","TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI IL REGIME DI APARTHEID TORTURA NELLE CARCERI.","post",1734369738,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/carceri-israeliani/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/hebron/","http://radioblackout.org/tag/phr/",[67,18,32,26],"CARCERI ISRAELIANI",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":79},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"carceri","israeliani ","nel reperire questi dati . Nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> \u003Cmark>israeliani \u003C/mark> la frequenza e la gravità","Parliamo con un medico che lavora in Israele dell'associazione Physicians for Human Rights che è in prima linea nella lotta per i diritti umani, in particolare il diritto alla salute, in Israele e nei Territori palestinesi occupati. Attraverso cliniche aperte e mobili, i professionisti medici volontari forniscono servizi gratuiti a persone con accesso limitato o nullo all'assistenza sanitaria, principalmente migranti, rifugiati e residenti palestinesi della Cisgiordania e di Gaza. Ci racconta delle sistematiche violenze e torture nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliane, dove i prigionieri palestinesi sono circa 10000 di cui molti in detenzione amministrativa , documentate dai medici di Phr e testimoniate anche dai risultati delle autopsie condotte sui corpi dei detenuti deceduti in carcere ,dal 7 di ottobre sono morti 68 detenuti e sono numeri parziali considerate le difficoltà nel reperire questi dati . Nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> \u003Cmark>israeliani \u003C/mark> la frequenza e la gravità dei casi di abusi è sempre stata presente ,ma si constata un aumento della frequenza e della gravità delle violenze contro i prigionieri. Il rapporto di B'tselem (Centro d'informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati ) uscito qualche settimana fa racconta le testimonianze che descrivono atti di violenza, umiliazione e abusi da parte di soldati diretti a uomini, donne, adolescenti e bambini. La portata della violenza rivelata in queste testimonianze, perpetrata apertamente e, in alcuni casi, filmata dagli stessi soldati, dimostra che non si tratta semplicemente del risultato di vendette personali o incidenti isolati. Piuttosto, riflette una manifestazione particolarmente brutale di una politica sistematica e di lunga data di oppressione, espulsione e spoliazione che è alla base del regime di apartheid israeliano. La violenza che ha sempre caratterizzato il trattamento riservato ai palestinesi dal regime di apartheid israeliano sta ora emergendo nella sua forma più diretta ed esposta. \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/INFO-16122024-MEDICO-ISRAELE.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"CARCERI","TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI IL REGIME DI APARTHEID TORTURA NELLE \u003Cmark>CARCERI\u003C/mark>.",[80,84,86,88],{"matched_tokens":81,"snippet":83},[77,82],"ISRAELIANI","\u003Cmark>CARCERI\u003C/mark> \u003Cmark>ISRAELIANI\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":18},[],{"matched_tokens":87,"snippet":32},[],{"matched_tokens":89,"snippet":26},[],[91,96,99],{"field":37,"indices":92,"matched_tokens":93,"snippets":95},[49],[94],[77,82],[83],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],1157451471441625000,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":49,"score":106,"tokens_matched":20,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":108,"highlight":127,"highlights":143,"text_match":153,"text_match_info":154},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":49,"id":111,"is_sticky":49,"permalink":112,"post_author":30,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":115,"post_id":111,"post_modified":116,"post_thumbnail":117,"post_thumbnail_html":118,"post_title":119,"post_type":59,"sort_by_date":120,"tag_links":121,"tags":125},[46],[48],"87492","http://radioblackout.org/2024/02/la-lotta-delle-prigioniere-palestinesi-dalle-carceri-israeliane/","Le prigioni israeliane hanno un ruolo fondamentale nella gestione coloniale della popolazione palestinese: attraverso un sistema giuridico creato ad hoc per giudicare i palestinesi, si è creata in Israele un'apartheid legale su base etnico-nazionale e, per esempio, in Cisgiordania tutti i coloni sono giudicati dalla corte civile, mentre tutti i palestinesi sono giudicati da una legge militare. La prigione israeliana non è solo un'istituzione di repressione, ma è anche un luogo in cui Israele testa tecniche di gestione per controllare varie forme di rivolta, che rivende ai paesi occidentali. Le ragioni per cui i palestinesi e le palestinesi sono arrestati/e sono molto varie: dalla resistenza fisica, all'attivismo politico o sui social. Nelle carceri ci sono membri dei vari partiti, insieme a molte studentesse legate, per esempio, alle attività nei sindacati studenteschi.\r\n\r\nIsraele ha creato una rete carcerale (definizione di una ricercatrice francese, Stéphanie Latte Abdallah) che permette di arrestare tutti i palestinesi dai 12 anni in su per ragioni molto varie, e che utilizza la legge della detenzione amministrativa, che permette di arrestare qualcuno senza nessuna accusa, di tenerlo in prigione per sei mesi rinnovabili, senza che nessuno, ne avvocati, né medici, né famigliari, sappiano perché sia in carcere.\r\n\r\nIn questo quadro, le donne palestinesi, come nel resto del mondo, sono meno incarcerate rispetto agli uomini e, certamente, questo ha avuto un impatto sulle loro forme di autorganizzazione. La prigione israeliana, a partire dagli anni 70, è stata trasformata dalle donne e dagli uomini palestinesi in un laboratorio intellettuale e politico. Le donne, che fanno parte del movimento di liberazione palestinese, ma hanno delle specificità legate alle loro condizioni particolari. Una delle prime rivendicazioni delle donne palestinesi è stato il fatto di vedersi riconosciuto uno status di prigioniere politiche, rispetto alle altre detenute israeliane. Il movimento delle donne palestinesi ha attraversato diverse tappe nella storia, dalla rivendicazione di migliori condizioni materiali (materassi e condizioni delle celle), alla strutturazione di corsi di educazione in carcere per la produzione culturale delle prigioniere e dei prigionieri. Le lotte si strutturano in comitati di gestione, che erano incaricati di gestire, ad esempio, la biblioteca, i corsi clandestini che le donne faranno in prigione, il tribunale interno che ha l'obbiettivo di non fare mai riferimento all'amministrazione penitenziaria israeliana, e forme di elezione delle rappresentanti delle donne. Nel 94-96, durante gli accordi di Oslo, accordi che hanno aiutato l'ampliamento della colonizzazione israeliana in Palestina, nell'ambito della liberazione di alcuni prigionieri/e era stato imposto a cinque donne, che avevano ucciso soldati israeliani, di rimanere in carcere. Le donne allora, si riunirono e rifiutarono di uscire e lasciare in carcere delle compagne, perché la lotta era (ed è) collettiva e la liberazione deve essere collettiva: per sedici mesi hanno fatto molti scioperi, si sono chiuse in due celle in 30 donne, si sono riunite e hanno preso decisioni solo orizzontalmente, rifiutando le imposizioni degli israeliani e anche dell'autorità palestinese, che avrebbe voluto governarle. Dopo sedici mesi di lotta dura, le donne palestinesi hanno ottenuto la liberazione di tutte le donne. Se questo modello fosse stato trasmesso agli uomini e se fosse stato tramandato nella storia, forse, si sarebbe potuta ottenere la liberazione di altri prigionieri.\r\n\r\nIn seguito al 7 ottobre 2024, i prigionieri palestinesi sono raddoppiati (da 4000 a 9000, di cui donne 80-90) nelle carceri di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre tutte e tutti gli uomini prigionieri di Gaza sono in dei campi di detenzione spesso nel deserto in condizioni inumane. Anche nelle prigioni per le donne, ci sono state forme di repressione molto più forti, intensificate in maniera esponenziale dal 7 ottobre in poi. C'è una situazione di sovraffollamento nelle prigioni (12 persone dove ce ne starebbero 5); non hanno più diritto all'ora d'aria; hanno solo ora in cui possono uscire dalle celle, tempo nel quale devono anche usare il bagno.\r\n\r\nIl movimento delle donne prigioniere e degli uomini palestinesi sta vivendo una condizione estrema, ma trova sempre dei nuovi modi inventivi e creativi di resistenza, fino a che tutti e tutte saranno libere.\r\n\r\nAbbia intervistato Asia, ricercatrice indipendente che svolge una ricerca sulla condizione e sulle lotte delle donne nelle carceri israeliane:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ASIA-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa radio come strumento di connessione fra chi è fuori dalle carceri israeliane e i/le detenuti/e palestinesi. (54) Asra Voice - YouTube","22 Febbraio 2024","","2024-02-22 18:10:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-200x110.png","\u003Cimg width=\"271\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-271x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine-271x300.png 271w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/palestine.png 608w\" sizes=\"auto, (max-width: 271px) 100vw, 271px\" />","La lotta delle prigioniere palestinesi dalle carceri israeliane",1708625430,[122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/donne-palestinesi/","http://radioblackout.org/tag/carceri/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[126,71,15],"#donne palestinesi",{"post_content":128,"post_title":132,"tags":135},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":131},[71],"politico o sui social. 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Giovanissimo ha scontato quattro anni nelle carceri israeliane e nel 2006 è stato gravemente ferito in un agguato delle forze speciali. Ha lasciato la Palestina nel 2013 recandosi inizialmente in Norvegia, dove è stato operato per la rimozione dei proiettili rimasti nel suo corpo per anni. Nel 2017 ha raggiunto l’Italia, ottenendo il permesso di soggiorno nel 2019. Nel 2023, recatosi in Giordania, è stato rapito dai servizi di sicurezza ed è rimasto prigioniero per sei mesi.\r\n\r\nRientrato in Italia, è stato arrestato a gennaio 2024. Da allora è detenuto nel carcere di Terni con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo in un procedimento avviato dalla Procura dell’Aquila. L’inchiesta ruota attorno al presunto sostegno fornito al gruppo armato Brigata Tulkarem. La vicenda ha avuto origine con una richiesta di estradizione da parte di Israele, accolta dal Ministero della Giustizia italiano ma respinta dalla Corte d’Appello dell’Aquila, che ha ritenuto fondato il rischio di trattamenti inumani o degradanti in caso di rimpatrio. Pochi giorni dopo, tuttavia, è scattato un nuovo arresto, stavolta su iniziativa della magistratura italiana. Il processo in corso presso la Corte d’Assise dell’Aquila, che vede imputati anche altri due cittadini palestinesi, è segnato da forti contestazioni: le prove principali sono state infatti raccolte da Israele in Cisgiordania, attraverso interrogatori condotti dallo Shin Bet (i servizi segreti interni israeliani) senza garanzie difensive e in un contesto denunciato da molte organizzazioni internazionali per pratiche di tortura. La difesa contesta inoltre l’esclusione della quasi totalità dei testimoni proposti e denuncia il procedimento come un processo politico contro la resistenza palestinese. Sullo sfondo si intrecciano le tensioni tra diritto internazionale, diplomazia e il crescente utilizzo in Italia dell’articolo 270 bis del codice penale per perseguire condotte legate a contesti di conflitto esteri.\r\n\r\nLa corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Questo processo è la conseguenza del servilismo dello Stato italiano al sionismo e una prova della sua collaborazione al genocidio in corso in Palestina. Questo processo farsa ha lo scopo di criminalizzare la legittima resistenza palestinese, mentre l’unico vero terrorista è Israele che sta uccidendo migliaia di vittime innocenti distruggendo ed invadendo Gaza. Lo Stato italiano è complice di questo genocidio e lo dimostra anche attraverso l’ ignobile montatura di cui sono vittime i tre palestinesi.\r\n\r\nMercoledi 25 giugno, ore 9.30 ci sara’ un presidio al tribunale dell’Aquila e dalle 18 un corteo con partenza da prato di Collemaggio. Giovedì 26 giugno, h 10.30 presidio al tribunale dell’ Aquila e al termine un assemblea allo spazio sociale “CaseMatte”. Venerdi 27 giugno alle 9,30 presidio al tribunale dell’Aquila.\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con un compagno che ha seguito le udienze del processo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BASTIONI-ANNAN.mp3\"][/audio]","27 Giugno 2025","L'Aquila mobilitazione per la liberta di Yaesh Anan ","2025-06-27 00:15:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-300x167.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-300x167.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-1024x570.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-768x427.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH.jpg 1082w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CON IL PROCESSO FARSA CONTRO ANAN, ALI, MANSOUR SI VUOLE PROCESSARE LA RESISTENZA PALESTINESE.",1750983347,[173,174,175,176,177],"http://radioblackout.org/tag/tulkarem/","http://radioblackout.org/tag/anan-yaesh/","http://radioblackout.org/tag/laquila/","http://radioblackout.org/tag/manifestazioni/","http://radioblackout.org/tag/processo/",[179,180,181,182,183],"#tulkarem","Anan yaesh","l'aquila","manifestazioni","processo",{"post_content":185},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[71],"ha scontato quattro anni nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliane e nel 2006 è","Anan Yaeesh, cittadino palestinese di 37 anni originario di Tulkarem, in Cisgiordania, è stato politicamente attivo durante la Seconda Intifada dei primi anni Duemila. 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Abu Safiya è considerato uno dei medici più illustri ad aver continuato a lavorare sotto i bombardamenti israeliani per salvare i palestinesi feriti nel nord di Gaza. Alla fine di dicembre, le forze israeliane hanno preso d'assalto l'ospedale Kamal Adwan, hanno arrestato Abu Safiya sotto la minaccia delle armi e hanno distrutto l'ospedale, rendendolo inutilizzabile.\r\nIl suo arresto ha suscitato una condanna diffusa, soprattutto dopo che è circolata un'immagine che lo ritraeva mentre camminava da solo tra le rovine, vestito con il suo camice da medico, circondato da veicoli militari israeliani: una scena che è diventata un'icona della resilienza palestinese. Qualche giorno prima, era uscito sul giornale +972 il racconto delle torture e degli abusi subiti da parte del primario di ortopedia dell'ospedale Nasserdi Khan Younis. Da un lato la prigionia nelle carceri israeliane è segnata da una normalizzazione di abusi, violenze, morti, dall'altra, gli ospedali, le ambulanze e il personale sanitario palestinese sono nel mirino di Israele, che distrugge le strutture e incarcera mediche, medici e personale sanitario, così come fa con le scuole e il personale educativo, o le giornaliste e i giornalisti. Cosa sta accadendo e perché le associazioni di categoria non denunciano ciò che accade?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniel, medico di Physicians for Human Rights, una ONG no-profit per i diritti umani con che utilizza la medicina e la scienza per documentare e richiamare l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani in materia di salute. 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La stessa mattina in cui era prevista la sua uscita dal carcere (13 giugno), Bilal Kayed, che ha passato 14 anni e mezzo di reclusione nelle carceri israeliane, è stato improvvisamente condannato a sei mesi di detenzione amministrativa, cioè detenzione senza nè accusa né processo. Sono 750 i prigionieri politici che insieme a Kayed si trovano in detenzione amministrativa senza né accusa né processo. Gli ordini di detenzione amministrativa sono emessi dal comandante militare degli occupanti israeliani in Cisgiordania. Durano da uno a sei mesi e sono rinnovabili a tempo indeterminato . 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La diretta con Silvye del Mfla di Radio OndaRossa di Roma.\r\n* In diretta con Silvia della Palestra Popolare Dante di Nanni del Csoa Gabrio per presentare il progetto del Festival dello sport antisessista. \"L’idea del festival è quella di creare uno spazio di cura e amore, in cui intessere relazioni politiche attraverso il racconto di esperienze e situazioni relative al vivere lo sport, arricchirsi con attività di contatto, creare reti, costruire strumenti di autoconoscimento del proprio corpo e spazi di lotta e partecipazione politica… senza dimenticare il divertimento e il gioco!!!\"\r\n* Per la rubrica \"Storie di donne\" in avvicinamento al 25 aprile, raccontiamo la storia di tre partigiane piemontesi cadute nella lotta di resistenza al nazifascismo. Teresa, Rosa e Francesca, età diverse e modi diversi di partecipare alla Resistenza, tre donne coraggiose la cui storia non vogliamo dimenticare. L'approfondimento di Cristiana.\r\n* La repressione durissima del Governo israeliano nei confronti di Khalida Jarrar, leader del FPLP, compagna femminista, da sempre in prima linea nella lotta di liberazione del suo popolo, nella difesa per i diritti umani e dei prigionieri politici palestinesi. Il 2 aprile scorso, Khalida è stata nuovamente prelevata dalla sua abitazione per essere sottoposta ad una detenzione amministrativa di sei mesi, notificata e stabilita senza alcun processo, confermata l’8 aprile dalla corte militare israeliana. Le motivazioni addotte riguardano apparentemente la violazione degli ordini restrittivi a suo carico, ma in realtà nel mirino vi è il ruolo di Khalida Jarrar nel Fronte, la sua partecipazione a iniziative legate alla condizione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, l’incitamento alla resistenza, e soprattutto il suo essere militante donna. La diretta con Rosa Schiano da Napoli, attivista dell'Ism.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_20aprile2015_primaparte\r\nil colpo della strega_20aprile2015_secondaparte","21 Aprile 2015","2018-10-24 17:35:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: 20aprile2015",1429639785,[363,364,365,366,367,368,369,370,124,371,372,373,374,375,376],"http://radioblackout.org/tag/antisessismo/","http://radioblackout.org/tag/carovana-femminista/","http://radioblackout.org/tag/festival-sport-antisessista/","http://radioblackout.org/tag/khalida-jarrar/","http://radioblackout.org/tag/kurdistan/","http://radioblackout.org/tag/lesbofobia/","http://radioblackout.org/tag/lotta-di-liberazione/","http://radioblackout.org/tag/lotta-partigiana/","http://radioblackout.org/tag/partigiane/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/sport/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[378,379,380,381,382,314,318,316,15,383,303,384,385,386,387],"antisessismo","carovana femminista","festival sport antisessista","Khalida Jarrar","Kurdistan","partigiane","resistenza","sport","violenza di genere","violenza maschile sulle donne",{"post_content":389},{"matched_tokens":390,"snippet":391,"value":392},[71,340],"condizione dei prigionieri palestinesi nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> \u003Cmark>israeliane\u003C/mark>, l’incitamento alla resistenza, e soprattutto","* Presentazione della Carovana Femminista organizzata dalla Marcia Mondiale delle donne, partita l'8 marzo dal Kurdistan e tutt'ora in viaggio attraverso l'Europa. Si tratta di un movimento internazionale che vede coinvolti 96 paesi (fin dal 1998) per lottare contro le cause della violenza maschile sulle donne, della povertà femminile e su una serie di altre questioni. Opera per la resistenza e la costruzione di alternative alla cultura patriarcale, capitalista, razzista, lesbofobica, e coloniale. La carovana farà tappa anche qui in Italia e prevede cortei, assemblee, e ogni tipo di azione che possa articolare la domanda dei movimenti territoriali. La diretta con Silvye del Mfla di Radio OndaRossa di Roma.\r\n* In diretta con Silvia della Palestra Popolare Dante di Nanni del Csoa Gabrio per presentare il progetto del Festival dello sport antisessista. \"L’idea del festival è quella di creare uno spazio di cura e amore, in cui intessere relazioni politiche attraverso il racconto di esperienze e situazioni relative al vivere lo sport, arricchirsi con attività di contatto, creare reti, costruire strumenti di autoconoscimento del proprio corpo e spazi di lotta e partecipazione politica… senza dimenticare il divertimento e il gioco!!!\"\r\n* Per la rubrica \"Storie di donne\" in avvicinamento al 25 aprile, raccontiamo la storia di tre partigiane piemontesi cadute nella lotta di resistenza al nazifascismo. Teresa, Rosa e Francesca, età diverse e modi diversi di partecipare alla Resistenza, tre donne coraggiose la cui storia non vogliamo dimenticare. 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Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE: STUPRI E CALDO LETALE\r\n\r\nAumentano in modo significativo gli stupri e le morti per il caldo nelle carceri italiane; con le violenze sessuali emerse nella struttura di Prato e un decesso a Sollicciano, la cronaca conferma questa terrificante tendenza:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_carcere-morti-stupri-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n/ / / Maggiori dati nella puntata precedente\r\n\r\n \r\n\r\nPROCESSO PER LA MACELLERIA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE\r\n\r\nGrazie al contributo dell’avvocato Luigi Romano torniamo a seguire le evoluzioni del processo per il massacro del 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, quando una “perquisizione straordinaria” si tradusse in un esteso e organizzato dispositivo di violenze e abusi.\r\n\r\nPartendo dalla cronaca di un processo di rilevanza storica nell’analisi della violenza di Stato, torniamo sulla connivenza all’interno dell’apparato repressivo, sulla cornice culturale che può legittimare e normalizzare certe pratiche, sulle traiettorie stabilite dall’ultimo Decreto Sicurezza:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_LuigiSMCV_EDIT01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer approfondire altri aspetti del processo in compagnia di Luigi Romano:\r\n\r\nApprofondimento 1\r\n\r\nApprofondimento 2\r\n\r\n \r\n\r\nSICILIA: DUE GIORNO CONTRO IL CARCERE SULLE MADONIE\r\n\r\n26-27 Luglio 2025 presso il Laboratorio per l'autogestione Alavò (Polizzi Generosa – PA) si terrà una “due giorni contro il carcere” e di critica radicale dell’apparato repressivo.\r\n\r\nIn diretta con un compagno di Alavò, approfondiamo uno dei temi centrali dell’iniziativa: il ruolo della DNAA (Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo), la colonizzazione militare-repressiva della Sicilia, la funzione contro-rivoluzionaria delle mafie e i loro legami con gli apparati di potere dello Stato:\r\n\r\n[audio 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\r\n\r\nCARCERI ITALIANE: CRESCONO STUPRI E LETALITÀ “FISIOLOGICA”\r\n\r\nPartiamo dal caso della detenuta trans stuprata e successivamente posta in isolamento nel carcere di Ferrara per estendere la riflessione sulla sessualità in carcere.\r\n\r\nDi nocività in nocività, osserviamo l’aumento impressionante dei decessi “normali” (non per suicidio) nelle galere italiane: una tendenza che ne descrive la letalità fisiologica.\r\n\r\nAggiornamento: negli ultimi giorni emergono casi di stupro anche dal carcere di Prato, mentre un uomo di 57 muore per il caldo nel carcere di Sollicciano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_carcere-stupri-morti-normali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPALESTINE ACTION DIVENTA UN GRUPPO TERRORISTICO\r\n\r\nDalla mezzanotte di venerdì 4 luglio 2025 Palestine Action è ufficialmente un gruppo terroristico.\r\n\r\nLe proposta della Home Secretary Yvette Cooper è passata con una maggioranza quasi assoluta.\r\n\r\nIl governo Laburista di Starmer applica per la prima volta la legge antiterrorismo del 2000 per mettere al bando un movimento... mentre un neonato “Yvette Cooper Group” rivendica azioni dirette giocando con la possibile messa al bando della responsabile degli Interni britannica.\r\n\r\nLa stretta repressiva contro Palestine Action ha cambiato registro dopo il sabotaggio messo in atto alla base RAF di Brize Norton, centro operativo collegato a quello di Akrotiri (Cipro) da cui partono i velivoli britannici direttamente coinvolti in missioni di ricognizione e rifornimento a supporto del genocidio messo in atto da Israele.\r\n\r\nMa i legami tra l’apparato politico britannico e quello tecnomilitare israeliano sono molto più articolati, come descritto da un’inchiesta di DeclassifiedUK.\r\n\r\nIn conclusione, i ripetuti attacchi sferrati dal Mossad contro la Corte Penale Internazionale potrebbero includere anche i recenti tentativi di invasione dei suoi sistemi informatici.\r\n\r\n[audio 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MANSOUR\r\n\r\nMentre accelerano le udienze del processo contro Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, si organizza anche la solidarietà nei confronti di questi militanti palestinesi imprigionati nelle carceri italiane.\r\n\r\nDall’uso coloniale della categoria di “terrorismo” per definire qualunque forma di resistenza armata venga portata avanti nei territori occupati, all’utilizzo di materiale probatorio estorto con la tortura nei centri detentivi sionisti, grazie al contributo di un compagno affrontiamo la dimensione politica di questa inchiesta - partita su impulso dell’apparato repressivo israeliano - e rilanciamo le giornate di mobilitazione organizzate a L’Aquila:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_solidarieta-anan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUMANITA’ PROIBITA IN 41BIS\r\n\r\nIl 41bis deve essere un dispositivo deumanizzante e i gesti di affetto di un avvocato non possono interferire con l’amputazione totale dell’affettività a cui sono costrette le persone sepolte in quel regime; questo ciò che implicitamente vuole riaffermare la “segnalazione” da parte del direttore del carcere di Bancali nei confronti dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, il quale si era congedato dal prigioniero anarchico Alfredo Cospito salutandolo con una stretta di mano e due baci sulle guance.\r\n\r\nRaccogliamo un suo commento sulla vicenda, insieme ad alcuni aggiornamenti sulla situazione di Alfredo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_rossi-albertini-bacini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / / /\r\n\r\nProgramma iniziative solidali a L'Aquila:","23 Giugno 2025","2025-06-23 18:37:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/bcupcb_anan-41bis-200x110.jpg","ANAN, ALI, MANSOUR E LA LUNGA MANO REPRESSIVA DI ISRAELE - AVV. 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i principali fattori che generano il sovraffollamento sono la brutalizzazione della società e l’approccio pancarcerario.\r\n\r\nParallelamente la punizione riscopre il suo valore spettacolare: un’inversione di tendenza rispetto al processo di invisibilizzazione dei supplizi descritto da Foucault.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_processi-tortura-celle-container.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE ALGORITMICA IN UK\r\n\r\nIniziamo ad affrontare tre importanti articoli pubblicati da Statewatch.org sull’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale per scopi predittivi, decisionali e di valutazione del rischio individuale (Risk Assessment Tools).\r\n\r\nGli ambiti applicativi presi in considerazione sono la pericolosità sociale e il rischio di recidiva per persone detenute (che approfondiremo in una prossima puntata), la predisposizione a commettere omicidi, l’automazione decisionale in ambito repressivo.\r\n\r\nUn audio introduttivo da parte di Chris di Statewatch sull’inchiesta riguardante la predizione algoritmica della propensione a commettere omicidi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_chris-statewatch-intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’analisi di queste politiche, la narrazione sulla neutralità tecnologica che le contraddistingue, il ruolo delle AI decisionali e il loro normalizzarsi in ambito militare e repressivo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_ai-predittive-uk.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCASO PARAGON E INDOTTO DEGLI SPYWARE\r\n\r\nGraphite è un potente spyware prodotto da un’azienda israeliana, Paragon Solutions, nata all’interno dell’incubazione militare-sionista di start-up tecnologiche e successivamente acquistata da una società di investimento statunitense attiva nel settore difesa, AE Industrial Partners.\r\n\r\nA partire dal 31 gennaio 2025 è emerso l’utilizzo di Graphite di per spiare membri della ONG Mediterranea e – almeno - un giornalista italiano.\r\n\r\nDopo una fase di imbarazzante tentennamento, il Governo – per voce del Sottosegretario di Stato Mantovano – ha sostanzialmente ammesso l’infiltrazione dei dispositivi del personale di un gruppo che si occupa di salvataggi in mare, ma continua negare la propria responsabilità per quanto riguarda il direttore di Fanpage (testata online rea di aver pubblicato un’inchiesta sulla natura esplicitamente neofascista dell’ala giovanile di Fratelli d’Italia).\r\n\r\nRipercorriamo alcune tappe di questa vicenda e osserviamo come questo caso si inserisca all’interno dell’economia italiana degli spyware e delle spinte politiche per la sua normalizzazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_paragon-politica-indotto-spy.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2025","2025-04-15 08:36:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/bucpcb_no-tortura-200x110.jpg","TORTURA E POSTI GABBIA - REPRESSIONE ALGORITMICA IN UK - PARAGON E MERCATO SPYWARE",1744706182,[410,507,508,509,414,372,450,510,511,512],"http://radioblackout.org/tag/economia-della-repressione/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/paragon/","http://radioblackout.org/tag/spyware/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[292,514,515,516,310,303,308,517,518,519],"economia della repressione","intelligenza artificiale","paragon","spyware","suicidi in carcere","tortura",{"post_content":521},{"matched_tokens":522,"snippet":523,"value":524},[71],"principale causa dei suicidi nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark>.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme,","Estratti dalla puntata del 14 aprile 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROCESSI PER TORTURA E NUOVI POSTI GABBIA\r\n\r\nOsserviamo l’andamento di due processi per tortura in Italia: a San Gimignano l’accusa è stata confermata anche in Appello, mentre a Reggio Emilia è stato stabilito – in primo grado – come incappucciare un uomo con una federa, denudarlo e pestarlo in una cella di isolamento non siano condotte sufficientemente gravi per configurare tale imputazione.\r\n\r\nIntanto il Ministero della Giustizia apre un bando per la realizzazione di celle-container come soluzione per il sovraffollamento, una condizione strumentalmente e conformisticamente imputata come la principale causa dei suicidi nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark>.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme, ma la crescita della popolazione detenuta non è un problema architettonico, bensì un fenomeno ingegnerizzato a livello normativo: il numero di persone incarcerate continua ad aumentare anche se non cresce la popolazione e diminuiscono i reati; 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