","\"Legge e ordine\" in Brasile: lo spettro del regime militare","post",1487337661,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/cedae/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/militari/","http://radioblackout.org/tag/pezao/","http://radioblackout.org/tag/rio/","http://radioblackout.org/tag/temer/",[25,23,19,27,17,15,21],{"post_content":62,"tags":66},{"matched_tokens":63,"snippet":64,"value":65},[23],"dei servizi igienico-sanitari di Rio (\u003Cmark>CEDAE\u003C/mark>) hanno messo in scena un'altra","Nei giorni scorsi, in concomitanza con l'arrivo del carnevale, 9.000 soldati sono stati mandati nelle strade di Rio de Janeiro per reprimere le crescenti proteste contro austerità e privatizzazioni e far fronte alla minaccia di sciopero da parte della Polizia Militare. Nello stesso giorno in cui il presidente reazionario Michel Temer ha annunciato il dispiegamento dell'esercito, i lavoratori della società pubblica di approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari di Rio (\u003Cmark>CEDAE\u003C/mark>) hanno messo in scena un'altra protesta di massa fuori del Assemblea legislativa dello Stato, per lottare contro la proposta di privatizzazione di questo servizio sociale essenziale. Giovedì scorso la polizia in assetto antisommossa aveva violentemente represso una manifestazione analoga, che era sfociata in ore di scontri nel centro città. Adesso i governi statali e federali sono particolarmente preoccupati dalle proteste in vista del voto sulla privatizzazione della \u003Cmark>CEDAE\u003C/mark> che si terrà il 20 febbraio. La vendita della società pubblica dell'acqua è un elemento chiave del programma di austerità sostenuto dal governatore di Rio - Pezão,dello stesso partito di Temer - a fronte del rischio di default completo dello Stato nel contesto di una crisi fiscale aggravata dal calo del prezzo del petrolio.\r\n\r\nIl dispiegamento militare a Rio segue un analogo invio di truppe federali nello stato confinante di Espiritu Santo, volto a ripristinare \"legge e ordine\", laddove mogli, madri e parenti dei poliziotti della PM avevano organizzato blocchi fuori dalle caserme, chiedendo una paga più alta e un miglioramento delle condizioni di lavoro. I poliziotti, in qualità di dipendenti pubblici, non hanno ricevuto il salario di gennaio nè la tredicesima, nel contesto delle misure di austerità imposte durante la peggiore crisi economica che il Brasile abbia mai vissuto negli ultimi 100 anni, recentemente aggravata dalle Olimpiadi. Va ricordato come la PM sia un'eredità dalla dittatura militare che ha governato il Brasile per due decenni a seguito di un colpo di stato appoggiato dalla CIA nel 1964. E' responsabile della morte di migliaia di persone ogni anno, 3.300 nel 2015, circa tre volte il numero ucciso dalla polizia negli Stati Uniti. Nel contesto della crisi economica e dell'instabilità che attanaglia il governo, il crescente ricorso a chiamare l'esercito per affrontare il disagio sociale porta con sè la minaccia di un ritorno al regime militare nel più grande paese dell'America del Sud.\r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con Luigi Spera, giornalista freelance, conoscitore del Brasile:\r\n\r\nBrasile2",[67,69,72,74,76,78,80],{"matched_tokens":68,"snippet":25},[],{"matched_tokens":70,"snippet":71},[23],"\u003Cmark>CEDAE\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":19},[],{"matched_tokens":75,"snippet":27},[],{"matched_tokens":77,"snippet":17},[],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],{"matched_tokens":81,"snippet":21},[],[83,88],{"field":28,"indices":84,"matched_tokens":85,"snippets":87},[14],[86],[23],[71],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":64,"value":65},"post_content",[23],578730123365712000,{"best_field_score":93,"best_field_weight":94,"fields_matched":95,"num_tokens_dropped":39,"score":96,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",6646,{"collection_name":50,"first_q":23,"per_page":99,"q":23},6,{"facet_counts":101,"found":143,"hits":144,"out_of":304,"page":14,"request_params":305,"search_cutoff":29,"search_time_ms":99},[102,119],{"counts":103,"field_name":116,"sampled":29,"stats":117},[104,107,110,112,114],{"count":105,"highlighted":106,"value":106},8,"anarres",{"count":108,"highlighted":109,"value":109},3,"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":111,"value":111},"arsider",{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"black in",{"count":14,"highlighted":115,"value":115},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":118},5,{"counts":120,"field_name":28,"sampled":29,"stats":141},[121,123,125,127,129,131,133,135,137,139],{"count":108,"highlighted":122,"value":122},"Bastioni di Orione",{"count":95,"highlighted":124,"value":124},"cina",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"kyenge",{"count":14,"highlighted":128,"value":128},"anares",{"count":14,"highlighted":130,"value":130},"Lega Nord",{"count":14,"highlighted":132,"value":132},"articolo 18",{"count":14,"highlighted":134,"value":134},"trasporti gratis",{"count":14,"highlighted":136,"value":136},"dolores valandro",{"count":14,"highlighted":138,"value":138},"sindacati di stato",{"count":14,"highlighted":140,"value":140},"retaggio coloniale",{"total_values":142},28,14,[145,182,205,228,259,281],{"document":146,"highlight":161,"highlights":171,"text_match":177,"text_match_info":178},{"comment_count":39,"id":147,"is_sticky":39,"permalink":148,"podcastfilter":149,"post_author":150,"post_content":151,"post_date":152,"post_excerpt":45,"post_id":147,"post_modified":153,"post_thumbnail":154,"post_title":155,"post_type":156,"sort_by_date":157,"tag_links":158,"tags":160},"86951","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-01-02-2024-bye-bye-cedeao-maliburkina-faso-e-niger-abbandonano-la-comunitadegli-stati-dellafrica-occidentale-oltre-i-trattori-il-malessere-delle-campagne/",[109],"radiokalakuta","Con Edoardo Baldaro osservatore e studioso del Sahel parliamo dell'annuncio della fuoriuscita dalla Cedeao da parte dei governi golpisti del Mali, Burkina Faso e Niger .Un evento per certi versi storico che sigilla le divergenze tra i tre paesi del Sahel e la comunità degli stati dell'Africa occidentale (CEDEAO oppure ECOWAS nella dizione inglese ),organizzazione subregionale composta da 15 membri ,fondata nel 1964 che riunisce stati anglofoni come la Nigeria e altri francofoni. Questa decisione potrebbe produrre effetti considerevoli sul traffico di merci e la circolazione delle persone nei tre paesi interessati che sono privi di uno sbocco al mare. La Cedeao ha imposto ai tre paesi pesanti sanzioni come pressione per un ritorno dei civili al potere ,ma senza esito e minacciato un intervento militare che ha spinto alla creazione di un alleanza difensiva (Alleanza degli stati del Sahel ) tra i tre paesi governati da militari .Affrontiamo anche la questione dell'insorgenza jihadista e la collocazione del Sahel nel contesto della contesa fra il blocco occidentale , Russia e Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-010224-BALDARO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Fabrizio Garbarino dell' Associazione Rurale Italiana parliamo dei vari aspetti legati alle proteste degli agricoltori che si stanno dispiegando in molti paesi europei ,sia pur con dinamiche differenti. Le problematiche connesse con l'aumento dei costi che impone un calo sostanzioso dei margini di guadagno agli agricoltori che lavorano soprattutto per i grandi complessi agroalimentari e l'aumento della tassazione,come la reintroduzione dell'Irpef sui terreni agricoli, hanno indotto gli agricoltori a protestare .Ma al di là di alcuni aspetti corporativi la questione agricola pone interrogativi sul modello di sviluppo ,la relazione fra la produzione per il territorio e gli interessi della grande distribuzione, il ruolo dei contributi all'agricoltura che finiscono per finanziare l'industria che produce macchine agricole, la sostenibilità di pratiche agronomiche compatibili con il rispetto dell'ambiente ,l'impatto dei cambiamenti climatici.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-010214-GARBARINO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Febbraio 2024","2024-02-03 19:49:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 01/02/2024- BYE BYE CEDEAO ,MALI,BURKINA FASO E NIGER ABBANDONANO LA COMUNITA'DEGLI STATI DELL'AFRICA OCCIDENTALE-OLTRE I TRATTORI IL MALESSERE DELLE CAMPAGNE.","podcast",1706989790,[159],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[122],{"post_content":162,"post_title":167},{"matched_tokens":163,"snippet":165,"value":166},[164],"Cedeao","parliamo dell'annuncio della fuoriuscita dalla \u003Cmark>Cedeao\u003C/mark> da parte dei governi golpisti","Con Edoardo Baldaro osservatore e studioso del Sahel parliamo dell'annuncio della fuoriuscita dalla \u003Cmark>Cedeao\u003C/mark> da parte dei governi golpisti del Mali, Burkina Faso e Niger .Un evento per certi versi storico che sigilla le divergenze tra i tre paesi del Sahel e la comunità degli stati dell'Africa occidentale (\u003Cmark>CEDEAO\u003C/mark> oppure ECOWAS nella dizione inglese ),organizzazione subregionale composta da 15 membri ,fondata nel 1964 che riunisce stati anglofoni come la Nigeria e altri francofoni. 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Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel Sahel e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ","18 Giugno 2025","2025-06-18 17:00:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/06/2025 - LA PIEGA ETEROGENEAMENTE AUTORITARIA DEL BLOCCO AES NEL SAHEL TRA RUSSIAFRIQUE E PROFITTO A DUBAI",1750266039,[159],[122],{"post_content":196},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[164],"facendo; nemmeno nella diplomazia tra \u003Cmark>Cedeao\u003C/mark> e Aes.\r\nL’Africom si sta","In un momento di distrazione generale da quanto avviene nel Sahel ci siamo tornati con Alessio Iocchi, docente ed esperto Ispi per la regione, nel momento in cui un’inchiesta internazionale svela torture e detenzioni da parte di Africa Korps (l'erede della Wagner) in Mali. 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La Turchia si propone come protagonista nel costante scontro tra potenze locali mediorientali e dunque la trasformazione della lotta armata in richiesta di confederalismo democratico laico e socialista ci ha spinto a chiedere a <strong>Murat Cinar</strong> un'analisi molto problematica e ne è scaturita una sorta di autocoscienza sulle potenzialità di questa scelta, che per Murat era inevitabile e giunge nel momento migliore. Una idea che <strong>Alberto Negri</strong> nega nella sua visione del quadro della regione che compone arrivando alla centralità del dinamismo di Erdoğan a partire dal nuovo abisso di contrasti che attraversano la Tripolitania.\r\nLa puntata trova compimento con uno sguardo gettato insieme a <strong>Sabrina Moles</strong> sulle sfide che aspettano l'economia cinese di fronte ai dazi del nemico americano e alle guerre dell'amico russo.</em>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n<em>La lotta armata del Pkk ha \"esaurito\" i suoi compiti e consegna le armi</em>, da non sconfitto, proponendosi come forza politica con l’intento di aggiornare il concetto di confederalismo democratico in salsa turca. <strong>Murat Cinar</strong> ci guida nella fluida situazione geopolitica del Sudovest asiatico che vede grandi differenze tra i quattro stati che amministrano il territorio abitato da popolazioni di lingua curda; così, semmai sia esistito, il nazionalismo curdo viene superato e nelle indicazioni di Ocalan dall’isolamento di Imrali leggono il momento come propizio per riproporre unilateralmente a un regime autoritario di cessare il fuoco che in 45 anni ha registrato decine di migliaia di morti, ulteriore motivo per resistenze da parte dei parenti delle vittime, potenziale bacino di consensi per i partiti di ultradestra non alleati dell’Akp.\r\nQuindi la critica alla obsolescenza del modello della lotta armata otto-novecentesca, che punta sullo stato-nazione, è una scommessa ma, ci dice Murat, forse non ci sono alternative alla svolta disarmata per avanzare nuove richieste a una repubblica ora retta da una cricca di oligarchi autocratici senza contrappesi democratici riconducibili a una nuova lotta per una Turchia laica, indipendente e socialista: ora il Pkk si rivolge all’intera società turca in un momento di forti tensioni interne, puntando alla trasformazione culturale della Turchia.\r\nMurat adduce motivi di vario genere per dimostrare che recedere dalla lotta armata in questo momento può produrre risultati maggiori di quanto si sia conseguito finora, sia cercando modelli di guerriglie andate al negoziato negli ultimi decenni ai quattro angoli del pianeta, sia sviluppando l’analisi sincronica su un presente attraversato da alleanze variabili e guerre di ogni tipo. Erdogan è indebolito in patria ma ha un attivismo in politica internazionale che sta ripagando nella considerazione dei risultati geopolitici in un momento di riposizionamento e di grande caos.\r\nOvviamente questo panorama vede un percorso diverso per i curdi siriani: in Rojava le dinamiche sono diverse e ci sono protagonisti internazionali diretti (americani, Idf nel Golan, l’influenza dei curdi di Barzani…) che dipingono un quadro diverso per cui le organizzazioni sorelle tra curdi operano strategie diverse. E lo stesso avviene in Iran dove l’organizzazione curda ha rinunciato da tempo alla creazione di uno stato indipendente.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/51Su0lG6XrzCMs80p3Oaof?si=hpkV_FFCRIKFWmosuaTX1g\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/pkk-rondò-à-la-turk.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast precedenti relativi al neottomanesimo si trovano <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/le-guerre-ottomane-del-nuovo-millennio--4610767\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n \r\n\r\n«Regolamenti di conti mortali e scontri tra le fazioni in Tripolitania, avanzata delle truppe del generale Khalifa Haftar da Bengasi alla Sirte: la Libia sfugge a ogni controllo e soprattutto a quello del governo di Giorgia Meloni», così scriveva il 15 maggio <strong>Alberto Negri</strong> per “il manifesto” e da qui comincia il lungo excursus che illustra la situazione della regione Mena, a partire dalla Libia, dove le milizie tornano a scontrarsi in Tripolitania, vedendo soccombere i tagliagole sostenuti dalla Fortress Europe, a cominciare dal governo Meloni che ha coccolato al-Masri, il massacratore ricercato internazionalmente. Ora Haftar, il rais su cui punta dall’inizio la Russia in Cirenaica, è alleato anche della Turchia, dunque si assiste a un nuovo tentativo di rivolgimento del potere tripolino ormai al lumicino.\r\nMa questa situazione regolata dalla Turchia nell’Occidente libico nell’analisi di Alberto Negri si può anche vedere come uno dei 50 fronti dell’attivismo internazionale turco, fluido e adattabile alla condizione geopolitica, che vede Dbeibah – l’interlocutore dell’Europa per contenere e torturare le persone in movimento – sostenuto solo dalle milizie di Misurata nella girandola di alleanze e rivalità tripoline. La Turchia rimane al centro delle strategie che passano dal Mediterraneo in equilibrio anche con i sauditi e avendo imposto il vincitore di Assad in Siria, quell’Al-Jolani a cui Trump ha stretto la mano nonostante i 10 milioni di taglia; intanto all’interno si assiste alla svolta di Ocalan che – inopinatamente secondo Alberto Negri in un momento in cui l’area sta esplodendo e sono in corso mutamenti epocali – cede le armi e propone un percorso pacifico alla trasformazione della repubblica. In attesa di assistere e posizionarsi nella trattativa iraniana, con Teheran indebolita dalla escalation israeliana.\r\nE qui si giunge al centro del discorso mediorientale, perché da qualunque punto lo si rigiri <em>l’intento di Netanyahu di annettersi la Cisgiordania a cominciare dal genocidio gazawi sarà il punto di ricompattamento con l’amministrazione Trump</em>, in questi giorni invece impegnata a contenere il famelico criminale di Cesarea.\r\nSullo sfondo di tutto ciò Alberto si inalbera per il ruolo inesistente dell’Europa, se non per l’istinto neocoloniale di Macron, che non riesce comunque a conferire uno spessore da soggetti politici agli europei, in particolare per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, mai preso in considerazione dalla nomenklatura germano-balcanica che regola la politica comunitaria, totalmente disinteressata alle coste meridionali, se non per il contenimento dei migranti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ogni-rais-persegue-una-sua-visione-del-medioriente-tranne-gli-europei--66134433\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Il-garbuglio-mediorientale-incomprensibile-per-gli-europei.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi alla questione mediorientale <a href=\"https://www.spreaker.com/podcast/israele-compra-a-saldo-paesi-arabi--4645793\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">qui</a> potete trovare quelli che riconducono all'espansionismo sionista i conflitti in corso\r\n\r\n \r\n\r\n<hr />\r\n\r\nDopo una prima maratona negoziale durata due giorni ,Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo sulla sospensione per 90 giorni dei dazi reciproci che in pochi giorni avevano difatto bloccato gli scambi fra i due paesi. Nel dettaglio, gli Stati Uniti hanno annullato il 91% delle tariffe aggiuntive imposte alla Cina, sospeso il 24% dei “dazi reciproci” e mantenuto il restante 10%. Rimangono ancora in atto le misure su veicoli elettrici, acciaio e alluminio ,è un primo passo verso la creazione di un meccanismo di consultazione che regoli le relazioni commerciali e di fatto uno stop al processo di \"decoupling\" ,disaccopiamento ,fra le due economie che la nuova amministrazione americana non sembra gradire. Secondo varie fonti, negli ultimi giorni sono riprese le forniture di Boeing, che Pechino aveva interrotto in risposta ai dazi. Ma le restrizioni sui materiali critici ufficialmente sono ancora lì. Anche se sono state emesse le prime licenze per l’export di alcune terre rare, di cui potrebbero beneficiare anche le 28 aziende americane rimosse dalla lista delle entità interdette dalla Cina alle importazioni e altre attività economiche.\r\nNe parliamo con <b>Sabrina Moles</b> di China files.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/accordo-stati-uniti-cina-sui-dazi--66192697\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/sabrinomia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Giugno 2025","2025-06-03 00:36:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 15/05/2025 - FINE DELLA LOTTA ARMATA DEL PKK IN TURCHIA E SUBBUGLIO MEDIORIENTALE; LA CINA DELL'ECONOMIA TRA DAZI E GUERRE ALTRUI",1748910974,[159],[122],{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":222,"value":223},[221],"cede","sono in corso mutamenti epocali – \u003Cmark>cede\u003C/mark> le armi e propone un","<em>Questa settimana la fine della lotta armata iniziata dal Pkk nel 1978 è la notizia che ci è sembrata epocale, per quanto sia passata senza troppi approfondimenti dai commentatori mainstream (e forse proprio per questo e per la loro incapacità di identificarla come centrale nel momento di rivolgimenti di un Sudovest asiatico in subbuglio). La Turchia si propone come protagonista nel costante scontro tra potenze locali mediorientali e dunque la trasformazione della lotta armata in richiesta di confederalismo democratico laico e socialista ci ha spinto a chiedere a <strong>Murat Cinar</strong> un'analisi molto problematica e ne è scaturita una sorta di autocoscienza sulle potenzialità di questa scelta, che per Murat era inevitabile e giunge nel momento migliore. Una idea che <strong>Alberto Negri</strong> nega nella sua visione del quadro della regione che compone arrivando alla centralità del dinamismo di Erdoğan a partire dal nuovo abisso di contrasti che attraversano la Tripolitania.\r\nLa puntata trova compimento con uno sguardo gettato insieme a <strong>Sabrina Moles</strong> sulle sfide che aspettano l'economia cinese di fronte ai dazi del nemico americano e alle guerre dell'amico russo.</em>\r\n\r\n<hr />\r\n\r\n<em>La lotta armata del Pkk ha \"esaurito\" i suoi compiti e consegna le armi</em>, da non sconfitto, proponendosi come forza politica con l’intento di aggiornare il concetto di confederalismo democratico in salsa turca. <strong>Murat Cinar</strong> ci guida nella fluida situazione geopolitica del Sudovest asiatico che vede grandi differenze tra i quattro stati che amministrano il territorio abitato da popolazioni di lingua curda; così, semmai sia esistito, il nazionalismo curdo viene superato e nelle indicazioni di Ocalan dall’isolamento di Imrali leggono il momento come propizio per riproporre unilateralmente a un regime autoritario di cessare il fuoco che in 45 anni ha registrato decine di migliaia di morti, ulteriore motivo per resistenze da parte dei parenti delle vittime, potenziale bacino di consensi per i partiti di ultradestra non alleati dell’Akp.\r\nQuindi la critica alla obsolescenza del modello della lotta armata otto-novecentesca, che punta sullo stato-nazione, è una scommessa ma, ci dice Murat, forse non ci sono alternative alla svolta disarmata per avanzare nuove richieste a una repubblica ora retta da una cricca di oligarchi autocratici senza contrappesi democratici riconducibili a una nuova lotta per una Turchia laica, indipendente e socialista: ora il Pkk si rivolge all’intera società turca in un momento di forti tensioni interne, puntando alla trasformazione culturale della Turchia.\r\nMurat adduce motivi di vario genere per dimostrare che recedere dalla lotta armata in questo momento può produrre risultati maggiori di quanto si sia conseguito finora, sia cercando modelli di guerriglie andate al negoziato negli ultimi decenni ai quattro angoli del pianeta, sia sviluppando l’analisi sincronica su un presente attraversato da alleanze variabili e guerre di ogni tipo. Erdogan è indebolito in patria ma ha un attivismo in politica internazionale che sta ripagando nella considerazione dei risultati geopolitici in un momento di riposizionamento e di grande caos.\r\nOvviamente questo panorama vede un percorso diverso per i curdi siriani: in Rojava le dinamiche sono diverse e ci sono protagonisti internazionali diretti (americani, Idf nel Golan, l’influenza dei curdi di Barzani…) che dipingono un quadro diverso per cui le organizzazioni sorelle tra curdi operano strategie diverse. 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Ora Haftar, il rais su cui punta dall’inizio la Russia in Cirenaica, è alleato anche della Turchia, dunque si assiste a un nuovo tentativo di rivolgimento del potere tripolino ormai al lumicino.\r\nMa questa situazione regolata dalla Turchia nell’Occidente libico nell’analisi di Alberto Negri si può anche vedere come uno dei 50 fronti dell’attivismo internazionale turco, fluido e adattabile alla condizione geopolitica, che vede Dbeibah – l’interlocutore dell’Europa per contenere e torturare le persone in movimento – sostenuto solo dalle milizie di Misurata nella girandola di alleanze e rivalità tripoline. La Turchia rimane al centro delle strategie che passano dal Mediterraneo in equilibrio anche con i sauditi e avendo imposto il vincitore di Assad in Siria, quell’Al-Jolani a cui Trump ha stretto la mano nonostante i 10 milioni di taglia; intanto all’interno si assiste alla svolta di Ocalan che – inopinatamente secondo Alberto Negri in un momento in cui l’area sta esplodendo e sono in corso mutamenti epocali – \u003Cmark>cede\u003C/mark> le armi e propone un percorso pacifico alla trasformazione della repubblica. 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Dal Senegal, squassato dalle rivolte contro il presidente, fino al Niger e al Mali, per esplorare i movimenti anticoloniali che da qualche anno soffiano nei paesi saheliani.\r\n\r\nNon è stata una legislatura facile per Macky Sall: da anni le proteste contro il suo governo infiammano il Senegal, chiedendo a gran voce un cambiamento significativo nelle politiche nazionali e nei rapporti con la Francia. Le elezioni previste per la fine di febbraio sono state inaspettate rinviate dal presidente, con conseguente scoppio di rivolte nelle strade e barricate nella capitale e nel sud del paese.\r\n\r\nCon Edoardo Baldaro, ricercatore di relazione internazionale, parleremo della nuova Alliance des États du Sahel composta da Niger, Burkina Faso, Mali e la loro uscita dalla CEDEAO. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLotte afroindigene\r\nDiretta da studio con Jhonny del gruppo anarco-punk Aurora Negra della favela Vila d’Alva di Sao Paulo\r\n\r\nPolizie\r\nLo Stato italiano ha appena celebrato in pompa magna il 171esimo anniversario della polizia.\r\nLa che mostra nell’azione quotidiana di repressione, quali siano le conseguenze pratiche del monopolio nell’esercizio della violenza attuato dallo Stato.\r\nMa in Italia la polizia è solo uno dei gangli di un apparato di controllo che è integrato da due corpi di polizia militare, i carabinieri e la guardia di finanza e dalle stesse forze armate ormai costantemente impiegate anche in operazioni di polizia giudiziaria.\r\nIl segno di un osmosi ormai compiuta tra guerra interna e guerra esterna.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nInternazionale di Federazioni Anarchiche\r\nDal 7 al 10 aprile si è svolto a Massenzatico il congresso dell’IFA.\r\nCon Simone Ruini uno dei compagni della FAI che seguono da vicino le relazioni internazionali proviamo a raccontare quest’incontro in cui si sono confrontat* compagne e compagni di diversi continenti, scambiandosi esperienze e rendendo più solide le relazioni di solidarietà, mutuo appoggio ed i comuni percorsi di lotta.\r\n\r\nLeonardo. Il colosso armiero a controllo statale passa a Cingolani\r\nSta terminando il risico squisitamente politico delle nomine delle grandi e piccole aziende partecipate dallo Stato italiano.\r\nA capo di Leonardo Profumo cede il passo a Cingolani, già ministro della transizione ecologica nel governo Draghi. Una nomina che pare alludere ad un orientamento verso l’innovazione tecnologica piuttosto che nel rafforzamento del settore produttivo. Ma sarà realmente così?\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni, operaio alle Ferriere, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. Menù vegan\r\nPer prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDue appuntamenti sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta.\r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? 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Leonardo cambia gestione...",1682345093,[],[],{"post_content":273},{"matched_tokens":274,"snippet":275,"value":276},[221],"A capo di Leonardo Profumo \u003Cmark>cede\u003C/mark> il passo a Cingolani, già","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLotte afroindigene\r\nDiretta da studio con Jhonny del gruppo anarco-punk Aurora Negra della favela Vila d’Alva di Sao Paulo\r\n\r\nPolizie\r\nLo Stato italiano ha appena celebrato in pompa magna il 171esimo anniversario della polizia.\r\nLa che mostra nell’azione quotidiana di repressione, quali siano le conseguenze pratiche del monopolio nell’esercizio della violenza attuato dallo Stato.\r\nMa in Italia la polizia è solo uno dei gangli di un apparato di controllo che è integrato da due corpi di polizia militare, i carabinieri e la guardia di finanza e dalle stesse forze armate ormai costantemente impiegate anche in operazioni di polizia giudiziaria.\r\nIl segno di un osmosi ormai compiuta tra guerra interna e guerra esterna.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nInternazionale di Federazioni Anarchiche\r\nDal 7 al 10 aprile si è svolto a Massenzatico il congresso dell’IFA.\r\nCon Simone Ruini uno dei compagni della FAI che seguono da vicino le relazioni internazionali proviamo a raccontare quest’incontro in cui si sono confrontat* compagne e compagni di diversi continenti, scambiandosi esperienze e rendendo più solide le relazioni di solidarietà, mutuo appoggio ed i comuni percorsi di lotta.\r\n\r\nLeonardo. Il colosso armiero a controllo statale passa a Cingolani\r\nSta terminando il risico squisitamente politico delle nomine delle grandi e piccole aziende partecipate dallo Stato italiano.\r\nA capo di Leonardo Profumo \u003Cmark>cede\u003C/mark> il passo a Cingolani, già ministro della transizione ecologica nel governo Draghi. Una nomina che pare alludere ad un orientamento verso l’innovazione tecnologica piuttosto che nel rafforzamento del settore produttivo. Ma sarà realmente così?\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni, operaio alle Ferriere, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. Menù vegan\r\nPer prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDue appuntamenti sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta.\r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? Torino tra riqualificazioni escludenti e l'insicurezza delle vite povere e migranti\r\nInterverrà Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole.\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[278],{"field":89,"matched_tokens":279,"snippet":275,"value":276},[221],{"best_field_score":179,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":204,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":95},{"document":282,"highlight":295,"highlights":300,"text_match":177,"text_match_info":303},{"comment_count":39,"id":283,"is_sticky":39,"permalink":284,"podcastfilter":285,"post_author":286,"post_content":287,"post_date":288,"post_excerpt":45,"post_id":283,"post_modified":289,"post_thumbnail":290,"post_title":291,"post_type":156,"sort_by_date":292,"tag_links":293,"tags":294},"63734","http://radioblackout.org/podcast/al-servizio-segreto-di-sua-maesta-la-perla-di-labuan-16-10-2020/",[115],"Riccardino","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020.10.16-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Era una di quelle giornate in cui la vita pareva a James Bond un sei-quattro al tennis.\" Nel 1952 Ian Lancaster Fleming scrive \"Casino Royale\" il primo romanzo con James Bond, agente segreto 007 con licenza di uccidere. L'autore utilizza la sua esperienza nel servizio segreto britannico e presta al protagonista la propria concezione del mondo e stile di vita. Bond rappresenta l'impero britannico che porta la civiltà e la cultura nel mondo. I nemici sono soprattutto latini o slavi. I peggiori sono i mezzo sangue, il dottor No é figlio di un missionario tedesco e una donna cinese, Ernst Stavro Blofeld ha avuto il padre polacco e la madre greca. Il suo ideale di bellezza femminile è italiano. \"Si chiamava Dominetta ed era nata a Bolzano. Portava un largo cappello di paglia inclinato maliziosamente sugli occhi.\" Nel 1963 i produttori Albert Broccoli e Harry Saltzam realizzano il primo film \"Agente 007 - Licenza di uccidere\" interpretato da Sean Connery, ed esplode la bondmania. Lo schema fisso vede una bellissima donna sua nemica che a metà del film cede al suo fascino e passa dalla sua parte. Unica eccezione in \"Operazione Goldfinger\" é la pilota aerea acrobatica Pussy Galore che é omosessuale. \"Rinfoderi il suo fascino, con me non funziona.\" I gusti di Bond in fatto di bevande, auto, abiti, sigarette e profumi sono oggetto di redditizi contratti tra gli editori e le aziende del settore. Presto arrivano le imitazioni tra cui si distinguono gli italiani con gli agenti 070, 077 ecc. (l'importante é che nella sigla ci siano almeno uno zero e un 7). La bondmania sfiorò soltanto Fleming che morì nel 1964 ucciso dall'alcol e dalle sigarette. Il primo attore a prestare il suo volto a Bond non fu Sean Connery ma Barry Nelson. La spia play boy reale che servì a Fleming da modello fu Porfirio Rubirosa, marito di Flor de Oro, figlia del dittatore Trujillo di San Domingo, che morì nel 1965 schiantandosi ubriaco in auto contro un albero del Bois de Boulogne presso Parigi. \"Bond era di pessimo umore. La sua segretaria si era presa l'influenza ed era stata rimpiazzata da una pupattola prelevata dal pollaio dattilografe.\" Buon ascolto.","20 Ottobre 2020","2020-10-20 13:31:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/BOND1-200x110.jpg","AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTA' - LA PERLA DI LABUAN 16/10/2020",1603200438,[],[],{"post_content":296},{"matched_tokens":297,"snippet":298,"value":299},[221],"che a metà del film \u003Cmark>cede\u003C/mark> al suo fascino e passa","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020.10.16-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Era una di quelle giornate in cui la vita pareva a James Bond un sei-quattro al tennis.\" Nel 1952 Ian Lancaster Fleming scrive \"Casino Royale\" il primo romanzo con James Bond, agente segreto 007 con licenza di uccidere. L'autore utilizza la sua esperienza nel servizio segreto britannico e presta al protagonista la propria concezione del mondo e stile di vita. 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