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Il segretario BDP (Partito per la pace e democrazia) del quartiere Arnavutköy di Istanbul, Hacı Zengin è morto in queste ore dopo essere stato colpito alla testa da un gas lacrimogeno. La polizia ha attaccato la manifestazione per il Newroz (il capodanno kurdo) che si sta svolgendo in queste ore a Diyarbakir (un milione di persone) e Istanbul. Le cariche a Istanbul sono state particolarmente pesanti: si contano numerosi feriti. Intanto in Turchia, centinaia di prigionieri politici curdi, tra cui due Parlamentari hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza, per chiedere la liberazione del leader del PKK e il pieno riconoscimento dei diritti politici della popolazione curda. Dopo uno sciopero della fame a tempo determinato, attuato da diverse centinaia di prigionieri politici tra il 1 dicembre e il 15 febbraio, la mobilitazione ha raggiunto un coinvolgimento senza precedenti. Zeynep Teker, Presidente della Federazione delle Associazioni che offre assistenza legale alle famiglie dei prigionieri politici (Tuhad-Fed), ha dichiarato che dal 15 febbraio più di 400 prigionieri politici hanno iniziato lo sciopero della fame a tempo indeterminato. L'approfondimento con Orsola Casagrande [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/orsola.mp3\"] Scarica file","19 Marzo 2012","2025-09-24 22:01:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/newroz-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/newroz-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/newroz-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/newroz.jpg 606w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scontri in Turchia per il Capodanno curdo",1332159396,[188],"http://radioblackout.org/tag/kurdistan/",[15],{"post_content":191,"post_title":195},{"matched_tokens":192,"snippet":193,"value":194},[67],"che precedono le celebrazioni del \u003Cmark>Capodanno\u003C/mark> curdo, il 21 marzo.Scontri si","Cresce la tensione nei giorni che precedono le celebrazioni del \u003Cmark>Capodanno\u003C/mark> curdo, il 21 marzo.Scontri si sono prodotti tra gli agenti della polizia turca e migliaia di persone che avevano iniziato i festeggiamenti, a Istanbul e Diyarbakir. 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Lo Stato Islamico ha rivendicato sull'agenzia Amaq il sanguinoso attentato che ha causato l'uccisione di 39 persone e il ferimento di un'altra 70ina, in gran parte turisti. L'uomo sospettato di aver materialmente eseguito l'atto sarebbe un 25enne dello Xinjiang di etnia uigura le cui foto sono state largamente diffuse, ed è attualmente in fuga. L'area dove è avvenuto il fatto è Ortakoy, una zona non troppo lontana dallo stadio della squadra di calcio del Beşiktaş, vicino al quale lo scorso 10 dicembre sono esplose due bombe che hanno causato un gran numero di morti e feriti.\r\n\r\nLe reazioni del governo turco, insieme ad alcuni altri partiti dell'opposizione in parlamento (CHP e MHP), hanno definito l'ultima strage un attentato contro l'unità nazionale. Ancora una volta è scattata un'operazione repressiva, che ieri ha investito alcuni membri del gruppo di sinistra Halkevleri, del Partito Socialista degli Oppressi e del suo gruppo giovanile, la Federazione dei Giovani Socialisti, arrestati durante la commemorazione della strage al Reina. \r\n\r\nIn Turchia vige lo stato di emergenza da più di 6 mesi. In questo periodo si sono moltiplicati i provvedimenti contro il dissenso politico e sociale. Numerose organizzazioni, associazioni e fondazioni non governative o universitarie sono state chiuse. Oltre 200 giornalisti sono finiti in carcere, più di 25 municipalità nel Sud-Est della Turchia, l'area curdofona del paese, dopo la destituzione dei sindaci sono passate sotto il controllo di commissari straordinari, molti parlamentari dell'HDP e di altri partiti solo stati arrestati.\r\n\r\nLa situazione è drammatica ma potrebbe aggravarsi ancora. I gruppi jhaidisti, che per anni hanno goduto della protezione e dell'appoggio del governo turco, che ha permesso loro di attraversare il territorio, di rifornirsi di armi, di curare i propri feriti e di commerciare il petrolio, potrebbero moltiplicare gli attacchi in territorio turco, mettendo in difficoltà il governo. Il governo turco potrebbe puntare su un'ulteriore militarizzazione, moltiplicando i dispositivi di sicurezza, legittimando le peggiori barbarie ai danni della popolazione civile.\r\n\r\nIl paese sta cominciando a pagare lo scotto della guerra civile e del moltiplicarsi degli attentati con una drastica riduzione degli introiti del turismo e con Pil, che, perla prima volta da due decenni ha il segno meno. \r\n\r\nGli ultimi avvenimenti si inseriscono in uno scenario \"culturale\" mutato, per la crescente influenza dell'islamismo radicale. Le componenti più conservatrici e reazionarie del Paese hanno puntato l'indice contro natale e capodanno, feste estranee alla cultura musulmana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, blogger, giornalista e video-attivista di origine turca, che in questi giorni si trova proprio in Turchia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017-01-03-muratcinar-turchia","3 Gennaio 2017","2017-01-11 12:35:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/erdog-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"186\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/erdog-300x186.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/erdog-300x186.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/erdog.jpg 615w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Clima di terrore, paralisi e confusione nella Turchia di Erdogan",1483477655,[218,219,220,221,222,223,224,225,226],"http://radioblackout.org/tag/akp/","http://radioblackout.org/tag/attentato-di-capodanno-2017/","http://radioblackout.org/tag/club-reina/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/istanbul/","http://radioblackout.org/tag/ortakoy/","http://radioblackout.org/tag/repressione-turchia/","http://radioblackout.org/tag/sparatoria/",[228,229,230,231,232,233,234,235,236],"akp","attentato di capodanno 2017","Club Reina","Erdogan","isis","Istanbul","Ortakoy","repressione Turchia","sparatoria",{"post_content":238,"tags":242},{"matched_tokens":239,"snippet":240,"value":241},[67],"La notte di \u003Cmark>Capodanno\u003C/mark> ad Istanbul è stata teatro","La notte di \u003Cmark>Capodanno\u003C/mark> ad Istanbul è stata teatro di una strage realizzata a colpi d'arma da fuoco all'interno di un locale notturno, il Club Reina. 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Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 sono state richieste 5.223 esecuzioni di sfratto in tutto il Torinese, delle quali 2.761 eseguite, pari al 233% in più rispetto al 2021. La principale causa degli sfratti rimane l’inadempimento del pagamento dell’affitto. Ma l’incremento si deve anche agli sfratti per finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo per citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in un edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo un posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di Capodanno, un altro stabile ha preso fuoco per la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava un canone di 630 euro al mese per l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il piano va veloce”, sta promuovendo un nuovo piano regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme per “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato per metterlo a disposizione degli abitanti a un prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è un momento del falso, per cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo per sottrarre gli immobili al mercato speculativo e per fare dell'abitare un bene comune...ma su questo ritorneremo con un futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata per quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi un tetto e una stabilità. Una delle ultime occupazioni abitative storiche in città. Finchè la scorsa settimana, 13 anni dopo, le istituzioni sono arrivate a sbattere tutti in mezzo alla strada chiamandolo, come usa fare dalle parti di Torino, sgombero \"dolce\": 10 camionette, 6 pattuglie di vigili e altrettante volanti della polizia, che sono rimaste per tre giorni a blindare completamente la strada.\r\n\r\nNe parliamo con alcune ex occupanti di Via Muriaglio 11, rilanciando lo spezzone per la casa al corteo antifascista del 25 aprile in zona San Paolo. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/viamuriaglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Aprile 2024","2024-04-22 23:39:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: abitare bene comune? 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Ma l’incremento si deve anche agli sfratti per finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo per citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in un edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo un posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di \u003Cmark>Capodanno\u003C/mark>, un altro stabile ha preso fuoco per la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava un canone di 630 euro al mese per l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il piano va veloce”, sta promuovendo un nuovo piano regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme per “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato per metterlo a disposizione degli abitanti a un prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è un momento del falso, per cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo per sottrarre gli immobili al mercato speculativo e per fare dell'abitare un bene comune...ma su questo ritorneremo con un futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata per quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi un tetto e una stabilità. Una delle ultime occupazioni abitative storiche in città. Finchè la scorsa settimana, 13 anni dopo, le istituzioni sono arrivate a sbattere tutti in mezzo alla strada chiamandolo, come usa fare dalle parti di Torino, sgombero \"dolce\": 10 camionette, 6 pattuglie di vigili e altrettante volanti della polizia, che sono rimaste per tre giorni a blindare completamente la strada.\r\n\r\nNe parliamo con alcune ex occupanti di Via Muriaglio 11, rilanciando lo spezzone per la casa al corteo antifascista del 25 aprile in zona San Paolo. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/viamuriaglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[304],{"field":169,"matched_tokens":305,"snippet":301,"value":302},[67],{"best_field_score":138,"best_field_weight":271,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":307,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":48},"578730123365187697",6646,{"collection_name":57,"first_q":67,"per_page":310,"q":67},6,4,{"facet_counts":313,"found":359,"hits":360,"out_of":514,"page":28,"request_params":515,"search_cutoff":37,"search_time_ms":311},[314,338],{"counts":315,"field_name":336,"sampled":37,"stats":337},[316,318,320,322,324,326,328,330,332,334],{"count":28,"highlighted":317,"value":317},"DSC",{"count":28,"highlighted":319,"value":319},"Rast",{"count":28,"highlighted":321,"value":321},"TEKNO",{"count":28,"highlighted":323,"value":323},"Longe",{"count":28,"highlighted":325,"value":325},"live set",{"count":28,"highlighted":327,"value":327},"reset-club",{"count":28,"highlighted":329,"value":329},"tekno party",{"count":28,"highlighted":331,"value":331},"defendkurdistan",{"count":28,"highlighted":333,"value":333},"il colpo del strega",{"count":28,"highlighted":335,"value":335},"Danger sound collective","podcastfilter",{"total_values":95},{"counts":339,"field_name":36,"sampled":37,"stats":357},[340,341,343,345,346,348,349,351,353,355],{"count":17,"highlighted":15,"value":15},{"count":28,"highlighted":342,"value":342},"Omsa",{"count":28,"highlighted":344,"value":344},"stupro",{"count":28,"highlighted":22,"value":22},{"count":28,"highlighted":347,"value":347},"destra",{"count":28,"highlighted":68,"value":68},{"count":28,"highlighted":350,"value":350},"Jobs act",{"count":28,"highlighted":352,"value":352},"articolo 18",{"count":28,"highlighted":354,"value":354},"alpi libere",{"count":28,"highlighted":356,"value":356},"aggressioni e abusi sessuali Colonia",{"total_values":358},21,10,[361,391,414,436,466,490],{"document":362,"highlight":377,"highlights":385,"text_match":136,"text_match_info":390},{"comment_count":48,"id":363,"is_sticky":48,"permalink":364,"podcastfilter":365,"post_author":367,"post_content":368,"post_date":369,"post_excerpt":54,"post_id":363,"post_modified":370,"post_thumbnail":371,"post_title":372,"post_type":373,"sort_by_date":374,"tag_links":375,"tags":376},"45823","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-9-febbraio-2018-inchiesta-di-capodanno-storia-dalle-case-popolari/",[366],"Macerie su macerie","macerie su macerie","Gli scontri di capodanno davanti alle mura del carcere e il volto tumefatto di una sbirra non potevano rimanere senza colpevoli, così nella mattina di venerdì la Procura di Torino ha spiccato un mandato di cattura per Marcello, compagno originario di Saronno, e altri cinque divieti di dimora con obbligo di firma per Paolo, Salvatore, Antonio, Giulio e Daniele, compagni di Torino.\r\n\r\nAbbiamo ricostruito la dinamica dell'arresto di Marcello e il setacciamento mattutino a caccia degli altri imputati, tra la casa occupata di corso Giulio Cesare 45 e l'Asilo.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/Gabrio-su-inchiesta-9-febbraio-2018.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIntanto la repressione quotidiana in questa città continua, troppo spesso non fa scalpore e resta relegata ai drammi personali di persone e famiglie. 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Lo statement è stato letto in una grande conferenza a Istanbul e in diretta mondiale nella giornata del 25 febbraio e si rivolge al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, a tutte le forze democratiche e i popoli della regione, e alle forze degli Stati egemonici, primo tra tutti quello turco, a cui spetta di fatto la prossima mossa.\r\n\r\nProviamo oggi a fare ordine nella lettura dell'Appello alla Pace e alla Società Democratica, che non arriva affatto come un fulmine a ciel sereno come la stampa mainstream riporta, in primis perchè poggia su tre mesi di colloqui diplomatici da cui emergono volontà di negoziazione da parte di altri interlocutori politici con il leader Ocalan e dunque che potrebbero costituire le condizioni storiche per aprire una nuova fase dei negoziati. Una postilla accompagna la dichiarazione e riporta: \"Indubbiamente, la deposizione delle armi e lo scioglimento del PKK richiedono in pratica il riconoscimento di una politica democratica e di un quadro giuridico.\"\r\n\r\nE' infatti chiaro che questo invito di rilevanza storica non esorta affatto alla resa e si pone anzi in linea con la prospettiva di pace che il partito abbraccia già dal '93 e che viene da allora accompagnata dalla volontà di costruire una risposta democratica, pratica e risolutiva alla questione della convivenza tra i popoli in Medio Oriente.\r\n\r\nAnche per quanto riguarda lo scioglimento del partito è importante comprendere come non si tratti di un invito alla sconfitta, così come non è niente di nuovo o di inaspettato o di incoerente con la linea ideologica e politica mantenuta fino a ora. al contrario, il pkk si è già sciolto in passato e una decina d'anni fa questo cambiamento ha infatti segnato il profondo cambio di paradigma ideologico, politico e mentale che ha permesso di attraversare fasi di profonda trasformazione e mettere a punto la proposta del Confederalismo Democratico di cui abbiamo parlato nella puntata precedente.\r\n\r\nNei suoi scritti dal carcere e più specificamente nella Roadmap verso i negoziati, scritta nel 2009 in un momento storico in cui il governo turco sembrava disposto a compiere passi verso la risoluzione del problema cruciale della Turchia, ossia la questione curda, Ocalan metteva a fuoco la natura di movimento politico che la democratizzazione deve avere: non può essere portata avanti per esempio da un regime di governo statale permanente e sistematico, a meno che non si basi su una costituzione, un contratto sociale nato dal consenso all'interno della società. Questa natura mai statica della democratizzazione e della pace è quella che sta alla base anche della sociologia e ideologia del partito, che in quanto organizzazione rivoluzionaria, non può che essere in completa sintonia con i momenti storici che attraversa e con l'andamento dialettico della storia. Nella fase attuale possiamo dire che il Pkk ha svolto il suo ruolo storico e ora, con la costruzione del KCK, l'unione delle Comunità del Kurdistan, e la rivoluzione in Rojava, c'è l'opportunità di andare oltre e permettere che il ruolo di avanguardia sia nelle mani della società stessa.\r\n\r\nLeggiamo dal testo del 2006: \"Il problema della democratizzazione e le sue soluzioni sono strettamente legati ai rapporti tra storicità e presente. Ignorando i problemi già vissuti nella storia e le loro possibili soluzioni, non riusciremo a capire la democratizzazione nè qualsiasi altro problema sociale.\" Dobbiamo analizzare la situazione attuale come espressione della storia e questo sta anche nel significato dell'appello verso le forze antisistema globali, richiamate alla presa di responsabilità storica a organizzarsi e organizzare la pace. \r\n\r\nCon questo discorso che si distingue anche per la sua capacità di leggere il passato e il futuro sul lungo periodo, l'invito che Ocalan fa è anche a non considerare le condizioni di guerra attuali come se fossero così lunghe da determinare un'impossibilità di cambiamento e un'inevitabile staticità. \r\n\r\nLa relazione tra turchi e curdi è stata segnata da un'alleanza e cooperazione tra popoli per oltre un millennio, anche se oggi è invece una relazione fragile per via degli ultimi 200 anni di storia segnata dal massiccio e logorante agire delle forze capitaliste ed egemoniche guidate da sporchi interessi di classe. Per la maggior parte del tempo della storia dell'umanità le cose non sono state così come le viviamo ora e solo avendo chiaro ciò possiamo costruire una vera speranza e un piano politico per il futuro. \r\n\r\nE'tutto sommato normale che i nostri giornali mainstream stiano leggendo questo appello al disarmo come una chiamata alla resa e in generale come segno di debolezza della linea del partito, perchè fino ad ora questi media sono stati, chi più chi meno, strumenti di propaganda di stato e lo stato-nazione è dalla sua nascita il maggiore promotore di dominio e violenza. La responsabilità che bisogna essere in grado di raccogliere è anche quella di cambiare questa narrazione sull'inevitabilità assoluta della violenza, di staccarci dalla mentalità patriarcale e statalista per cui se rinunci alla violenza sei un debole. La proposta di Ocalan, incarnata nel partito e nel movimento, è che l'emancipazione dalla guerra sia un salto reale, ora necessario più che mai, di maturazione strategica, un punto chiave dell'elaborazione ideologica e questione politica che affonda le sue radici in un più profondo cambiamento di mentalità, verso la costruzione di una filosofia della pace. Perché una pace giusta è uno dei più alti obiettivi rivoluzionari. \r\n\r\n \r\n\r\nSono di domenica mattina tuttavia le notizie di nuovi bombardamenti Turchi sulle montagne della regione di Zap del Basur, il Kurdistan iracheno, a poche ore dalla dichiarazione di cessate il fuoco del pkk, cessate il fuoco che mantiene la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\nNon si ferma insomma la lotta, ma si apre ora una nuova fase, perfettamente in linea con tutto ciò che è stato proposto e messo in atto sul piano politico e sul piano ideologico negli scorsi 20 anni. 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Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava",1741601080,[],[],{"post_content":428},{"matched_tokens":429,"snippet":430,"value":431},[123],"dalla giornata del newroz, il \u003Cmark>capodanno\u003C/mark> curdo, e l'otto marzo, giornata","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/PODCAST-DR-8-finito.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\"Come farebbe volontariamente qualsiasi comunità e partito moderno la cui esistenza non sia stata abolita con la forza, convocate il vostro congresso e prendete una decisione: tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi.\"\r\n\r\nSi conclude così l'appello di Abdullah Ocalan riportato nella giornata del 25 febbraio dalla delegazione di deputati del partito DEM che recentemente ha potuto incontrare il leader del Movimento per la Libertà nel carcere di alta sicurezza di İmralı in cui è tenuto prigioniero dal 1999. Lo statement è stato letto in una grande conferenza a Istanbul e in diretta mondiale nella giornata del 25 febbraio e si rivolge al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, a tutte le forze democratiche e i popoli della regione, e alle forze degli Stati egemonici, primo tra tutti quello turco, a cui spetta di fatto la prossima mossa.\r\n\r\nProviamo oggi a fare ordine nella lettura dell'Appello alla Pace e alla Società Democratica, che non arriva affatto come un fulmine a ciel sereno come la stampa mainstream riporta, in primis perchè poggia su tre mesi di colloqui diplomatici da cui emergono volontà di negoziazione da parte di altri interlocutori politici con il leader Ocalan e dunque che potrebbero costituire le condizioni storiche per aprire una nuova fase dei negoziati. Una postilla accompagna la dichiarazione e riporta: \"Indubbiamente, la deposizione delle armi e lo scioglimento del PKK richiedono in pratica il riconoscimento di una politica democratica e di un quadro giuridico.\"\r\n\r\nE' infatti chiaro che questo invito di rilevanza storica non esorta affatto alla resa e si pone anzi in linea con la prospettiva di pace che il partito abbraccia già dal '93 e che viene da allora accompagnata dalla volontà di costruire una risposta democratica, pratica e risolutiva alla questione della convivenza tra i popoli in Medio Oriente.\r\n\r\nAnche per quanto riguarda lo scioglimento del partito è importante comprendere come non si tratti di un invito alla sconfitta, così come non è niente di nuovo o di inaspettato o di incoerente con la linea ideologica e politica mantenuta fino a ora. al contrario, il pkk si è già sciolto in passato e una decina d'anni fa questo cambiamento ha infatti segnato il profondo cambio di paradigma ideologico, politico e mentale che ha permesso di attraversare fasi di profonda trasformazione e mettere a punto la proposta del Confederalismo Democratico di cui abbiamo parlato nella puntata precedente.\r\n\r\nNei suoi scritti dal carcere e più specificamente nella Roadmap verso i negoziati, scritta nel 2009 in un momento storico in cui il governo turco sembrava disposto a compiere passi verso la risoluzione del problema cruciale della Turchia, ossia la questione curda, Ocalan metteva a fuoco la natura di movimento politico che la democratizzazione deve avere: non può essere portata avanti per esempio da un regime di governo statale permanente e sistematico, a meno che non si basi su una costituzione, un contratto sociale nato dal consenso all'interno della società. Questa natura mai statica della democratizzazione e della pace è quella che sta alla base anche della sociologia e ideologia del partito, che in quanto organizzazione rivoluzionaria, non può che essere in completa sintonia con i momenti storici che attraversa e con l'andamento dialettico della storia. Nella fase attuale possiamo dire che il Pkk ha svolto il suo ruolo storico e ora, con la costruzione del KCK, l'unione delle Comunità del Kurdistan, e la rivoluzione in Rojava, c'è l'opportunità di andare oltre e permettere che il ruolo di avanguardia sia nelle mani della società stessa.\r\n\r\nLeggiamo dal testo del 2006: \"Il problema della democratizzazione e le sue soluzioni sono strettamente legati ai rapporti tra storicità e presente. Ignorando i problemi già vissuti nella storia e le loro possibili soluzioni, non riusciremo a capire la democratizzazione nè qualsiasi altro problema sociale.\" Dobbiamo analizzare la situazione attuale come espressione della storia e questo sta anche nel significato dell'appello verso le forze antisistema globali, richiamate alla presa di responsabilità storica a organizzarsi e organizzare la pace. \r\n\r\nCon questo discorso che si distingue anche per la sua capacità di leggere il passato e il futuro sul lungo periodo, l'invito che Ocalan fa è anche a non considerare le condizioni di guerra attuali come se fossero così lunghe da determinare un'impossibilità di cambiamento e un'inevitabile staticità. \r\n\r\nLa relazione tra turchi e curdi è stata segnata da un'alleanza e cooperazione tra popoli per oltre un millennio, anche se oggi è invece una relazione fragile per via degli ultimi 200 anni di storia segnata dal massiccio e logorante agire delle forze capitaliste ed egemoniche guidate da sporchi interessi di classe. Per la maggior parte del tempo della storia dell'umanità le cose non sono state così come le viviamo ora e solo avendo chiaro ciò possiamo costruire una vera speranza e un piano politico per il futuro. \r\n\r\nE'tutto sommato normale che i nostri giornali mainstream stiano leggendo questo appello al disarmo come una chiamata alla resa e in generale come segno di debolezza della linea del partito, perchè fino ad ora questi media sono stati, chi più chi meno, strumenti di propaganda di stato e lo stato-nazione è dalla sua nascita il maggiore promotore di dominio e violenza. La responsabilità che bisogna essere in grado di raccogliere è anche quella di cambiare questa narrazione sull'inevitabilità assoluta della violenza, di staccarci dalla mentalità patriarcale e statalista per cui se rinunci alla violenza sei un debole. La proposta di Ocalan, incarnata nel partito e nel movimento, è che l'emancipazione dalla guerra sia un salto reale, ora necessario più che mai, di maturazione strategica, un punto chiave dell'elaborazione ideologica e questione politica che affonda le sue radici in un più profondo cambiamento di mentalità, verso la costruzione di una filosofia della pace. Perché una pace giusta è uno dei più alti obiettivi rivoluzionari. \r\n\r\n \r\n\r\nSono di domenica mattina tuttavia le notizie di nuovi bombardamenti Turchi sulle montagne della regione di Zap del Basur, il Kurdistan iracheno, a poche ore dalla dichiarazione di cessate il fuoco del pkk, cessate il fuoco che mantiene la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\nNon si ferma insomma la lotta, ma si apre ora una nuova fase, perfettamente in linea con tutto ciò che è stato proposto e messo in atto sul piano politico e sul piano ideologico negli scorsi 20 anni. Questa chiamata storica giunge nel momento in cui la lotta da parte dei compagni e delle compagne era al massimo delle sue forze, ed è proprio per questo che è stato possibile fare un atto che niente ha a che vedere con la resa, ma piuttosto, con il tentativo di realizzare la pace e la democrazia al suo livello più alto.\r\n\r\nCome sottolineato dal comunicato del comitato esecutivo del partito, la dichiarazione di Ocalan è un invito anche a vivere i tempi futuri in maniera più significativa, a partire dalla giornata del newroz, il \u003Cmark>capodanno\u003C/mark> curdo, e l'otto marzo, giornata emblema di questa rivoluzione basata sulla libertà delle donne e sullo sviluppo di una vita sociale, morale e politica nella linea della civilità democratica.\r\n\r\n ",[433],{"field":169,"matched_tokens":434,"snippet":430,"value":431},[123],{"best_field_score":138,"best_field_weight":271,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":307,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":48},{"document":437,"highlight":457,"highlights":462,"text_match":136,"text_match_info":465},{"comment_count":48,"id":438,"is_sticky":48,"permalink":439,"podcastfilter":440,"post_author":442,"post_content":443,"post_date":444,"post_excerpt":54,"post_id":438,"post_modified":445,"post_thumbnail":446,"post_title":447,"post_type":373,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":453},"86177","http://radioblackout.org/podcast/overjoy-174/",[441],"OverJoy","azizpablo","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024.01.09-16.20.00-OJ174-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 9 Gennaio 2024, Overjoy 174 [S16E3]\r\n\r\nOggi reduci dalle session di Genna, in attesa del capodanno etiope,iniziamo la nuova stagione musicale con Sara che arriva a rinforzare la conduzione di Overjoy! La playlist odierna include: Comm' a fierr' viecchio Funky Pushertz - Aspettando Il Sole Neffa - Shalli Sings Shalli - Before David Midnite - Harvest Samory I - Wrath Samory I, Kabaka Pyramid & Capleton - Blood In The Streets Samory I - History Of Violence Samory I & Mortimer - Fight the Fight Mortimer - Kingston Pentateuch - Abba Wadada Jalifa, Jah Mender & D Rebell - Happy Time Triston Palma & Irie Ites - Strickly Rub-A-Dub Micah Shemaiah - Who's Playing That Music Micah Shemaiah & Little Lion Sound - Dem Wicked (feat. Queen Omega) Hitman & Fiza & Vale - Marijuana Chezidek - If You Want Jah Restless Mashaits, Johnny Clarke & Addis Records - Best Foot Forward Dub Judah & Kibir La Amlak - Nah Run (feat. Murray Man), Hurry (feat. Danny Red) prod by Imperial Sound Army - Enoch Ras Teo & Lone Ark - Rescue Mikey Melody, The World Abijah prod by Taitu Records - Refugees Macka B & the Rootsman - Marina P _Safe Space Bubble_ Empress Shema meets Vibronics _Dub Runnings_ Sista Habesha meets Vibronics _Polarity Dub_ - Sound System Girl Sandra Cross - Touch a Life Iration Steppas - Hellfire I TNT Roots\r\n\r\nBalance!\r\n\r\n \r\n\r\n ","10 Gennaio 2024","2024-01-10 10:25:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/IMG_0608-e1704877182483-200x110.jpeg","Overjoy 174",1704882352,[450,451,452],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[454,455,456],"dub","reggae","roots",{"post_content":458},{"matched_tokens":459,"snippet":460,"value":461},[123],"di Genna, in attesa del \u003Cmark>capodanno\u003C/mark> etiope,iniziamo la nuova stagione musicale","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024.01.09-16.20.00-OJ174-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 9 Gennaio 2024, Overjoy 174 [S16E3]\r\n\r\nOggi reduci dalle session di Genna, in attesa del \u003Cmark>capodanno\u003C/mark> etiope,iniziamo la nuova stagione musicale con Sara che arriva a rinforzare la conduzione di Overjoy! 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Sei ore di musica elettronica in diretta per nn lasciare la notte alla bobina, per rompere il silenzio, per rompere l’isolamento.\r\nAd aiutarmi in questa puntata, oltre alle mie selezioni ascolteremo il live di Maskk Kernelpanik registrato il 19 febbraio al Bogotrax di Bogotà in Colombia, il dj set in anteprima di Dj Kriminal e i set di Degio's e Francesco Noga dei Seven Sins qui con un set in solitaria.\r\n\r\nIl nome Kernel Panik è da sempre legato ai rave agli illegal party e alla cultura Traveller europea, e al Forte Prenestino. Della cultura traveller sono scritti tanti innumerevoli libri alcuni ben fatti altre cagate mostruose, di certo non è ora di approfondire questo tema. I kernel sono Dj produttori compagni e amici hanno supportato con la loro musica innumerevoli iniziative a sostegno dei compagni e della radio. di questa radio. Questa sera virtualmente saranno qui con voi in diretta in compagnia di massk e di kristina dj Kriminal. Il primo con un live set registrato il 19 febbraio di quest'anno al festival in colombia Il Bogotrax di Bogotà, Il Bogotrax Festival si svolge a Bogotá, in Colombia, da 10 anni. Dal 2003 in poi, durante il mese di febbraio. Dieci giorni di feste e seminari; conferenze, conferenze, spettacoli, attività in luoghi diversi, sfilate di strada, attività in diverse carceri locali, mostre, graffiti, \"rave\".Tutto questo gratuitamente. Collettivi e artisti di diversi paesi hanno supportato il festival con la loro partecipazione.Il festival non ha mai avuto lo scopo di promuovere marchi né è stato finanziato da alcuna istituzione. Lo spirito ribelle dell'autogestione del festival lo ha portato a programmare la fine del suo primo ciclo di vita.\r\nKriminal invece ci farà ascoltare un dj set inedito. Kristina dj kriminal kernelpanik dopo qualche annetto a suonare il basso in piccole band a roma nel 97 comincia a produrre qualche traccia con lo storico Impulse tracker,per poi innamorarsi nel 1998 di vinili...nello stesso anno insieme ai suoi amici fonda la techno crew Kernelpaniksound e dopo aver organizzato Illegal Rave in tutta Italia,poi in Europa ,facendo parte della cultuta Traveller dell'epoca, parte insieme alla Drop in caravan ,cominciando un viaggio che dal Canada la portera' alla Patagonia,riunendosi a meta' strada con kernel panik organizzando il capodanno prima in Messico,l'anno seguente in Brasile e poi in Argentina a buenos aires. Dopo piu' di 20 anni la passione per la techno e per organizzare Rave party non è mai cambiata....\r\nIL dj e produttore saluzzese Nicolò Degiovanni. Diplomato come Tecnico del suono alla scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo (IT). Le sue radici musicali prendono origine dal più profondo soul, dal garage, dalla disco music degli anni 70/80 e tutto ciò che contribuì allo sviluppo dell’House Music e Techno. Durante questi anni ha condiviso la consolle con i maggiori esponenti della scena elettronica sugli stages del Kappa FuturFestival, Movement Torino Music Festival e Apolide Festival. I suoi lavori sono stati rilasciati su We Play Wax (RO), Fresh Yo! (IT), Waldliebe Familien (GE) e LoupBlanc Rec (FR). Su auest’ultima ha realizzato un remix per il padre dell’Italo-Disco Alexander Robotnick.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Reset-00.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Reset-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/reset-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/reset-3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/reset-4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/reset-5.end_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Marzo 2020","2020-03-29 18:38:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/90985053_10222111003548071_897755586291040256_o-200x110.jpg","Resetclub All Night Long CV19 Podcast 27 Marzo 2020",1585507108,[479],"http://radioblackout.org/tag/resetclub/",[471],{"post_content":482},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[123],"con kernel panik organizzando il \u003Cmark>capodanno\u003C/mark> prima in Messico,l'anno seguente in","Secondo appuntamento per Resetclub in versione all night long. 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