è un invito a partecipare e a diffondere la chiamata alla NO NAZIS ON OUR STREETS 2023 a Sofia, Bulgaria - la manifestazione del 25 febbraio contro il più grande raduno neonazista internazionale che si svolge a Sofia ogni anno, da vent'anni.\r\n\r\nQui sotto ci sono alcune informazioni per chi volesse saperne di più:\r\n\r\n1.Chi è il generale Lukov e cos'è la \"LukovMarch\"\r\n2.Perché è importante la solidarietà internazionale\r\n3.Chi siamo in Antifa Sofia/Antifa Bulgaria\r\n4.Qual è la situazione attuale e cosa è successo l'anno scorso\r\n5.Cosa è previsto per la manifestazione di quest'anno\r\n6.In che altro modo potete sostenerci\r\n\r\n1. Chi è il generale Lukov e cos'è la \"LukovMarch\":\r\nLa LukovMarch è una marcia neonazista con fiaccole e centinaia di partecipanti che si svolge a febbraio a Sofia, la capitale della Bulgaria, ogni anno dal 2003. Si dice che la marcia onori la memoria del tenente generale, politico e ministro della Guerra Hristo Lukov (1887-1943), sostenitore della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Lukov fece pressione sul governo bulgaro per inviare gli ebrei bulgari nei campi di sterminio in Germania. Il generale era un leader dell'organizzazione ultranazionalista UBNL, che proclamava antisemitismo, xenofobia, totalitarismo e fascismo. Fu ucciso da Violeta Yakova, una donna di origine ebraica, membro della resistenza comunista antifascista illegale di Sofia.\r\n\r\n20 anni fa, nel 2003, la figura di Hristo Lukov è stata tirata fuori dal cestino della storia per essere commemorata per la prima volta e da allora ogni anno si svolge la marcia in suo onore.\r\n\r\nI gruppi formali e informali dietro l'organizzazione della \"LukovMarch\", insieme alla maggior parte dei partecipanti al corteo, rappresentano la stragrande maggioranza dell'estrema destra bulgara e della scena neonazista: l'organizzatore principale è l'Unione Nazionale Bulgara, il partito ultranazionalista VMRO (che ha deputati al Parlamento europeo e in precedenza faceva parte della coalizione parlamentare \"Patrioti Uniti\" e del governo di Boyko Borisov fino al 2021), Resistenza Nazionale (famosa per le manifestazioni omofobe e le aggressioni ad attivist di sinistra), gruppi calcistici ultras neonazisti, la sezione bulgara dell'organizzazione neonazista Blood And Honor e altri.\r\n\r\n2. Perché la solidarietà transnazionale è importante?\r\nGli ultranazionalisti erano al governo. Le organizzazioni naziste parlamentari ed extraparlamentari si stanno unendo incontrandosi, marciando insieme, tenendo conferenze e mostrando una \"solidarietà internazionale (suprematista) bianca\" più che mai per \"proteggere l'Europa\", come sostengono, specialmente contro le persone migranti che attraversano il confine con la Turchia per entrare in Europa. Questa unione è evidente dal numero di sostenitori stranieri della LukovMarch negli ultimi anni, tra cui: Spagna (La Falange), Germania (NPD, Die Rechte, Der III Weg), Francia (Terre et peuple), Italia (CasaPound), Austria, Croazia (Partito Neofascista), Polonia (National Revival), Romania (Nova Dreapta), Ungheria, Svezia (Fronte Nordico), Russia (Movimento Imperiale Russo) e persino dagli Stati Uniti.\r\n\r\nPer anni la marcia neonazista è stata oggetto di proteste. Persino la Direzione degli Affari Interni della capitale ha pubblicato dati secondo cui la LukovMarch è un evento che coinvolge membri di gruppi terroristici e criminali filo-nazisti come partecipanti. Dal 2014, il sindaco di Sofia formalmente \"vieta\" la marcia, per poi lasciare che i nazisti marcino con le loro torce, scortati da un gran numero di forze di polizia. Nel frattempo, i partiti politici che hanno stretti legami con le organizzazioni che stanno dietro alla LukovMarch ricoprono diverse cariche nelle strutture di potere locali, nazionali ed europee, anche ai vertici. Il loro discorso è promosso e amplificato dai media mainstream, che lo utilizzano costantemente per fomentare paure e divisioni servendosi senza filtri dei peggiori stereotipi razzisti, sessisti e omofobi.\r\n\r\nQuest'anno ricorre il 20° anniversario della LukovMarch e ci aspettiamo una grande partecipazione internazionale da parte dei neonazi, perciò speriamo in un'eguale partecipazione da parte dei nostri compagni e compagne.\r\n\r\n3. Chi siamo?\r\nIn Antifa Sofia/Antifa Bulgaria siamo un gruppo di persone con idee prevalentemente anarchiche e antiautoritarie, che si oppongono a strutture e organizzazioni di partito totalitarie. Ci siamo riunit nel tentativo di fermare la LukovMarch e di opporci agli atti di violenza dell'estrema destra.\r\n\r\n4. Qual è la situazione attuale e cosa è successo l'anno scorso\r\nA causa della pandemia, negli ultimi due anni non abbiamo potuto contare sulla presenza fisica dei nostr compagn di altri paesi, ma lo stesso vale per i nazisti bulgari, che non sono stati raggiunti dai loro amici europei.\r\nLa marcia nazista LukovMarch del 2022 ancora una volta è stata all'ultimo minuto vietata dal comune di Sofia, ma si è svolta comunque. I nazisti hanno in realtà organizzato tre manifestazioni diverse per tre diverse \"cause patriottiche\", con il piano di riunirsi e concludersi insieme di fronte alla casa di Hristo Lukov. Anche se non sono state ufficialmente annunciate come LukovMarch, in tutte e tre le marce si gridavano gli stessi slogan e si inneggiava al generale Lukov.\r\n\r\nDal canto nostro, nonostante i numeri ridotti, il nostro corteo è stato partecipato e determinato, capace di prendersi le strade nel freddo pungente di febbraio e di spezzare il silenzio e il grigiore della città. L'anno scorso abbiamo poi fatto un ulteriore passo: per la prima volta siamo riuscit a bloccare la LukovMarch. Nonostante le forze di polizia presenti in grandi numeri, un gruppo di compagn si è riunito in strada e si è fermato davanti alla manifestazione neonazista con uno striscione, cantanto e bloccando la strada, impedendo ai neonazi di marciare.\r\n\r\n5. Cos'è previsto per la manifestazione di quest'anno:\r\nLa manifestazione di quest'anno sarà il 25 febbraio. Come di consueto, la data è scelta per farla coincidere con quella della marcia neonazista e per questo la data è stata definita con poco anticipo. Quest'anno cercheremo di avvicinare il nostro corteo al loro e inizieremo nel pomeriggio/sera.\r\nNonostante il pochissimo preavviso, saremmo felicissim di avervi con noi a Sofia in quella giornata. Non possiamo purtroppo coprire le spese di viaggio o di alloggio, ma faremo il possibile per ospitarvi. Per questo vi preghiamo di farci sapere il prima possibile se avete intenzione di partecipare.\r\nIn base alle presenze, penseremo ad organizzare un evento post-corteo e un'assemblea, per conoscerci e discutere delle nostre lotte e di come intrecciarle.\r\nSe avete domande o proposte, scriveteci!\r\n\r\n6. In che altro modo potete sostenerci?\r\nLa cosa migliore è sensibilizzare l'opinione pubblica in tutti i modi possibili! Condividete questo appello, organizzate informazioni/eventi, condividete con i media, ecc. Inoltre, potete fare una donazione alla nostra raccolta fondi: https://preview.firefund.net/antifabg?stamp=1673517103.\r\n\r\nLottiamo insieme contro questo sistema costruito sullo sfruttamento, il razzismo, il patriarcato e le discriminazioni costruendo reti di solidarietà!\r\n\r\nCi auguriamo di ricevere presto vostre notizie e speriamo di vedervi il 25 febbraio!\r\nEvento Fb: https://www.facebook.com/events/3341975939392237?ref=newsfeed\r\n\r\nAntifa Sofia","13 Febbraio 2023","2023-02-13 12:52:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/x327187860_1152147452107439_3173223972412077845_n.jpg.pagespeed.ic_.enhJdJq4A7-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Antifa Sofia",1676292643,[329,64,330,331,332,333],"http://radioblackout.org/tag/antifa/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/neonazisti/","http://radioblackout.org/tag/sofia/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[335,15,336,337,338,339],"antifa","fascisti","neonazisti","sofia","xenofobia",{"post_content":341,"tags":345},{"matched_tokens":342,"snippet":343,"value":344},[15],"Antifa \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> ricorda che quest'anno, come ogni","Antifa \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> ricorda che quest'anno, come ogni anno, si terrà il raduno ultranazionalista e neonazista Lukovmarch il 25 febbraio e invita tutte, tutti e tuttu a partecipare alla contromanifestazione e a costruire reti di solidarietà internazionali. 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Inoltre, potete fare una donazione alla nostra raccolta fondi: https://preview.firefund.net/antifabg?stamp=1673517103.\r\n\r\nLottiamo insieme contro questo sistema costruito sullo sfruttamento, il razzismo, il patriarcato e le discriminazioni costruendo reti di solidarietà!\r\n\r\nCi auguriamo di ricevere presto vostre notizie e speriamo di vedervi il 25 febbraio!\r\nEvento Fb: https://www.facebook.com/events/3341975939392237?ref=newsfeed\r\n\r\nAntifa Sofia",[346,348,350,352,354,356],{"matched_tokens":347,"snippet":335},[],{"matched_tokens":349,"snippet":89},[15],{"matched_tokens":351,"snippet":336},[],{"matched_tokens":353,"snippet":337},[],{"matched_tokens":355,"snippet":338},[],{"matched_tokens":357,"snippet":339},[],[359,364],{"field":37,"indices":360,"matched_tokens":361,"snippets":363},[23],[362],[15],[89],{"field":110,"matched_tokens":365,"snippet":343,"value":344},[15],{"best_field_score":114,"best_field_weight":115,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":367,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":49},"578730123365711978",6646,{"collection_name":60,"first_q":15,"per_page":370,"q":15},6,{"facet_counts":372,"found":398,"hits":420,"out_of":1022,"page":23,"request_params":1023,"search_cutoff":38,"search_time_ms":1024},[373,399],{"counts":374,"field_name":396,"sampled":38,"stats":397},[375,378,380,382,384,386,388,390,392,394],{"count":376,"highlighted":377,"value":377},4,"Harraga",{"count":23,"highlighted":379,"value":379},"cpr",{"count":23,"highlighted":381,"value":381},"ACAB",{"count":23,"highlighted":383,"value":383},"rivolta",{"count":23,"highlighted":385,"value":385},"metix flow",{"count":23,"highlighted":387,"value":387},"deportazioni",{"count":23,"highlighted":389,"value":389},"war on migrants",{"count":23,"highlighted":391,"value":391},"jene nella notte",{"count":23,"highlighted":393,"value":393},"la perla di labuan",{"count":23,"highlighted":395,"value":395},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":398},12,{"counts":400,"field_name":37,"sampled":38,"stats":418},[401,402,403,405,406,408,410,412,414,416],{"count":17,"highlighted":15,"value":15},{"count":20,"highlighted":18,"value":18},{"count":20,"highlighted":404,"value":404},"respingimenti",{"count":20,"highlighted":389,"value":389},{"count":20,"highlighted":407,"value":407},"rotta balcanica",{"count":23,"highlighted":409,"value":409},"a.c.a.b",{"count":23,"highlighted":411,"value":411},"testimonianze",{"count":23,"highlighted":413,"value":413},"radioblackout",{"count":23,"highlighted":415,"value":415},"Unione Europea",{"count":23,"highlighted":417,"value":417},"Un punk a Roma",{"total_values":419},115,[421,469,502,931,967,994],{"document":422,"highlight":440,"highlights":457,"text_match":112,"text_match_info":468},{"comment_count":49,"id":423,"is_sticky":49,"permalink":424,"podcastfilter":425,"post_author":426,"post_content":427,"post_date":428,"post_excerpt":55,"post_id":423,"post_modified":429,"post_thumbnail":430,"post_title":431,"post_type":432,"sort_by_date":433,"tag_links":434,"tags":438},"95015","http://radioblackout.org/podcast/di-respingimenti-in-bulgaria/",[377],"harraga","Ai microfoni di Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna del collettivo Rotte Balcaniche abbiamo approfondito gli ultimi, tragici eventi accaduti al confine bulgaro-turco, di cui ha parlato anche la stampa nostrana.\r\n\r\nNegli ultimi giorni di dicembre, nel cuore della riserva naturale sfregiata dalla frontiera sudorientale della Bulgaria e dell’UE, la politica mortifera europea ha portato alla morte di tre giovanissimi egiziani, mentre tentavano di attraversarne i fitti boschi. Tre morti volute dalle guardie di frontiera, che nonostante le numerose segnalazioni, hanno ostacolato in ogni modo i tentativi di soccorso dei solidali presenti sul posto. Come su ogni frontiera militarizzata dell’UE, le morti non sono incidentali, anzi: i respingimenti, il rifiuto di rispondere a segnalazioni e di chiamare l’ambulanza, l’occultamento dei cadaveri e le violenze sono parte integrante del sistema di controllo dell’immigrazione illegale attuato dalla polizia di frontiera bulgara, supportata da Frontex, e voluto dall’UE come moneta di scambio del recente ingresso del paese nello spazio Schengen. 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Le operazioni di soccorso nei boschi al confine vengono rese quasi impossibili dai pattugliamenti serrati delle forze dell'ordine; i respingimenti e l'abbandono volontario di chi chiede soccorso sono frequentissimi e silenziati da media e istituzioni. La maggior parte delle persone che riescono ad entrare, una volta identificate, vengono portate in centri aperti o chiusi, dai quali sempre più spesso partono deportazioni mascherate da rimpatri volontari.\r\n\r\nIn questo contesto, emerge l'impellenza di fare rete con chi, dalla Bulgaria alla Siria e alla Turchia, identifica e denuncia le responsabilità europee e locali delle morti, delle torture e delle deportazioni dei loro cari.\r\n\r\nL'importanza di riportare questi racconti non sta solo nel fare da megafono a chi porta avanti le nostre stesse lotte ad altre latitudini. Ma nasce dalla consapevolezza che, in primis, gli strumenti legislativi repressivi delle politiche migratorie europee vengono testate sui corpi di chi entra in paesi come la Bulgaria e la Romania, ai confini est dell'Europa. E di conseguenza, che sempre più persone che in Italia lottano nei centri di accoglienza e di detenzione, che resistono alle deportazioni, allo sfruttamento e al razzismo quotidiano, lo hanno già fatto sulla rotta balcanica, e che dai loro vissuti di repressione ma anche di lotta non possiamo che imparare.\r\n\r\nAscolta qui il podcast della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/confine-bulgaro-turco-1-2025_05_02_2025.05.02-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/confine-bulgaro-turno-2-2025_05_02_2025.05.02-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella foto: presidio del 1.4.2025 di fronte al centro di detenzione per immigrati di Busmantsi-Sofia, in solidarietà alla lotta per la libertà di Abdulrahman al-Khalidi e a tutti gli altri reclusi.","15 Maggio 2025","2025-05-15 21:00:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/01.04.2025-protest-4-200x110.jpeg","Aggiornamenti dalla frontiera bulgaro-turca",1747342835,[64,69],[15,18],{"post_content":483,"tags":487},{"matched_tokens":484,"snippet":485,"value":486},[15],"del razzismo di stato in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> si fa sempre più raccapricciante.","Dalla frontiera bulgaro-turca ritrasmettiamo nuovamente le voci di compagne e compagni del collettivo Rotte Balcaniche, insieme a quella di una persona siriana dal campo per rifugiati di Harmanli, che ai microfoni di Harraga ci hanno restituito uno spaccato della loro quotidianità al confine; tra il brutale operato di Frontex e della polizia di frontiera bulgara, le condizioni dei centri di accoglienza e di detenzione, le proteste dei reclusi e la repressione della solidarietà.\r\n\r\nA quattro mesi dall'ultimo aggiornamento da quel confine, ai tempi del ritrovamento dei corpi di tre giovanissimi morti di freddo e di omissione di soccorso da parte della polizia di frontiera bulgara, il quadro del razzismo di stato in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> si fa sempre più raccapricciante. 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Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.3_9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Psychotronic Radio vol.3 36 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.3_36.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - ENI greenwashing 30 minuti [Radio Cane]: Cosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","26 Novembre 2024","2024-12-03 16:56:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 25 Novembre al 1 Dicembre 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Daudet 13 minuti [Radio Blackout]: Racconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 16,00 - Missing People - Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro 46minuti [Radio Melting Pot]: Il confine tra Turchia e \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> è uno dei principali ingressi di terra verso l’Unione Europea. Vi transitano migliaia di persone costrette a subire violenza fisica e psicologica. Molte purtroppo perdono la vita nel silenzio delle istituzioni e della maggior parte dei media europei.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Missing-people-Storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 08,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]: Rivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 08,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]: Tullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,00 - Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 63 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista_Alex_Vargiu_un_punk_a_Roma_da_RADIOKEBAB_del_30_3_2015.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 23,30 - ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 31 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. 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Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.3_9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Psychotronic Radio vol.3 36 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.3_36.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - ENI greenwashing 30 minuti [Radio Cane]: Cosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? 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fatti di Budapest di due anni fa e la conseguente pesante repressione che sta colpendo le e gli antifascisti in Ungheria e fuori, hanno aperto una finestra sull’antifascismo un po’ più a est dei nostri abituali orizzonti. In questa corrispondenza ad Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna da Sofia, abbiamo parlato di fascismo e antifascismo in Bulgaria; dove la situazione è per molti versi simili a quella ungherese, ma anche strettamente legata dinamiche europee. La Bulgaria è la frontiera sudorientale dell'Europa con la Turchia: un confine su cui politica bulgara ed europea costruiscono da anni la loro propaganda anti-immigrati per legittimare la militarizzazione e i tagli al welfare, e su cui marciano sia nuovi partiti di estrema destra, populisti e filo-russi, sia le organizzazioni neonaziste extra-partitiche. Nell'ultimo anno a Sofia, abbiamo assistito a marce anti-immigrati organizzate da rappresentanti della politica istituzionale e capeggiati da gruppi di ultras neonazi, così come a frequenti aggressioni per le strade e campagne di propaganda razzista e omotransfobica. I neonazi si prendono gli spazi lasciati vuoti dalla politica e dai servizi assenti: le organizzazioni giovanili \"patriottiche\" sono nelle scuole, nelle palestre e negli stadi. Spesso gli aggressori sono (appositamente) minorenni, mentre più in alto nella scala gerarchica sta chi da anni collabora con polizia, politica e mafia nel traffico della droga e nelle provocazioni nei movimenti di piazza più grandi. In mezzo al fascismo che avanza su tutti i fronti, lx compagnx antifascistx organizzano ogni anno un corteo chiamato \"No ai nazisti nelle nostre strade\" (in foto), in risposta alla marcia neonazista in onore del generale Hristo Lukov. Quest'anno le mobilitazioni antifasciste e antirazziste non sono mancate e sono state occasioni di intreccio tra le lotte in solidarietà ai reclusi nei cpr e nei centri di accoglienza bulgari, la lotta per la libertà di movimento al confine con la Turchia, le lotte transfemministe e il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese e quella curda.\r\n\r\nNella prima parte, un'analisi sul contesto bulgaro di ascesa delle estreme destre sia parlamentari che extra parlamentari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BulgariaANTIFApt1.mp3\"][/audio]\r\n Nella seconda parte dell'approfondimenti, un racconto su come si dispiega la resistenza all'estremismo di destra fronte a come quest'ultimo si mostra quotidianamente nelle strade:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BULGARIAantifapt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer più info e seguire le mobilitazioni: @antifabg @migrantsolidaritybg","14 Aprile 2025","2025-04-15 16:11:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/beznazisti-200x110.jpg","Neonazi e mobilitazioni antifasciste in Bulgaria",1744665223,[943,944,945,437],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/lotta/",[947,948,949,389],"antifascismo","antirazzismo","lotta",{"post_content":951,"post_title":955},{"matched_tokens":952,"snippet":953,"value":954},[15],"di fascismo e antifascismo in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>; dove la situazione è per","I fatti di Budapest di due anni fa e la conseguente pesante repressione che sta colpendo le e gli antifascisti in Ungheria e fuori, hanno aperto una finestra sull’antifascismo un po’ più a est dei nostri abituali orizzonti. 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Nonostante i tentativi delle guardie di tenere lontane le persone dalle finestre e i trasferimenti di prima mattina per svuotare le stanze da cui si sarebbe più facilmente potuto comunicare con l’esterno, da dentro hanno potuto sentirci, seguirci e contattarci. E’ stata una boccata d’aria fresca nel soffocante silenzio che circonda i lager bulgari per persone immigrate, di cui solo ora si inizia a parlare, grazie alle lotte da dentro e alla solidarietà da fuori.\r\n\r\nIl presidio è stato organizzato in solidarietà alle numerose proteste nei centri di detenzione e di accoglienza bulgari dell’ultimo mese. A Busmantsi (il centro di detenzione nella periferia della capitale), le persone hanno protestato contro nuove arbitrarie restrizioni sulle visite e sui pacchi e si sono rifiutate per qualche ora di entrare nelle loro stanze in segno di protesta. Nei giorni successivi, a molte persone sono stati sequestrati i telefoni cellulari (che possono regolarmente avere, a patto che siano senza fotocamera).\r\nNel centro di accoglienza di Harmanli, che si trova nel sud del paese e vicino al confine con la Turchia, i rifugiati siriani stanno protestando da settimane contro i respingimenti di massa delle loro richiesta di asilo. Nel centro ci sono attualmente circa 900-1000 persone che, dopo aver fatto richiesta di asilo, sono in attesa dei colloqui e di ricevere una decisione sulla loro domanda. Tra settembre e ottobre però sono state respinte la maggior parte delle richieste asilo degli uomini soli. Solo le famiglie continuano (a stento) a ricevere la protezione internazionale. Il 18 ottobre hanno iniziato una protesta e dichiarato uno sciopero della fame.\r\nLa risposta dell’amministrazione è stata che ora la Siria è un Paese sicuro, con riferimento al fatto che chi fugge dai bombardamenti israeliani nel sud del Libano si rifugia in Siria. Questa logica perversa e nuova preoccupante tendenza non è ovviamente solo una sadica invenzione dell’Agenzia di Stato bulgara per i rifugiati: negli ultimi anni anche altri Paesi europei stanno iniziando a respingere chi proviene dalla Siria come già fanno sistematicamente con le persone provenienti da altre aree devastate dalla guerra.\r\n\r\nDa Busmantsi ci è invece arrivata una lettera aperta che recita: “76 siriani, tra cui 8 bambini, stanno soffrendo condizioni dure durante la loro detenzione a Sofia. Sono state date loro due opzioni: Un anno e mezzo di prigione per aver minacciato la sicurezza nazionale della Bulgaria, oppure firmare un ordine di deportazione in Siria. Un rappresentante dell’ambasciata siriana li ha già visitati minacciando di deportarli entro 21 giorni una volta che il numero di persone che accettano di essere deportate sarà pieno *(probabilmente, quando ci saranno abbastanza persone per organizzare una deportazione di massa)*.\r\nI rifugiati vivono in condizioni di vita difficili, non hanno accesso alle cure mediche e si vedono negare le più elementari necessità della vita quotidiana. Sono sfruttati dalle guardie del campo, perché sono costretti a pagare grandi somme di denaro per piccole quantità di cibo; pagano fino a 100 euro per una piccola quantità di verdure”. Notizie simili ci arrivano dall’altro centro di detenzione bulgaro, a Lyubimets.\r\n\r\nLe terribili condizioni di vita all’interno dei campi aperti e chiusi per migranti in Bulgaria sono oggetto di rapporti e dibattiti a livello europeo da anni ormai.\r\n\r\nA settembre, una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha effettuato una visita ad hoc in Bulgaria, a causa delle preoccupazioni “legate alle inadeguate condizioni materiali, alle attività e all’assistenza sanitaria, nonché alla mancanza di informazioni sui diritti e di accesso all’interpretazione”.\r\n\r\nNon abbiamo bisogno di queste inutili mascherate, che fanno finta che ci sia uno standard da raggiungere, affinché le persone in questi lager possano vivere decentemente. Al presidio è stato gridato in ogni lingua: i centri di Busmantsi e Lyubimets non sono “Case speciali per la sistemazione temporanea degli stranieri”. Sono prigioni a tutti gli effetti, il cui scopo è controllare, reprimere e sfruttare le persone immigrate in transito in Bulgaria.\r\nNe è dimostrazione il fatto che una parte delle persone è detenuta con l’accusa di costituire una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Questo è il pretesto per detenere ed espellere gli individui scomodi, come molti curdi provenienti dalla Turchia e ricercati dal regime di Erdogan, o i dissidenti politici in fuga da Iran, Bielorussia, Russia. C’è anche chi, come il nostro amico Nidal Hassan, è sopravvissuto al genocidio in corso a Gaza e ora si trova detenuto in Europa. Lo stesso pretesto con cui il nostro compagno e dissidente saudita Abdulrahman Al-Khalidi è detenuto da quattro anni. Quattro anni di ricorsi e tribunali per ricevere la protezione internazionale che non arriva mai a causa delle pressioni dell’Arabia Saudita, che ne chiede l’estradizione per poterlo punire per i suoi crimini d’opinione contro il regime.\r\n\r\nAnche la criminalizzazione delle persone immigrate è una politica a impronta UE che lo Stato bulgaro applica con zelo, senza preoccuparsi troppo delle superficiali accuse di non rispettare le convenzioni sui diritti umani. Era la moneta di scambio per entrare nell’UE e ora per entrare nell’area Schengen. Di conseguenza, la detenzione amministrativa assume tutte le forme di quella penale. Formalmente è una detenzione temporanea finalizzata all’identificazione e all’espulsione. In realtà, è una punizione.\r\nNon vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questa vergogna, come fanno tutti i media mainstream in questo Paese. Continueremo a sostenere le spinte verso la libertà di chi sta fuori e dentro i centri di detenzione e di accoglienza, alle frontiere e per le strade delle nostre città.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Bulgaria.mp3\"][/audio]","13 Dicembre 2024","2024-12-13 00:06:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/bulgaria-300x111-1-200x110.jpg","Bulgaria – Solidarietà alle proteste in corso nei lager per persone in transito",1734048405,[],[],{"post_content":981,"post_title":985},{"matched_tokens":982,"snippet":983,"value":984},[15],"minacciato la sicurezza nazionale della \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>, oppure firmare un ordine di"," \r\n\r\n\r\n\r\nDomenica scorsa, per la prima volta dopo anni, un nutrito presidio davanti al centro di detenzione di Sofia-Busmantsi ha rotto per un pomeriggio l’isolamento dei e delle detenute immigrate che lì sono recluse. 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Un rappresentante dell’ambasciata siriana li ha già visitati minacciando di deportarli entro 21 giorni una volta che il numero di persone che accettano di essere deportate sarà pieno *(probabilmente, quando ci saranno abbastanza persone per organizzare una deportazione di massa)*.\r\nI rifugiati vivono in condizioni di vita difficili, non hanno accesso alle cure mediche e si vedono negare le più elementari necessità della vita quotidiana. Sono sfruttati dalle guardie del campo, perché sono costretti a pagare grandi somme di denaro per piccole quantità di cibo; pagano fino a 100 euro per una piccola quantità di verdure”. Notizie simili ci arrivano dall’altro centro di detenzione bulgaro, a Lyubimets.\r\n\r\nLe terribili condizioni di vita all’interno dei campi aperti e chiusi per migranti in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> sono oggetto di rapporti e dibattiti a livello europeo da anni ormai.\r\n\r\nA settembre, una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha effettuato una visita ad hoc in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>, a causa delle preoccupazioni “legate alle inadeguate condizioni materiali, alle attività e all’assistenza sanitaria, nonché alla mancanza di informazioni sui diritti e di accesso all’interpretazione”.\r\n\r\nNon abbiamo bisogno di queste inutili mascherate, che fanno finta che ci sia uno standard da raggiungere, affinché le persone in questi lager possano vivere decentemente. Al presidio è stato gridato in ogni lingua: i centri di Busmantsi e Lyubimets non sono “Case speciali per la sistemazione temporanea degli stranieri”. Sono prigioni a tutti gli effetti, il cui scopo è controllare, reprimere e sfruttare le persone immigrate in transito in \u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark>.\r\nNe è dimostrazione il fatto che una parte delle persone è detenuta con l’accusa di costituire una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Questo è il pretesto per detenere ed espellere gli individui scomodi, come molti curdi provenienti dalla Turchia e ricercati dal regime di Erdogan, o i dissidenti politici in fuga da Iran, Bielorussia, Russia. C’è anche chi, come il nostro amico Nidal Hassan, è sopravvissuto al genocidio in corso a Gaza e ora si trova detenuto in Europa. Lo stesso pretesto con cui il nostro compagno e dissidente saudita Abdulrahman Al-Khalidi è detenuto da quattro anni. Quattro anni di ricorsi e tribunali per ricevere la protezione internazionale che non arriva mai a causa delle pressioni dell’Arabia Saudita, che ne chiede l’estradizione per poterlo punire per i suoi crimini d’opinione contro il regime.\r\n\r\nAnche la criminalizzazione delle persone immigrate è una politica a impronta UE che lo Stato bulgaro applica con zelo, senza preoccuparsi troppo delle superficiali accuse di non rispettare le convenzioni sui diritti umani. Era la moneta di scambio per entrare nell’UE e ora per entrare nell’area Schengen. Di conseguenza, la detenzione amministrativa assume tutte le forme di quella penale. Formalmente è una detenzione temporanea finalizzata all’identificazione e all’espulsione. In realtà, è una punizione.\r\nNon vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questa vergogna, come fanno tutti i media mainstream in questo Paese. Continueremo a sostenere le spinte verso la libertà di chi sta fuori e dentro i centri di detenzione e di accoglienza, alle frontiere e per le strade delle nostre città.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Bulgaria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":986,"snippet":987,"value":987},[15],"\u003Cmark>Bulgaria\u003C/mark> – Solidarietà alle proteste in corso nei lager per persone in transito",[989,991],{"field":107,"matched_tokens":990,"snippet":987,"value":987},[15],{"field":110,"matched_tokens":992,"snippet":983,"value":984},[15],{"best_field_score":965,"best_field_weight":41,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":966,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":49},{"document":995,"highlight":1008,"highlights":1016,"text_match":963,"text_match_info":1021},{"comment_count":49,"id":996,"is_sticky":49,"permalink":997,"podcastfilter":998,"post_author":999,"post_content":1000,"post_date":1001,"post_excerpt":55,"post_id":996,"post_modified":1002,"post_thumbnail":1003,"post_title":1004,"post_type":432,"sort_by_date":1005,"tag_links":1006,"tags":1007},"93725","http://radioblackout.org/podcast/metix-flow-22-novembre-2024/",[385],"metrixflow","Tema principale di questa puntata è il confine Est della fortezza Europa. 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